Il testo integrale del Diario di Bordo




31 Luglio

Ore 10.00: partenza da casa con la macchina di Gino stracolma e conoscenza dell'amico Bocchi…(in coro NO ! ) Ore 13.00: arrivo a Torino. Pullman previsto alle ore 15.30. Dopo aver subito, per le nostre intenzioni riguardo al viaggio, lo scherno della bigliettaia Ivana ( spontanea la rima !) e dopo l'opportuno tacchinaggio da parte del Tremo, ci siamo accorti che i nostri compagni di viaggio erano tutti marocchini. Arrivo del pullman ore 17.30; prima partenza dopo aver caricato tutti gli armadi, tappeti e frigoriferi ore 19.30; guasto e seconda partenza ore 20.30. Totale ritardo : 5 ore

1 agosto

Viaggio in buona compagnia dopo una nottata meglio del previsto. Velocità media di andatura: 45 km orari; Tempo di sosta : 1,5 ore; Tempo tra soste : 4 ore; Ingrossamento testicolare: considerevole. Orario previsto ad Algeciras: 23.00; orario d'arrivo: 6.20 Totale ritardo : 7 ore e 20 minuti.

2 Agosto

Orario di imbarco 12.00, cioè quasi 6 ore di piacevole attesa che il Fez ha dedicato allo sgonfiamento delle caviglie ( sto' piedone!). Lasciamo con grande dispiacere l'abitacolo del pullman, ormai divenuto la nostra piccola residenza estiva, per prendere la nave che in 2 ore ci porterà sul suolo marocchino. Traversata accompagnata dai simpatici trilli di una banda di bambini lasciati, senza museruola, in un vano del salone principale completamente a briglie sciolte. Sbarco a Tangeri alle 12.00 (ora locale) e controllo bagagli: appena una formalità ( lo chef ha dovuto solo mostrare la marca del dentifricio che usa e il colore dell'asciugamano in fondo allo zaino). Partenza dal porto ore 15.00 e giro turistico per la città di Tangeri alla ricerca della strada principale P2: doppia carreggiata, spartitraffico e illuminazione notturna: il tutto in 3 metri di larghezza. Ore 17.00 sosta e primo impatto ( oltre a quello già avuto in pullman ) con la splendida cultura marocchina: per aver mezzo litro d'acqua circa mezz'ora di colloquio in 4 o 5 lingue, comprese le formule di cortesia in calabrese stretto ! Il fez ha provato il mitico tè alla menta, mentre il Pez, pensando fossero piatti comuni, ha tranquillamente ciulato roba un po' a tutti, intengendo la caratteristica piadina marocchina nel piatto di del Grande Fratello, di Zuira e del suo amico. Ore 17.30 gag del grande Fratello e invito a casa sua a Casablanca. Il viaggio riparte fino ad arrivare a Rabat ( davvero al primo colpo d'occhio ), dove riceviamo una confortante notizia: il pullman dopo Casablanca non sarebbe andato subito a Marrakesh ( a 260 km), ma avrebbe fatto una leggera deviazione (500 km ! ) per toccare Kouribva e sarebbe arrivato a destinazione alle 5.00 ora locale. Pieni di felicità e con il cuore in festa ci siamo preparati a trascorrere la terza nottata in pullman. A Casablanca ( ore 20.00 locali ) salutiamo i nostri compagni di viaggio e ripartiamo verso il nostro destino. Un'unica domanda ci aveva accompagnato: arriveremomai a Marrakesh e soprattutto: esiste davvero Marrakesh? Ore 3.00 sosta per un opportuno spuntino degli autisti ( circa 1,5 ore ) e poi via…con le prime luci del mattino ecco intravedere le mura rosse della Medina: as-salaam alaikum Marrakesh. Orario d'arrivo previsto: ore 9.30 del 2 Agosto; orario d'arrivo effettivo: ore 5.40 locali. Totale ritardo : 21 ore !!

