LE DODICI FATICHE DI HERCULES

Leggendo vivrai mille avventure...Auguri


HERCULES
Era il primo giorno di vacanza. Il programma per il pomeriggio fatto da Protagonistadi anni ....,
amico1, amico2 era stato rovinato da un violento aquazzone estivo.
Pioveva a dirotto, l'acqua veniva giu a fiumi. Al solo pensiero di come si presentava noiosa la
giornata, alla combriccola era venuta una faccia da pesci lessi. Pochi minuti dopo però gia erano incollati davanti al videogioco di protagonista imitando le gesta di HERCULES. Erano alla quarta prova delle dodici che il forzuto eroe doveva superare, quando successe qualcosa di insolito.-Burrrhmbumm!! - si udì, seguito da una luce accecante. Il gruppetto chiuse gli occhi istintivamente e quando gli apri...Un essere gigantesco occupava mezza stanza.-E lui-esclamò 2 protagonista -Gulp! che muscoli!- disse sottovoce protagonista -Grazie mio signore! -disse il gigante con voce tuonante.-Mi ha chiamato mio signore!?!-disse Protagonista indicandosi con il dito.-In questo momento ho bisogno del vostro aiuto rispose Hercules.-Quanti anni hai?-chiese amico1 prima che amico2si riprendesse dalla sorpresa.-Naqui a Tarino nel secolo XIV a.c. Qualche migliaio di anni fa...circa-disse Hercules.-Hai migliaia di anni! Che vecchio disse amico2, ma Protagonista, che conoscieva bene la storia di quel gigante intervenne:-Non è vecchio, è immortale. E'uno degli dei dell'olimpo. Quello che non capisco è come possa essere arrivato fin qui. Sara scappato dal videogioco -pensò ad alta voce Protagonista Hercules impaziente di iniziare la sua missione spiegò tutto in poche parole:-Un raggio mi ha trasportato nel vostro strano mondo. Adesso non posso tornare all'olimpo se prima non porto a termine le dodici prove che mi furono assegnate secoli fa dal re del Peloponneso. Euristeo. Anche se la comitiva non sapeva in che modo avrebbe potuto aiutare Hercules, si offri ugualmente. La prima cosa che fece Protagonista fu quella di leggere il libretto delle istruzioni del videogioco nel quale venivano spiegate le famose dodici prove. Nel frattempo Hercules si aggirava nella stanza sfiorando con un dito, per paura di romperli, gli oggetti che vi trovava.- Adesso mi dite dove lo andiamo a prendere noi un Leone mostruoso.-disse amico1-lasciandosi andare allo sconforto. Battere un Leone era infatti la prima prova ed anche la prima difficoltà da superare. Ci sono! - esclamò Protagonista, saltando dalla gioia.- Che cos'è che avete, mio signore?- chiese Hercules con fare cerimonioso.- Fratello ho la soluzione al tuo problema disse Protagonista scoppiando in una risata. Il forzuto inarcò una delle sue sopracciglia esprimendo così la sua perplessità. - Ma dai! - disse Protagonista - troveremo sicuramente qualche cosa che richieda la tua forza, la tua bontà e le tue capacità sovrumane. Secondo me non è necessario che siano le stesse prove, basta che abbiano qualcosa in comune. Aveva smesso di piovere e i quattro stavano discutendo su come muoversi quando improvvisamente Hercules si mise a gridare! -Stinfaliaaaa! Stinfaliaaaa! ti ordino di raggiungermi! Un enorme uccello con il becco, le zampe e le ali di rame atterro ai piedi di Hercules. Ancora prima di potersi riprendere dallo spavento, si ritrovarono sopra quello strano volatile. Il forzuto aveva sollevato tutto il gruppetto con una sola mano, pochi minuti dopo aveva già compiuto tre giri intorno alla terra.-Quarda là!-gridò Protagonista indicando un punto lontano. Si vedeva un circo con una grande confusione intorno. Un Leone era scappato dal recinto e ruggiva disorientato.-Il Leone di Nemea!-esclamò Hercules-e aggiunse-Atterra Stenfalia, lo ridurro in poltiglia! Il forzuto scese a terra pronto alla lotta.-Non fargli del male.E'solo spaventato-gridò Protagonista Hercules si fermo pensieroso per poi avvicinarsi al felino con cautela.-Non avere paura, io non faccio del male ai Leoni buoni-disse allungando una delle sue enormi mani verso la folta griniera. Il Leone smise di ruggire e leccò ripetutamente la mano del forzuto.-Ha ha ha!