Pier Luigi Zanzi nasce giovanissimo a Roma nel dicembre del 1969, per dimostrare al mondo che dopo la Luna gli uomini non avevano ancora visto tutto. Sviluppa da subito la passione per la musica, ma snobba le canzoncine per bambini, ad eccezione di "Riccardo cuor di leopardo", chiedendo invece Prisincorinessinainciusol, per poi consumarlo con il suo Penny rosso e chiederne una nuova copia, e stancandosi solo dopo la quinta reiterazione del procedimento. Debutta nello shopping musicale senza genitori al seguito acquistando "Meno male che adesso non c'è Nerone" di Bennato e "Plasteroid" dei Rockets.
Durante il periodo di formazione scolastica diviene campione di subbuteo, e alla soglia del diploma comincia a suonare il basso. A farlo smettere non riescono né i risultati, né la laurea in statistica, né il matrimonio, che anzi complica la situazione abbinandolo per la vita ad una chitarrista.
E' attualmente un felice analista junior, come il contratto suggerisce di classificarlo: ama la natura ed è corrisposto in termini di fortuna. Non fuma, gioca a carte solo a Natale e dice poche parolacce, ma beve moderatamente vino e birra. Canta in tutti i momenti in cui non deve mangiare o parlare. E' talentuoso autore di diagonali insidiosi a calcetto e riproduce abbastanza fedelmente con la bocca pattern ritmici di discreta complessità.
Ascolta quasi tutto, anche se il gothic gli crea alcuni problemi, ed ama in particolare fusion, jazz e tutta la new age che non viene usata come sottofondo in luoghi pubblici. Non ammira la bizzarria di chi sostiene di non ispirarsi ai Beatles, bensì agli Oasis (e simili). Da grande farà molto meglio le cose che fa adesso.
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