Filippo Thiery
Curioso. Ci hanno ripetuto alla noia, in questi ultimi dieci anni, che le
vittime civili in guerra sono "dolorosi effetti collaterali" di "doverose"
operazioni militari. Proprio così, ci dicevano, "effetti collaterali", e i
nostri governi erano sempre lì ad annuire, che fossero guidati da Giulio
Andreotti (1991, Iraq) o da Massimo D'Alema (1999, Kosovo) e così hanno
giustificato bombardamenti di scuole, ospedali, mercati, villaggi, ponti,
treni, strade, ambasciate, carovane di profughi in fuga, eccetera eccetera
eccetera...
Bene signore e signori, se posso permettermi per una riga di essere cinico e
provocatorio e di parlare come loro, ecco a voi, nel bilancio di decine di
migliaia di vittime, gli effetti collaterali di una "doverosa" operazione
contro il World Trade Center, sommo simbolo del sistema economico
responsabile della fame e dello sfruttamento patiti da cinque miliardi di
esseri umani nel Sud del mondo, e contro il Pentagono, centro strategico
dell'apparato militare responsabile di "guerre umanitarie" condotte ai
quattro angoli del pianeta oltre che di provato appoggio e sostegno alle più
feroci dittature del sudamerica e ai più spietati eserciti del globo
(proprio ieri ricorrevano 28 anni dall'11 settembre 1973, giorno del golpe
di Augusto Pinochet contro il governo di Salvator Allende e del conseguente
massacro di migliaia di desaparecidos, e 19 anni dall'17 settembre 1982,
giorno del massacro di Sabra e Chatila quando miliziani libanesi protetti
dall'esercito israeliano massacrarono migliaia di civili in un campo
profughi palestinese).
Al di là della provocazione sugli "effetti collaterali", che so già che non
mi perdonerete e che bollerete come un atto irrispettoso e di cattivo gusto,
chissà se ora quel popolo - sempre pronto a regalare percentuali di consenso
prossime all'unanimità ad ogni loro presidente che va a bombardare qualche
altro paese - capirà che la guerra non è un film, che sotto le bombe i
palazzi crollano davvero, che tutto quello che loro hanno combinato in giro
per il mondo non è una fiction come beautiful o un programma avvincente di
cui chiacchierare al bar come il grande fratello... perché questo fino ad
oggi è stata la guerra per il popolo statunitense, tanto le bombe cadevano
dall'altra parte del mondo, le vedevano solo sullo schermo, che differenza
c'era con gli effetti speciali di Indipendence Day? Giusto le astronavi
degli extraterrestri, forse.
Sentiamo parlare di diecimila o ventimila vittime, e questo lascia attoniti
e sgomenti, l'idea di tanta gente innocente condannata a morte dall'atto di
un gruppo di terroristi è una cosa pazzesca e fuori dalla comprensione di
una mente umana, poi però leggendo titoloni come "apocalisse" o "ecatombe"
mi viene da pensare alcune cose che non mi tornano, e per favore leggendo le
righe che seguono non mi rispondete "che c'entra adesso 'sta roba" perché
c'entra eccome.
Per esempio mi viene in mente che in Iraq dieci anni di embargo (ancora in
atto) hanno ucciso un milione e mezzo di persone, e in quel paese ogni mese
continuano a morire di fame e malattie 5.000 bambini... ma non ho mai
sentito nessun giornale e nessuna TV parlare di "apocalisse" per tutta
questa gente uccisa da un blocco economico assassino... leggo le polemiche
per il fatto che ieri non sono state sospese in segno di lutto le partite
delle coppe europee, ma non avevo mai sentito nessuno indignarsi perché in
Italia si giocavano partite di calcio mentre il regime turco massacrava
migliaia di uomini e donne kurdi, o mentre le truppe paramilitari messicane
uccidevano nel sonno gli abitanti di interi villaggi di indios, o mentre
milioni di persone nella ex-Jugoslavia facevano i conti con tonnellate di
uranio impoverito scaricate dal cielo sulla loro terra e nei loro mari... o
mentre in Trentino una funivia carica di gente altrettanto innocente veniva
abbattuta da piloti militari a caccia di emozioni. Non avevo mai sentito in
tutti questi casi lo speaker dello stadio Olimpico propormi un minuto di
silenzio in segno di cordoglio... eppure si tratta di tragedie che in alcuni
casi hanno riguardato e riguardano milioni di esseri umani, e se ventimila
vittime sono giustamente vissute come un dramma di proporzioni colossali,
come si definiscono un milione e mezzo di morti per un embargo? Me lo dite
voi?
