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Questo film-concerto fu l'ultimo
della band: il loro testamento, non solo cinematografico, perché
Venerdì 10 aprile del 1970, il mondo seppe che i Beatles si erano
sciolti a tutti gli effetti, anche se pubblicarono nello stesso anno un
nuovo album e questo film che documenta le prove in studio dell'omonimo
Lp e l'ultimo storico concerto del 30 Gennaio 1969 tenuto sul tetto di
Apple Studios in Abbey road.
Titolo di entrambi fu appunto Let It Be (per il titolo in italiano fu
aggiunto: Un giorno con i Beatles) e testimoniava il momento difficile
che attraversava il gruppo e che li porterà alla rottura definitiva
del sodalizio.
Diversamente dai film precedenti del gruppo, in questo viene dato notevole
spazio alla musica, e ancor più emblematico a quella dal vivo.
Gli indimenticabili momenti musicali del film sono tanti (Oscar per la
colonna sonora), soprattutto quando viene suonato Let It Be.
La prima parte del film è ambientata interamente negli studios
Apple, mentre la seconda all'esterno sui tetti, dove si documenta il concerto.
Nella prima parte si filmano dialoghi tra i quattro componenti, incentrati
su come migliorare l'esecuzione dei brani dal vivo. È soprattutto
Paul a consigliare gli altri sulle loro performance. Non traspare quell'ostilità
con gli altri Fab Four, che fu causa poi dello scioglimento. John è
meno polemico e ironico del solito, mentre George, come sempre, il più
taciturno, e Ringo il più distante dalle vicissitudine umane del
gruppo, ma quelo più coinvolto professionalmete nella preparazione
del concerto: in una scena consiglia di cantare un brano appositamente
scritto da lui.
Il film vuole testimoniare soprattutto come il gruppo si preparò
al concerto sul tetto dell'Apple Studios, tra momenti esilaranti e divertenti
(quando cantano Besame Mucho), o polemici (quando Paul dice in disparte
a John di essere in disaccordo con George che non vuole fare il concerto).
Questi momenti, così come quelli musicali, attestano che quella
magia che un tempo legava il gruppo non c'era più, ma allo stesso
tempo che il rispetto tra i quattro rimaneva ed era forte.
Originale il finale: dopo i tanti giorni passati a preparare il concerto,
finalmente eccoli suonare tutti insieme sul tetto, davanti alla gente
(non si sapeva ancora del loro prossimo scioglimento) che attonita, incredula
e divertita assisteva sui marciapiedi delle strade attorno agli Studios
vengono immortalate interviste fatte a questi fortunati spettatori della
live-session.
Una signora afferma: 'Non li capisco!'; un altro: 'Non è un luogo
per suonare questo!'. Ma la più divertente e anche la più
malinconica è quella di un signore: 'La band sta finalmente sfondando!',
ignaro che a distanza di pochi mesi, il più importante gruppo della
storia del rock non sarebbe più esistito.
Il cinema aveva consegnato ai Beatles un'altra platea: i diffidenti ma
curiosi, i 'più grandi', avevano scoperto sin dai tempi di A Hard
Day's Night (il loro primo film), che si stava agitando un universo completamente
nuovo dove le star erano appunto i Fab four.
Star magari particolari che però, nelle loro perfomances cinematografiche
sperimentali, sembravano tutto, tranne che star.
Ma da un azzardo non può che derivare un altro azzardo. Se grande
era stata la rivoluzione musicale del quartetto, altrettanto speciale
è stato il loro accesso al grande schermo. Se musicalmete i Fab
Four furono protagonisti di quella rivoluzione musicale che dal rock porterà
alla popular music, ovvero una produzione colta che univa melodie orecchiabili
a temi musicali impegnativi e a sonorità elettroacustiche, anche
cinematograficamente (grazie soprattutto al regista inglese Richard Lester),
i Beatles crearono un universo unico e magico, che diffuse tutte le loro
geniali intuizioni artistiche.
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