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Il trauma dell'abuso tra negazione e riparazione a cura di Claudio Foti Interventi di: Claudio Foti, psicoterapeuta; Francesca Borghi, psicoterapeuta; Gabriella Cappellaro, psicoterapeuta; Gianni Guasto, psichiatra, psicoterapeuta; Elisabetta Illario, psicoterapeuta; Anna Pes, psicoterapeuta; Comitato progetto Movimento per l’Infanzia: Etica 2000 (Firenze), Centro Studi Hansel e Gretel (Torino), F.i.a.ba, (Vicenza), Mamme Separate (Como), Rompere il silenzio, S.O.S. Infanzia di Vicenza e Spinea, S.O.S. Adolescenza Caserta Sie Editore, Torino
€ 9,00 (Iva inclusa) |
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Negazione e riparazione costituiscono due strade diametralmente opposte verso cui può dirigersi l’evoluzione del trauma dell’abuso. Negazione e riparazione rappresentano due esiti antitetici del dramma della violenza e della strumentalizzazione sessuale dei bambini. La negazione dell’abusante con i suoi contorni di minaccia, segreto, imbroglio, mistificazione e la negazione da parte dell’ambiente familiare e sociale che circonda il bambino impediscono la protezione. Il bambino non riesce a parlare o se parla non ci sono orecchie per sentire, occhi per vedere, una mente per registrare la richiesta di aiuto. La negazione blocca la protezione del bambino e pertanto l’avvio del processo di riparazione del trauma da lui subito. D’altra parte la riparazione s’accompagna alla necessità di un riconoscimento sociale e anche, se possibile, giudiziario dell’accaduto e quindi un riconoscimento di tutti i tentativi dell’abusante di occultare la verità. La riparazione richiede il contrasto con tutte le bugie e le falsità dell’abusante che possono restare ad incidere nella soggettività della vittima. La riparazione esige l’elaborazione di tutte le negazioni che hanno avuto la meglio nella stessa mente del soggetto abusato e che continuano, magari dopo anni di terapia, a impedirgli l’accesso a tutti gli aspetti della vittimizzazione, soprattutto a quelli più dolorosi e più nocivi. Attraverso la sessualizzazione ai danni dei bambini il progetto perverso tende a garantirsi e a perpetuare l’equilibrio patologico che accompagna il progetto stesso: la negazione è una difesa fondamentale della strategia perversa e ne è parte integrante. … Ciò che può spezzare la strategia perversa è la crescita nella comunità adulta della disponibilità di attenzione e di vicinanza emotiva nei confronti dei bambini, è la diffusione della competenza all’ascolto empatico con i soggetti in età evolutiva, è lo sviluppo della capacità di dialogare con i bambini, di riconoscere i segnali del loro malessere, senza necessariamente ricondurli ad un’ipotesi precostituita, di costituire le condizioni emotive e relazionali che consentano ai bambini di mettere in parola con gli adulti la verità del loro disagio, piccolo o grande che sia. L’ascolto si rivela in tutte le fasi del processo d’intervento e di contrasto sul tema dell’abuso un impegno mentale e relazionale straordinariamente efficace, un impegno innanzitutto degli operatori e dei professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’area sociale, sanitaria, educativa, giudiziaria, ma anche dell’intera comunità adulta. Indice
Introduzione. di Claudio Foti (scarica questo articolo in formato Acrobat)
L’abuso sessuale come conseguenza di un blocco della comunicazione di Claudio Foti
Dall’omertà attorno all’abuso all’amplificazione strumentale del fenomeno delle false accuse. Risposta a “Il diario” di Claudio Foti, Gianni Guasto
Caro Michele di Gianni Guasto
Il grande silenzio e la grande negazione attorno alle vittime. Lettera aperta a Maurizio Costanzo a cura del Comitato Progetto “Movimento per l’infanzia”
Abuso sessuale. Dramma universale e realtà sarda di Elisabetta Illario, Anna Pes
Ascoltare Noemi che voleva morire di Francesca Borghi
Con il desiderio e con la memoria: la mentalizzazione del trauma da abuso sessuale nei bambini di Gianni Guasto
Dopo l’abuso sessuale: il difficile cammino del recupero di Gabriella Cappellaro |