3 Agosto

Primo contatto con lo "trotto" : il "petit taxi" ha sparato subito 20 Dh per la corsa e poi sceso a 10 Dh . Dopo la doccia giro in Place Dja-el-Fna! Cerchiamo dove mangiare e finalmente ci sediamo da colui che diventerà il nostro amico: Gennariello. Subito ecco la Tajine, Cous-cous e tè alla menta: ragazzi siamo proprio in Marocco!! Alla sera la piazza si anima ed ecco il Tremolone, che viene ribattezzato il Pez a causa delle pezzate sotto le ascelle sempre presenti anche dopo la doccia, con la scimmia sulla spalla!! Lo segue a ruota Giuse, denominato presto lo Chef con una punta di ironia. Tacchinaggio, sempre difficile con il Tremolone, con la ragazza dell'hennè ( con tatuaggi "pour cadeaux" ) e giro per il souk!! Scomessa di fine serata allo Chef: far versare ben venti bicchieri d'aranciata alle bancarelle senza prenderne nessuno e facendoli tutti impazzire! Scommessa vinta e, forse da qui il titolo di chef, fetta di melone rimediata: minchia che ridere !!

4 Agosto

Visita guidata per la Medina con lo Chef. Momento topico: tè in terrazza sulla piazza! IL coda, chiamato il Berb per il suo fantastico aqcuisto nonché per la sua faccia da extra-comunitario, viene subito abbordato da una bionda ( un tipo può piacere…un cofano power!!), mentre lo Chef lascia sfuggire una marocaine bruna stregata dal fascino italiano e passa la palla al Pez, il quale però non coglie; quindi ce ne torniamo tutti in albergo : prima scimmiata generale dopo l'ultima visita da Gennariello.

5 Agosto

Ecco il grande giorno : il magnifico viaggio in macchina sta per iniziare, tutto è pronto ormai niente ci può fermare ...no!! La carta di credito del Pez non và !! Non abbiamo più soldi !! "Vai a telefonare !" Il Fez ormai è in iperventilazione, mentre il Pez si sta mangiando il fegato… no fermi tutti,…funziona, …era il solito marocchino gentile ma testa di cazzo…! Le pulsazioni del Fez tornano in regime: tutto a posto, si parte con il Pez alla guida. Destinazione : Ouarzazate ( Fez come si dice?). Arrivo a Ait-Benaddou: stato della vettura dopo 2 ore di viaggio: scheggia sul parabrezza e sedile posteriore bruciacchiato !! Alla sera cena da Pepé: davvero impeccabile col frak, nonostante le attese interminabili .

6 Agosto

Colatio da Pepé e lezione di botanica dallo pseudo guardiano della Palio, riconoscibile per una targhetta di rame incisa da lui stesso. Oggi tappa calda: 160 Km fino a Zagora nella valle del Draa, sotto questi 45 °C di frescura. Ecco subito i primi segni di cedimento del tessuto connettivo encefalico: nel deserto solinghi ci sorprendea l'imago fugace dell'assenza di ogni forma vivente, perciocchè ci dammo a nuove forme di espressione artistica: a levante il deretano abbronzato del Berb e a ponente lo Chef in mutande che correa dietro i petit taxi marocchini. L'aria calda ci accompagnò fino al cartello : "Tomboctou 52 giorni di cammello"; eccoci a Zagora!! Lauto pranzo di Tajine e Brochette accompagnato dallo scirocco a 50°C e dalle foto del deserto. Il melone fresco ci ha fatto sognare un momento erotico con una "bocca di rosa" marocchina e relativi nocciolini in faccia. Visita del Tuareg, proposta di gita col Tuareg, faccia entusiasta per il Tuareg e bidone finale con inculata al Tuareg incazzato. Ritorno a Ouarzazate incandescente, doccia a scrocco in hotel e cena di fisso da Pepé. Totale bottoglie d'acqua consumate: 17, cioè 25,5 litri !! RECORD!!

