Nazismo, Nietzsche e Tacito: la mistificazione |
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tedesco in modo puramente strumentale. Fra l'altro, quella di Nietzsche è stata una delle incorpora-zioni meno felici operata dal nazismo. E questo era riconosciuto dagli stessi nazisti quando dicevano di non poter incorporare fino in fondo Nietzsche all'interno della propria ideologia, per una serie tutt'altro che marginale di motivi: per il fatto che quella nazista era una ideologia antisemita, mentre Niet-zsche era filosemita; perché quella nazista era una ideologia populistica - anche se i nazisti non la chiamavano proprio così, mentre Nietzsche era assertore di una teoria aristocratica (ed è eviden-te che non si può fare una teoria politica aristocratica ed appoggiarsi al consenso delle masse). - Altri due concetti impropriamente attinti dal nazismo sono quelli della
"Bestia bionda", per cui
mi ricollegherò in seguito a Tacito,e
del "Superuomo" ("uber-mensch").
Per Nietzsche il Superuomo è quell'essere, teso tra animale e uomo,
che sa trarre godimento dall'aspetto tragico-dionisiaco
del mondo appena sgombrato da Dio e dai falsi idoli. Non
viene fatto quindi alcun discorso
razziale, - E ora il concetto della "Belva bionda": nella Genealogia della morale Nietzsche, parlando di essa, non si riferisce solo a tribù tedesche, ma anche agli Arabi, ai Giapponesi, agli antichi Romani e via dicendo; da un secondo punto di vista, si pensa inoltre che quell'immagine non fosse una metafora, ma fosse la descrizione di una cosa vera: Nietzsche stava parlando del leone, cosicché con "belva bionda" non voleva indicare una tribù teutonica, per celebrare la superiorità dei Tedeschi. Hitler invece fa dell'aspetto fisico e della perfezione dell'individuo uno dei punti fondanti della sua ideologia. La con-servazione della razza e delle sue caratteristiche genetiche prima di tutto. Mescolare le caratteristiche della razza "superiore" con altre di rango inferiore non porterebbe altro che alla perdita del "mo-dello" perfetto, originario, individuato negli uomini germanici del Nord. - In questo rientra anche la "sanità" della razza. Dal Mein Kampf: "Il Reich [...] deve mettere la raz-za al centro della vita generale. Deve darsi pensiero di conservarla pura. Deve dichiarare che il bambi-no è il be-ne più prezioso d'un popolo. Deve fare in modo che solo chi è sano generi figli, che sia scan-daloso metter al mondo bambini quando si è ammalati o difettosi...". - Dopo aver queste cose, capiamo come il "De Germania", famosissimo trattatello di Tacito, abbia potuto trovare gran successo nell'ideologia nazista. Come per Nietzsche, anche l'opera di Tacito è stata interpretata in maniera strumentale, travisando in alcune frasi il significato originario (ricordiamo che il "De Germania" è un opera rientrante nel filone etnografico dell'autore latino, appassionato dei costumi, delle abitudini e del tipo di vita delle popolazioni straniere). Nel "De Germania" Tacito ha come punto di riferimento fisso, quasi ossessivo, Roma; egli apprezza l'integrità e l'austerità dei costumi morali dei Germani per condurre una chiara polemica con quelli corrotti che invece si erano diffusi nella società romana. Non esalta insomma i Germani per glorificare la loro razza, bensì per condurre una velata polemica con la società in cui egli viveva. - Anche l'aspetto fisico, come si
può facilmente capire, è per Tacito il risultato
dell'autoctonia e dell'isolamento geografico a cui i Germani erano sottoposti.
Tra l'altro nella cultura romana mancava
quel mito della purezza della razza
presente invece nel nazismo. Una prova sono le origi- |