I.R.R.S.A.E. Campania2.gif (19869 byte)

Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi per la Campania

 

rif3.jpg (3462 byte)

 

AUTONOMIA E RUOLO DEGLI I.R.R.S.A.E   (a cura del Presidente Nicola Zahora)

Nell'attuale stagione di cambiamenti, la scuola, in particolare è diventata luogo di molteplici innovazioni, con modifiche spesso radicali, dell'impianto giuridico e istituzionale.

Leggi promulgate, proposte e bozze di riforma stanno modificando completamente l'assetto istituzionale del sistema scolastico italiano, suscitando consenso, opposizioni, anche perplessità e ansie, soprattutto tra gli operatori scolastici.

Un dato positivo, comunque, può essere rilevato: la scuola ridiventa oggetto culturale, innescando un dibattito a tutto campo, non solo all'intemo o tra solo addetti ai lavori, ma anche all'esterno, coinvolgendo la cultura, la politica, il sociale.

Gli scenari di questi cambiamenti sono noti: obbligo scolastico, riordino dei cicli, contenuti essenziali, dirigenza dei capi di istituto, autonomia delle istituzioni scolastiche,...

Si tratta di scenari che si muovono ad incastro per realizzare un sistema scolastico nuovo, capace di rispondere in termini adeguati alle sfide della società italiana nella prospettiva dell'integrazione europea.

Il percorso non è stato facile e incontra ancora molte difficoltà, legate soprattutto ad un quadro di contingenza economica che, purtroppo, da sempre condiziona lo sviluppo della nostra scuola.

Le difficoltà, poi, sono legate alla pluralità dei soggetti coinvolti nel cambiamento. Si tratta di un pluralismo senza dubbio positivo nelle prospettive, ma che richiede un forte impegno di riflessione per la concreta realizzazione di tutti gli obiettivi.

 

La legge 15 marzo 1997, n. 59 vuole essere la prima risposta alle istanze autonomistiche emergenti in tutto il Paese.

Le disposizioni sull'autonomia delle istituzioni scolastiche costituiscono lo snodo fondamentale per l'organizzazione del nostro sistema di istruzione, sia dal punto di vista dei contenuti, sia da quello dell'organizzazione amministrativa.

Il cuore dell'autonomia è infatti nella parte dell'articolo 21 che definisce l'autonomia organizzativa e didattica, attraverso la quale le istituzioni scolastiche potranno differenziare e ampliare l'offerta formativa e porsi, inoltre, come sedi di ricerca, sperimentazione e sviluppo.

E' chiaro che tali aspetti non costituiscono il fine della riforma, ma il mezzo che lo Stato vuole utilizzare per assicurare un migliore e più efficace servizio nel settore dell'istruzione e della formazione.

Alle scuote, pertanto, viene affidata la responsabilità di individuare strategie, metodi e strumenti per il conseguimento degli obiettivi e degli standard, che costituiscono il limite invalicabile per l'esercizio dell'autonomia.

In questa prospettiva il Ministero ha avviato la sperimentazione nazionale alla quale potranno partecipare tutte le scuole che intendono verificare le proprie capacità organizzative, senza aspettare l'emanazione della legge.

La sperimentazione, peraltro, ha anche lo scopo di rilevare una serie di dati ed elementi preziosi per l'avvio ufficiale dell'autonomia.

Funzionale a questo è il grosso impegno, definito tra il Ministero della Pubblica Istruzione e gli IRRSAE, per il progetto di monitoraggio delle sperimentazioni.

Si tratta di un progetto complesso che vede impegnate ingenti risorse umane e finanziarie, proprio per raccogliere tutti quegli elementi funzionali all'effettivo esercizio dell'autonomia.

