Luccioletta
Bisogna stare particolarmente in guardia. Le redini del governo sono passate in mano ad una compagine maschilista che ridurrà ancora di più, se possibile, gli spazi destinati alla vita delle donne.
Alle donne di questo nuovo millennio è riservato il lavoro nel "precariato", la mortificazione della maternità - preclusa a quelle che un lavoro l'hanno trovato, a quelle, disoccupate che lo stanno cercando e a quelle che vorrebbero un figlio ma non hanno risorse economiche per mantenerlo, la cura di anziani e bambini.
Su questa non rosea situazione soffiano sul fuoco quanti vogliono impadronirsi anche dell'ultima doloorosa libertà rimasta alle donne e ribadita in un referendum, quella di "abortire". Tutti, sembra, vogliono migliorare la legge, ma il miglioramento consiste nel ridurre al massimo la facoltà per le donne di utilizzarla, quasi si tratti di persone da tenere sotto tutela, incapaci di fare scelte autonome, proprio come nei paesi arabi trattano l'universo femminile.
Cosa riserva l'avvenire alle giovani donne che oggi hanno vent'anni? Tornare a vivere come cent'anni fa: succubi di un padre-marito padrone, alla mercè dei datori di lavoro, costrette ad accudire figli non voluti.
Se questa è la santità della famiglia legale che la chiesa auspica, che il governo vuole imporre, le donne dovranno ribellarsi con tutte le loro forze. Si tratta di un'esosa invadenza non richiesta dalle interessate, su uno dei pochi campi di autonomia che sono loro rimasti.
Le donne sono già state private del lavoro qualificato e ben retribuito, di orari che consentano di conciliare attività lavorative ed impegni familiari, di città in cui poter vivere il tempo libero con i propri figli ed infine viene loro negato di utilizzare farmaci antiabortivi, certo più graditi degli interventi chirurgici! Non si può chiedere loro altri sacrifici!
Nessuna compagine politica ha utilizzato in queste tornate elettorali per la propria propaganda temi graditi all'altra metà del cielo, quasi non esistesse, eppure le donne non vogliono essere una maggioranza oppressa.
(16 giugno 2001)
Cari amici, il calore delle vostre e-mail non mi riscalda, non perchè non siano calorose, solo perchè sono sfoghi solitari che ognuno di noi invia all' altro. L'era tecnologica ci ha regalato anche questo.
Ci scriviamo come si faceva molti anni fa, quando il telefono era ancora da inventare, quando parlarsi per la strada suscitava curiosità e maldicenze, quando incontrarsi in luoghi segreti interessava subito la polizia, quando raggiungere luoghi che ora considereremmo poco distanti richiedeva giorni di viaggio. In questo momento in cui ognuno è solo ed è subito sera ben vengano le e-mail, soprattutto se potranno essere corroborate da un incontro a breve. *****
Sono afflitta dagli spettacoli televisivi. Ho un apparecchio che si collega con cento canali sui quali scorrono immagini vuote e indecorose, quando non si vendono tappeti. Ma che dico, i tappeti si vendono anche sui telegiornali nazionali e regionali e sulle news degli altri canali. E non venitemi a dire che potrei collegarmi con qualche stream o tele+ per moltiplicare la noia. *****
Ho intravisto uno spettacolo di Bonolis in cui giovani donne più o meno spogliate venivano incuneate in scatole trasparenti piene di insetti per cercare qualcosa che se trovata le avrebbe portate a vincere - penso - danaro. Perchè non proviamo a discutere di spettacoli propinati a tutti in cui si distrugge l'immagine di ogni essere umano sia essa uomo, donna o bambino. Gli spettacoli da baraccone ci abituano a giustificare qualsiasi nefandezza.
Una piccola osservazione sulla presentazione inviata. Noi non sogniamo un futuro diverso, sogniamo un futuro. Sogniamo un futuro perchè il presente non ci piace, la solitudine ci minaccia attraverso internet, attraverso la televisione, attraverso la carta stampata attraverso le segreterie telefoniche alle quali lasciamo laconici messaggi a cui si risponde con messaggi altrettanto laconici. Vorrei una bella discussione, come ai vecchi tempi, ma in mancanza di un dibattito serrato - si diceva così, mi pare - ben vengano le nostre e. mail e la nostra parola scritta su un video. Ora che la nostra posta elettronica ha un nome un po' di sinistra, speriamo di avere idee un po' di sinistra.
