Ci sono cose che vengono portate alla luce fuori dal
Nicaragua. Almeno una volta all'anno, la rivista "Fortune 500" pubblica una
lista delle imprese che hanno ricevuto i maggiori benefici durante questo
periodo. Allo stesso modo ci sono riviste che pubblicano la lista delle persone
che figurano come titolari dei conti bancari più ricchi del mondo.
Non so se in Nicaragua si sia mai realizzata questo tipo di
classifica, ma non sarebbe male. Non solo perché siamo curiosi di sapere quali
sono le cifre che maneggiano certe famiglie in Nicaragua, ma anche perché
supponendo che queste cifre sono precisamente una parte significativa
dell'ammontare della produzione del paese, devono essere almeno di pubblico
dominio le quantità che le imprese a carico di queste famiglie ricevono in
benefici e le spese di investimento.
Non si tratta di immischiarsi nei beni e nelle fortune
personali che ostentano varie imprese, ma di sapere i numeri che si muovono in
esse che, nonostante siano private, restano sempre un bene per il Nicaragua,
come gli piace annunciare nei vari spot pubblicitari dei loro prodotti.
E' il caso della famiglia Pellas - per esempio - o la
famiglia Mantica, o altri cognomi che in Nicaragua non possono essere
separati dal suono del denaro su cui tutti speculano (vizio questo molto
nicaraguense) parlando di milioni o miliardi.
A volte basta pronunciare il cognome Pellas, Mantica o quello
di Humberto Ortega e immediatamente si fa il gesto inconfondibile con le dita a
mo' di un grosso fascio di biglietti.
Nessuno però sa di che cifre si sta parlando. Può essere che
se lo sapessimo avremmo una sorpresa così grande da lasciare aperta la porta del
sospetto. Questo sospetto non punterebbero solo ad azioni illegali (nonostante
un amico, piccolo imprenditore e incorreggibile fraudolento che guadagna e perde
somme importanti con la stessa facilità, mi diceva che rispettando
scrupolosamente la legge nessuno hai mai fatto soldi: ad un certo punto é
necessaria una piccola truffa).
L'odore del sospetto non arriva dagli stessi ambiti da dove
provengono le follie di Arnoldo Alemàn, dal riciclaggio di denaro o da
altri atti illeciti, ma da qualcosa che va anche molto più in là di quanto
stipulato dalla legge, da un dovere che ha a che vedere con la giustizia e con
la morale, a volte scritta e a volte no.
Una forma così generale che lascia aperta la possibilità di
non rispettarla, come le frasi meravigliose della Costituzione. Mi riferisco,
per citare un esempio, a frasi come "i lavoratori hanno diritto a partecipare
alla gestione dell'impresa per mezzo delle loro organizzazioni e in
conformità con la legge" (art.81) o "i lavoratori e gli altri settori
produttivi hanno il diritto di partecipare all'elaborazione, esecuzione e
controllo dei piani economici" (art.101).
Può essere che non ci interessi sapere la quantità esatta dei
guadagni di questa o quella famiglia, ma quello che sicuramente ci interessa e
che abbiamo il diritto di conoscere é quanto apportano al paese di
questa accumulazione di ricchezza.
(Edificio Pellas - Foto G.Trucchi)
Poco tempo fa abbiamo saputo che l'Edificio Pellas ha goduto
dell'esenzione dalle imposte di costruzione a cambio di poterle
pagare con i primi guadagni. Il governo glielo ha permesso perché il cognome é
una garanzia sufficiente. Un piccolo imprenditore non potrebbe mai godere
dello stesso beneficio. Però questa é solo una minuzia. Quello di cui parlo é la
trasparenza nel maneggio di questi grandissimi capitali.
Non si capisce come mai gli investimenti realizzati nel paese
da molte di queste famiglie non influiscano, ad esempio, sugli aumenti salariali
dei lavoratori, mantenendosi al massimo al livello standard di tutto
il paese. Qual'é quindi la differenza? Gli aumenti intaccherebbero una
piccola percentuale dei guadagni, ma aiuterebbero una condizione essenziale per
lo sviluppo di un'economia più che liberalizzata, come la vuole il governo e
queste famiglie, che é la possibilità di aumentare il consumo e il risparmio.
Invece questi investimenti arricchiscono sempre di più le famiglie potenti e la
forbice tra ricchi e poveri del paese aumenta sempre più.
In Nicaragua, dove la povertà é ormai una situazione
drammatica dato che siamo ai livelli più bassi dell'America Latina dopo Haiti, é
difficilmente giustificabile l'accumulazione di capitali così grandi come quelli
di queste famiglie.
C'é qualcosa che puzza di marcio in questo sistema economico
che permette il progredire di differenze tanto grandi. Non é nemmeno accettabile
la giustificazione che chi ha tanto denaro é perché se lo é guadagnato lavorando
sodo. Ci sono i casi dei maestri, operai e medici che lavorano tantissimo e non
arrivano nemmeno al 15 del mese. Lavorano anche molto le donne della zona franca
ed é questa la forma di lavoro a cui punta questo governo. E' una cosa buona per
la situazione di povertà, dicono.
Forse sarà buona per mantenere la povertà, perché non capisco
come uno possa uscire dalla povertà o cominciare a risparmiare guadagnando
meno di cento dollari al mese.
Non si capisce come, in un paese dove il Sistema di Sanità
Pubblica non é capace di dare un'assistenza degna di tale nome ai pazienti
per la mancanza di medicine e strumenti, dove la gente nella zona rurale muore
senza sapere il perché, possa esistere un ospedale così moderno ed equipaggiato
come quello fatto costruire dalla famiglia Pellas. Non é certo un male che
esista, ma é assurda questa differenza così scandalosa ed oscena.
In mezzo alla Carretera a Masaya, in un paese che ha ancora
paura a costruire case di due piani per la memoria ancora piena dei ricordi dei
terremoti, s'impone ostentatamente l'edificio di una di queste famiglie che
guadagna così tanti soldi.
I sospetti ci saranno sempre. Non ho dubbi che gli
investimenti di queste famiglie portino benefici a molta gente, ma sarebbe
giusto far sapere al paese la differenza tra investimento, beneficio e guadagni
personali. Questi numeri sono sì d'interesse pubblico.
Se possiamo sapere la quantità dei soldi inviati in Nicaragua
dai connazionali emigrati all'estero, perché non conoscere la quantità di questi
nicaraguensi che vivono qui? Il primo é il denaro dei poveri e nonostante tutto
resta la principale entrata del paese. Il secondo é il capitale dei ricchi, di
quelli che vengono da fuori e di quelli che sono qui e del quale non si sa mai
nulla.
Un'altra differenza ancora. Mentre non si conoscano le
quantità di queste famiglie del denaro, in Nicaragua, tra i denti o con le dita,
si continuerà a sospettare in silenzio.