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Smashing Pumpkins - MACHINA: The Machine of God

Cd Cover Annunciato da tempo, atteso dai numerosi fan con ansia crescente, e' giunto il nuovo lavoro degli Smashing Pumpkins, la band di Chicago capitanata dal carismatico Billy Corgan.
"Machina: The machine of God" riporta il suono del gruppo nei canoni che avevano contraddistinto i primi tre dischi, abbandonando in buona parte le sperimentazioni elettro-acustiche di "Adore".
Credo siano diversi i motivi di questa inversione ad U.
Uno e' sicuramente il fatto che "Adore" non e' stato particolarmente apprezzato in patria ne' dalla critica ne' dal pubblico, che ha accolto con freddi risultati in termini di vendite il cambio di rotta.
Corgan, che ama fino all'eccesso il fatto di stare al centro dell'attenzione, deve essere stato punto vivamente nell'orgoglio.
Un altro immagino sia il ritorno del batterista originale della band (legato al punto precedente?), dopo la sua disintossicazione. Jimmy Chamberlin era stato allontanato per i suoi problemi con gli stupefacenti all'indomani della morte per overdose del tastierista che accompagnava i pumpkins nel tour.
La parte ritmica ha effettivamente ritrovato parte della compattezza di un tempo che, nell' ultimo disco, tra turnisti e samples vari, latitava alquanto.
E con l'arrivo di Chamberlin c'e' stata la contemporanea dipartita di D'Arcy, rimpiazzata alla bell' e meglio dalla bassista delle Hole, il cui ultimo disco era stato prodotto parzialmente proprio da Corgan.
Che dire? A me personalmente questo "Machina" non e' piaciuto molto. Diciamo che ormai ci si aspettava qualcosa in piu' da quel geniaccio del vecchio Billy.
Il suono sicuramente c'e', ben presente e contraddistinto, virato su influenze metal che i Pumpkins non hanno mai nascosto di possedere.
Le chitarre sono taglienti come non mai (anche troppo: sembrano quasi sintetiche, tanto che alla fine fanno fatica a uscire dai solchi), la voce di Corgan e' estremizzata al parossismo, c'e' una batteria dal kick potentissimo.
Ma nelle canzoni manca qualcosa, quello spirito geniale che rendeva "Siamese Dream" o, ancora piu', "Mellon Collie" dei dischi assolutamente memorabili.
Cosi' passano, quasi anonimi, pezzi rock come "Stand inside your love" (dall' andamento ruvido ma molto orecchiabile), il celebratissimo (sul Web) "Everlasting Gaze", la finta-metal "Heavy Metal Machine", oppure lunghe digressioni fin troppo leziose sulla strada del prog-rock ("Glass and the ghost children" per fare un esempio).
Il tutto, praticamente, senza graffiare, senza lasciare il segno, con quell' aria un po' oscura che ricorda in certi momenti (non e' cosi' bello a dirsi come sembra) alcune cose dei Cure.
Forse dipende dal fatto che a me gli Smashing piacciono veramente molto e in realta', piu' che di un disco brutto, si tratta semplicemente di un lavoro minore. Ma tant'e'...
Attendo a questo punto soltanto una conferma, chi lo sa, magari da un concerto?

© Copyright 2000 Marcello Stoppini. -http://www.music-on-tnt.com