Secondo:
Propongo un osservatorio sugli spettacoli televisivi.
Difficile dire qualcosa di originale sul mercato della nostra televisione, eppure ci proverò. Ci proverò perché ritengo importante parlare del quotidiano che in qualche modo ci imbratta.
La televisione intesa come apparecchio (tranne che per S. che la tiene ancora nell'involucro in cui l'ha comprata e la tira fuori solo all'arrivo dei suoceri che vivendo in un'altra città non sono abituali frequentatori della sua casa) è per tutti noi una grossa ed ingombrante scatola da cui ci aspettiamo, a seconda del nostro umore, sollievo alla noia, momenti di svago, informazioni analoghe a quelle che troviamo sui giornali, commenti su situazioni politiche, sociali, culturali, di attualità e, perché no, argomenti di conversazione da trattare con colleghi d'ufficio, amici e conoscenti.
L'ho identificata con una scatola proprio in quanto contenitore unico di tutto quello che ci viene propinato. L'utente non fa grandi distinzioni, ascolta e vede le notizie sui canali nazionali o sulle reti private, a seconda dell'ora in cui è disponibile ad ascoltarle: con il telecomando cerca il film, lo sceneggiato, lo spettacolo di intrattenimento come si sfoglia una rivista e si sofferma su quello che sembra interessarlo.
Ebbene, questa scatola misteriosa impedisce in pratica qualsiasi scelta. Se ci piacciono i film gialli li troviamo in contemporanea su tutti i canali che riusciamo a raggiungere e quando il film è interrotto (ciò che accade molto di frequente) da noiosissima, ripetitiva pubblicità che riesce a farti odiare anche attori molto amati, e proviamo a vedere un brano del film giallo in programmazione su un altro canale, ci accorgiamo che anche lì c'è Richard Gere che offre un cioccolatino ad un'avvenente signora.
Se invece ci piacciono i giochi a premio, allora siamo veramente a posto. Li fanno su tutti i canali più o meno alla stessa ora e negli stessi giorni. Vi si cimentano giovani ed anziani, casalinghe e professionisti, non solo per guadagnare i premi in palio ma anche per godere di un attimo di popolarità. Ed ecco, allora, l'uomo, l'essere umano, l'onorato padre di famiglia, la fidanzatina, la pensionata, rispettabili persone, nutrite per anni da quella scatola infernale che cerca di omologare comportamenti e tacitare coscienze, diventare zimbelli del presentatore, dell'ignorante pubblico in sala e di quello teledipendente che godono nel vedere le difficoltà che incontra il candidato prima di azzardare la risposta più ovvia, indeciso tra Dante e Manzoni o pronto a collocare le isole Egadi nel mar della Cina.
E i diversi presentatori? I presentatori fingono comprensione, incertezze, forse sono anche loro in dubbio sull'autore della Divina Commedia, ma alla fine affondano il malcapitato nel loro crudele sadismo. E quando faticosamente, dopo dubbi, incertezze, sudori freddi, il candidato riesce ad imbroccare la più facile delle risposte, tutti si scatenano in grandi applausi! La telecamera rintraccia in platea l'accompagnatore o l'accompagnatrice che gongola di orgoglio nel vedere che il figlio, la moglie, il fidanzato, la sorella, a seconda dei casi, si è comportato bene ed alla fine è riuscito ad azzeccare che l'autore di Pinocchio è Collodi e non Racine.
Questo tipo di spettacolo che, immagino qualcuno pretende sia culturale, non è peggio di BLOB o di STRISCIA LA NOTIZIA che fanno spettacolo sulle debolezze dei potenti e meno potenti interpreti della farsa televisiva.
Poi ci sono le VALLETTE, io le definisco ancora in questo arcaico modo anche se suppongo che ora si chiamino diversamente, il cui compito è quello di supportare l'anziano e poco avvenente conduttore, peraltro molto seriosamente abbigliato, con le proprie giovanissime grazie muliebri, ampiamente documentate ed agitate al suono di inverosimili musiche di contorno.
Lascio ad altri trattare del modo in cui viene presentata la cronaca sui diversi telegiornali e rubriche specializzate e le interviste ai superstiti delle più svariate disgrazie! Mi auguro che molti vogliano contribuire a questo osservatorio sugli spettacoli televisivi, perché credo che se riusciamo a parlarne potremo sommergerli tutti con le nostre liberatorie risate.
luccioletta@unpodisinistra.it