1. Oggetto: dinamica degli investimenti diretti all’estero di tipo tecnico-produttivo da parte delle PMI torinesi manifatturiere. Confronto fra il periodo intercorrente dal gennaio ’95 al dicembre ’98 e quello che va dal gennaio ’99 al dicembre 2003.
  2. Variabili oggetto d’analisi: a livello aggregato e con riferimento ai due periodi temporali:
    • insediamento di uno stabilimento produttivo all’estero;
    • acquisizione di una società o di una partecipazione azionaria in essa (di maggioranza o minoranza );
    • costituzione di una Joint Venture all’estero;
    • costituzione di un service center all’estero.
  1. Tabella riassuntiva dei dati raccolti:
  2. TAB:11

    gen. '95 - dic. '98 n° di imprese che hanno effettuato inv. diretti all'estero n° di imprese che non hanno effettuato inv. diretti all'estero
    stabilimento di produzione

    3

    70

    acquisto società estera

    0

    73

    costituzione di una J.V.

    7

    66

    insediamento service center

    12

    61

    TAB:12

    gen. '99 - dic. 93 n° di imprese che hanno effettuato inv. diretti all'estero n° di imprese che non hanno effettuato inv. diretti all'estero
    stabilimento di produzione

    6

    67

    acq. società estera

    2

    71

    cost. di una J.V.

    17

    56

    service center

    14

    59

    FONTE: elaborazione personale su dati raccolti tramite intervista diretta in azienda.
  3. Rappresentazione grafica:

         

  1. Commenti:
    • dall'analisi dei risultati sembra emergere al tempo presente un cambiamento evidente nelle strategie di internazionalizzazione implementate dalle imprese (dalle sole esportazioni all’investimento diretto)
    • si può affermare con decisione che le PMI oggetto dell’indagine stanno entrando con forza nella fase più matura del processo di internazionalizzazione e cioè quella dell’investimento diretto all’estero nelle sue possibili configurazioni. Il cambiamento del contesto macroeconomico in cui opera l’azienda – che tende sostanzialmente a stabilizzarsi – stimola le imprese a reagire con tempestività, cercando di sfruttare le nuove opportunità che i (o meglio il ) mercati stanno offrendo. L’incremento degli investimenti diretti di tipo produttivo, si può attribuire principalmente ai seguenti fattori:
    1. basso costo del lavoro nel paese di destinazione dell’ID (da commisurare con la relativa produttività);
    2. fiorire di nuovi mercati ancora relativamente poco bersagliati dalla concorrenza (crescita del reddito medio pro-capite, in un contesto di crescita demografica);
    3. incentivi finanziari previsti dalla legislazione italiana (di origine nazionale e comunitaria), e del Paese di destinazione dell’ID;
    4. politiche protezionistiche basate sull’imposizione di dazi o contingentamenti da parte dei Governi dei Paesi in via di sviluppo. Tali ostacoli tendono ad annullare il gap di competitività delle aziende esportatrici, rispetto alle aziende produttrici insediate all’interno del territorio nazionale.
    5. difficoltà logistiche legate al trasferimento della merce e alta incidenza del costo di trasporto;
    • fra le forme di investimento diretto più attraenti per le imprese sono state e saranno a medio termine la costituzione di una J.V. e l’apertura di un service center all’estero per l’assistenza pre e post vendita alla clientela:
    1. delle 73 aziende intervistate 7 negli ultimi 5 anni hanno costituito una J.V. e 17 hanno intenzione di farlo in futuro;
    2. diversa la dinamica dei service center che già negli ultimi 4 anni hanno assunto un ruolo di rilievo nell’espansione commerciale all’estero delle imprese intervistate.
    • sempre per quanto riguarda la costituzione di una joint venture, è interessante notare come per 5 delle 7 joint venture costituite negli ultimi 4 anni sia stato richiesto il finanziamento agevolato previsto dai programmi comunitari Ecip e Jop. E’ importante notare che potenzialmente tutte le aziende avrebbero potuto ricorrere a questi strumenti di finanza agevolata in quanto tutte le JV sono state costituite in Paesi extra-U.E..
    • decisamente inferiori gli investimenti rappresentati dall'apertura di uno stabilimento di produzione all’estero e dall'acquisto di una società (o di una partecipazione azionaria). Le cause che possono spiegare tale trend sono:
    1. dimensione delle aziende intervistate troppo ridotta per sostenere in toto un finanziamento importante quale tali operazioni richiedono;
    2. propensione agli investimenti che frazionano i rischi economici dell’operazione fra i diversi partners;
    3. minore possibilità di usufruire degli incentivi finanziari;
    4. divieto imposto da alcune legislazioni (Es. Cina o India) agli operatori esteri di detenere il 100% del capitale di una azienda.
    • data l’importanza che il fenomeno della costituzione di una Joint Venture rappresenta, verrà dedicato a questo argomento un capitolo di approfondimento, nel quale verranno analizzati esclusivamente gli aspetti operativi che la costituzione di una J.V. comporta, dalla ricerca del partner e il conseguente studio di fattibilità, all’avvio della produzione.
  1. Note metodologiche:
    • con riferimento al periodo gen. ’99 – dic. 2003, si sono registrati gli investimenti diretti futuri delle aziende la cui realizzazione e progettazione è già in cantiere (al fine diminuire al massimo l’aleatorietà della risposta).

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