Le famiglie del denaro in Nicaragua
 
 
(Carlos Pellas - Foto END)
 
Ci sono cose che vengono portate alla luce fuori dal Nicaragua. Almeno una volta all'anno, la rivista "Fortune 500" pubblica una lista delle imprese che hanno ricevuto i maggiori benefici durante questo periodo. Allo stesso modo ci sono riviste che pubblicano la lista delle persone che figurano come titolari dei conti bancari più ricchi del mondo.
Non so se in Nicaragua si sia mai realizzata questo tipo di classifica, ma non sarebbe male. Non solo perché siamo curiosi di sapere quali sono le cifre che maneggiano certe famiglie in Nicaragua, ma anche perché supponendo che queste cifre sono precisamente una parte significativa dell'ammontare della produzione del paese, devono essere almeno di pubblico dominio le quantità che le imprese a carico di queste famiglie ricevono in benefici e le spese di investimento.
Non si tratta di immischiarsi nei beni e nelle fortune personali che ostentano varie imprese, ma di sapere i numeri che si muovono in esse che, nonostante siano private, restano sempre un bene per il Nicaragua, come gli piace annunciare nei vari spot pubblicitari dei loro prodotti.
E' il caso della famiglia Pellas - per esempio - o la famiglia Mantica, o altri cognomi che in Nicaragua non possono essere separati dal suono del denaro su cui tutti speculano (vizio questo molto nicaraguense) parlando di milioni o miliardi.
A volte basta pronunciare il cognome Pellas, Mantica o quello di Humberto Ortega e immediatamente si fa il gesto inconfondibile con le dita a mo' di un grosso fascio di biglietti.
Nessuno però sa di che cifre si sta parlando. Può essere che se lo sapessimo avremmo una sorpresa così grande da lasciare aperta la porta del sospetto. Questo sospetto non punterebbero solo ad azioni illegali (nonostante un amico, piccolo imprenditore e incorreggibile fraudolento che guadagna e perde somme importanti con la stessa facilità, mi diceva che rispettando scrupolosamente la legge nessuno hai mai fatto soldi: ad un certo punto é necessaria una piccola truffa).
L'odore del sospetto non arriva dagli stessi ambiti da dove provengono le follie di Arnoldo Alemàn, dal riciclaggio di denaro o da altri atti illeciti, ma da qualcosa che va anche molto più in là di quanto stipulato dalla legge, da un dovere che ha a che vedere con la giustizia e con la morale, a volte scritta e a volte no.
Una forma così generale che lascia aperta la possibilità di non rispettarla, come le frasi meravigliose della Costituzione. Mi riferisco, per citare un esempio, a frasi come "i lavoratori hanno diritto a partecipare alla gestione dell'impresa per mezzo delle loro organizzazioni e in conformità con la legge" (art.81) o "i lavoratori e gli altri settori produttivi hanno il diritto di partecipare all'elaborazione, esecuzione e controllo dei piani economici" (art.101).
Può essere che non ci interessi sapere la quantità esatta dei guadagni di questa o quella famiglia, ma quello che sicuramente ci interessa e che abbiamo il diritto di conoscere é quanto apportano al paese di questa accumulazione di ricchezza.
 
  
(Edificio Pellas - Foto G.Trucchi)
 
Poco tempo fa abbiamo saputo che l'Edificio Pellas ha goduto dell'esenzione dalle imposte di  costruzione a cambio di poterle pagare con i primi guadagni. Il governo glielo ha permesso perché il cognome é una garanzia sufficiente. Un piccolo imprenditore non potrebbe  mai godere dello stesso beneficio. Però questa é solo una minuzia. Quello di cui parlo é la trasparenza nel maneggio di questi grandissimi capitali.
Non si capisce come mai gli investimenti realizzati nel paese da molte di queste famiglie non influiscano, ad esempio, sugli aumenti salariali dei lavoratori, mantenendosi al massimo al livello standard di tutto il paese. Qual'é quindi la differenza? Gli aumenti intaccherebbero una piccola percentuale dei guadagni, ma aiuterebbero una condizione essenziale per lo sviluppo di un'economia più che liberalizzata, come la vuole il governo e queste famiglie, che é la possibilità di aumentare il consumo e il risparmio. Invece questi investimenti arricchiscono sempre di più le famiglie potenti e la forbice tra ricchi e poveri del paese aumenta sempre più.
 
In Nicaragua, dove la povertà é ormai una situazione drammatica dato che siamo ai livelli più bassi dell'America Latina dopo Haiti, é difficilmente giustificabile l'accumulazione di capitali così grandi come quelli di queste famiglie.
C'é qualcosa che puzza di marcio in questo sistema economico che permette il progredire di differenze tanto grandi. Non é nemmeno accettabile la giustificazione che chi ha tanto denaro é perché se lo é guadagnato lavorando sodo. Ci sono i casi dei maestri, operai e medici che lavorano tantissimo e non arrivano nemmeno al 15 del mese. Lavorano anche molto le donne della zona franca ed é questa la forma di lavoro a cui punta questo governo. E' una cosa buona per la situazione di povertà, dicono.
Forse sarà buona per mantenere la povertà, perché non capisco come uno  possa uscire dalla povertà o cominciare a risparmiare guadagnando meno di cento dollari al mese.
Non si capisce come, in un paese dove il Sistema di Sanità Pubblica non é capace di dare un'assistenza degna di tale nome ai pazienti per la mancanza di medicine e strumenti, dove la gente nella zona rurale muore senza sapere il perché, possa esistere un ospedale così moderno ed equipaggiato come quello fatto costruire dalla famiglia Pellas. Non é certo un male che esista, ma é assurda questa differenza così scandalosa ed oscena.
In mezzo alla Carretera a Masaya, in un paese che ha ancora paura a costruire case di due piani per la memoria ancora piena dei ricordi dei terremoti, s'impone ostentatamente l'edificio di una di queste famiglie che guadagna così tanti soldi.
I sospetti ci saranno sempre. Non ho dubbi che gli investimenti di queste famiglie portino benefici a molta gente, ma sarebbe giusto far sapere al paese la differenza tra investimento, beneficio e guadagni personali. Questi numeri sono sì d'interesse pubblico.
Se possiamo sapere la quantità dei soldi inviati in Nicaragua dai connazionali emigrati all'estero, perché non conoscere la quantità di questi nicaraguensi che vivono qui? Il primo é il denaro dei poveri e nonostante tutto resta la principale entrata del paese. Il secondo é il capitale dei ricchi, di quelli che vengono da fuori e di quelli che sono qui e del quale non si sa mai nulla.
Un'altra differenza ancora. Mentre non si conoscano le quantità di queste famiglie del denaro, in Nicaragua, tra i denti o con le dita, si continuerà a sospettare in silenzio.
 
(di Francisco Javier Sancho Mas - END)