Paolo Montevecchi
Ripropongo qui a seguito l'esatta comunicazione Ansa delle 13:11 riportata anche dal tg2 delle ore 13 di venerdì 10 agosto 2001.
"MILANO - Una busta indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contenente un proiettile (calibro 7.65) e' stata trovata ieri sera nell'ufficio pistale della Stazione Centrale di Milano. La busta era in giacenza da un paio di giorni con l'indirizzo: 'All'on.Silvio Berlusconi-Arcore'. Al tatto, si e' subito capito che c'era qualcosa di sospetto. La Digos ha quindi verificato la presenza del proiettile. Proprio ieri il premier aveva reso noto d'aver ricevuto lettere simili.
10/08/2001 13,01
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Premetto che sono un pacifista ma di quelli non attivamente impegnati, ma che da casa sua si riserva la possibilità di riuscire a esprimere alcune considerazioni legittime, come in questo caso.
Facciamo ora una ricostruzione sistematica di ciò che è avenuto e cioè:
Le lettera è giacente da alcuni giorni presso l'ufficio postale di Milano e solo ieri sera viene ritrovata.
L'onorevole Silvio Berlusconi durante la sua parentesi veneziana, in conferenza stampa, fa riferimento a lettere con palottole inviate a suoi colleghi esponenti della destra e della sinistra.
Leggo da questa Ansa però (cosa non riportata ieri sera dai tg nazionali né privati) che abbia anche rilasciato dichiarazioni inerenti a presunte lettere intimidatorie contenenti pallottole indirizzate anche a suo nome.
A questo punto sorgono diverse domande che mi sembra il caso sia leggittimo farsi e cioè:
Quando, l'Onorevole Silvio Berlusconi, ha ricevuto lettere di questo tipo, e se le ha ricevute perché la cosa non è stata riportata né dai giornali né da qualunque altro ordine addetto all'informazione?
Sta facendo riferimento a questa ultima lettera? E se sta facendo riferimento a questae lettera ritrovata negli uffici postali di Milano soltanto ieri sera, come faceva ad esserne al corrente?
E' vero, era giacente da alcuni giorni ma nessuno degli addetti si era ancora occupato né di smistarle né tantomeno di verificarne il contenuto o la destinazione.
Mi sembra a questo punto chiaramente di trovarci davanti ad un bivio assolutamente da prendere in considerazione.
O siamo di fronte a un clamoroso equivoco, errore giornalistico o approssimazione causata dalla fretta giornalistica che gli avvenimenti di questi ultimi tempi costringe tutti gli addetti del tale settore a non dormire la notte e di conseguenza perdonabili, almeno da parte mia, o ci troviamo davanti ,eliminando a priori l'ipotesi di preveggenza del nostro Presidente del Consiglio, a una regia d'opera talmente dilettantesca (e mi piacerebbe seriamente non fosse così) che si è premurata ben poco di accertare che "lo spot che illumina la pistola appoggiata sul caminetto, che dovrebbe accendersi solo al termine del secondo atto, rivelando solo a quel punto l'oggetto protagonista del reato e di conseguenza il colpevole" si sia, per un errore tecnico, acceso inavvertitamente a metà del primo atto, causando tra gli spettatori, consapevoli a quel punto di come andrà a finire la storia e l'identità del colpevole, una inevitabile noia nell'attesa dello svolgersi degli eventi sino al termine di un secondo atto a questo punto inutile, perché privo del seppur più classico colpo di scena.
Forse mi sbaglio. Forse il colpo di scena c'è stato, eccome se c'è stato - sempre che le mie domande poggino su giuste fondamenta - un colpo di scena innovativo, un sapiente rivoluzionare le regole più classiche della scrittura teatrale degna di innovatori quali furono a suo tempo Plauto o del Pier Paolo Pasolini di "Petrolio". Aspetto notizie.
Applausi. Sipario. Luce.
(12 agosto 2001)