Considerazioni su quello che oggi è contrabbandato per Judo

Pensieri di Mario Brucoli - 62 anni di JUDO - 4° Dan


1 Marzo 1999

Premesso che questo mio intervento non ha intenti o finalità polemiche, intendo di seguito chiarire come e perché ciò che si pratica oggi sotto il nome Judo non abbia più nessuna parentela con il Judo tradizionale (cioe' cosi' come canonizzato da Jigoro Kano) né dal lato tecnico né da quello spirituale: dell'insegnamento originale non è rimasto più nulla in quello che è l'esercizio sportivo di oggi unico aspetto praticato e considerato come "Il Judo".

Prima di aprire il discorso vero e proprio ritengo opportuno partire da alcuni spunti "provocatori":

Sempre rimanendo in tema FILPJK, fino a qualche anno fa gli Insegnanti Tecnici di Judo erano abilitati anche all' insegnamento del Ju Jutzu, ora non più.

Appare sempre più evidente la frattura tra il Judo di Jigoro Kano e quella strana cosa che si pratica oggi come Judo.

- Altre considerazioni assolutamente negative vanno fatte su:

1) introduzione delle categorie di peso a scapito della tecnica che da quel momento si è via via evoluta verso la pura potenza fisica.

2) eliminazione della penalizzazione per l'uscita volontaria o no dall'Area di Gara ciò che ha portato all' impossibilità di sfruttare appieno la reazione dell' avversario a scapito dello spirito del JUDO.

3) mortificare il combattimento a terra cominciando con il penalizzare i cosidetti trascinamenti al suolo

4) regalino dell' ultimo raduno U.E.J.: ridurre di 5 secondi i tempi delle immobilizzazioni trasformandole in una burletta.

5) aver accettato, per motivi di mera convenienza politica, la trasformazione del JUDO in un esercizio puramente atletico dimenticandone volutamente la natura marziale

6) avere introdotto, in sostituzione dell'eliminazione diretta, sia il recupero semplice che il doppio recupero. Ciò continua a snaturare completamente lo spirito del Judo che, se è vero che alle origini era da considerarsi un duello non si poteva concepire come lo sconfitto, un defunto, potesse ancora combattere.

- Non dobbiamo, a questo punto, dimenticare che per molti anni e nel mondo intero tutto quello che era definito o considerato Marziale veniva, per definizione, assunto come negativo e nefasto ed anche sinonimo di pura e gratutita violenza e come tale inerdetto o, nel migliore dei casi, sconsigliato ed è in questo spirito anche gli amici giapponesi hanno cercato di darsi una verginità rinnegando tutto anche le origini marziali del Judo stesso.

Ancora oggi il JUDO si porta addosso questa brutta etichetta nonostante che molte voci anche autorevoli abbiano nel tempo e con decisione affermato e dimostrato senza possibilità di dubbio i grandi benefici che il Metodo Judo nella sua accezione Tradizionale ha da sempre profuso sulla Società.

Andando alle origini del Judo Kodokan, quello fondato nel 1882 dal M° Jigoro Kano, per intenderci, vediamo come il fondatore si sia formato, e lo ha dichiarato egli stesso, a diverse scuole di Ju Jutzu ancora attive all' epoca e ne è diventato l' erede sia della Tecnicha che dello Spirito

Ma che cosa è questo misterioso Ju Jutzu che ha dato origine al Judo Kodokan di Jigoro KANO?

Quali sono i fondamenti Filosofici Morali Etici Spirituali sui quali questo benedetto Judo si basa?

La risposta non è né così facile né tantomeno banale.

Se vogliamo si può partire da Nomi No Sukune.

Siamo nel 230 A.C.

...In questo anno, dice la Cronaca, l'Imperatore Suinin ordinò a due lottatori reputati come i più abili ed i più forti del suo regno, di misurarsi in sua presenza.

I due contendenti si chiamavano Nomi-no-Sukune e Taima-no-Kuehaya.

Dopo un combattimento che consisteva principalmente in colpi di piede, il primo prese un vantaggio ed infine spezzò le costole dell' avversario.

Esaltato dal suo successo Nomi continuò ad infierire sull'avversario fino a spezzargli le reni.

Ciò fu fatale a quest'ultimo.

Questa cronaca viene generalmente considerata come l'origine sia del Sumo che del Ju Jutzu poichè Taima venne ucciso in un combattimento svoltosi prevalentemente a calci e questo attiene più al Ju Jutzu che alla lotta.

Va anche considerato che in quei tempi antichi non esisteva alcuna distinzione tra la lotta ed il Ju Jutzu termine quest'ultimo che rimarrà sconosciuto per molti anni ancora fino a quando, nello spirito dell'ordine Confuciano, non vennero costituite le scuole (Ryu) ed ordinate e classificate anche le tecniche (Waza).

Questa cronaca si può in effetti considerare come attestante storicamente la nascita del combattimento corpo a corpo.

Nel tempo i guerrieri giapponesi, i Samurai, hanno elaborato metodi diversi di combattimento con o senza armi, contro più avversari armati delle armi tradizionali o meno e, caso limite, contro un solo avversario disarmato.