-Hercules rideva- Mi fai il solletico! Un'ultima leccatina ed il Leone se ne tornò nella sua gabbia e si addormento come un cucciolo. Stavano salutando tutti gli artisti del circo quando alcune luci iniziarono a fare scintille.-ho no! Presto, bisogna fare qualcosa! Potrebbe andare a fuoco tutto il circo...-disse il pagliaccio. Nove acrobati si misero uno sopra l'altro per identificare il quasto. L'ultimo della piramide sfiorò il cavo ellettrico..AAAGHGHHH!-gridarono tutti e nove vibrando violentemente a causa della scossa elettrica.-Che non ti venga in mente di far del male a questi mortali!-disse Hercules minaccioso agli acrobati.-Ma cosa gli è preso?-chiese amico1 -Ha confuso gli acrobati con Idra dalle nove teste!-esclamò amico2. Protagonista accorse in aiuto di Hercules spiegandogli in due parole che cosa fosse l'elettricità; il millenario amico, capendo, si scuso per l'errore commesso. Senza perdere altro tempo il pagliaccio portò un rotolino di nastro isolante e Protagonista spiegò al gigante come avrebbe dovuto arrotolare il nastro intorno al cavo scoperto. Prima che il domatore riuscisse a staccare l'interruttore generale Hercules aveva già finito di aggiustare il tutto. La scarica elettrica che aveva assorbito era tale da far cadere al suolo qualsiasi mortale, ma al gigante aveva provocato solo un pò di solletico.- Per Giove, che buffo! e come se migliaia di formiche passeggiassero per il mio corpo. -disse il gigante molto divertito "L'uomo più forte del mondo", uno degli artisti del circo, invitò il dio dell'Olimpo a scendere in pista per una esibizione di lotta atletica e, per non avere vantaggi sull'amico, Hercules utilizzò una sola mano. Subito dopo salutarono tutti gli artisti del circo i quali erano loro molto grati e, a bordo di Stinfalia, partirono alla ricerca di nuove avventure. Stavamo sorvolando un fitto bosco quando, in una radura Protagonista si accorse che stava succedendo qualcosa di strano. Chiese a Stinfalia di scendere a terra; un animale incastrato in una trappola si dibatteva disperatamente. -Dobbiamo liberarlo, sta soffrendo molto - disse Protagonista -che razza di animale è? - chiese amico1 - E'una femmina di capriolo - -rispose Hercules, mentre con un sicuro colpo di spada tagliava il laccio che imprigionava la zampa dell'animale il quale aveva già perso molto sangue ed era quindi molto indebolito. Il gigante afferro il capriolo fra le sue braccia, mise Protagonista su di una spalla affinche gli facesse da guida e corse corse corse senza mai fermarsi prima di raggiungere la guardia forestale. Quando in fine giunsero anche amico1, amico2, in groppa a Stefalia, la giovane femmina di capriolo stava mangiando, segno che il processo di guarigione era ormai ben avviato. A malincuore abbandonarono i loro nuovi amici, ma avevano ancora nove prove da superare. Stavano cercando un prato da dove prendere il volo quando incontrarono una coppia di contadini che sembravano essere molto tristi. Si avvicinarono. -Ah! che enorme disgrazia! - disse la donna - era tutto ciò che avevamo per affrontare l'inverno! - Come faremo adesso? - si lamentava l'uomo. Con grande sacrificio avevamo allevato un bellissimo maiale ma gli era stato rubato. Hercules si infuriò. Voleva trovare quei senzacuore e ridurli in briciole. La banda riuscì a calmare il loro amico; la cosa più importante al momento era recuperare il maiale. Il piano di azione consisteva nel rastrellare la zona, e non appena trovati i ladruncoli avvisare Hercules. Quando furono trovati, i ladri, alla sola visione del forzuto, scapparono a gambe levate giurando di non commettere più un furto, Hercules catturò l'animale con una rete che aveva nel cinturone, lo sollevò con una sola mano e lo restituì alla coppia di contadini. I due, estremamente grati, non smisero di ringraziare il gruppo finchè quest'ultimo non sconparve nello orizzonte. Nella quinta prova il re Euristeo ordinò a Hercules di pulire una stalla che da trentanni nessuno più curava, nella quale vivevano tremila buoi. Il forzuto aveva risolto la questione deviando il corso di un