IL RAZZISMO

L’enciclopedia Rizzoli definisce razzismo l’insieme di dottrine e movimenti che considerano la razza il fattore determinante nella nascita e nello sviluppo delle varie civiltà e, di conseguenza, affermata la superiorità di una razza sulle altre, ne ricercano il predomino e ne tutelano la purezza mediante la persecuzione e la discriminazione di quelle razze ch’essi considerano inferiori. Nella pratica il razzismo afferma la superiorità di alcune razze umane nei confronti di altre.

Esistono naturalmente delle differenze genetiche fra i vari gruppi umani, ma non è stato mai dimostrato che alcuna differenza influisca sulla personalità, sull’intelligenza o su qualsiasi facoltà che abbia a che fare col comportamento sociale.

L’antropologo inglese W.E. Le Gros Clark dice espressamente: “Se il corpo di un negro fosse privato di tutte le caratteristiche superficiali, come la pelle, i capelli, il naso e le labbra, non credo che nessun anatomista, di fronte a un caso isolato, saprebbe dire se si tratta del corpo di un nero o di un europeo”.

Secondo l’ideologia razzista, dunque, tutta l’umanità sarebbe classificata secondo una scala di razze biologicamente differenti, partendo dal gradino più basso delle razze “primitive”, “deboli”, “istintive”, fino ad arrivare ai gradini superiori delle razze “civilizzate”, “forti”, “razionali” e quindi dominanti. Questa concezione presuppone un pregiudizio di base e comporta un discriminazione. In ogni caso, oggi, quando parliamo di razzismo, istintivamente pensiamo al razzismo del bianco contro il nero o di una razza contro un’altra razza, il che è etimologicamente corretto; ma razzismo va inteso in senso lato, come intolleranza e discriminazione dell’altro perché “diverso”, “estraneo”, “straniero”, da cui deriva il termine xenofobia (da greco xenòs = straniero).

Dunque, possiamo avere discriminazioni nei confronti degli handicappati, degli extracomunitari, dei malati di mente, degli ebrei, dei neri, dei meridionali, degli zingari, dei drogati, degli anziani, delle donne, ecc. In ogni caso, il razzismo è l’enfatizzazione, in negativo, della differenza, a vantaggio di chi esprime il giudizio, e a danno di chi lo subisce.

Gli esperti parlano di vari tipi di razzismo:

-     Razzismo addizionale: generato dalla paura della droga, della criminalità, ecc…

    -Razzismo concorrenziale: per il controllo simbolico del territorio, competizione per i posti di Lavoro o per gli alloggi, ecc.

    -Razzismo della disuguaglianza: considerare l’altro inferiore a sé (convinzione che può portare llo schiavismo)

    -Razzismo della differenza: considerare l’altro differente e quindi inconciliabile (convinzione che può portare allo sterminio)

    -Razzismo culturale o intolleranza etnocentrica: difesa del proprio stile di vita e di valori in contrapposizione a quello degli altri.

Nella storia si possono trovare esempi di forme di razzismo manifestatesi già millenni prima di Cristo. Ad esempio, attorno al 3500 a.C. le popolazioni di guerrieri nomadi bianchi Aria invasero il subcontinente indiano ove prosperava la civiltà matriarcale dravidica. Nel volgere di alcune centinaia di anni li conquistarono completamente e instaurarono un’organizzazione sociale in cui il primo criterio di discriminazione, puramente razziale, fu “varna”, parola sanscrita che significa colore della pelle, razza. I Greci che chiamavano "barbari" tutti gli stranieri ma, mentre gli Ateniesi li accoglievano volentieri permettendo loro di commerciare e di arricchirsi, nel VII secolo a.C. gli Spartani li cacciarono dalla città. Tutt’altro che razzisti furono i Sunniti, una setta tollerante araba che accoglieva i diversi popoli conquistati nell’Islam, chi si convertiva e chi non facendo pagare una tassa supplementare a tutti coloro che volevano continuare a professare la propria religione. Nel mondo cristiano, più tardi si verificarono episodi di tipo razzista con assalti ai ghetti delle città tedesche contro gli Ebrei nei Paesi Slavi. Le persecuzioni antiebraiche avevano motivo religioso, infatti gli Ebrei erano ritenuti i responsabili dell’assassinio di Gesù, a cui si aggiungevano l’attaccamento alle loro tradizioni, la volontà di non mescolarsi ai cristiani e il fatto che alcuni di loro praticassero l’usura.

 Si è arrivati alle leggi razziali di Hitler e allo sterminio di massa, od anche solo al disprezzo del gruppo dominante verso gruppi etnici o religiosi minoritari. Le persecuzioni antisemite si intensificarono nei momenti di maggior crisi Europea: nel XIV sec. quando la peste colpì la popolazione seminando il terrore. Nel XVII sec. quando l’Inquisizione colpì indistintamente streghe, Ebrei ed eretici.

Ma non solo gli Ebrei ebbero a soffrirne, anche gli Armeni, gli Zingari, i Curdi e molti altri popoli patirono, ed in parte patiscono ancora, stermini, segregazioni, tentativi di vario genere di cancellazione vera e propria dell’identità etnica.

