La
modernità e i dissidenti della globalizzazione
di Fabio Trazza
“La globalizzazione, realtà e contemporaneamente mito della società post-industriale, avanza, acquisisce nuovi spazi, propone il pensiero unico legato alla logica dell’economico. Tutto dovrebbe conformarsi a razionalità e credenze fideistiche (contraddizione solo apparente) legate a un’unica matrice.” Attorno a questi pensieri ruota una cerchia di dissenso alla globalizzazione, che potremmo definire di sinistra e che fa capo a circoli anarchici e alla libreria Utopia di Milano, luogo anche di dibattiti in occasione di presentazione di libri, accuratamente selezionati, proprio per resistere a quello che alcuni osservatori definiscono il totalitarismo liberale. Non mancano gli intellettuali milanesi, anche tra i più riconosciuti, per animare il dibattito in Utopia, da Giulio Giorello, a Salvatore Veca, a Piero Ostellino. Speculare a questo dissenso, ma collocabile su un fronte che potremmo definire di destra, negli ultimi mesi la Lega ha imboccato la deriva tipo Le Pen. Bossi, forse per rosicchiare voti all’estrema destra, si è scagliato contro il liberoscambismo economico, il liberoscambismo americano, il liberoscmbismo sessuale. Ma gli anarchici sviluppano in coerenza le loro analisi, e poi, come si vede, sono anche assistiti da fior di intellettuali, pur non possedendo un’univoca linea teorica di sviluppo. La cavalcata della Lega, invece, avrebbe perso mol ti dei suoi riferimenti moderni nel momento in cui ha dovuto adeguarsi ai meccanismi europei dell’euro. Bossi si è convinto che il separatismo non avrebbe più senso, se mai lo ha avuto, e che lo stesso federalismo non può portarlo oltre il punto cui è arrivato. Tenta così di rimettersi in gioco su quest’altro fronte, il punto dell’estremismo di destra, che cerca un nemico importante intorno a cui creare un’aggregazione di qualche genere, e lo vede sempre nelle multinazionali, negli stati Uniti d’America, negli immigrati, negli omosessuali, nei massoni, negli ebrei. Adesso siamo alla globalizzazione. Ma sempre spiccioli sono!
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