Aris Castrimor
Non so a voi, ma a me 'sto governo comincia a piacermi. E' gente viva, piena di iniziativa, con la voglia di fare, non come certi moscioni del Centrosinistra.
L'hanno notato anche altri, ben più illustri di me: Buttiglione, come addetto ai rapporti con l'Europa, si mette subito al lavoro contro la legge sull'aborto, anche se non gli tocca, perché lui è un uomo di buona volontà; Bossi va a Pontida e giura di aver giurato davanti a Ciampi in qualità di padano e non di italiano. Cioè: quando sto a Roma sono prima italiano e poi padano; ma quando sto fra il popolo della Padania sono padano.
E per fare la devolution per forza devo entrare nel Governo italiano, perché così mi sarò più facile scindermi da me stesso: sarà un'autosecessione. E comunque sia ben chiaro a tutti: noi entriamo nel governo italiano per scalzarlo e per liberare tutti i popoli d'Italia dall'asservimento al governo centrale italiano. Il nostro motto è: TANA LIBERA TUTTI!
Quell'altro onorevole di Forza Italia, in omaggio allo spirito libertario della Casa delle Libertà, chiede l'amnistia per i reati di Tangentopoli. Opinione contestabile fin che si vuole, ma espressione di grande senso di umanità, nonché di grande attenzione verso i problemi del Paese.
In FI non tutti condividono questa posizione ipergarantista, perché temono che un ritorno massiccio sulla scena di tutti i politici implicati in tangentopoli comporterebbe una concorrenza sleale, data l'alta professionalità conseguita dai veterani e dai loro staff. Ma si sa che se il Premier si metterà di mezzo riuscirà a mettere tutti d'accordo.
Comunque, quel che è positivo è che ognuno si muove fuori dagli schemi, senza etichette e rigidi ambiti di competenza, alla faccia di quanti da sempre sostengono che tutto viene deciso da Berlusconi.
La casa delle Libertà si sta dimostrando un autentico movimento di liberi pensatori, dove ognuno esprime il meglio di se stesso, a prescindere dai compiti affidatigli. Un vero gioco a tutto campo, dal quale chi trarrà veramente vantaggio sarà il popolo italiano.
Se il buon giorno si vede dal mattino, tempo non molto e Bossi chiederà l'amnistia per tutti gli aborti padani coinvolti nello scandalo delle tangenti pagate da Buttiglione per far pubblicare dalla Treccani la sua summa filosofica, dal titolo: "Il codice Rocco genetico".
(21 giugno 2001)
Spazzeremo via la sinistra, avevano profetizzato i camerati Fini e Sta(o)race, chiudendo a Roma la campagna elettorale per il ballottaggio Veltroni-Tajani.
Bel campioni di democrazia, politici che parlano degli avversari quasi si trattasse di immondizia.
Ulteriore elemento di riflessione critica per coloro che hanno creduto al riciclaggio del MSI in AN e che si son bevuti il proclama di Fini: "Noi non dobbiamo dimostrare più niente a nessuno". Ha perfettamente ragione, se vuol dirci che gli dobbiamo credere sulla parola riguardo alla sua legittima continuità con il passato.
Comunque, questi bei doberman della reazione e i mai placati rigurgiti (alla lettera) di fascismo si son presi delle belle sberle in faccia, il 27 maggio.
Anche grazie alla loro virulenza, alla loro arroganza immotivata (hanno perso parecchio elettorato e sono diventati il braccio armato del Cavaliere dalle uova d'oro), non pochi latitanti della sinistra sono usciti dalla macchia per recarsi a votare, per dire a quei signori: "OK, Veltroni & C non saranno di quelli che ti fanno sognare, ma l'importante è mandare a cuccia i mastini della reazione, fargli capire che non sono i padroni assoluti d'Italia. Quantomeno, devono imparare a convivere civilmente sotto lo stesso tetto con i loro avversari".
Era bella, la scorsa notte, p.zza s. Apostoli a Roma: non era la folla straripante dell'aprile '96, ma si respirava un clima di rivincita, di voglia di non mollare, di vivere e di lottare.
Una piazza che scoppiava di gioia, di sorrisi, baci, abbracci, anche lacrime; ma con compostezza, senza ringhi, senza invettive: contenti per aver vinto, non perché avevano perso gli avversari.