Pensiamo ancora, proprio in questi ultimi anni, allo sterminio delle tribù indigene amazzoniche, alle terribili guerre fra Tutsi e Hutu, ed a quelle dei Serbi contro Bosniaci e Kosovari, ai vari sanguinosi tentativi di egemonia dell’integralismo islamico in Algeria, in Iran ed in molti altri stati.

In questo caso “il diverso” è colui che professa un’altra fede; ne abbiamo un esempio vicino: le crociate che per decenni, in epoca medioevale, insanguinarono il Medio Oriente.

Oltre oceano gli attuali venti milioni di neri che abitano gli Stati Uniti non godono ancora di una effettiva parità di diritti rispetto ai bianchi su tutto il territorio federale.

L’abolizione della schiavitù è datata con la fine della Guerra di Secessione che gli stati del Sud persero contro quelli del Nord, ma non ha assolutamente coinciso con l’affrancamento della popolazione di pelle nera da maltrattamenti, persecuzioni, segregazioni, non solo nel sud del paese.

Organizzazioni ben protette come gli incappucciati del Ku Klux Klan che poterono permettersi impunemente per anni di infierire con “cacce al negro” culminanti con impiccagioni e roghi, terrorizzando cittadine intere erano certo casi estremi ma scuole, quartieri, chiese, lavori, posti su treni ed autobus off limits per i “negri” erano realtà quotidiana anche nelle grandi città, oltre la mancanza di diritto di voto.

Fu necessaria una lunga lotta contro tali pesanti discriminazioni, culminata in episodi come la marcia su Washington del 1968, ispirata da leaders come Martin Luter King e Jackson e senz’altro aiutata dal miglioramento delle condizioni economiche generali del paese e dalla necessità di integrazione dovuta al bisogno di manodopera nelle fabbriche del nord e nell’esercito.

CAUSE DEL RAZZISMO

Non si può ignorare che esistano delle differenze a volte anche profonde tra gruppi e che non dobbiamo combatterle, ma difenderle e legittimarle nella stessa maniera e convinzione con cui tendiamo a legittimare la nostra presenza. Cause economiche, religiose o pretese tali, di territorio, follia di leader, estremismi politici; queste sembrano dunque, e sono in effetti, alla base di comportamenti xenofobi e razzisti ma che da sole non riuscirebbero a fare all’umanità tutto il danno che invece essa ha subito e ancora subisce per queste ragioni.

Le suddette motivazioni attecchiscono e si sviluppano in ogni uomo non educato a leggersi dentro ed a leggere il mondo con occhi illuminati dagli esempi, parecchi ed alti, di civiltà e cultura di cui l’umanità è stata ed è capace.

La paura che qualcuno venga “da fuori” a sconvolgere e minacciare le nostre buone abitudini, le nostre tradizioni, a portarci via il lavoro, a portare malattie e malavita, a rubare è sempre in agguato dentro di noi e spesso i giornali, la televisione e le chiacchiere con la gente che conosciamo non ci aiutano a riconoscerla come molto spesso infondata, quasi certamente ingiusta e potenzialmente, se non già propriamente, razzista.

Gente cattiva c’è ovunque ed ogni società deve difendersi, ma la maggior parte di chi bussa al così detto mondo civile, o più semplicemente ricco, cerca solo rifugio da guerre e stenti e non merita la nostra paura, né di essere considerata diversa perché più sfortunata.

COSA SI È FATTO?

Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani L'Assemblea. Stilata in diversi articoli si preoccupa dei diritti dell'uomo.

Questi i primi due articoli:

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2

1.Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2.Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

A questa dichiarazione seguirono:

La dichiarazione di Vienna

Il Consiglio Europeo

Il Sostegno Europeo

L’Osservatorio Europeo

Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa perché i tragici eventi del passato e i recenti fenomeni di razzismo siano combattuti più efficacemente con nuove e concrete strategie. Innanzi tutto è indispensabile informare, sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica, a partire dalle giovani generazioni affinché siano strumento di promozione di una nuova era, di una nuova società globale in cui siano rispettati i diritti umani di tutti, senza distinzioni di razza, sesso o religione. La difficoltà principale nell’affrontare il tema del razzismo è quella di rendere evidente il problema poiché è purtroppo una realtà diffusa la mancanza di consapevolezza; c’è infatti una sorta di rifiuto di vedere e di affrontare il problema. Addirittura, molte persone che affermano di non essere razziste, spesso, più o meno inconsapevolmente, evidenziano poi atteggiamenti di razzismo e intolleranza molto forti.

Pertanto, un primo passo è quello di far emergere il problema, renderlo noto informando  e studiando la storia del passato perché tenere viva la memoria dei tragici avvenimenti vissuti e comprenderne le cause profonde sarà di insegnamento e di monito per il futuro.

TORNA ALL´INDICE DI ATTUALITA´

HOME

 

 

Immagine
[home] [letteratura] [scienze] [arte] [temi] [storia] [attualità] [tecnica] [ricerche]