Prevenire il maltrattamento è meglio che curarlo

a cura di Claudio Foti

Interventi di: Claudio Foti, psicoterapeuta; Nadia Bolognini, psicologa; Gabriella Cappellaro, psicoterapeuta; Luciana Fancello, psicoterapeuta; Marianna Giordano, assistente sociale Istituto Toniolo, Napoli; Luisa Pilloni, psicoterapeuta; Maria Antonietta Pinto, dirigente scolastico.

Sie Editore, Torino

 

€ 9,00 (Iva inclusa)

 

 

 

 

Parlare ai bambini della morte, della violenza e della sessualità sarebbe sbagliato e nocivo. Parlare ai bambini della morte, della violenza e di sessualità potrebbe attivare inquietudini e sofferenze, che è meglio evitare o potrebbe sollecitare pulsioni, che è meglio non vengano risvegliate: «Perché affrontare il tema della morte e della sessualità se si tratta di aspetti dell’esistenza molto lontani dalla vita dei bambini? Non li riguardano affatto! Perché parlare di rischi di abusi o maltrattamenti da parte degli adulti se i bambini provengono da famiglie dove sono benvoluti? Potrebbero essere sollecitati a inventarsi violenze che non ci sono… Perché rischiare, con discorsi sulla sessualità, di stimolare eccessivamente il bambino? Non bisogna svegliare il cane che dorme! Meglio non sollecitare i bambini a confrontarsi con il destino che li attende, con i desideri che gli appartengono, con i rischi che essi corrono di fronte alla perversione di molti adulti. Teniamoli lontano dai pensieri e dai sentimenti che riguardano questi brutti e conflittuali aspetti dell’esistenza».

La tendenza degli adulti a rimuovere si trasforma sul piano educativo in una tendenza a espropriare i bambini della loro possibilità di rapportarsi ad alcuni aspetti fondamentali, per quanto problematici, dell’esistenza. Viene negato ai bambini il bisogno e il diritto d’imparare a percepire, ad elaborare, a vivere costruttivamente facce insopprimibili della vita, quali il rapporto con la morte, con la sessualità e con la violenza. Il fatto che risultino aspetti coinvolgenti, rischiosi, conflittuali non è una buona ragione per sottrarli alla crescita mentale dei figli o degli allievi, semmai si può pensare il contrario: proprio perché risultano aspetti con tali caratteristiche, devono essere pensati insieme nella relazione interpersonale ed educativa tra adulti e bambini: i soggetti in età evolutiva non ne devono essere espropriati.

Per prevenire le più varie forme di disagio e di abuso occorre dunque che gli adulti sappiano confrontarsi con la propria radicata tendenza ad usare la rimozione, per far invece emergere e sviluppare la capacità di pensare e di mettere in parola nella relazione educativa le dimensioni conflittuali e spiacevoli dell’esistenza, fra cui la morte, la sessualità, il conflitto e la violenza.


 

Indice

 

Contrastare la rimozione per prevenire il disagio e l’abuso

di Claudio Foti

 

Prevenzione, formazione e intelligenza emotiva

di Claudio Foti

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La prevenzione: crescere insieme

di Luciana Fancello e Luisa Pilloni

 

I servizi territoriali e la prevenzione del maltrattamento e dell’abuso all’infanzia: aspetti organizzativi, risorse e nodi problematici.

di Marianna Giordano

 

Il disagio familiare: dalla prevenzione all’affidamento

di Gabriella Cappellaro

 

Giocare per ascoltare, ascoltare per prevenire e capire.

La comprensione emotiva e cognitiva della vittima

di Nadia Bolognini

 

La prevenzione scolastica del maltrattamento e la centralità delle emozioni

di Maria Antonietta Pinto