Di Mario Brucoli
In questa occasione posso ben dirlo: "Io c’ero!"
Ho cominciato la pratica del Ju Jutzu il 2 luglio
1937 quando tutte le Arti Marziali Giapponesi venivano chiamate con
questo termine, che le racchiudeva tutte.
Compivo dieci anni quel giorno.
In quel tempo il Ju Jutzu era una cosa misteriosa e disdicevole. Si diceva che venisse praticato dai militari, dai reparti speciali, dalle truppe d’assalto, dalla polizia segreta e dalle spie, quindi una cosa molto brutta tout court.
Ho imparato le Ukemi sul cemento e, quando mi andava bene, le praticavo sul morbido manto erboso dei prati.
Stesso discorso per le tecniche imparate, sempre in luoghi di fortuna ed in situazioni precarie, da amici di mio padre e da marinai di passaggio od in licenza, visto che in quel periodo prebellico il movimento di militari in Città era normale e frequente.
Posso dire a ragion veduta che provenivano dalla scuola di Osaka, quella, per intenderci, alla quale aveva attinto anche il M° Carlo Oletti, decano del Ju Jutzu/Judo in Italia.
I primi gruppi "di lavoro" si sono sviluppati nella cerchia degli amici e dei compagni di giochi e le riunioni avvenivano in gran segreto in palestre di fortuna che potevano essere il salotto del sig. Tal dei Tali piuttosto che la camera da letto del Tal Altro, i tatami non esistevano del tutto ed anche i Judogi erano cosa di là da venire.
Le protezioni consistevano per lo più in trapunte o coperte di casa stese sul pavimento, che in quel periodo era normalmente "tirato a cera", quindi scivolosissimo, con le conseguenze per l’incolumità personale che si possono immaginare: "bolli", contusioni e quant’altro erano la regola in quelle situazioni.
Poi c’è stata la guerra, la solita situazione insegnanti, ma anche prime esperienze pratiche sulla validità del metodo.
Mi piace ricordare quando un giorno, durante il corso Preparatorio all’Istituto Schiapparelli di Via Gaudenzio Ferraris di Torino, si parlava del Ju Jutzu. Come di consueto gli scettici ci deridevano come fanatici, e tra questi un certo Giuseppe Malandra, robusto contadino di Volpiano che, appena uscito dalla scuola mi apostrofava spintonandomi brutalmente, immediata risposta di "tomoe nage" e conseguente atterraggio fortunoso sul selciato. Per fortuna il tutto è finito lì e, da quel momento, il Ju Jutzu ha avuto un estimatore in più.
Altro estimatore e curioso del Ju Jutzu è stato Ignazio Planta, assistente di laboratorio (I.T.I. Principe di Piemonte, Corso Ciriè Torino) con il quale ci esercitavamo nell’anticamera della "sala dei KIPP" (il laboratorio dell’Istituto di chimica industriale Principe di Piemonte).
Il gruppo si infoltiva ed i praticanti, sparsi per la Città, erano complessivamente, giunti alla cinquantina.
Ho avuto solo molto più tardi da Gino Dalmasso (presidente della Soc. Ginnastica di Torino, titolare della "Dalmasso Sport ed in tale veste primo fornitore di Judogi, imbottiti sulla schiena per proteggerci quando si praticava sul cemento), da Aldo Caranzano (per anni Presidenti della Soc. Ginnastica di Torino) e da altri, notizia che in una palestra dello Stadio Comunale, situata sotto la Tribuna Centrale, un certo Maestro Garrone, allievo del M° Kawaishi di Parigi, nel 1942 aveva insegnato Ju Jutzu a studenti e professionisti della Città.
Nell’estate del 1945 nella piscina dello Stadio Comunale ho conosciuto il Capo Macchinista della Regia Marina Paride Calamassi, 3° Dan, che praticava anch’egli, come tutti i marinai, il Ju Jutzu della scuola di Osaka.
E’ stato in quel frangente che ho conosciuto Giuseppe Bollatto, Comandante della Scuola Allievi Vigili Urbani e l’Ispettore Angelino, che mi hanno invitato a collaborare in qualità di assistente con il M° Calamassi che insegnava Difesa alla Scuola Vigili Urbani.
Quest’ultimo partiva, emigrato, per la Svezia e da quel momento non ne ho più avuto notizia.
Proprio a quell’incontro risale la lunga collaborazione con i Vigili Urbani di Torino che per alcuni decenni si sono avvalsi della mia collaborazione.
Dopo varie vicende siamo giunti al 1946, quando l’amico Aldo Amelotti, Socio della Soc. Ginnastica, chiese al Sig. Rocca, allora Segretario, il permesso si fare un po’ di Ju Jutzu in palestra.
Abbiamo iniziato la pratica sui tappeti di cocco rovesciati (quelli usati come protezione agli attrezzi), come di consueto in situazione di assoluta precarietà che, in questa occasione, significava avere piedi, gomiti, ginocchi sistematicamente sbucciati da quelle "raspe" micidiali.
Sempre nel ’46, conosciuto Edward Narisara Perkins anch’egli appassionato cultore del Ju Jutzu, ne ho proseguito lo studio sempre in situazioni di fortuna.
Ad esempio, ricordo con piacere che qualche volta andavamo ad allenarci dietro la sala Biliardo del Bar Perotti di Via Barbaroux angolo Via XX Settembre, dove c’era una materassina per la Lotta Greco Romana.
Con lui iniziavo l’attività di insegnamento al Circolo Ricreativo "Bravin" situato nei locali della fu Casa Rionale Fascista Porcù Del Nunzio di Corso Giambone angolo Corso Unione Sovietica, ormai da molti anni sede di un Reparto della Polizia di Stato.