7 Agosto 1999

Partiamo alla volta di Erfoud attraverso la Valle del Dadès, con deviazione di 40 km in una fantastica gola di terra rossa costellata di Kasbe in un paesaggio da sogno. Ore 12:30, la voglia ha il sopravvento: freno a mano tirato e abluzione dissacrante nell'Oued Dadès, in mutande e sandali, ululando ai "marokein" sulla strada! Riprendiamo il viaggio non prima di sentire i richiami alla preghiera del Fez, gioioso per i suoi pantaloni zuppi dopo essere scivolati dolcemente da un masso dritti dentro il fiume. Dopo una sosta a Tinerhir con pranzo scandaloso al Des Amis a base di salades e frutta in compagnia degli animali di Maometto (gatti vari), via verso Erfoud. Strada diritta in mezzo a una piana desertica a perdita d'occhio. La domanda è: "dove saranno le colonnine per il soccorso stradale?". "Meno male che quelli dell'agenzia ci hanno dato il numero verde dell'Avis! Arrivo ad Erfoud, ore 17:00. Incontro con ghisa per informazioni e con finto marocchino-algerino con turbante da pseudo-tuareg, le cui intenzioni non sono molto chiare, ma che in poche parole ci ha da subito scassato la minchia! Contributo del Fez: "Lo Chef HA riuscito a telefonare alla Mari". Abbiamo trovato subito l'albergo Essada in cui è avvenuto l'incontro clou della vacanza: Mohammed Cous-Cous, un ragazzo sui 20 anni, baffetti da ricchione e classico sorriso marocchino pronto per incularti. Il suo compito sarebbe stato quello di guidarci fino a Merzouga, dove avremmo potuto dormire e avventurarci nel deserto, e il giorno dopo riportarci indietro. Inoltre sarebbe stato il nostro schiavo per le prossime ore! "AFRICA", "Tenda Nomadè", "davvero !!": ecco le sue uniche espressioni di senso compiuto. Notte d'inferno all'hotel Essada ad Erfoud: gradazione sulla pelle sui 50°, umidità circa 100%, stanze che si affacciano su una pompa di gasolio (poi cambiata con l'alloggio di un'amica dell'albergatore che aveva lasciato un po' di vestiti del mestiere nell'armadio). Totale minuti dormiti: 21.

