8 Agosto

Giornata densa!! Sveglia ore 8:00 (sveglia per modo di dire vista la nottata). Colazione da Totò e comparsa dello schiavo Mohammed. Spesa (2 meloni e 4 pani) dagli amici di Mohammed Cous-cous, che per gentilezza hanno caricato i prezzi in modo bastardo. Finalmente partiamo per Merzouga. "Lo Trocto" per la guida a Merzouga e gita in giornata nel deserto con dromedari: era partita da 450 Dh a testa ("150 Dh pour moi, la guida: grande esperienza" ci disse Mohammed puntando il dito sui suoi occhietti da down) e poi scesa a 300 Dh: comunque ancora un'inculata solenne! Alla guida il Pez, affiancato da Cous-cous e dietro gli altri 3, già in partenza in posizione di sicurezza prevedendo "un atterraggio di fortuna". Piacevoli i primi 15-20 Km a parte il solito rompicoglioni con la sua "Tenda Nomadé" e Le fossil inclusi, immediatamente messo a tacere da un "forse dopo"!! Ma ecco che improvvisamente il dito saggio di Mohammed indica - totalmente a caso - una pista "sur la droit" che ovviamente il Pez dai riflessi prontissimi, si lascia sfuggire. Niente paura: Mohammed fa indietreggiare la voiture e ci ritroviamo subito nel deserto! La grande esperienza del Cous-cous si dimostra subito nel farci percorrere un tragitto impervio ma sicuro, lasciandosi a fianco buche e banchi di sabbia. Passata una Kahsba, a 15 Km dall'asfalto e a 15 Km dalla meta, ecco il momento clou: lo sguardo di Mohammed si incupisce; i suoi occhi si stiringono nello sforzo di raccogliere tutta l'esperienza passata trasmessagli da generazioni e generazioni di cammellieri e guide e infine il dito indica una pista davanti a noi, coperta da un sottile strato di sabbia. Il Pez indugia un attimo (probabilmente la caga sta salendo!) e chiede come attraversare l'ostacolo. Le mani di Cous-cous ondeggiano un po' e il Pez, rassicurato dalla classica risatina della guida, ingrana la prima e lo imita. Pochi secondi dopo la fedele Palio si ritrova svuotata di bagagli e passeggeri, con 15 centimetri di sabbia che ricoprono i suoi cerchioni. Il bel viso ridente del nostro schiavo diventa subito cupo, e una valanga di merda comincia a scivolargli addosso togliendogli la parola e rallentandolo fino a fermarlo quasi completamente l'unico neurone presente in quella testa di noce. Iniziamo a scavare con foga, ma tutto è inutile. Mohammed prende allora lo Chef e insieme iniziano a dirigersi nel deserto circondati dal nulla (in effetti siamo nel deserto!) in direzione di altre piste e alla ricerca di qualche fuoristrada o (della tanto rinomata Tenda Nomadé, forse) che ci venga a soccorrere. L'arsura è forte ma il prolasso ai testicoli domina su ogni altra sensazione! Mantenendo la freddezza che gli compete lo Chef procede sulla sabbia aguzzando la vista (si fa per dire) fino a che avvista una jeep di spagnoli. La salvezza !!! La guida degli spagnoli, probabilmente più affidabile del povero Mohammed, ricaccia dentro alla buca la sabbia e facendo oscillare la Palio (Massimo Rispetto per la macchina italo-brasiliana che ha scaldato migliaia di km) la rimette sulla buona pista. I rimanenti 15 km sono percorsi con enorme ansia e finalmente, da parte di Cous-cous, in silenzio. Incolumi arriviamo a Merzouga all'Hotel Tomboctou: una simpatica costruzione tra le palme e le dune dell'immenso Erg Chebbi. Ad accoglierci uno stuolo di uomini in blu dotati tutti quanti di turbante e relativo tamburello. Tra gli uomini in blu spicca per importanza e carisma "Bari": un personaggio dallo sguardo molle ma misterioso, che ci stupisce per il suo approccio amichevole e confidenziale. Dopo un