Durante il programma radiofonico serale "Sin Fronteras", Grigsby ha più volte espresso le sue riflessioni rispetto al patto e alle conseguenze che potrà avere. Ne riportiamo alcuni passaggi.
"Questo patto suscita tristezza perché, tra le altre considerazioni, dimostra che la nostra generazione di rivoluzionari, almeno all’apparenza, ha fallito: non siamo riusciti a conservare il potere, non siamo riusciti a trovare una via per riconquistare il potere senza rinunciare ai principi e al progetto rivoluzionario e al contrario ora ci troviamo una classe dirigente che ha rinnegato questo progetto e si è consegnata ai somozisti. Dobbiamo pensare al modo di costruire un modello diverso per le future generazioni, dobbiamo lavorare ad una strategia ad ampio respiro nella speranza che i giovani sappiano recuperare ciò che noi ora non siamo in grado di difendere a favore del popolo; la sfida sta nel come fare e nel trovare chi sia disposto a farlo.
Il patto è irreversibile, è già concluso. Può invece essere reversibile il danno al Fronte Sandinista ma questo dipende da tutti noi che ancora ci sentiamo antisomozisti ed antimperialisti ed aspiriamo a costruire in Nicaragua una società diversa. Si può minimizzare il danno se coloro che si considerano rivoluzionari passeranno all’azione, si organizzeranno per conquistare la maggioranza negli organi di base, nei municipi, nei dipartimenti, per ridare al partito la sua identità rivoluzionaria. E’ un lavoro duro che passa attraverso la riconquista delle coscienze ma lo si può fare anche se non dall’oggi al domani. Possiamo cambiare il nostro partito se ricominciamo a lottare, a organizzare le lotte, a mobilitarci nelle strade per colpire il cuore del patto che è l’imposizione del neoliberismo, a impedire l’aumento delle tariffe di energia ed acqua potabile. Qual è infatti il vero obiettivo di Alemàn? Ottenere "una pace sociale" spacciata per governabilità per potere imporre la sua politica.
COMUNICATO DEL FSLN DEL 24 SETTEMBRE
Il FSLN, seriamente preoccupato per il destino del nostro paese, ha fatto sforzi organizzativi interni ed ha promosso accordi rispetto la legge elettorale e costituzionale per creare le migliori condizioni per vincere le prossime elezioni, unica possibilità per mettere in pratica politiche patriottiche, progressiste e popolari, per favorire gli interessi dei poveri, dei lavoratori, per dare spazio ai giovani e per rendere sostanziale l’eguaglianza tra uomini e donne.
A questo documento della dirigenza del partito (il testo riportato è solo uno stralcio) Grigsby risponde: "E’ una bugia di dimensioni colossali affermare che i somozisti siano gente tanto per bene da consentirci di riformare le leggi e la Costituzione per vincere le elezioni. Questo argomento potrebbe essere sufficiente ma in più c’è il fatto che trattare con il somozismo vuol dire esattamente il contrario e cioè il suicidio politico del Fronte: abbandonare l’identità rivoluzionaria del partito, abbandonare la lotta popolare, lasciare il popolo al suo destino è un suicidio che ci garantirà la sconfitta.
Un conto è cercare di portare riforme alla legge elettorale, cosa su cui tutti i sandinisti sono d’accordo, e decapitare l’attuale Consiglio Supremo Elettorale corrotto e pro-somozista guidato da Rosa Zelaya. Sul riformare la legge in modo che sia più giusta ed equa siamo d’accordo ma questo non ha nulla a che vedere con l’eliminare la sottoscrizione popolare. Non ha nulla a che vedere con la collegializzazione della "Contraloria General de la Republica" o con l’innalzamento del numero dei membri della Corte Suprema di Giustizia per ottenerne una parte. Una legge elettorale equilibrata non ha nulla a che vedere con il consegnare il controllo della Contraloria al governo corrotto di Alemàn affinché un ladro controlli altri ladri. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la vittoria elettorale per ottenere la quale non è necessaria l’introduzione del voto a maggioranza qualificata al posto di quella semplice per potere destituire il Presidente della Repubblica. Per vincere non è necessario concedere ad Alemàn una carica parlamentare automatica in modo che non possa finire sotto processo. E questo solo per toccare alcuni dei punti più rilevanti del patto.
Inoltre affermare che vincere le elezioni è "l’unica possibilità di mettere in pratica politiche patriottiche, progressiste e popolari" vuol dire affermare che se non si è al governo tanto vale starsene a casa perché non si può esercitare nessun tipo di politica in questo senso. Allora a che servono i deputati nell’Assemblea, i Sindaci o i Consiglieri Comunali?
Rispetto alla dichiarazione della dirigenza del Fronte, inserita nello stesso comunicato, che "espressioni pubbliche su mezzi di comunicazione o per altre vie come le assemblee di partito, che ledano la dignità, l’onore dei militanti del FSLN o il prestigio e l’unità del partito, sono inammissibili e soggette a sanzioni statutarie", Grigsby commenta: questa dichiarazione è pericolosissima perché evidenzia una corrente fascista all’interno della Direzione. Praticamente si afferma che criticare il patto vuol dire ledere il partito ed è quindi inammissibile e passibile di espulsione.
Sfidando la Direzione ad espellere lui e tutta la sinistra e quindi a mettere in pratica le sue minacce, Grigsby afferma: la storia ci insegna che le crisi politiche si risolvono politicamente e non con decisioni amministrative, burocratiche, repressive e poliziesche. Le crisi politiche richiedono soluzioni politiche e queste richiedono un dialogo tra pari per raggiungere un accordo. Questo è quello che serve all’interno del Fronte. Un modo efficace per risolvere questa crisi sarebbe che la dirigenza rompa il patto e rinunci a tutti gli incarichi in quanto ha dimostrato di non avere la capacità, la rappresentatività, l’etica necessaria per dirigere il FSLN. Che ognuno dei membri della Direzione ritrovi la dignità della propria storia personale, la stessa rettitudine che ha utilizzato nella guerra contro Somoza, abbia il coraggio di rompere il patto e rinunciare al comando. Questa sarebbe la via per trovare una soluzione alla crisi politica del nostro Fronte Sandinista.