Nacque a Canale di Serino nel 1657. Detto anche l'abate Ciccio, fu pittore ed architetto italiano. Dopo un primo periodo di collaborazione con il padre Angelo, nel 1674 si trasferì a Napoli. Qui accolse il più moderno linguaggio del Lanfranco nella Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli. Le opere eseguite tra il 1675 e il 1680 come il Paradiso nel duomo di Nocera e la Visione di S. Cirillo d'Alessandria nella chiesa di San Domenico a Sofra, sono eseguite in collaborazione con il padre. Le opere eseguite a partire dal 1680 come gli affreschi di San Giorgio a Salerno e le tele di San Nicola alla Carità a Napoli e culminanti con gli affreschi rappresentanti le Virtù, che si trovano nella sacrestia di San Paolo Maggiore, mostrano un'adesione verso il gusto barocco romano misto alla tradizione pittorica napoletana. Nel 1684 nella pittura del Solimena aveva si fa più evidente l’approfondimento della formula di Mattia Preti in alcune pale, come il Miracolo di S. Giovanni a Napoli all'ospedale di S. Maria della Pace e in San Francesco rinuncia al Sacerdozio sempre a Napoli, nella chiesa di S. Anna dei Lombardi, cercando un linguaggio alternativo a quello di Luca Giordano. Nello stesso tempo ricercò uno stile pittorico nuovo, che mirava alla nobilitazione della forma e ad un maggiore equilibrio compositivo; questa ricerca culmina con La cacciata di Eliodoro dal tempio a Napoli nella chiesa del Gesù Nuovo e negli affreschi della cappella di San Filippo Neri, nella chiesa dei Gerolamini (a Napoli). Negli anni tra il 1734-35 si assiste ad un importante cambiamento nei modi di dipingere del maestro che si avvicina di più ai suoi lavori giovanili, questo è avvertibile nei dipinti che realizza per Carlo III di Borbone al Palazzo Reale di Caserta. A Roma entrò in contatto con Maratta e col movimento classicista dell'Accademia di Francia, sviluppando notevolmente la sua pittura. Egli fondò a Napoli la più accreditata Accademia di pittura del meridione.Negli ultimi anni della sua vita accolse il movimento neobarocco e tornò così a una pittura d'intensa vibrazione cromatica Francesco Solimena si spense a Barra nel 1747, all'età di 90 anni.
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