Il disegno di legge relativo al riordino dei cicli dell'istruzione, presentato al Parlamento nel giugno del 1997, è al centro di forte dibattito, con molteplici iniziative di incontro e di riflessioni. Stanno emergendo, in questo modo, suggerimenti e proposte che, attraverso una rielaborazione del testo originario, potranno tradursi in una legge che sia in grado (secondo le parole del Ministro) di " interpretare le esigenze prevalenti della società, nella convinzione che i temi della scuola non appartengono ad una maggioranza politica, ma siano tesoro comune di tutti coloro che costituiscono e sostengono la comunità nazionale".

 

Occorre rilevare, in sintesi, che il disegno di legge sul cicli vuole essere una risposta complessiva alle molteplici domande poste dalla società alla scuola, soprattutto negli ultimi dieci anni, con l'obiettivo specifico di fornire risposte più efficaci ai fenomeni dell'insuccesso scolastico, soprattutto in termini di ripetenze, espulsioni, abbandoni, troppo elevato in uno stato moderno

L'attuazione dell'autonomia e la riforma del sistema scolastico perderebbero di significato senza una necessaria ridefinzione dei "contenuti", dei saperi essenziali per gli alunni del duemila.

1 regimi di esperienza e delle conoscenze sono oggetto di una profonda trasformazione, dovuta non solo agli effetti della città dei media, ma anche alle rivoluzioni epistemologiche che hanno caratterizzato la scienza, l'arte, la tecnologia, le condotte collettive nel corso di questi ultimi scorci di millennio.

La scuola è investita in pieno da queste trasformazioni e non le basta solo aggiornarsi. Essa deve essere messa in grado di ridefinire il suo tessuto culturale, anche nella prospettiva della globalizzazione. Il problema non è solo di approntare nuovi programmi, ma anche di caratterizzare a formazione scolastica con un assetto epistemologico che le consenta in entrare in sintonia con le trasformazioni.

Su questo terreno la commissione dei saggi, incaricata di definire i saperi irrinunciabili per a formazione scolastica del futuro, ha operato una sintesi sulla quale è opportuno aprire un tavolo di confronto ad ampio raggio.

L'autonomia delle scuole potrà essere effettiva solo si esprime in una capacità di progettare, attuare, controllare, rettificare e valutare le attività di apprendimento. E' necessario, pertanto, che sia sostenuta, sul piano tecnico e scientifico da attività che consentano di rispondere alle diverse esigenze valutative raccogliere le informazioni necessarie per il funzionamento del sistema scolastico

Il servizio nazionale per la qualità dell'istruzione istituito con la direttiva 307 si pone in questa prospettiva. Esso, infatti, ha lo scopo di facilitare questo compito complesso, fornendo il supporto tecnico necessario per l'assunzione delle decisioni adeguate a soddisfare le varie esigenze che si presentano nello specifico contesto in cui opera ciascuna scuola.

Quale primo nucleo del Servizio sarà costituito un Archivio Docimologico per l'autovalutazione delle scuole. Si tratta di realizzare un " contenitore" strutturato, nel quale devono confluire, sia uno strumentario valutativo, sia i risultati prodotti dall'utilizzo degli strumenti valutativi.

Realizzato con le più recenti tecnologie informatiche l'archivio è posto in rete e potrà essere utilizzato da tutte le scuole.

Il progetto per la realizzazione di obiettivi e standard nazionali presuppone la costruzione di un sistema di supporto alle istituzioni scolastiche, impegnate sul fronte del rinnovamento.

In questa prospettiva la legge sull'autonomia scolastica stabilisce che il CEDE, la BDP e gli irrsae siano riformati come enti finalizzati al supporto delle istituzioni scolastiche.

La decisione di assegnare ad enti altamente specializzati la funzione di accompagnare e sostenere il processo di riforma appare quanto mai opportuna.

Nel nostro sistema scolastico molto spesso le innovazione hanno incontrato difficoltà e rallentamenti. In modo particolare questo si è verificato quando gli operatori scolastici non sono stati sostenuti adeguatamente nel processo di aggiornamento e di ricostruzione delle competenze professionali.