8 Agosto 1999

Giornata densa!! Sveglia ore 8:00 (sveglia per modo di dire vista la nottata). Colazione da Totò e comparsa dello schiavo Mohammed. Spesa (2 meloni e 4 pani) dagli amici di Mohammed Cous-cous, che per gentilezza hanno caricato i prezzi in modo bastardo. Finalmente partiamo per Merzouga. "Lo Trocto" per la guida a Merzouga e gita in giornata nel deserto con dromedari: era partita da 450 Dh a testa ("150 Dh pour moi, la guida: grande esperienza" ci disse Mohammed puntando il dito sui suoi occhietti da down) e poi scesa a 300 Dh: comunque ancora un'inculata solenne! Alla guida il Pez, affiancato da Cous-cous e dietro gli altri 3, già in partenza in posizione di sicurezza prevedendo "un atterraggio di fortuna". Piacevoli i primi 15-20 Km a parte il solito rompicoglioni con la sua "Tenda Nomadé" e Le fossil inclusi, immediatamente messo a tacere da un "forse dopo"!! Ma ecco che improvvisamente il dito saggio di Mohammed indica - totalmente a caso - una pista "sur la droit" che ovviamente il Pez dai riflessi prontissimi, si lascia sfuggire. Niente paura: Mohammed fa indietreggiare la voiture e ci ritroviamo subito nel deserto! La grande esperienza del Cous-cous si dimostra subito nel farci percorrere un tragitto impervio ma sicuro, lasciandosi a fianco buche e banchi di sabbia. Passata una Kahsba, a 15 Km dall'asfalto e a 15 Km dalla meta, ecco il momento clou: lo sguardo di Mohammed si incupisce; i suoi occhi si stiringono nello sforzo di raccogliere tutta l'esperienza passata trasmessagli da generazioni e generazioni di cammellieri e guide e infine il dito indica una pista davanti a noi, coperta da un sottile strato di sabbia. Il Pez indugia un attimo (probabilmente la caga sta salendo!) e chiede come attraversare l'ostacolo. Le mani di Cous-cous ondeggiano un po' e il Pez, rassicurato dalla classica risatina della guida, ingrana la prima e lo imita. Pochi secondi dopo la fedele Palio si ritrova svuotata di bagagli e passeggeri, con 15 centimetri di sabbia che ricoprono i suoi cerchioni. Il bel viso ridente del nostro schiavo diventa subito cupo, e una valanga di merda comincia a scivolargli addosso togliendogli la parola e rallentandolo fino a fermarlo quasi completamente l'unico neurone presente in quella testa di noce. Iniziamo a scavare con foga, ma tutto è inutile. Mohammed prende allora lo Chef e insieme iniziano a dirigersi nel deserto circondati da un deserto, su altre piste alla ricerca di qualche fuoristrada e della Tenda Nomadé che ci venga a soccorrere. L'arsura è forte ma il prolasso ai testicoli domina su ogni altra sensazione! Mantenendo la freddezza che gli compete lo Chef procede sulla sabbia aguzzando la vista (si fa per dire) fino a che avvista una jeep di spagnoli. La salvezza !!! La guida degli spagnoli, probabilmente più affidabile del povero Mohammed, ricaccia dentro alla buca la sabbia e facendo oscillare la Palio (Massimo Rispetto) la rimette sulla buona pista. I rimanenti 15 km sono percorsi con enorme ansia e finalmente, da parte di Cous-cous, in silenzio. Incolumi arriviamo a Merzouga all'Hotel Tomboctou: una simpatica costruzione tra le palme e le dune dell'immenso Erg Chebbi. Ad accoglierci uno stuolo di uomini in blu dotati tutti quanti di turbante e relativo tamburello. Tra gli uomini in blu spicca per importanza e carisma "Bari": un personaggio dallo sguardo molle ma misterioso, che ci stupisce per il suo approccio amichevole e confidenziale. Dopo un momento di tipica ospitalità berbera (cioè The alla menta e concertone di 8 percussioni e un benjo), Bari ci spiega il giro con i dromedari tra le dune e la stellata che ci aspetta con relativo "tappetino e spinello". Alle 16:00, durante una scopetta rilassante ci si presenta un individuo dotato di enormi occhi a palla e di 3 denti d'acciaio sporgenti come speroni che, esprimendosi con suoni gutturali, chiede le chiavi della macchina. Sarebbe stato subito calpestato come un insetto fastidioso se Mohammed Cous-cous non fosse intervenuto traducendo le intenzioni dello sconosciuto, il quale doveva recarsi ad acquistare il pane. Ovviamente la Palio non sarebbe mai caduta in mano a una simile creatura e quindi lo Chef si offrì di portarlo fino alla più vicina panetteria. Fu questa l'occasione per conoscere "J'ACHETE'". La panetteria si trovava a 5 Km di piste percorsi sotto la guida di Mohammed Cous-cous (che non capiva una mazza) e J'Achetè, il quale alla domanda: " Sei stato in qualche altro posto?", rispondeva: "Oui, oui, dans le Desert, dans le Desert". Dopo un po' di a "la droit" ecco il vero scopo della gitarella: Mohammed, senza, patente, vuole guidare. Non potendo rifiutare lo Chef cede il volante e l'ultimo Km fino all'albergo è percorso con grande ansia tra sussulti della Palio e suoni incomprensibili di grande euforia di J'Acheté. Per il giro con i dromedari abbiamo bisogno dei turbanti, contro il vento del deserto. Quindi Cous-cous ci accompagna da un suo amico che ce li presta e che ci invita nel suo negozio per la sera. Ora siamo pronti per l'escursione "power"! Capitolando lentamente dal capo supremo Bari, conduttore di Hillary Clinton e di quello scorfano di sua figlia, al fratello Amid (dallo sguardo molto sveglio), capitiamo infine nelle mani di un dodicenne sdentato: Joseph. Partiamo alla volta del Sahara. La carovana vede in testa Joseph a piedi nudi sulla sabbia a 45° che conduce il dromedario Joe Farouk del Berb; segue l'Innominato del Pez, Felipe del Fez (dalle innumerevoli cagate) e in coda lo Chef con il fedele Lele, un dromedario autistico sbavante e cecchio. La gita rimane irraccontabile per la bellezza straordinaria, ma ricordiamo qualche istante che rimane nella memoria. Davanti ad un tramonto spettacolare tra le dune rosee, incantati udiamo solo dei trilli provenienti da Joseph: aveva lanciato una bottiglia piena di sabbia giù da una duna e stava esultando per la felicità. Erano i primi suoni emesii dalla sua bocca e giunti ai nostri orecchi. Tornando sotto una stellata favolosa, dopo che Joseph aveva sbagliato strada nonostante la pila del Berb, il Fez chiede di Fermarsi: "Felipe, Felipe, cosa fai? Felipe,…" Il Fez sta' cavalcando il collo di Felipe il quale gridava in dromedariesco: "Come mi sai addosso!!!" Tornando nella nostra cattedrale nel deserto abbiamo dovuto evitare nell'ordine: venditore di turbante offeso perché non andavamo a sentire le storie (del cazzo!) delle 4 tribù berbere; Bari col suo tappetino "per fare lo spinello un po' più in là"; e dulcis in fundo: J'Achetè, che fattosi vicino minacciosamente col suo sorriso da denti d'acciaio chiede:" - Hashish pour moi - Veramente noi… - No, no J'Hacheté (da cui il nome) - Ma tu come ti chiami? - Amid - Solo Amid? - Amid il cousiner,…J'Acheté! Magnifica notte in terrazza "aspettando" l'alba nel deserto.

