"Cobra and Phases Group Play Voltage In The Milky Night"
STEREOLAB
Chi avrebbe immaginato che il chitarrista Tim Gane, dopo un concerto con i suoi McCarthy (band londinese ormai disciolta), incontrasse una cantante francese di nome Laetitia Sadier e ne nascesse una folgorazione (sentimentale ed artistica) "a prima vista"? Che in breve tempo, siamo nel 1991, al duo si sarebbero aggiunti: Joe Dilworth alla batteria, Martin Kean al basso, Gina Morris come corista (in seguito saranno sostituiti da: Morghane Lhote, Andy Ramsay e Mary Hansen, ndr)? E che il progetto musicale avrebbe avuto il nome di Stereolab e sarebbe diventato uno dei più importanti degli anni '90?
La passione per le melodie easy listening anni '60, per le colonne sonore dei film (soprattutto quelli italiani), l'estetica lounge (da J. G. Esquivel, passando per L. Baxter e fino a B. Bacharach), il culto per gli strumenti i più curiosi (farfisa, e sintetizzatori analogici), diventano un marchio di fabbrica inconfondibile.
Gli Stereolab in poco meno di un decennio registrano una decina di album e un numero considerevole di singoli, periodicamente raccolti in apposite compilation (Switched on vol. 1, 1992; Refried Ectoplasm, 1995; Aluminum Tunes, 1997).
Se non bastasse, guadagnano le simpatie di molte band, soprattutto americane (Sonic Youth e Pearl Jam che sono soliti eseguire dal vivo The Noise Of The Carpet), diventando artisti di culto nei collage universitari statunitensi.
Il nuovo lavoro dal titolo lunghissimo e apparentemente incomprensibile ce li riconsegna in splendida forma.
Realizzato con la collaborazione di Jim O' Rourke, John McEntire (Tortoise) e dall'inseparabile amico Sean O' Hagan (High Llamas), racchiude oltre settantacinque minuti di musica diluiti in quindici brani. La sperimentazione che da sempre li contraddistingue non cade nelle trappole dell'intellettualismo fine a se stesso, anzi (il loro) sembra un gioco di candida derisione misto ad un "fai da te" da apprendisti stregoni.
E allora, un rinnovato gusto timbrico attraverso l'utilizzo di: marimbas, vibes, harpsichord, clavinet (Fuses, People Do It All The Time, The Spiricles); il costante utilizzo di tempi insoliti (5/4, 7/4) - in Blips Drips And Strips gli inglesi si superano -, accanto alla consueta estetica minimalista (molti brani sono costruiti su scarne armonie - The Free Design, Italian Shoes Continuum, Puncture in The Radar Permutation -), sono altrettante ragioni che servono a spiegare l'interesse per gli Stereolab: un laboratorio di idee in cui i confini tra semplicità e complessità (argomenti quasi sempre inconciliabili in tutta l'arte), sono continuamente messi in discussione. E noi con loro.
I BRANI:
- FUSES
- PEOPLE DO IT ALL THE TIME
- THE FREE DESIGN
- BLIPS DRIPS AND STRIPS
- ITALIAN SHOES CONTINUUM
- INFINITY GIRL
- THE SPIRACLES
- OP HOP DETONATION
- PUNCTURE IN THE RADAR PERMUTAION
- VELVET WATER
- BLUE MILK
- CALEIDOSCOPIC GAZE
- STROBO ACCELERATION
- THE EMERGENCY KISSES
- COME AND PLAY IN THE MILKY NIGHT
A presto
© Copyright 1999