In quella Sede,
finalmente ufficiale e dotata di materassine, sia pure per la lotta
Greco Romana, abbiamo dato vita alla prima Scuola di Ju Jutzu della
Città.
Poco tempo dopo nascevano a Torino dei Gruppi spontanei sotto la guida di vari personaggi quali l’ing. Seno, il M° Roccia, Ulrich e così via molti altri.
E’ di poco successiva, all’linizio anni cinquanta, la comparsa sulla scena sportiva torinese del M° Amedeo Zucchi, C.N. 3° Dan diplomato ad Orvieto, reduce dall’Africa dove, dopo aver combattuto, aveva subito un lungo periodo di prigionia.
Il M° Amedeo Zucchi iniziò l’insegnamento in una palestrina dell’Istituto Maffei di Piazza S. Carlo, purtroppo abbattuta alcuni decenni fa.
Con la comparsa del M° Zucchi è arrivato a Torino "il Judo" del G.A.L.G. (Gruppo Autonomo Lotta Giapponese) quell’Arte Marziale giapponese che, al tempo, era considerata da tutti i praticanti il Ju Jutzu come cosa da "femminucce".
Nel ‘52 il M° Zucchi, nella veste di Delegato della FIAP (Federazione Atletica Pesante, ex GALG, l’attuale FILCAM), ci fece togliere le materassine costringendoci, per continuare la pratica, a trasferirci alla Soc. Ginnastica di Via Magenta N° 11 Torino.
In seguito, su richiesta di Luigi Ferraris di Novara, il M° Zucchi mi mandò in quella Città ad insegnare in sua vece il Judo.
Siamo così arrivati al 25 gennaio 1955, data di nascita del JUDO KODOKAN CLUB DI TORINO, fondato come atto di ribellione al continuo allontanarsi dalla Tradizione del Judo Italiano dall’originario JUDO KODOKAN di Tokyo, che alcuni volevano "latinizzare".
Giungiamo così alla disputa del I° Trofeo Piemontese Propaganda Judo, organizzato dal Kodokan Torino e disputatosi il 3 novembre 1957 nella Palestra Bernini.
Presenti quattro Società Piemontesi con ben 25 Atleti: Judo Kodokan Club Torino, Società Ginnastica Torino, Judo Novara e Judo Rosmini di Domodossola.
Classifica: fino a Kg. 68 - 1° Tabasso, Soc. Ginnastica To - fino a Kg. 80 - 1° Morelli - Kodokan Torino - oltre Kg. 80 - 1° Gatti, Kodokan Torino.
Nel 1957 le gare di Judo si svolgevano ancora senza categorie di peso o, quando gli organizzatori lo ritenevano opportuno, con tre o quattro categorie, a seconda che si applicassero le normative U.E.J. (fino a 68 Kg., fino a 80 Kg. e oltre 80 Kg.) oppure quelle F.I.A.P. (fino a 60 Kg., fino a 70 Kg., fino a 80 Kg., oltre gli 80 Kg.)
Successivamente è nato e non va dimenticato il Judo Club Piemonte di Torino, Via Romani 22, palestra di Ju Jutzu creata nella seconda metà degli anni cinquanta dal Prof. Ferrari Trecate, che per molti anni sarà affiliato alla FIAP, e che, pur seguendo un Suo particolare metodo di insegnamento, ha creato e coltivato molti appassionati che hanno nel tempo contribuito allo sviluppo del Judo a Torino.
Con questo finisce la preistoria del Judo a Torino.
Successivamente sono nate molte Società, Polisportive, Gruppi Spontanei ed altro ancora.
Come contributo allo sviluppo del Judo a Torino vanno ricordate alcune tappe fondamentali:
Sempre nel 1959 giungeva a Torino, su invito della Soc. Ginnastica, il M° Shoji Sugiyama che tanta parte avrà, fino ad oggi, nella vita e nello sviluppo del Judo sia Torinese che Nazionale.
Attualmente, dopo alterne vicende, il Maestro è titolare del Dojo Sugiyama in Via Martiniana 13, a Torino.
Sono poi nati anche gli Enti di Promozione Sportiva che, in collaborazione con la Federazione del CONI, la FIJLKAM, ed anche autonomamente organizzano, coordinano e gestiscono l’attività Judoistica a tutti i livelli.
Per avere notizie ed informazioni più dettagliate in merito, ecco alcuni utili indirizzi cui rivolgersi
FIJLKAM - CONI: Settore Judo - Presidente Regionale Pietro Ferrero - Corso Stati Uniti 10 - 10128 - Torino - Tel./Fax. 011 5612 646
ACSI - Via Chiesa della Salute 82 - 10147 - Torino - Tel. 213930
A.I.C.S.: Via Massena 2 - 10128 Torino - Tel. 011 5613 925 - 5617 045 - Fax 011 5611 828
CSAIN - Via Legnano 27 - 10128 Torino - Tel/Fax 011 546789 / 011 5622 253
CSEN - Via Montevecchio 3 - 10128 Torino - Tel 011 534319
MPS - Via Bari 17/A - 10144 - Torino - Tel 011 437 8218 Fax 011 487933
P.G.S. - Via A. De Sarto 3 - 10144 Torino - 011 4371 463 - 011 4371 980 - Fax 011 4744 489
E.N.D.A.S.: Via Giolitti 19 - 10123 - Torino - Tel/fax 011 8690 48 - 011 8170 690
LIBERTAS: Piazza Bernini 12 - 10143 - Torino - Tel. 011 751634
U.I.S.P.: Resp. Settore Judo Marinella Balla - Tel/Fax 011 9628 776
Mario Brucoli
Presidente del
Judo Kodokan Club di Torino