9 Agosto 1999

Alba in terrazza? Mohammed Cous-cous non ha dormito per "voir" i nostri bagagli (l'ultima cazzata!); gag del cousiner e partenza verso Fes. Dopo la traversata in macchina con disotterramento di un camper di rottami (forse la famiglia Adams) e frase: "con me sicuri, no problemi"; "Sì, sì solo sabbia"; "Tranne ieri"; (sguardo di Mohammed offeso) arriviamo a Erfoud, dove scarichiamo il rottame, che voleva anche un souvenir ("ma non prenderci per il culo?!?) Ore 15:00, arrivo a Fes. Allogggio: Hotel du Commerce (dopo un'intensa ricerca) l'unico con i prezzi fissi dal 1918, anno in cui il proprietario, oggi ancora vivo, era nel fiore degli anni. Giro in Medina: il Pez e il Berb hanno assistito ad una manifestazione. Un'orda di tifosi che accompagnavano il morto su una barella di compensato gridando: "Iallà, Iallà, Iallala" correndo fino a perdere il fiato (solo uomini naturalmente) tra le vie di Fes el Bali: era un tipico funerale marocchino. Alla sera cena a Fes el Bali (la città vecchia) nella bancarella in cui lavorava Robi come P.R. e assaggio della Pastilla: riso, sfoglia, pollo, ricoperta di cannella e zucchero; un cocktail veramente da sbocco.

10 Agosto 1999

Alzata tardi per recuperare le forze perdute. Visita nella Medina e ottimi acquisti tra cui il tamburello di pesce e di dadi di radica fatta a mano. Alla sera scenette in camera del Pez e del Berb (fuori come delle scimmie) con lo Chef (in arte! "Hallo Spank") sulla finestra fuori di suo più di tutti e il Fez intento a scrivere le sue cartoline in un angolino, coperto dalle ingiurie degli altri.