fiume facendogli così attraversare la stalla. Nella nostra epoca coloro che allevavano buoi, hanno stalle costantemente pulite e poi... deviare il corso di un fiume poteva risultare una vera catastrofe. Ma il piano di Protagonista aveva comunque a che fare con la pulizia. Una discarica da ripulire sarebbe stata la quinta fatica di Hercules. La banda si organizzo; i quattro prepararono dei mucchi di immondizia; mentre Hercules, con le sue enormi mani, li riduceva in polvere. Il sindaco di quel paese venne presto a conoscenza di quanto i nostri eroi avevano fatto e mando una squadra di uomini per trasformare quell'area in un parco giochi. I giardinieri non poterono credere ai loro propri occhi: il gifante in pochi minuti aveva piantato tutti gli alberi. Si organizzò quindi una grande festa per celebrare l'avvenimento. Sfortunatamente Protagonista, la sua banda, Stinfalia ed Hercules dovettero presto lasciare la festa; avevano ancora molto da fare. Mentre volavano alla ricerca di una nuova avventura il millenario amico raccontava loro antiche storie. - Anche se adesso è molto docile Stinfalia è uno dei feroci uccelli della laguna di Stinfalia. Utilizzavano le loro piume di rame come freccie e... - Parlando di uccelli...quardate! - esclamò Hercules interrompendo il discorso. Formando un'enorme nuvolone nero milioni di stormi volavano insieme verso un'unica direzione. - Dobbiamo seguirli. Sono sicuro che nel posto dove si stanno dirigendo avranno bisogno di aiuto. - disse Protagonista infatti gli uccelli dal becco giallo, emettendo un suono assordante, si impadronirono di un piccolo villaggio. Il maestro del luogo fu l'unico che si azzardò ad uscire di casa per spiegare al gruppetto che cosa stesse accadendo. - Ci piace la compagnia degli uccelli, ma ce ne sono così tanti che presto nè noi nè loro avremmo più niente da mangiare. Prima che il maestro finisse di parlare Protagonista aveva gia trovato la soluzione. Hercules, con i suoi potenti polmoni, avrebbe dovuto soffiare con forza sui volatili per quattro volte. Una verso nord, un'altra verso sud, poi verso ovest ed infine verso est. Funzionò gli uccelli si dispersero in tutte le direzioni. Gli abitanti dell'intero vilaggio uscirono dalle loro case e si congratularono con i loro liberatori. Poco dopo sorvolarono il tratto di mare tra la Mauritania e il Sahara occidentale contemplando dall'alto le evoluzioni delle simpatiche foche monache. Improvvisamente cominciarono le foche ad agitarsi in uno strano movimento circolare. - C'è qualcosa che non va, ne sono convinto - disse Protagonista - andiamo a vedere! Un grande maschio di foca galleggiava immobile sul pelo dell'acqua, sembrava malato. Quando Stinfalia si posò sulla sabbia udirono una voce che invocava aiuto: era un biologo che gridava dalla scogliera. - Bisogna salvarlo! Aiutatemi! gridava l'uomo. Senza esitare Hercules si tuffò in acqua. Il mare era agitato. Una grande onda sommerse il gigante. - Non ci riuscirà! Annegherà! esclamò il biologo. - Ce la farà!, è forte come nessuno al mondo - disse Protagonista tranquillizando il biologo. - Guardate! Eccolo là! - disse con ammirazione amico1 Hercules uscì dall'acqua con il grande maschio di foca monaca sulle spalle e la piccola caletta si riempì di grida di gioia e felicità del gruppetto. Il grande mammifero marino aveva mangiato delle alghe tossiche ma grazie all'intervento di Hercules, era ancora possibile salvarlo. Il gruppo prosegui per la sua strada. La felicità regnava ancora fra loro quando udirono un grido - Aiutooo! - Proviene da dietro le colline - disse Protagonista - Stinfalia avvicinati! Superarono il promontorio ed arrivarono nella valle della quale si udiva la richiesta di aiuto. C'era un Luna Park, ma la gente era tutta intorna a una sola giostra e non aveva proprio l'aria di divertirsi. Un carosello di cavalli carico di bambini, a causa di un guasto, girava all'impazzata. I cavalli di Diomede si sono imbizzarriti escamò Hercules ricordando le sue antiche lotte con cavalli veri. - Devi domarli - gridò Protagonista al suo leggendario