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Borgo di San Ponzo     
  
 
Foto: borgo di San Ponzo

  San Ponzo Semola

S. Ponzo è un paesello che ebbe la ventura di sorgere accanto ad una chiesa, e di vivere tranquillo sotto il pastorale. Esso fu donato insieme a Cecima al Vescovo di Pavia  (ved. Cecima). E' ricordato espressamente nella donazione fatta da Ottone I nel 957 (1). Non era cinto da mura né aveva castello; aveva però tre colombaie ancora esistenti.
S. Ponzo era pieve. Nel 1229 ne era arciprete Balduino presente in Tortona  all'istrumento di fondazione della casa degli Umiliati; questi era di nuovo teste in un istrumento compilato in Varzi nel 1245 (2). Questo arciprete doveva trovarsi  abitualmente assente dalla sua pieve come tanti altri, perché leggesi il suo nome come teste in altri istrumenti; nel 1380 ne era arciprete Don Antonio Cristiano (3); nel 1405 Enrico De Barachi prevosto di S. Eufemia di Pavia domandava l'aiuto del  braccio secolare a favore di Giacomo De Garazzi arciprete di S. Ponzo contro gli affittuari che non volevano pagarlo (4).
Come fosse nel 1523 e nel 1672 l'abbiamo riferito nei cataloghi pubblicati  nel II volume della storia generale.
Foto: Chiesa di San Ponzo La parrocchia nel 1465 faceva 200 anime; nel 1820 ne faceva 261.
La chiesa attuale benché non sia più la primitiva, e come tante altre antiche sia stata rimaneggiata, presenta caratteri di molta antichità, ed è assomigliantissima nelle mura esterne a quella di S. Alberto che è del secolo XI; è a tre navate con volta, lunga metri 28. La porta d'ingresso era preceduta da un vestibolo ordinato nella visita pastorale del 1593 “acciocchè si possa comodamente battezzare”. La qualcosa indica che allora parte della cerimonia del battesimo si eseguiva fuori della porta. Conservò il grande fonte battesimale che è una vasca cilindrica scavata in un masso di puddinga. E' in fondo alla chiesa in cornu epistolae. Assai probabilmente quella parte della chiesa doveva essere chiusa da muri, perché vi si accedeva per una porta esterna.
Il campanile è in fondo alla navata dal lato del Vangelo. La chiesa nell'interno  fu rimessa a nuovo pochi anni or sono.
Titolare e patrono è S. Ponzo martire. Egli era (a quanto dicono quei del luogo) soldato della Legione Tebea, che per salvare la vita fuggì a Fortunago, ove convertì alla vera fede e alla vera religione molti di quei paesani, quindi si ritirò nella Val Staffora in un luogo selvoso provvisto di grotte. Riconosciuto per cristiano fu condannato a morte e decapitato fra Cecima e l'ora S. Ponzo. Dicono pure che quando era a Fortunago faceva il garzone da un contadino e che quivi fece scaturire una fonte d'acqua.
Si mostra ed è in venerazione la grotta di S. Ponzo ove il Santo viveva.
I devoti raccolgono gocce d'acqua che stillano dalla grotta, e loro attribuiscono virtù  prodigiose, fra le quali quella di ottenere latte alle madri che ne abbisognano.
Di lui si celebrava la festa al 2 settembre in tutta la diocesi sino alla riforma del breviario operata da S. Pio V. A S.Ponzo si celebrano due feste, una in settembre nella chiesa, ed una in primavera alla grotta. A Fortunago se ne celebra la festa al 14 Maggio, giorno in cui fu martirizzato un S. Ponzo in Roma nella persecuzione di Gallieno e Valeriano.
Foto: Piazza di San Ponzo Sotto l'altar maggiore dal 1903 entro un'urna di vetro si conservano in buono  stato ed in buon ordine le venerande ossa del santo.
Queste, prima, erano in un'urna di legno in coro in alto.
Secondo il Legè che scrisse un apposito opuscolo al riguardo, qui si confondono due Santi; il titolare, il più  antico, quello festeggiato in settembre, ed un altro omonimo più recente che condusse vita eremitica in quel luogo, e che fu martirizzato dagli eretici al tempo del beato Giovannino di Volpedo. Questo secondo è quello festeggiato in maggio; sue sono le reliquie che si conservano in quella chiesa.
Egli era della famiglia Gammurati ed era un garzone di campagna; per abbeverar le bestie fece scaturir una fontana a Fortunago. Si ritirò anche nella grotta per far orazione. Un parroco di Montalto avutone la testa voleva portarla nella propria parrocchia; ma giunto a Fortunago quella diventò si pesante che non fu possibile farlo proseguire.
La parrocchia di S. Ponzo ebbe per qualche tempo unito Musiliano; di cui  parlerò trattando di S. Sebastiano.
Toponomastica - Per la parola Semola vedi Vocemola.

Il Santo

(1) Legè: Storia di Montalto, pag. 63. (2) Le Carte, vol. 1'1, pag. 36 e 168. (3) Legè: Documenti  degli Archivi di Voghera, a quell'anno, pag. 367. (4) Tonso Pemigotti: Manoscritti esistenti nell'Accademia delle Scienze di Torino.