Casa discografica: InsideOutMusic, cod. art. spv 085-28682 cd
"TWILIGHT IN OLYMPUS" SYMPHONY-X
Per cominciare, qualche notizia sul gruppo che non è proprio di quelli classificabili sotto la voce "famosi" al grande pubblico, ma che hanno un grande seguito nell'ambiente metal più evoluto. I Symphony X sono nati nell'aprile del 1994 nel New Jersey, USA, per iniziativa del chitarrista Michael Romeo. Da allora hanno prodotto quattro album: Symphony X, The Damnation Game, The Divine Wings of Tragedy, Twilight in Olympus. La recensione tratterà proprio del loro ultimo (capo)lavoro, che è anche quello più facilmante reperibile. Il genere, come sempre più spesso accade nella musica moderna, non è precisamente definibile, ma consta di un sapiente equilibrio di power metal, progressive metal e neoclassico (tipo Y. Malmsteen). I testi, come da copione per il power metal e l'epic metal, sono perlopiù ispirati e storie fantastiche e a leggende di varia provenienza, ma in questo caso sono particolarmente curati nella forma ed attuali nella sostanza (si veda "Church of the Machine" ad esempio).
L' album contiene:
Smoke and mirrors 6:09
Church of the Machine 8:57
Sonata 1:25
In the Dragon's Den 4:00
Through the looking glass (part I, II, III) 13:05
The Relic 5:03
Orion - the Hunter 6:56
Lady of the Snow 7:09
Durata totale 52:51
Innegabile ed evidente già al primo ascolto è l'estremo virtuosismo tecnico di tutti i componenti del gruppo, e l'utilizzo di suoni seducenti ed inconsueti per chi si avvicina per la prima volte a questo genere (soli di chitarra elettrica piuttosto distorta su un arpeggio di clavicembalo in "The Relic" vi basta ?!). Il disco presenta una maggioranza di ritmi travolgenti e incalzanti, fanno eccezione solo Sonata, cover di Beethoven (si dice cover pure per i grandi della classica? Boh!) e Lady of the Snow, ispirata ad una leggenda orientale, con un inizio acustico misterioso ed avvolgente. Tutti i pezzi risultano molto coinvolgenti e mai banali anche dopo ripetuti ascolti, grazie alla creatività ed originalità nella composizione ed all'articolazione delle parti all'interno dello stesso brano, con frequenti cambi di ritmo e tonalità. L'affiatamento della parte strumentale è notevole e lascia spazio a splendidi dialoghi tra chitarra e tastiere, ineccepibili sia nelle ritmiche che nei soli. L'estrema ricercatezza della melodia va di pari passo con la velocità e fluidità di esecuzione dell'ottimo Michael Romeo, senza che questi si abbandoni a virtuosismo puro e semplice fine a se stesso. Da evidenziare poi il frequente uso di cori nel cantato, senza che il cantante perda colpi in un genere così complesso e affaticante per i sopracitati cambi di ritmo e tonalità. Per concludere, se non conoscete il genere, questo disco è un'ottimo esempio di riuscita fusione tra tecnica esecutiva e compositiva di singolare ed immediata fruibilità (rispetto ad altri classici del genere progressive o di gruppi come i Dream Theater) e nel mio caso è stato il "battesimo del fuoco" e mi ha aperto gli occhi sulle possibilità espressive del metal considerato spesso "rumoroso" ed incolto. Se viceversa siete già appasionati di metal & affini, avrete l'orecchio già allenato e smaliziato per poter giudicare da soli.