amico. Hercules fece subito un primo tentativo cercando di afferrare subito le briglie di un bellissimo sauro ma non ci riuscì, al secondo tentativo fù molto più fortunato, la giostra inizio a rallentare mentre i sandali del gigante facevano scintille per il forte attrito con il suolo. Il carosello fece altri due giri prima che Hercules riuscì a fermarlo completamente. I piccoli, sani e salvi, ringraziarono il forzuto salvatore regalandogli caramelle, lecca-lecca e pop corn. Dopo aver ripreso la forza con uno spuntino il gruppo riprese la rotta verso l'avventura. Era ormai tardo pomeriggio quando arrivarono in una grande città. Hercules voleva vedere come l'arte aveva raffigurato la sua immagine mitologica. E fù così che lasciarono Stinfalia in un parcheggio per dirigersi verso il museo. Chiesero al guardiano in quale sala potevano trovare dipinti di Hercules, ma questi non gli rispose. - Le succede qualcosa? - domandò Protagonista l'uomo indicò una vetrina vuota. La didascalia diceva: PEZZO UNICO. - l'hanno appena rubato...sotto il mio naso, perderò il lavoro - disse il quardiano angosciato. - Se l'hanno appena rubato il ladro deve trovarsi ancora nel museo - disse Hercules - Andiamo! Il gigante si mise statuario di fianco alla porta di ingresso. Una donna che stava uscendo, credendo Hercules una statua si soffermò ad ammirare la possente muscolatura, al contempo cercò di nascondere sotto la giacca una piccola borsa. Protagonista che era dietro una colonna, gridò: - La corona! la donna, molto dispiaciuta, radconto che avrebbe voluto restituirla dopo averla fatta indossare alla nipotina per un concorso in maschera. Continuando a parlare dell'accaduto, arrivarono al parcheggio dove trovarono Stinfalia che chiacchierava appassionatamente con una moto. Per superare la decima prova amico2 suggerì di cercare quel bulletto che qualche giorno prima aveva loro sottratto la preziosa collezione di dinosauri. La nuova destinazione del gruppo era quindi il parco frequentato dal bullo del quartiere. Stinfalia e Hercules si nascosero dietro una siepe e la banda andò incontro al ragazzo. - ciao - disse Protagonista - Ho una proposta da farti: se fai braccio di ferro con un mio amico e lui ti vince restituisci la collezione di dinosauri che ci hai preso. Il bulletto, piegato in due dal ridere, accettò. Ma alla vista di Hercules, la sua risata si spense. Il forzuto, nella sfida utilizzo solo il dito mignolo, ma vinse ugualmente. Il ragazzo restituì il maltolto e promise di non abusare mai più della sua forza. Anche questa prova era superata, quindi recuperarono Stinfalia da dietro i cespugli e ripresero il viaggio. - Dove potremmo trovare un giardino simile a quello delle Esperidi - Si chiedeva amico3. Ma Protagonista aveva previsto tutto: il giardino abbandonato della signora Erminia. La combriccola, con Hercules che lavorava per cento giardinieri, tutti insieme trasformarono il giardino in un piccolo paradiso dove l'anziana signora Erminia avrebbe potuto trascorrere tranquille giornate di riposo. Per ringraziarli la dolce nonnina preparò loro una squisita torta. Il Concerbero il cane con tre teste, era l'ultima prova che Hercules doveva affrontare. Ma i cani ai quali Protagonista aveva pensato avevano una testa ciascuno e si trovavano in una casa sporca e malandata, rifugio di randagi di ogni genere. Smontarono e pulirono tutto il recinto. Il gigante impastò grandi quantità di fango e con l'impasto costruì un accogliente villaggio. Con un forte soffio le costruzioni di fango divennero solide e resistenti. In realte avrebbe voluto dare ad ognuno di quei bei cuccioli una famiglia, ma questo purtroppo non era possibile nell'immediato e nell'attesa sarebbero stati più felici. Missione compiuta. Hercules stava per andarsene ma il ricordo delle fantastiche avventure vissute sarebbe rimasto. Per festeggiare andarono a mangiare un gelato. Il cono di Hercules lo chiesero con dodici gusti, ovviamente!
Ci auguriamo che questa favola sia stato di tuo gradimento.

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