L’epopea della carta stampata: Come i giornalisti informano la pubblica opinione sull’Europa
Direttori
brava gente
Inchiesta condotta su una giornata, su una notizia e su tante testate
Quanto basta per una rapida ed amara conclusione
di Fabio Trazza
“Direttori brava gente”, nel titolo, ricalca l’espressione, ormai proverbiale, di “italiani brava gente” usata per indicare non solo l’estro o la bravura e la genialità, ma soprattutto gli aspetti deteriori del loro costume. Lo abbiamo assunto dopo aver esaminato l’informazione quotidiana su un fatto: una giornata di incontro sull’Europa a Milano, di cui si sarebbe dovuto dar conto ai cittadini. Il nostro articolo assume come fatto di cronaca e di riflessione, quindi, non la giornata di cronaca, ma appunto il comportamento dei giornali e dei loro direttori.
Le elezioni europee si svolgeranno a giugno. C’è un gran fermento
tra le forze politiche, che dovranno preparare le liste. Radio, televisione,
giornali pare non perdano un colpo del complesso gioco di alleanze e rotture,
più o meno finte, tra i vari aspiranti, che si dichiarano pronti a rappresentarci
in Europa nel nuovo Parlamento. I cittadini andrebbero però informati! Delle
beghe, sulle riviste specializzate, o di costume, quando non di malcostume.
Delle prospettive reali che gli 81 italiani eletti avranno nel Parlamento
europeo, sui quotidiani d’informazione, che appunto sono di informazione,
e che sono pagati non solo dai lettori, ma da tutti, dal momento che ricevono
notevoli contributi pubblicitari e statali.
Ora, venerdì 22 gennaio si è svolto a Milano, nel Centro Congressi Cariplo
un Convegno sull’Europa di eccezionale importanza. Il tema era ampio: abbracciava
tutta la prospettiva del secondo dopoguerra e puntava a delineare le condizioni
per l’unità politica europea. Certamente con l’euro, ormai in vigore, ci sono
delle solide basi su che discutere. Ed in effetti i relatori erano tutti di
alta esperienza politica e di lungo coinvolgimento nei problemi europei. C’era
il commissario europeo Emma Bonino, il sindaco, il prefetto, Napolitano, Cofferati,
per non dire di altri. Il dibattito è stato molto approfondito. Ma soprattutto
è stata spietata l’analisi sulla bassa condizione di preparazione che l’Italia
sta rivelando in questa vigilia elettorale per un continente, che per la prima
volta nell’epoca moderna ha una moneta unica effettiva. Basta dire che non
c’è ancora una legge elettorale per le europee, e la si potrebbe e dovrebe
fare subito, anche se non con la stessa urgenza dimostrata per quella sul
finanziamento ai partiti: una notte. Potrebbero esserne utilizzate anche due,
di notti. Purchè ci si doti di strumenti elettorali, non simili, ma almeno
affini, a quelli degli altri paesi europei. Bonino ha persino richiamato l’esigenza
che si produca un moto di igiene politica, per ricordare che le elezioni europee
non possono essere un’occasione qualsiasi per contare i rapporti di forza
che esistono in Italia. Dovrebbe essere invece il momento in cui gli italiani,
assumendo prassi e leggi europee, decidano di comportarsi come gli altri elettori
degli altri paesi. Gli italiani invece in ogni occasione decidono di contarsi,
solo per poter misurare i loro rapporti di forza interni, incuranti di quanto
ormai li sovrasta: il potere comunitario sovranazionale. Forse anche dinanzi
all’elezione di miss universo deciderebbero di votare non per la più bella
miss, ma per il più amato dei loro minuscoli partiti e dei loro minuscoli
sindaci. Persino i sindaci pensano più all’Europa come occasione per sistemarsi
individualmente, visto che tra poco scadranno, che per elaborare qualche idea
valida, o sensata, da portare in Europa, per rappresentare i loro elettori.
Lo stesso Cofferati ha lamentato che la moltitudine di contendenti fa vedere
chiaramente che si divide dagli altri, ma tutti fanno a gara per tacere su
quali questioni europee sono divisi.
E comunque, mi scusino i lettori per la lunga premessa, il fatto non è questo.
Il Convegno tenutosi alla Cariplo era veramente importante ed utile a tutti
i cittadini, indistintamente. Tutti avrebbero capito tutto. Persino il degradante
ritardo vissuto dall’Italia. Ma il fatto è un altro: ho voluto vedere cosa
riportavano i vari giornali italiani su questo incontro. Al sabato, 23 gennaio,
ho comprato tutti i giornali disponibili in un’edicola milanese e li ho analizzati,
esclusivamente dal punto di vista della loro capacità di informare i lettori
sul primo evento del 1999 dedicato al loro diritto di conoscere su quali basi
devono andare a votare per le europee. E del resto, visto quanti abbandonano
il voto, l’occasione di dibattito e studio era quantomeno interessante.
E allora cosa fanno i giornali?
I quotidiani della provincia, niente assoluto, neanche la notizia, un trafiletto,
un richiamo, niente, dal Cittadino d Monza, agli altri. L’Avvenire, niente.
Il Sole 24 Ore, niente. Il Giorno, niente. Da notare che al sabato il Giorno
esce con quattro supplementi, uno sull’economia, uno sullo sport, uno sulla
metropoli (di 20 pagine), uno su Milano (con altre 20 pagine). La Padania,
niente. Liberazione, niente.
L’Unità, un articolo in quarta. Titolo: Europee, polemica sui sindaci candidati.
Sottotitolo: Mattarella e Napolitano: “Liste strumentali, servono deputati
assidui” La Bonino attacca: “Perchè non fate subito una nuova legge elettorale?”
Conclusione dell’articolo affidata alle parole di Mattarella: “Per il momento
è chiaro che limitare il numero delle liste è soprattutto una responsabilità
delle stesse forze politiche”.
Il Giornale, un articolo in trentacinquesima, nella cronaca, sotto la rubrica
“la città in mano al crimine”. Dichiarazione della Bonino: “L’Europa è accerchiata,
nemmeno l’esercito può bloccare l’invasione”.
La Repubblica, due articoli. Uno in ottava (che non accenna al convegno):
titolo “Emma Bonino critica l’assenza di iniziativa nei Balcani”. Un altro
cita Cofferati, ma non per il convegno sull’Europa, dal titolo “Avamposto
sicurezza”.
Il Corriere della Sera è l’unico che riporta: l’occasione di un convegno sull’Europa,
in seconda pagina. Titolo: “L’appello. Bonino a Rutelli: scegli, o il Giubileo
o l’Europa”. Sottotitolo: “Il commissario UE chiede a Violante: approvate
l’incompatibilità con l’euroseggio per sindaci e parlamentari”. Segue l’articolo
con qualche citazione testuale.
Conclusione. Il Corriere si accosta alla notizia. L’Unità se ne discosta, cogliendone solo gli elementi di suo interesse. La Repubblica distorce la notizia, oltretutto non dandola. Il Giornale la stravolge. Gli altri tacciono. Non ci resta che il commento: direttori, brava gente. Anzi, più che direttori, sembrano tanti anonimi sottosegretari di un ministro ombra dell’informazione.
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