Cristina Dona'
NIDO; (Mescal, 1999)
Esiste una serie di artisti in Italia che compare difficilmente nella rotation delle varie radio e televisioni commerciali ma che produce lavori belli e interessanti.
Purtroppo il mercato discografico tende, chiaramente, a "tirare" gente che proponga la facile melodia da canticchiare sotto la doccia, o il quasi-tenore "per tutta la famiglia" (come il dentifricio), piuttosto che coltivare talenti che abbiano voglia di giocare piu' con la qualita' che con la quantita'.
Tra questi sicuramente c'e Cristina Dona' che a tre anni di distanza dal suo primo disco (l'incredibilmente bello "Tregua") ha dato da poco alle stampe la sua nuova fatica, "Nido".
Il disco, ve lo dico subito, non e' facilissimo. La volonta' di sperimentare percorsi nuovi e l'utilizzo di sonorita' piuttosto particolari lo rendono, in alcuni punti, un po' ostico al primo impatto, specie se non avete gia' ascoltato la cantante precedentemente.
Non disperate e, al limite, schiacciate di nuovo il tasto play. Come in un quadro impressionista, dove i particolari all' inizio sembrano sfuggenti e un po' confusi e successivamente acquistano profondita', corpo e luce, la variegata policromia del disco si fara' apprezzare sempre di piu'.
La Dona' prosegue il discorso iniziato con "Tregua" e lo espande, fondendo canzone d'autore, pop, e arrangiamenti che molte volte si permettono il lusso di attraversare territori rumoristici, senza cadere nella via pericolosa della "sperimentazione" (che in molti lavori risulta piu' noiosa che artisticamente valida).
Testi metricamente audaci, descrittivi e visionari in parti uguali (ma mai banali), si appoggiano ad accompagnamenti ora eterei e quasi onirici (come nella title track o in "Volo in deltaplano"), ora piu' briosi e spumeggianti ("Deliziosa abbondanza", "Qualcosa che ti lasci il segno"), ora coraggiosi ma interessanti, come in "Volevo essere altrove".
La sua voce, priva di un' estensione da guinness ma dotata di una spiccatissima capacita' interpretativa, sussurra atmosfere in bilico tra toni scuri e improvvise impennate di colore.
Accompagnata alla produzione da Manuel Agnelli (dei milanesi Afterhours), la Dona' puo' vantare ospiti quali Morgan dei Bluvertigo, Marco Parente (nella strumentale "Brazil" ) e, soprattutto, Robert Wyatt.
La collaborazione di Cristina Dona' al tributo a Wyatt (a cui avevano partecipato numerosi artisti quali CSI, Max Gazze', Ginevra di Marco e altri) e la stima dello stesso per "Tregua", hanno fatto si che in "Goccia" egli potesse apparire ai cori e alla cornetta, dando un dolce tocco alla gia' deliziosa canzone.
Il mio umile consiglio e', chiaramente, di acquistare il disco e provare a vedere cosa ci offre il mercato italiano alternativo che, con sepre maggiori difficolta', tenta di farsi strada.
Anzi, visto che ci siete, comprate anche il precedente e vedrete che non ve ne pentirete: io l'ho ormai mandato a memoria (come le poesie di scuola) e sono convinto rimanga tra i migliori dischi he abbia comprato negli ultimi anni.
A presto
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