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Oggetto: principali ostacoli al processo di
internazionalizzazione.
- Variabili incrociate
: a livello aggregato:
- ostacoli riscontrati dalle aziende nelloperare commercialmente con lestero.
- ostacoli riscontrati dalle aziende nelleffettuazione e nella successiva gestione
di un investimento diretto allestero.
- Tabella
riassuntiva dei dati raccolti:
TAB:21
Ostacoli |
n°
imprese che si sono scontrate con tale ostacolo |
n°
imprese che non si sono scontrate con tale ostacolo |
dimensione aziendale
e flessibilità organizzativa |
23 |
50 |
assenza di un
organizzazione commerciale interna specializzata sullestero (assenza di figure
professionali quali lexport manager) |
23 |
50 |
rischi economici ( ad
es. rischio di cambio) |
14 |
59 |
rischi commerciali (
ad es. tassi di insolvenza in alcuni mercati esteri non sostenibili da parte
dellimpresa) |
19 |
54 |
ostacoli di tipo
logistico legati al trasporto della merce |
19 |
54 |
ostacoli di tipo
normativo ( ad es. causati da una legislazione del paese di destinazione in materia di
standard tecnici dei beni posti in commercio più selettiva di quella nazionale) |
24 |
49 |
assenza di incentivi
effettivi da parte dello Stato e della C.E. alle p.m. imprese nel processo di
internazionalizzazione e/o incapacità di utilizzare tali strumenti |
9 |
64 |
tempi di ritorno
degli investimenti sullestero del tutto incompatibili con lorizzonte temporale
degli obiettivi di impresa ( ad es. forte redditività a breve). |
4 |
69 |
richiesta da parte di
alcuni clienti stranieri di dilazioni di pagamento insostenibili per lazienda (con
conseguente perdita di un potenziale cliente) |
7 |
66 |
ostacoli di tipo
linguistico |
15 |
58 |
scelta strategica di
concorrere solo sul mercato locale |
10 |
63 |
inefficienza della
rete di vendita |
4 |
69 |
prezzo non
concorrenziale rispetto alla concorrenza straniera |
3 |
70 |
ostacoli
culturali-politici (ad es. abitudini alimentari) |
7 |
66 |
FONTE: elaborazione
personale su dati raccolti tramite intervista diretta in azienda. |
Rappresentazione grafica:
- Commento
:
- inesistenza di un ostacolo sistematico
nellandare allestero per le PMI
manifatturiere torinesi. Nessun ostacolo è stato riscontrato con una frequenza superiore
al 33% delle aziende intervistate.
- nel commentare questi risultati metteremo sotto la lente di ingrandimento solo gli
ostacoli che sono stati riscontrati da almeno unazienda su quattro.
- lostacolo più importante è costituito dal rispetto degli standard tecnici
previsti dalle legislazioni dei Paesi esteri. Lorientamento da parte delle imprese
intervistate al fine di poter far circolare liberamente le proprie merci nei mercati
esteri e al fine di aderire ad un sistema di alta qualità è quello di puntare più che
sulla certificazione di prodotto ( talvolta obbligatoria come la marchiatura CE
allinterno dellU.E.), sulla certificazione dei sistemi produttivi che
stanno a monte, conformandosi alle norme ISO serie 9000.
Il rispetto degli standard tecnici comunitari mette al riparo le PMI
torinesi (come quelle italiane nel suo complesso) da possibili politiche neo
protezionistiche basate sul rispetto di elevatissimi standard tecnici.
- il 32% delle imprese intervistate considera la dimensione aziendale e la
flessibilità organizzativa ostacoli importanti nel processo di sviluppo commerciale
sui mercati esteri. In particolare la ridotta dimensione aziendale causa i seguenti
problemi:
- impossibilità di accettare delle commesse provenienti dall'estero caratterizzate da
volumi incompatibili con la massima capacità produttiva dellazienda.
- impossibilità di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle economie di scala e
di scopo, escludendo le aziende dai mercati con prodotti altamente standardizzati.
- la mancanza di una struttura organizzativa interna allazienda specializzata
sullestero, che per una PMI coincide spesso con la presenza di un export
manager, viene avvertita come un ostacolo nel processo di internazionalizzazione solo da
unazienda su tre circa.