11 Agosto 1999

Eclissi! La Tv marocchina afferma, sempre a detta dei marocchini, che chi uscirà di casa diventerà cieco: di conseguenza come se fosse logico, tutto chiuso fino alle 12:00, persino il museo Nazionale delle Scienza e della Tecnica marocchino.

12 Agosto 1999

Lo chef entra ufficialmente in cagotto. Trasferimento a Meknes e alloggio nell'ostello della gioventù. "Raga, è il compleanno di mia madre!" dice il Pez. Telefonata: primo tentativo, 10 Dh in fumo e incazzamento del Pez con la mamma. Secondo tentativo: il Pez riesce a comunicare con sua mamma e le fa gli auguri, annunciando il nostro arrivo a Fes! Ennesima cazzata! Il Pez si trova in balia dei suoi compagni diventati strozzini a causa della sua impossibilità di prelevare. Visita nel pomeriggio alla Medina, favorevolmente colpiti da un puttanaio di Gazzelle! Lo Chef e il Fez accusano: primi segni di astinenza da birra, introvabile in 'sto paese. Sconsolati torniamo in ostello. "Scopetta" e "Ciapa no" vinte gloriosamente dal Fez: cosa starà facendo ora la Crì? La mano del Berb ondeggia su e giù con ovvio significato.

13 Agosto

Visita a Volubilis: rimaniamo colpiti dalle rovine romane! Soprattutto lo Chef, che volendo lasciare un segno tangibile del suo passaggio, si sbrega un ginocchio facendo cadere un masso su un mosaico del 217 d.C., incolume fino a quel momento. Il Pez rimane abbagliato dall'arco di tironfo, sotto il quale passa una venere italiana con una canottiera arancione attillata, che dà il via a un forsennato pedinamento: Nòoooo! Nòoo… Gag di un gruppo di italiani davanti a un segno fallico in rilievo su un mattone. Visita a Moulay Idriss: alla "petit terrasse" incontriamo Alì, il quale però viene bocciato in storia e letteratura araba a causa di una breve interrogazione a cui il candidato risponde con una classica scena muta. "Je suis le roi de la photographie!" lo Chef urla al venditore della benedizione di Fatima, il quale era già stato ?????? dal Pez che gli spiegava di essere diabetico. Alla "grande terrasse" incontro con un marocchino molto simpatico e forse l'unico che praticava prezzi quasi onesti comunque contrattabili ulteriormente. Thè con Renato, guida esperta, conoscitore di 6 lingue e fumatore di hashish da 25 anni. Ci spiega finalmente il divieto dell'alcool e del fumo, affermando comunque che non tutti; ????? ?? fumano anche se tanti lo vendono! Alla sera finalmente birretta: la STORK va giù che è un piacere, anche se è proprio STORK. Notiamo che il locale è diviso in settori: il bancone è riservato alla prima birra; i tavoli retrostanti per la seconda e la terza e infine un vano con una griglia di protezione per quelli fuori come balconi! In ostello serata sotto le stelle e poi tutti a letto. Al buio il Pez si abbandona ai suoi sogni erotici mimando un'accoppiamento con la tipa arancione su un mosaico romano, ululando con dei sonori: "Noooo, Noo! Maiaaala!"

14 Agosto

Partenza da Meknes in direzione di Chefchouen. Guardiamo la cartina e leggiamo sulla Lonely cosa ci aspetterà: città tranquilla, gente pacifica e non esasperante e, letteralmente come riportato sulla guida, "con più Kif di quanto ve ne possiate immaginare". Dopo studi approfonditi e paziente ricerche sulle migliori cartine topografiche il Pez è in grado di affermare con sicurezza che Chefchouen si trova a 2050 m e che quindi il Goretex è indispensabile. Effettivamente il nome di questa città significa "guarda la vetta" e probabilmente si trova su un cucuzzolo, dominando le cime intorno ma non a 2000 m. Bando alle cazzate eccoci finalmente alle mura della medina. Subito immersi in un fantastico mix di colori e profumi, cerchiamo l'albergo, schivando i bambini di 7-8 anni con il loro "agdar"-sigarette e i quattordicenni che ci offrivano il campionario di Hashish e Kif e olio. La scelta, come al solito lo Chef fa centro, cade sull'albergo Zinka, gestito da "Vergogna": un simpatico siculo-lucano dedito da svariati anni all'arte di calamitare su di sé tutta la vergogna di Chefchouen. Pomeriggio: gazzelle e lustrata agli occhi, randellate di un vecchio incazzato contro il Fez che voleva fotografarlo e thè in terrazza da Totò: proprietario di una (per così dire) azienda agricola e dal fare molto accomodante. Alla sera "achetè" e …"cosa sale 'sto Kif!" E' proprio la città dei balocchi!!!