Questi metodi di combattimento sono nati dalle necessità pratiche della sopravvivenza immediata oltre che dall' uso di un' arma anzichè di un' altra.

Non è il mio scopo fare qui la storia delle Varie Arti e delle varie Scuole di Ju Jutzu che si sono avvicendate all' orizzonte del Sol Levante prò ritengo che non faccia male un breve cenno

Origini del Ju Jutzu

" Riportate la vittoria stando in sella al vostro cavallo ma non governate ".

Questo era il principio dell' arte di governo di Minamoto no Yoritomo (1147 - 1199), creatore del Kamakura Bakuhu, governo dei guerrieri (Kamakura è il nome della località, nei pressi di Tokyo, nella quale si stabilì questo tipo di governo)

L' atmosfera generale di questo nuovo periodo si differenzia sostanzialmente dalla "gentilezza in tempo di guerra" del periodo precedente nel quale regnava la famiglia Fujiwara, ovvero Hei.

Essere guerriero nel periodo Kamakura significava essere un uomo forte, volitivo, dal fisico possente e dai sentimenti semplici.

Yoritomo Minamoto esortava i suoi uomini a praticare le "arti marziali" ed in queste era incluso il Ju Jutzu nel suo stadio embrionale.

In un vecchio libro, il "Gukansho", è chiaramente detto che anche Yoritomo le praticava con notevole successo eccellendo per la sua abilità.

I termini "TEDORI" e "TEGIKI", frequentemente usati nelle opere letterarie e nelle cronache del tempo, vengono spesso usati per indicare queste "tecniche marziali" .

Questi termini significano letteralmente "movimenti abili" oppure "abile uso delle mani nel combattimento".-

Benchè i termini "Yawara" - "Tai Jutzu" - "Ju Jutzu" - "Torite" ecc. non si trovino ancora nei testi dell' epoca, il senso del libro conferma che sia il Tedori che il Tegiki sono già delle forme embrionali di Ju Jutzu.

Ma chi aveva insegnato queste Tecniche già evolute e perfezionate quando non esistevano ancora nè Maestri nè tantomeno scuole?

Sui campi di battaglia, nel combattimento reale, nella dura lotta per la sopravvivenza, si facevano sia l'apprendistato che il successivo perfezionamento.

Minamoto Yoshitzune, fratello minore di Yoritomo, vissuto dal 1159 e le cui notizie storiche si perdono dal 1189, è stato il fondatore della prima scuola di Judo; scuola dalla inaudita vitalità poichè ancora negli anni1903/4, durante la revisione dei KATA del Judo Kodokan, Jigoro Kano ebbe come collaboratore e consigliere u n Discepolo di questa insigne scuola e della scuola di Yoshitzune sono sia le regole che gli elementi di giudizio come la elaborazione definitiva dei vari Kata.

Nella "storia di Hogen", (Hogen è il nome di un periodo storico al centro del XII° secolo e la storia ci presenta la guerra di Hogen come precedente l'epoca Yoritomo) noi incontriamo molte forme di lotta tutte assimilabili al Ju Jutzu:

Citiamo, ad eempio, il combattimento tra Yetada ed il suo nemico Shiro:

" il possente Shiro è proiettato dal giovane Yetada.

Shiro fa uno sforzo per rialzarsi ma Yetada lo schiaccia al suolo attaccandolo con la sua spada.

Saburo, fratello maggiore di Shiro, vedendo il fratello in pericolo, si getta su Yetada che, bloccando le mani di Shiro con le ginocchia, taglia la gola di Saburo con un colpo di spada poi quella di Shiro continuando a bloccarlo con le ginocchia".

E' evidente che solo una tecnica raffinata e ben assimilata può permettere un combattimento splendido come quello di Yetada.

Nel Gen Pei Seisuiki (libro storico sulla crescita e caduta di due famiglie nemiche, i Minamoto Gen ed i Minamoto Rei) , troviamo delle vivide descrizione di combattimenti nelle quali l' allusione a forme, sebbene allo stato embrionale, di Ju Jutzu è più che evidente:

" il grosso e forte Tetsutaro tenta di tirare Wada dall' alto (rovesciarlo) mentre il piccolo ed agile Wada tenta di tirarlo dal di sotto (tentativo di Sutemi ?).

Benchè di taglie differenti essi sono di uguale potenza e tutti e due sono esperti di Sumo (reale origine delle proiezioni). Allora Tetzutaro frantuma le ossa di Wada con Hane"

Qest'ultimo termine testimonia inequivocabilmente che questo tipo di lotta altro non è che del Ju Jutzu, si tratta di un Kogusoku (forma di combattimento a mani nude) denominato Koshi no Mawari.

Di più, il combattimento tra avversari di peso ed aspetto tanto differenti è senza ombra di dubbio in relazione con le origini del Ju Jutzu.

Kiyomasa Kato, famoso guerriero del XVI° secolo, affermava che la lotta è dannosa quando si basa unicamente sulla forza.