momento di tipica ospitalità berbera (cioè The alla menta e concertone di 8 percussioni e un benjo), Bari ci spiega il giro con i dromedari tra le dune e la stellata che ci aspetta con relativo "tappetino e spinello". Alle 16:00, durante una scopetta rilassante ci si presenta un individuo dotato di enormi occhi a palla e di 3 denti d'acciaio sporgenti come speroni che, esprimendosi con suoni gutturali, chiede le chiavi della macchina. Sarebbe stato subito calpestato come un insetto fastidioso se Mohammed Cous-cous non fosse intervenuto traducendo le intenzioni dello sconosciuto, il quale doveva recarsi ad acquistare il pane. Ovviamente la Palio non sarebbe mai caduta in mano a una simile creatura e quindi lo Chef si offrì di portarlo fino alla più vicina "panetteria". Fu questa l'occasione per conoscere "J'ACHETE'". La panetteria si trovava a 5 Km di piste percorsi sotto la guida di Mohammed Cous-cous (che non capiva una mazza) e J'Achetè, il quale alla domanda: " Sei stato in qualche altro posto?", rispondeva: "Oui, oui, dans le Desert, dans le Desert". Dopo un po' di a "la droit" ecco il vero scopo della gitarella: Mohammed, senza, patente, vuole guidare. Non potendo rifiutare lo Chef cede il volante e l'ultimo Km fino all'albergo è percorso con grande ansia tra sussulti della Palio e suoni incomprensibili di grande euforia di J'Acheté. Per il giro con i dromedari abbiamo bisogno dei turbanti, contro il vento del deserto. Quindi Cous-cous ci accompagna da un suo amico che ce li presta e che ci invita nel suo negozio per la sera. Ora siamo pronti per l'escursione "power"! Capitolando lentamente dal capo supremo Bari, conduttore di Hillary Clinton e di quello scorfano di sua figlia, al fratello Amid (dallo sguardo molto sveglio), capitiamo infine nelle mani di un dodicenne sdentato: Joseph. Partiamo alla volta del Sahara. La carovana vede in testa Joseph a piedi nudi sulla sabbia a 45° che conduce il dromedario Joe Farouk del Berb; segue l'Innominato del Pez, Felipe del Fez (dalle innumerevoli cagate) e in coda lo Chef con il fedele Lele, un dromedario autistico sbavante e vecchio. La gita rimane irraccontabile per la bellezza straordinaria, ma ricordiamo qualche istante che rimane nella memoria. Davanti ad un tramonto spettacolare tra le dune rosee, incantati udiamo solo dei trilli provenienti da Joseph: aveva lanciato una bottiglia di plastica piena di sabbia giù da una duna e stava esultando per la felicità (mentre noi da buoni occidentali pentiti pensavamo alla biodegradabilità e al deturpamento ambientale di quell'atto). Erano i primi suoni emesii dalla sua bocca e giunti ai nostri orecchi. Tornando sotto una stellata favolosa, dopo che Joseph aveva sbagliato strada nonostante la pila del Berb, il Fez chiede di Fermarsi: "Felipe, Felipe, cosa fai? Felipe,…" Il Fez sta' cavalcando il collo di Felipe il quale, citando una frase classica del Berb, gridava in dromedariesco: "E ma cosa mi stai addosso!!!" Tornando nella nostra cattedrale nel deserto abbiamo dovuto evitare nell'ordine: venditore di turbante offeso perché non andavamo a sentire le storie (del cazzo!) delle 4 tribù berbere; Bari col suo tappetino "per fare lo spinello un po' più in là"; e dulcis in fundo: J'Achetè, che fattosi vicino minacciosamente col suo sorriso da denti d'acciaio chiede:" - Hashish pour moi - Veramente noi… - No, no J'Hacheté (da cui il nome) - Ma tu come ti chiami? - Amid - Solo Amid? - Amid il cousiner,…J'Acheté! Magnifica notte in terrazza "aspettando" l'alba nel deserto.


Il giorno dopoRitorna al Diario di BordoI personaggi del viaggio