Linutile



(in archivio dal 4 febbraio 2001)
Per un piatto di pasta

Per gli esperti di problemi di lavoro, vi racconto una cosa che mi è avvenuta oggi. Vado a mangiare con A. alle ore 14 un piatto da 'pizzarito/pastarito', luogo in cui credevo si potesse mangiare un boccone rapidamente, come usa fare chi dal padrone ha avuto un'ora d'intervallo.
Non è così: ci sono tavoli, ci si siede e si aspetta il cameriere; giovani sempre di corsa, sudati e che non sanno, a quell'ora di massimo afflusso, 'a chi dare i resti'.
Corteggio, con il permesso di A., una fanciulla simpatica che alla fine mi manda un ragazzo a prendere le ordinazioni.
Da questo momento passa circa mezz'ora.
Alle mie spalle c'e' una coppia che si dice preoccupata, perché devono riprendere servizio e non si vede ancora nulla del poco che avevano ordinato.
Arriva al nostro tavolo un ragazzo che velocemente posa un enorme (le porzioni sono veramente abbondanti) piatto di pasta vicino a me e, altrettanto velocemente, si dilegua.
Non ci penso due volte, affondo la forchetta … e vai!, non mi chiedo se era proprio il piatto che avevo ordinato; infatti non era il mio!
Ritorna il ragazzo trafelato: " Ma questo non era il suo!"
"Dopo tanta attesa, non mi ricordo neanche cosa avevo ordinato", risponde il sottoscritto.
La risposta fa effetto ed il ragazzo sparisce.
Quel piatto era di competenza, capisco dopo, della coppia dietro di me, che stanchi di aspettare e non potendo fare tardi al lavoro, avevano piantato tutto (una bottiglia di acqua minerale) e se ne erano andati.
Non avevo ancora finito il mio piatto di pasta (buono), che si presenta un cameriere e mi chiede se mi ricordavo chi mi aveva servito erroneamente quella pasta. " No, rispondo, non saprei riconoscerlo".
Ora viene il pezzo forte .
Finiamo il pasto, mi alzo per andare alla cassa a pagare, come s'usa qui, e un nuovo cameriere si avvicina a A e cominciano a parlarle. Torno indietro per sapere che problemi ci siano.
Il giovane insiste con A., e poi con me, per sapere chi ci aveva servito la pasta sbagliata.
Mi incazzo: " Non lo so e, se lo sapessi, non lo direi neanche sotto tortura! Chi lavora può sbagliare" rispondo. (Non è vero! sarebbe bastato niente a farmi sbracare, come si vede nei film americani) .
Il povero confessa che in questo caso, non scoprendo il colpevole, avrebbero pagato tutti le conseguenze dell'errore e ciò gli sembrava ingiusto!
Lascio a voi le osservazioni: tenete presente che il personale è certamente sottodimensionato rispetto ai clienti ed a mio parere si davano già troppo da fare.
Questo è il significato che i padroni (non nel senso di classe) danno alla parola 'efficienza'. Ho detto efficienza non sfruttamento, quella parola la usano i nemici dei padroni.

linutile@unpodisinistra.it


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