Ciò è apparso evidente, per esempio, nel momento in cui le scuole si sono dovute misurare con la Carta dei servizi e del PEI che avrebbero dovuto essere elementi tangibili del processo di trasformazione che ha investito la scuola.

Proprio in questa prospettiva, quindi, gli enti finalizzati al supporto dell'autonomia, e in particolare gli IRRSAE, potranno svolgere un ruolo significativo nella costruzione , sia di una

nuova identità professionale dei docenti, sia di nuove e diverse competenze, specialmente per quanto riguarda le nuove forme di decisionalità collegiali.

La riforma dì questi Enti prevista dall'art. 21 della legge 59, anch'essa "in dirittura di arrivo, deve essere attuata in modo che essi possano svolgere non solo il compito di supporto all'autonomia, ma allo stesso tempo devono costituire momenti di cerniera tra gli indirizzi generali del Ministero e le specificità dei sistemi formativi regionali.

Riteniamo, infatti, che l'esercizio dell'autonomia prende corpo all'interno della comunità regionale e nel più ampio complesso formativo, entro il quale si colloca la formazione universitaria, la formazione professionale, la formazione permanente e, più in generale, la politica degli sbocchi professionali e occupazionali.

Tenuto conto di tutto questo, gli IRRSAE devono essere visti come momenti interni al sistema formativo regionale, come centri di confluenza nel quale convergono le istanze e i bisogni delle istituzioni scolastiche autonome dell'amministrazione scolastica centrale e periferica, delle università e degli Enti locali.

L'interpretazione di queste istanze si traduce in capacità di rappresentarne i bisogni e le esigenze in termini di progetti e di operosità propositiva sul terreno dell'autonomia organizzativa e didattica, su quello della ricerca, della sperimentazione, della valutazione e dello sviluppo e, quindi, sulla formazione degli operatori sui quali poggia la concreta realizzazione dell'autonomia.

Senza la essenziale e autonoma capacità progettuale e propositiva degli ~SE l'esercizio dell'autonomia verrebbe fortemente messo in pericolo, dal momento che si verrebbe a creare una fra~ difficilmente sanabile tra gli impegnativi compiti delle istituzioni scolastiche e Il sistema di supporto che ne garantisce l'effettiva attuazione.

Il nuovo ruolo degli istituti si definisce, ancora, nell'ambito di una riforma complessiva del ruolo e delle funzioni del personale tecnico, sia attraverso una riprofessionalizzazione specifica, sia . e soprattutto, attraverso una radicale modifica delle forme di reclutamento.

Il ruolo degli IRRSAE, Infine, si concretizza e si rafforza mediante l'attivazione di procedure di concertazione con gli Enti Locali, ma anche con Enti e Associazioni, pubbliche e non, che operano sul territorio. Tale concertazione deve porsi come fine l'individuazione di obiettivi precisi, capaci di realizzare " la promozione dello sviluppo delle comunità", secondo il dettato dell'articolo 1 della legge 59. In tale azione occorrerà salvaguardare "il perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione" e, nello stesso tempo, valorizzare le specificità e le differenze legate al bisogni e alle capacità della comunità regionale e territoriale.

In rapporto a questo quadro di riferimento è necessario, a nostro avviso, porre al centro del palcoscenico la specificità della scuola del mezzogiorno, per molti versi con tratti comuni, per altro verso con le caratteristiche di ciascuna regione.

Per quanto riguarda la Campani una prima specificità è costituita dal bacino di utenza diversificato al suo interno, con notevoli differenziazioni tra le aree costiere e metropolitane a forte urbanizzazione, e le zone interne, montuose, disagiate, impoverite dal forte flusso migratorio

Tale bacino di utenza fornisce al sistema scolastico circa un milione di alunni, che portano con loro le loro diversità in ordine alle esigenze, al bisogni, alle variabili sociali e culturali.

Per queste esigenze il sistema scolastico campano predispone una offerta formativa estremamente diversificata, sul piano culturale, sul piano organizzativo e sul piano dei servizi.