Il dato incoraggiante: sventolavano numerose non solo le solite, immancabili, instancabili bandiere della Quercia; c'erano anche l'Ulivo e la Margherita, come ha sottolineato lo stesso Veltroni.
E c'erano pure quelli di Rifondazione e di Di Pietro. cioè la conferma lampante, alla faccia di tutti gli inFausti affabulatori, che 'uniti si vince'.
Non c'erano i giovanissimi, lo sappiamo che con loro si dovrà lavorare parecchio; ma tantissimi erano i giovani e i giovani di mezza età. Con tanta voglia di fare e muoversi: bisognerà ritornarci più di frequente, in piazza.
Un'ultima nota di ardente soddisfazione, al limite del piacere fisico: non solo si era felici per aver messo un freno ad una destra arrogante e maleducata, ma si gioiva pure per il calcio nelle palle tirato a Ruini e alle sue falangi nero-porpora. Le gerarchie cattoliche a Roma si sono viscidamente schierate al fianco di Tajani, bravo cattolico frequentatore di parrocchie, montando una 'segreta' (?!) campagna di ritorsione contro Veltroni, reo di essersi schierato a favore del gay pride durante il Giubileo.
Evidentemente i numerosi omosessuali cattolici hanno sentito che Veltroni gli era più amico di Ruini.
Doppia soddisfazione, quindi: aver battuto in un sol colpo camicie e tonache nere.
E ora, al lavoro: c'è da costruire il partito progressista o democratico che dir si voglia. Potremmo averne bisogno anche prima dei 5 anni previsti…
(29 maggio 2001)
Sono pronto. Fremo d'impazienza. Non vedo l'ora. SARO' RICCO!
Il sogno di una vita -una vita grama, meschina- frustrato da 50 anni di potere cattocomunista, di bieco clientelismo cattosindacale, di povertà reale camuffata da benessere di facciata. Ridotto quasi alla fame, come la maggior parte del Paese.
Ora è finita. Ora Berlusconi farà ricco anche me. E io non vedo l'ora di diventare ricco: per poter evadere finalmente le tasse; per poter avere qualcosa da lasciare in eredità a qualcuno senza regalare un soldo allo Stato; per poter mandare "affanculo" il medico della mutua e la sanità pubblica tutta, perché, finalmente, diventati tutti ricchi, potremo tutti andare nelle cliniche private e dai professoroni da 300/400.000 a botta; per poter fare anch'io tutte le porcherie che voglio, tanto se sei ricco gli studi legali non ti fanno mai condannare.
Non ho ben capito se dovrò anche continuare a lavorare, ma sarò ricco.
E vivrò in un paese fatto ad immagine e somiglianza di Milano 2 e 3, dove le auto vanno da una parte e i ciclisti e i pedoni dall'altra e non si incrociano mai e ci sono le piscine e le palestre e il verde e i bambini non vogliono mai andare in vacanza e non ci sono i mendicanti e i venditori di rose e accendini e gli spacciatori e i tossici e tutti sono felici e sorridenti che se Erika viveva in un posto così non faceva quello che ha fatto e se l'Inter aveva come presidente Berlusconi non avrebbe mai perso 6 a 0 col Milan.
E siccome il Cavaliere nello spot del Maurizio Costanzo Show non ha detto quanto bisogna guadagnare per vivere in un posto così vuol dire che tutti ci possono vivere e comunque io e tutti gli italiani ci potremo vivere in ogni caso perché TUTTI SAREMO RICCHI.
BERLUSCONI MI FARA' RICCO: l'ho scritto su un biglietto e me lo sono appiccicato sulla porta della camera da letto, con lo scotch, come fa il Presidente. Così, alzandomi ogni mattina io saprò che cosa mi devo aspettare da Lui.
Che già sta programmando le prime mosse in tal senso: nel primo Consiglio dei Ministri cancellerà la riforma della scuola e le tasse di successione.
Poi, pare, proclamerà alla nazione che il conflitto di interessi è risolto: le televisioni sono tutte sue e l'interesse sarà unico e non ci sarà più conflitto fra le reti, ma assoluta unanimità.
Ma poi, diciamocelo chiaro: a noi cosa ce ne frega del conflitto di interessi?! Io sto già pensando a come spendere i miei 28.000 miliardi.
(19 maggio 2001)