Per valutare tale dato con maggiore cognizione di causa è bene
sottolineare che delle aziende intervistate solo il 30% sono dotate di un Ufficio
commerciale specializzato sullestero. Concludendo il ragionamento, ciò significa
che un buon 30% delle aziende pur non avendo delle figure professionali specializzate
sullestero, non ritengono che ciò influisca sulle capacità di sviluppo nei mercati
esteri.
- il 26% delle aziende intervistate considera le problematiche inerenti la logistica e
il trasporto come un freno allincremento delle esportazioni. E bene
precisare che per problemi di tipo logistico si intende la gestione delle seguenti
attività:
- su quale soggetto ricade la gestione del trasporto della merce (esportatore o cliente
estero);
- scelta del mezzo di trasporto e della via più idonea per il trasporto della merce (via
terra, via mare, via aerea).
- scelta della società di trasporto;
- scelta dellimballaggio in qui verrà custodita la merce durante il trasporto;
- analisi dellincidenza del costo di trasporto sulla struttura complessiva dei
costi.
- una stessa quota di imprese (il 26%), considera il rischio di insolvenza un freno alle
esportazioni. Al fine di ridurre il rischio della controparte, accanto alle forme
tradizionali per la ricerca di informazioni sulla solvibilità della clientela estera,
sfruttando i canali rappresentati dagli Istituti di credito, dai fornitori e dagli enti
pubblici quali ad es. la Camera di Commercio e lICE, si sta sempre più affermando
lutilizzo di un metodo alternativo rappresentato dall'acquisto di informazioni dalle
società di rating. Dato lelevato n° di utilizzi, da parte delle aziende
intervistate, di queste società di rating, è bene precisare sinteticamente le attività
da loro svolte e le differenze rispetto alle informazioni reperibili sui canali
tradizionali:
- offerta di un servizio personalizzato (disponibilità a valutare insieme
allimpresa le problematiche che il caso specifico presenta);
- disponibilità di propri agenti nel paese della controparte;
- assistenza diretta alla clientela;
- veloci tempi di risposta alle sollecitazioni dellutilizzatore del servizio;
- completezza del rapporto informativo sulla solvibilità del cliente estero (elevata
selettività delle informazioni);
- elevata attendibilità dei rapporti informativi, derivante dalla capacità della
società di rating di incrociare i dati relativi alla solvibilità del cliente provenienti
dalle diverse fonti);
- Note metodologiche
:
- nellintervista diretta in azienda, alla domanda che ha permesso di raccogliere le
informazioni che vengono analizzate nella presente scheda, è stata data la possibilità
hai soggetti intervistati di dare una risposta multipla senza lobbligo di assegnare
una diversa priorità agli ostacoli che lazienda ha in passato riscontrato.
- Il non restringimento della gamma delle risposte è giustificato dal fatto che ciascuno
ostacolo essendo molto circoscritto ha una sua autonomia ed è quindi importante sapere se
lazienda si è imbattuta in tale ostacolo o meno.
- Non si è imposto di assegnare una diversa priorità ai diversi ostacoli in quanto la
difficoltà della valutazione, rapportato con il tempo a disposizione del soggetto
intervistato per rispondere, avrebbe scaturito una risposta forzatamente soggettiva.
- la presente scheda valuta le risposte date da tutte le 73 aziende intervistate. Si è
deciso di non escludere le aziende che in passato non hanno esportato, in quanto proprio
alcuni ostacoli dei 14 ipotizzati avrebbero potuto costituire la causa della mancata
vendita dei prodotti allestero.
- nel ventaglio degli ostacoli ipotizzati, si è deciso di inserire anche la scelta
strategica dellazienda di concentrarsi esclusivamente sul mercato locale, anche se a
rigore di logica tale politica conseguita dall'azienda non costituisce un ostacolo. La
decisione di inserire anche questo punto deriva dalle finalità che hanno spinto a
formulare nel questionario tale domanda e cioè linteresse ad individuare tutti i
condizionamenti interni ed esterni che hanno frenato lespansione commerciale e
produttiva allestero.
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