Abbiamo il timore che proprio l'autonomia, paradossalmente, potrebbe contribuire ad aumentare le diversità sul versante negativo di una ulteriore frantumazione del pianeta scolastico in una costellazione di entità scolastiche, ciascuna chiusa nel suo contesto, anche perché prive degli strumenti e delle risorse umane necessarie per una positiva messa in rete delle esperienze i innovative.

Occorre, poi, valutare, l'incidenza che possono condizionare o annullare le spinte innovative, derivante dalla diversa qualità dei servizi erogati dagli Enti Locali, soprattutto dopo l'entrata in vigore del decreto 112 che ha trasferito ad essi tutte le competenze essenziali per predisporre una offerta formativa di qualità.

E' noto che, nel quasi generalità, negli enti locali del mezzogiorno manca una cultura della

scuola.

Quando e nelle situazioni in cui questo e possibile gli enti si limitano alla fornitura delle sole strutture e della refezione per le scuole dell'infanzia.

Basti un esempio per tutti. Per la mancata fornitura dei servizi la grande valenza culturale, sociale e pedagogica del tempo nella variabile organizzativa della scuola elementare è stata di fatto

 

vanificata dalla quasi scomparsa del tempo pieno e dall'appiattimento dell'organizzazione del turno antimeridiano, con la conseguente compressione delle discipline, alienante per il bambino e fuorviante per la professione docente.

Ci permettiamo di dire che se, almeno una parte dei fondi messi a disposizione dalla 440 per sostenere l'autonomia, fosse stata messa a disposizione delle scuole per risolvere i problemi accennati, si sarebbe realizzata veramente l'autonomia, ma , soprattutto, si potevo effettivamente creare quelle condizioni per tutti 0 alunni di esercitare il diritto allo studio che dovrebbe essere possibile per tutti gli alunni delle diverse contrade del nostro disomogeneo paese.

Queste considerazioni devono costituire elementi fondamentali per un progetto di ampio respiro per confrontarsi in forma positiva con un elemento del tutto nuovo nella cultura e nella storia della nostra scuola dovendo altresì' affrontare variabili problematiche derivanti dall'assenza totale nel nostro sistema scolastico di una cultura e una mentalità valutativa e autovalutativa.

La predisposizione del progetto porta a ridisegnare l'architettura globale dell'Istituto, prefigurando parametri ed elementi nuovi riferiti a ruoli e funzioni inseriti per assolvere ai nuovi compiti istituzionali e culturali.

Su queste basi, le modalità di gestione delle risorse finanziarie e umane dovranno trovare una nuova e diversa collocazione, con una definizione dei servizi e delle funzioni del personale, per rispondere in forme efficaci al due compiti fondamentali del supporto all'autonomia e della ricerca educativa.

Il passaggio al nuovo assetto sarà possibile dopo questa fase transitoria che vede impegnato l'Istituto su progetti nazionali, sul completamento dei progetti in atto e su quelli definiti per l'anno 1999.

Questa fase sarà caratterizzata da un impegno forte per potenziare le risorse e, soprattutto, consentire l'affermazione di una immagine positiva dell'I.R.R.S.A.E Campania su tutto il territorio nazionale, con il superamento della logica del localismo e l'approdo ad una logica di rete nazionale che può costituire il solo futuro possibile nel nuovo sistema scolastico.

Con riferimento a questo quadro complessivo, il piano delle attività per l'anno 1999, sarà predisposto sulla base di tre parametri essenziali in ordine prioritario:

1 ) Attuazione progetti nazionali di rete:

a)Monitoraggio sperimentazione autonomia; b) Monitoraggio formazione per l'autonomia; c) Progetto F.A.Re.

2) Completamento progetti iniziati nell'anno 1998 e progetti impegnati nello stesso esercizio finanziario;

3) Nuovi Progetti

                                                                                                                                                          Il Presidente

Nicola ZAHORA.

 

torna su

indietro.gif (1498 byte)