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YELLOW SUBMARINE
Nel
1968, da un soggetto del 1966 dello sceneggiatore Lee Minoff in collaborazione
con Paul McCartney, esce Yellow Submarine ('Il Sottomarino Giallo', 1968)
di George Dunning.
Oltre che un lavoro di animazione, ispirato ad una seria televisiva statunitense
di cartoni animati dedicati ai Beatles, lanciata nel 1965 dalla società
di produzione King Features (la stessa per questo film), è anche
un lungometraggio psichedelico, un bell'esempio di surrealismo di massa,
con accluso messaggio pacifista. Grazie alla regia dell'animazione di
Jack Stokes e Bob Balser, ai disegni di Heinz Edelman, John Cramer, Gordon
Harrison e alla direzione musicale di George Martin (lo storico primo
produttore dei Beatles), si centrava in pieno l'obiettivo prefisso "superare
in stile, qualità e intensità quanto già visto nel
campo dell'animazione, senza però, sconfinare nel preziosismo e
nella pretenziosità".
Difatti la favola musicale è affidata ad un originale, ricco e
fantasioso disegno animato ispirato alle fonti più disparate: A.
Beardsley, Art Nouveau, Dalì, Rauschenberg, Liechstein, Hamilton,
Optical Art e all'Espressionismo e le opere letterarie di Verne e Lewis
Carrol, che si integrano a materiale sonoro non del tutto nuovo: All Together
Now (1967), Hey Bulldog (1968), Only A Northern (scarto di Sgt. Pepper's
Lonely Hearts Club) e It's All Too Much(1967). "Suggestioni psichedeliche,
ingenuo pacifismo e morale edificante si accompagnano a un divertissement
spettacolare e scherzoso, rivolto intelligentemente ad un pubblico di
ogni età".
'Loveland', abitata da amanti della musica, dell'arte e della pace, è
un giorno conquistata dai cattivi Biechi blu che trasformano i suoi abitanti
in statue, impedendo loro di vivere. Uno di loro Fred, riesce a fuggire
ed arrivare a Liverpool, dove incontra prima Ringo. Seguendolo arriva
all'edificio The Pier e qui incontra anche gli altri tre Fab Four. Convinti
ad aiutarlo, lo seguono a Loveland, detronizzando con l'amore e la musica
i Biechi Blu.
Nel film i Beatles intelligentemente autoironizzano su loro stessi: George
inizialmente non vuole sentire ciò che Fred deve dirgli, perché
troppo occupato con lo yoga e la cultura indiana; John appare prima sotto
le sembianze di Frankstein e poi in quelle proprie; Paul, balbuziente,
compare loro sfinito, dopo un concerto.
L'edificio The Pier è un luogo di fantasia. La Diga (Pier), dove
i sogni fluttuano e l'irrealtà può materializzarsi idealmente.
Anche se i Beatles autoironizzano su loro stessi, quei sogni forse rappresentano
ciò che i Fab four avrebbero voluto diventare o le mete che speravano
ancora di raggiungere. Anche il Frankstein di Lennon, alla fine potrebbe
significare colui che, plasmato dall'ambiente e dalla società ad
un certo punto, stanco delle convenzioni vuole ribellarsi e vivere secondo
propri paramentri. Forse il primo messaggio del film è proprio
questo: ampliare le proprie conoscenze, lasciando liberi noi stessi di
esplorare con sana curiosità e libertà ciò che il
mondo può offrirci. Solo così il mondo potrà andare
avanti.
Geremia, personaggio che svolgerà
un ruolo decisivo nel film, è inizialmente chiamato e considerato
Nessuno, perchè con curiosità ha voluto istrurisi su tutto
(matematica, arte, letteratura, medicina ecc). La sua cultura però
è giudicata negativamente, non cerca di metterla a disposizone
degli altri. Invece quando i Beatles lo ospiteranno sul loro sommergibile
e gireranno insieme il mondo, Geremia potrà offrire un aiuto fondamentale:
è lui il primo che stringe amizicia col capo cattivissimo dei Biechi
Blu.
L'istruzione e la cultura servono, ma solo se messe a disposione degli
altri.
Questo è l'altro messaggio del film. Se le nostre risorse intellettuali
e non solo, vengono chiuse dentro noi stessi, in un'inutile involucro,
Glove, alla fine non può che arrecare danni agli altri. Se invece
liberate (Love senza G) e indirizzate verso il bene, si può essere
certi che i risultati saranno esclusivamente positivi.
Con questo film i Beatles si configurarono come paladini degli ideali
pacifisti e affermavano che nella cultura e nelle arti contemporanee,
se ben utilizzate, si potevano trovare le risposte per risollevare il
disordine e il caos.
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