![]() |
Famiglia e figli: quanto amore e quanto stress a cura di Claudio Foti, Claudio Bosetto Interventi di: Claudio Foti, psicoterapeuta; Claudio Bosetto, insegnante; Gabriella Cappellaro, psicoterapeuta; Daniele Pallone, psicoterapeuta Sie Editore, Torino
€ 9,00 (Iva inclusa) |
![]()
|
La centralità dell’impegno all’ascolto dei bambini all’interno della famiglia è la tesi fondamentale di questo volume, e del resto di tutto il lavoro del Centro Studi Hansel e Gretel: presi come siamo dal desiderio di “fare” o di aiutare rischiamo di considerare improduttivo il tempo indispensabile e prioritario per l’ascolto. In realtà disporsi ad ascoltare il bambino, offrirgli uno spazio, un tempo, per esprimersi compiutamente, significa gettare, tra noi e quel bambino, un ponte comunicativo attraverso cui passeranno tutte le future azioni di aiuto e reciproco scambio: senza quel ponte rappresentato dalla nostra disponibilità ad ascoltare e condividere, sono destinati a fallire tutti gli interventi precipitosi, tutte le migliori prassi, tutte le future azioni educative. Per attivare e far crescere la capacità di ascolto all’interno delle famiglie uno strumento come un libro è, in un certo senso, incongruo e inutile, se l’aspettativa è quella di un ricettario di soluzioni predefinite ai problemi educativi e relazionali. Evidentemente non ci si forma all’ascolto scegliendo soltanto di leggere o di studiare, bensì prestando attenzione a quello che siamo, alle nostre difficoltà ed ansie, alle nostre risorse di affetto e comprensione, alle nostre capacità di condivisione: dunque, ascoltando innanzitutto noi stessi, il nostro passato e il nostro presente per imparare a comprendere, anche attraverso la nostra storia, attraversata da esperienze nelle quali siamo stati o non siamo stati ascoltati, quanto l’ascolto sia un nutrimento indispensabile. In questo senso questo nostro testo vuole essere una raccolta di esperienze che speriamo possano stimolare ad un lavoro soggettivo di crescita e cambiamento. Dietrich Bonhoeffer ha scritto: «Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l’amore di Dio incomincia con l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio dell’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo. É per amore che Dio non solo ci dà la sua Parola, ma ci porge pure il suo orecchio. Altrettanto è opera di Dio se siamo capaci di ascoltare il fratello. I cristiani, e specialmente i predicatori, credono spesso di dover sempre “offrire” qualcosa all’altro, quando si trovano con lui; e lo ritengono come loro unico compito. Dimenticano che ascoltare può essere un servizio ben più grande che parlare». Questa citazione può essere stimolante ed utile anche ad una riflessione laica sull’ascolto, al di là del discorso di fede, a cui l’autore è interessato. Nella famiglia e nelle istituzioni l’interesse degli adulti al dire e al parlare tende a dissociarsi dalla finalità del dialogo, la logica del potere tende a prevalere su quella della comunicazione, l’aumentare i propri indici di ascolto e il farsi ascoltare tende ad avere la meglio sulla disponibilità ad ascoltare. Risultano affermazioni ricorrenti e significative le seguenti: “Adesso ti dico come devi fare”. “Te l’avevo detto”. “Te lo dico e te lo ripeto”. “Ti spiego quello che è giusto”. “Interpreto quello che hai fatto e qual è il tuo vero problema”. “Ti consolo”. “Ti ammonisco”. “Ti esorto”. E tutto ciò prima e al posto di ascoltare. Riprendendo l’affermazione di Bonhoeffer, si può dire che a ben vedere non solo i cristiani e non solo i predicatori, ma anche i genitori, gli educatori, gli insegnanti, i medici, i giudici, gli operatori sociali e gli stessi psicologi e psicoterapeuti, tendono a dimenticare che ascoltare può essere un servizio al prossimo “ben più grande che parlare” e tendono a parlare “pure lì dove dovrebbero ascoltare”.
Introduzione (scarica questo articolo in formato Acrobat)
di Claudio Foti, Claudio Bosetto
di Claudio Foti
di Gabriella Cappellaro
di Claudio Bosetto
di Daniele Pallone di Gabriella Cappellaro
|