15 Agosto

Abbiamo ancora mezzo sacchetto di menta e con questo ce ne andiamo dritti verso Et Tleta Laou Oued, magnifica spiaggia consigliataci da Renato, la guida che sapeva 6 lingue. Ci si presenta in realtà questo spettacolo: fila di ombrelloni (ognuno con il suo caminetto fumante), sabbia nera e bollente, mare alla temperatura prossima allo zero assoluto e tamburelli sulla battigia alquanto trivella-ciolla. Scappati dopo un paio d'ore di sole da questa Rimini marocchina, non prima di aver messo su Bob Marley sullo stereo di una compagnia di diciotteni marocchini che in ringraziamento ci hanno offerto che cosa se non il Kif, sulla strada del ritorno rimaniamo stregati dalle gole in cui si insinua l'Oued Laou… e infatti ci scappa il bagnetto. In uno scenario surreale di un fiume luccicante e limpido, contornato da rocce e macchia mediterranea incontriamo due aborigeni del posto: Abdullate e Mohamed dallo sguardo molto saggio. Fin da subito gag molto esilaranti tra tuffi, bambini che volano in testa al Fez e difficoltà di comunicare (il concetto di età è qui sconosciuto). Il tutto sotto lo sguardo vigile e attento di un pastore errante dell'Andalusia. Il resto della giornata è dedicato ai ristorantini della città dei balocchi: dopo un momento in terrazza di cultura con Giacomino e Jaime, el Jefe dell'Hashish. Notevole lo Snack Bon Moubia: gamberoni e brochette da sparo, forse il migliore pasto consumato qui in Marocco. Ritorno in albergo e in ordine: sciolta dello Chef, stellata in terrazza al Kif, tacchinaggio del Berb alla spagnola bionda (Silvia) e riflessione finale sull'altra spagnola ("piscerà in piedi o seduta?" -Africa !-).

16 Agosto

Partenza dal "Paese dei Balocchi" con il Pez alla guida, che novità! Dopo scimmiate varie e 2 ore di viaggio lo Chef e il Fez chiedono una sosta per pisciare. Il Pez da buon Ponchia è contrario e afferma: "Son cazzi vostri". Con la forza degli insulti ci fermiamo e il viaggio riparte con lo Chef al volante. Inizia il calvario! Con la terza a 90 all'ora, effettua un sorpasso di un autotreno sulla corsia della morte che stava ormai scomparendo, mentre contemporaneamente un altro in direzione contraria si avvicinava minacciosamente. Gelido sulla mitica Palio, ma siamo ancora vivi! (Africa !) Dopo altri cagotti simili arriviamo finalmente alla capitale Rabat, l'ultima delle città imperiali. Rispetto a quanto visto in precedenza la prima impressione porta il Pez a chiedere: "Chef, dove cazzo ci hai portato? Stai male!?" Visitiamo quel poco che c'è: il museo archeologico, privo dei reperti più importanti, il mausoleo e la tomba di Mohammed V e Hassan II ("Ihhhhh! E' schiattaaaato!"). Cena in un attico simile ad uno stanzone d'ospedale vuncio , con cameriere poliglotta. Infine tramonto sul molo e gara di fotografia. Giro nella Kashba e il Pez:"Né, no, raga, stavolta è vero mi sta lumando. Perché lei mi guarda, io la guardo…" Ritorno in albergo del Pez e dello Chef in ritardo per una passeggiatina: la porta si apre e dal buio una voce d'oltretomba "ciao tremo"(il Fez), mentre una scimmietta strusciandosi contro l'angolino squittisce "Minchia che ridire"(il Berb).