Coloro che di volta in volta hanno provato a definire "ecatombi" tutte
queste tragedie sono sempre stati etichettati come i soliti antimperialisti
rompicoglioni che ce l'hanno con gli Stati Uniti e con la NATO e quindi
scassano i marroni al resto del mondo con le loro storie sui kurdi e sui
palestinesi.... insomma, "i soliti pacifisti con le loro fissazioni sui
popoli oppressi", quante volte ce lo siamo sentiti dire... ma certo, quelle
erano le nostre fissazioni, però quello che è successo ieri a NY è una
"apocalisse".
Ma i morti o sono tutti di serie A o sono tutti di serie B. Si decidessero.
Non è accettabile l'idea che alcune vite umane valgono di meno o meritano
meno attenzione perché la loro sorte è segnata da guerre o politiche
economiche assassine condotte da un paese "alleato e amico dell'Italia" per
cui non le si può contestare, e quelle vite si devono lasciare al loro
destino. E non si può non inquadrare questo attacco aereo in una politica
internazionale sempre più improntata alla logica di guerra e di aggressione,
una logica in cui si può decidere di colpire deliberatamente anche un
obiettivo civile (la tv di Belgrado, ricordate?) e conseguentemente di
decretare il massacro di centinaia o migliaia di innocenti se ciò è
considerato funzionale agli obiettivi, se la perdita di vite umane è
considerata un prezzo doloroso ma inevitabile da pagare... perché chi lo
decide, se un atto di guerra è "legittimo" o no?
Se da una parte c'è
qualcuno che rivendica l'esigenza di colpire il palazzo di una tv perché è
lo strumento di propaganda di un regime, che ci siano o meno civili
all'interno, dall'altra parte ci sarà chi reputa doveroso colpire il cuore
di un impero economico che strangola e uccide i quattro quinti della
popolazione mondiale, alla stessa spietata condizione "che ci siano o meno
civili all'interno". Non possiamo dimenticarci che il nostro paese, con i
già citati governi Andreotti e D'Alema, è stato in prima linea nell'avallare
questa logica e nel metterla in atto. Oggi assistiamo attoniti al risultato
di questa folle spirale, al risultato dell'odio e della violenza seminati
con la nostra complicità in tutto il pianeta.
E allora dopo i fatti di Manhattan interrompiamo tutte le partite che
volete, chiudiamo tutto in segno di lutto e di cordoglio, partecipiamo al
dolore e allo strazio di tanta gente che non aveva nessuna colpa se non di
stare al lavoro alle otto e trenta del mattino. Ci mancherebbe. Ma almeno
riconosciamo di essere un paese di schifosi ipocriti capaci di guardare con
orrore alla morte e alla guerra solo quando ci pare... e magari se dobbiamo
identificare delle colpe e dei responsabili, chiediamoci anche chi è che ha
voluto e continua a volere un mondo in cui la diplomazia e il dialogo tra
popoli non contano nulla e tutto si risolve con le bombe, con le guerre e
con i loro famosi effetti collaterali. Io un'idea ce l'avrei.
P.S. Avrei una piccola richiesta da fare. Visto che ora i servizi di
sicurezza americani si metteranno a scartabellare tra i tracciati radar per
capire cosa che è successo ieri sulla rotta Boston-New York, già che ci sono
ci facessero la gentilezza di tirar fuori anche i codici relativi ai radar
operanti nelle basi NATO in Italia il 27 giugno 1980, volo di linea
Bologna-Palermo. Perché da ventuno anni stiamo aspettando che cortesemente
ce li facciano avere.
(16 settembre 2001)