"la lotta in periodo di guerra necessita non solamente della forza ma anche del "Tejiki" (Tecnica dell'arrendevolezza, in altri termini del "Ju")" diceva.

Che numerose tecniche di combattimento abbiano avuto origine dalla lotta (Sumo) è più che evidente.

Queste sono: Tode - Kogusoku - Yawara ecc: - ed è anche storicamente accertato che il Tode - il Kogusoku - Yawara sono direttamente all'n origine del Ju Jutzu.

Stabilito quindi che il JUDO KODOKAN è figlio diretto del vecchio Ju Jutzu e che non ha preso questo nome solamente per distinguersi dalle varie Scuole dell'epoca che avevano perso credibilità e nelle quali venivano praticate violenza e disordine, il Judo Kodokan Tradizionale altro non è se non il vecchio Ju Jutzu purgato da tutto ciò che di superfluo di violento e di misterioso conteneva e trasformato da "arte" in " Via" , da Jutzu, arte, in Do,Via.

Da Arte dell' attacco e della difesa finalizzata all'immediatezza del risultato pratico, vittoria o sconfitta, a Via di crescita interiore finalizzata alla prosperità dell' umanità nello spirito del crescere insieme usando la stessa Tecnica JU traendone tutti quegli spunti e quelle valenze che, innate, contiene e che lo caratterizzano.

Stabilito questo vediamo ora quali sono le reali differenze tra il JUDO TRADIZIONALE ed il cosidetto JUDO che viene praticato oggi.

Mi è gradito, a questo punto, ricordare una frase di Feldenkrais, pioniere del Judo nel mondo occidentale e contemporaneo di Jigoro Kano col quale ebbe diversi scambi sulla natura del Judo, che ci chiarisce il concetto di JUDO:

" il Judo è paragonabile ad un' enorme poliedro dalle infinite facce.

Ognuna di queste facce rappresente uno degli infiniti aspetti del Judo.

Proprio in virtù di questa particolare caratterisica del Judo ogni individuo vi può trovare una sua collocazione, un suo motivo di gratificazione, un suo spunto di ricerca, una sua personale verità, ecc."

In un altro punto della sua opera di divulgazione del Judo Feldenkrais diceva che.

"scopo del Judo è di far raggiungere ai suoi praticanti la maturità adulta sotto tutti gli aspetti possibili attraverso un esercizio che in primo luogo li libera dal concetto di gravità, concetto che essi hanno assunto col latte materno e che attraverso l'insegnamento che già da bambini li ha condizionati -" fai attenzione cadi - dice la mamma - attento che perdi l'equilibrio - bada che ti fai male ecc. - insistono la mamma ed i parenti " - e che nel tempo hanno consolidato fino all' ossesione, attraverso lo studio delle Ukemi, le cadute volontarie e nello studio del Nage Waza, le tecniche di proiezione, via via si rendono conto che con un po' di buona volontà e con l' acquisizione della Tecnica si possono evoluire nello spazio senza timore ed in assoluta sicurezza.

Praticando un esercizio che nello studio delle sue Tecniche siano queste degli strozzamenti (shime waza) che delle leve (kansetzu waza) ti pone nelle mani del tuo avversario al quale ti affidi in piena fiducia quando subisci come Uke mentre nella fase attiva di Tori tu ti assumi la responsabilità della incolumità del tuo compagno.

Questi sono veri momenti di crescita e di acquisizione di consapevolezza, di responsabilità ed anche momenti di forte "socializzazione".

Ritornando al concetto così bene espresso da Feldenkrais, del JUDO POLIEDRO dalle infinite sfaccettature, possiamo definire il JUDO MODERNO, IL JUDO ATLETICO, come uno, uno solo di questi infiniti aspetti, ma anche un aspetto assolutamente marginale rispetto alla somma degli infiniti altri aspetti presentati dal Judo e nei quali il Judo esprime tutte le sue potenzialità.

Quindi la mortificazione subita dal JUDO GLOBALE, quel Judo che tutto comprende e tutto racchiude in sè, che è arte marziale, sport agonistico, cultura fisica, arte, storia, filosofia, tradizione, letteratura, cultura ed infinite altre cose ancora, quando è stato limitato al ghetto limitante ed ottuso dell' agonismo esaperato al parossismo che per i motivi più strani e contorti si è sempre più chiuso in se stesso negando tutto ciò che esulava dall' agonismo esasperato riducendo quel globo dalle infinite sfaccettature ad un minuscolo e limitatissimo specchietto, aspetto unico della infinita globalità

Se vogliamo che il JUDO viva come JUDO dobbiamo riesumare la Cultura globale del Judo Kodokan come ci è stata insegnata e tramandata da Jigoro Kano senza volerla piegare ad interessi particolari.

Nessuno nega la validità dell' agonismo ma, essendo il Judo un qualcosa di ben più grande, più completo e ben più ricco, penso sia indispensabile smettere di mortificarlo andando a ripascare nella Tradizione tutto quanto è stato cancellato o negligentemente "dimenticato".