17 Agosto

La partenza è vicina e ci concediamo uno svacco sulla spiaggia di Oualidia: "Sì, però la Corsica!". Cavalloni, sole, spruzzi e gazzelle! Tra tutte spicca questa diciannovenne dalla bocca invitante e dai capezzoli a chiodo (secondo il Berb). Dopo un bagno nell'oceano gelido e due ore di lumaggio, il Berb sferra l'attacco finale: le chiede il nome. Lei appoggiata sui gomiti e a pancia in giù con i seni caldi sulla spiaggia pronuncia con dolcezza, socchiudendo un poco gli occhi: "Imen". Un brivido percorre tutto il Berb che non può che fare altro che ritirarsi con nel cuore un solo pensiero: "Minchia che sesso !" Appropinquandoci alla macchina decidiamo di compiere l'ultima follia: cena a base di pesce. Sogliole, gamberi, e orate portate fresche da un pescatore alla Hemingway, tutto a 60 Dh a cranio: ma che portate! Ritorno in macchina su una strada buia dove il Berb deve evitare prontamente marocchini ubriachi con sterei da spiaggia sulla spalla: che mongoli!? Forse sono diventati cechi per le eclissi!

18 Agosto

Trasferimento a Casablanca e visita alla moschea di Hassan II (la terza dell'Islam). Poche ore prima della partenza in Pullman, tentativo di rissa del Berb con uno storto locale concluso con un paio di spintoni: Africa! Attesa del Pullman e partenza ore 23:00: cavoli solo un'ora di ritardo, non ci crediamo!

19 Agosto

Conosciuti già in stazione due marocchini-emiliani, ce li ritroviamo sul Pullman insieme ad una gazzella anche lei tenuta d'occhio già a Casablanca. Scatta subito la scommessa sull'età: 14, 18, 20…: è il Berb che ha la meglio, ha 17 anni ("Eh bè, ho fiuto per quell'età!"). Il suo nome è Hajan: subito convertito in Vaja o meglio Vagia! Il Pullman oltre alle gazzelle è molto composito. Si direbbe un pullman normale, ma dopo le prime soste e più ci si allontana dal suolo marocchino, cade il veto islamico sull'alcool e cominciano a fluire galloni di birra: abbiamo dunque un Pantani ubriaco che comincia a fare apprezzamenti alla moglie di un compagno di viaggio. Scatta subito la rissa, placata dal Bud Spencer marocchino. Finiti i bollori ci fermiamo in Spagna per una birretta e riscatta la rissa! Un poliziotto spagnolo si inventa, come ormai da ogni anno a questa parte, che ci sia una bicicletta sul pullman appartenente al barista. L'orgoglio marocchino esplode davanti a tale offesa: potranno rubare mai qualcosa proprio i marocchini???

20 Agosto

Sotto il tradizionale kaftano marocchino proprio delle famiglie più illustri, il più accanito fautore della lealtà innocentista marocchina si spazza 4 paia di occhiali da sole ad un autogrill; per poi improvvisare in pullman una pseudo-bancarella: che paradosso, un marocchino sul pullman del marocchino. Varcata la frontiera a Ventimiglia, ormai provati dal viaggio, dalla musica araba e da 'sti barbari marocchini inizia a insinuarsi tra noi l'idea di scendere a Savona per prendere un treno italiano che ci consenta di evitare la notte in stazione a Torino in Porta Susa. Detto, fatto! Scarichiamo i bagagli dal pullman e corriamo al binario 3. Baci e abbracci ai compagni di viaggio incontrati e un saluto…

… AI NIPOTI


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