Il gran numero di produzioni legate al mondo della musica fusion fin dagli anni '70, aumentate a dismisura in seguito, ha "sporcato" questo genere musicale fino a farlo diventare, ai livelli più bassi, musica pre- decollo/post-atterraggio per aeroporti, senza sapore né colore; di conseguenza, acquistare un CD nel variegato settore Fusion per scoprire un nuovo gruppo si rivela spesso una delusione.
Fra le poche certezze della musica "che sta in mezzo" fra jazz, funk, pop e quant'altro ci sono, secondo me, gli Yellowjackets. Questo live del 1992 è davvero un bel punto di partenza per chi vuole conoscere il quartetto statunitense; si avverte un bel feeling, e i tanti ospiti di riguardo abbelliscono ulteriormente l'album.
Questo è l'elenco dei brani presenti nel CD:
- Homecoming {Ferrante} [5:35]
- Bright Lights {Bob Mintzer} [6:53]
- The Dream {lyrics: Michael Franks/music: Ferrante/Haslip/Russo} [5:08]
- Freedomland {Ferrante} [6:26]
- Downtown {Ferrante} [4:51]
- Claire's Song {Ferrante} [7:41]
- Geraldine {Ferrante} [7:21]
- The Spin {Ferrante/Haslip/Russo/Kennedy} [9:47]
- Wildlife {Ferrante/Haslip/Acuna} [9:26]
- Revelation {lyrics: Lorraine Perry/music: Ferrante} [6:24]
Introdotto da una presentazione "all'americana" dello speaker del Roxy di Los Angeles, dove il CD è stato registrato, il primo brano è ormai un classico del gruppo, tratto da "Samurai samba". Rispetto a quell'album, la formazione ha cambiato sassofonista (Bob Mintzer al posto di Marc Russo) e batterista (William Kennedy al posto di Ricky Lawson) e ne ha guadagnato sotto diversi punti di vista. La "vecchia guardia" Ferrante-Haslip funziona alla perfezione, con il primo alle tastiere, sempre divertente e versatile, e il secondo a dare solidità e forza con un basso preciso e corposo. Kennedy è potentissimo senza perdere in sensibilità, e Mintzer aggiunge un bel po' di jazz ad una band che, in fondo, ha cominciato muovendosi in territori più orientati al funky o all'easy listening.
Nel CD c'è spazio per incursioni nel pop come The dream, con Michael Franks, ma anche per il jazz (Freedomland, The spin), il soul (Revelation, coi magnifici Take 6) e per i marchi di fabbrica del sound Yellowjackets (il succitato primo brano, ma anche Claire's song o Geraldine). Insomma, sembra davvero di assistere a uno dei loro spumeggianti concerti (ma, per chi se li è persi dal vivo, non accontentatevi del CD).
Consiglio il disco, dicevo, a chi vuole un antipasto per cominciare a conoscere gli Yellowjackets, ma chi già li apprezza sa che la band ha mutato, nel corso degli anni, la direzione della sua musica; senza perdere di vista la cifra stilistica, è passata gradualmente da lavori più cantabili (anche se strumentali) al jazz venato di pop e blues, sfiorando lungo il percorso la world music e anche un po' di elettronica.
Tutto ciò per dire, se non fosse ancora chiaro, che per godersi davvero la loro buona musica suggerisco di insistere negli acquisti ben oltre questo bel live.
A presto
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