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Non sarà quello che si dice un album appena uscito, ma è pur sempre l'ultimo lavoro di Vinnie Moore, datato 1999. Nella line-up spiccano subito Shane Gaalaas (ex-Malmsteen) ed il poli-strumentista e valido axe-man Tony MacAlpine. Già che siamo in tema di grandi nomi, le tastiere sono state registrate da James Murphy ai Sound Temple Studio... Evidente l'impronta neoclassica nello stile di Moore, ma rispetto a sua maestà Y.J. Malmsteen è molto più versatile e vario, offrendoci anche passaggi più prog e fusion (a volte ricorda Steve Vai, altre Joe Satriani...) nonchè una meravigliosa Never been to Barcelona, che come si può intuire dal titolo è un brano spagnoleggiante interamente acustico. Dimenticavo, i brani sono totalmente strumentali, ma non fanno rimpiangere la presenza di un cantante in quanto sono molto melodici e vari, e riescono sempre a trattenere l'attenzione dell'ascoltatore, anche grazie alla sapienza con cui V.M. miscela i passaggi più veloci e tecnici con i fraseggi più lenti e melodici, senza perdersi nel vortice delle note a cascata del vuoto virtuosismo povero di idee. L'unico appunto che mi sento di muovere riguarda il riffing, povero e fiacco, un po' di potenza e di aggressività in più avrebbe portato l'album a livelli di eccellenza, ma è anche vero che è una precisa scelta del chitarrista concentrarsi sull'efficacia delle melodie piutosto che sulla velocità e sulla potenza. Discreta la produzione: un po' ovattata la batteria, non mi ha esaltato molto il suono della chitarra, ma è anche una questione di gusti... |
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