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Il punto di vista di Daniel Ortega

Non abbiamo a disposizione una vera e propria intervista a Daniel Ortega che sia specifica sul tema del cosiddetto "patto" tra il FSLN e il governo liberale di Alemán, ma possiamo rifarci alla parte del suo discorso del 19 luglio 1999, in occasione del 20º anniversario del trionfo della Rivoluzione, in cui affronta il tema in questione.

Negli altri punti di questo discorso si è fatto un bilancio di questo ventennio, confrontando le conquiste sociali dei 10 anni di governo rivoluzionario con i danni provocati dai due governi neoliberisti che sono venuti subito dopo, cioè quello di Violeta Chamorro nel 1990 e di Arnoldo Alemán nel 1996. Ortega ha insistito specialmente su due punti: il primo è che il negoziato col governo è necessario e il Fronte Sandinista può trattare da una posizione di forza che gli deriva dal suo radicamento nella società nicaraguense; il secondo punto è un richiamo all'unità del partito, dato che il "patto" ha scatenato un acceso dibattito politico tra favorevoli e contrari, con questi ultimi che lo interpretano come una resa verso la destra di governo e temono una perdita di identità dello stesso FSLN.

Già in un'intervista al mensile "Visión Sandinista" di luglio, Ortega sosteneva che finché il Fronte non ritornerà al potere, non potrà modificare in modo sostanziale le scelte politico-economiche del governo liberale: quindi, senza alternative possibili l'unica cosa da fare è trattare con questo regime.

Riportiamo di seguito il brano dell'intervento di Ortega in Piazza della Rivoluzione (ora rinominata "Piazza della Repubblica") in cui parla della trattativa con il governo.

"(…) Andremo alle elezioni municipali il prossimo anno e dobbiamo conquistare i comuni di Managua e di Chinandega; bisogna che torniamo a vincere a León e ad Estelí, dovremo riuscire a eleggere più sindaci di quanti, nonostante la frode, siamo riusciti ad ottenere nelle ultime elezioni.

Nel 2001 ci saranno le elezioni presidenziali. Per questo è necessario che ci organizziamo e ci prepariamo nel migliore dei modi. Preparare ed addestrare il personale dei seggi elettorali nei comuni sandinisti, organizzare il Fronte per il controllo dei seggi in tutto il territorio nazionale.

Abbiamo però un problema, e lo voglio spiegare oggi a tutti coloro che sono riuniti qui, nella Piazza della Rivoluzione.

La Legge Elettorale e le riforme costituzionali varate nel 1995 hanno facilitato la truffa durante le elezioni, poiché la Costituzione nata dalla Rivoluzione era stata riformata in quell'anno dai deputati della UNO: dopo l'entrata in vigore delle riforme, si erano spartiti le cariche statali, rimuovendo i sandinisti dai poteri dello Stato, dalla Corte Suprema di Giustizia, dal Potere Elettorale, ma senza poterli accusare di corruzione o altro. Il "delitto" di questi compagni era di appartenere al FSLN e, così come venivano licenziati i maestri sandinisti - maestri capaci, onesti, sottopagati - allo stesso modo sono stati rimossi i magistrati dal Potere Elettorale e da quello Giudiziario. In quest'ultimo ne rimanevano tre su dodici, mentre in quello Elettorale nemmeno uno.

Dopo tutto questo, per garantirci contro un altro furto elettorale abbiamo il dovere di prepararci molto bene, ma bisogna anche cambiare la Legge Elettorale e introdurre magistrati sandinisti nel Consiglio Supremo Elettorale, in modo che il Fronte abbia una sua rappresentanza in questa istituzione.

Inoltre siamo favorevoli all'ampliamento, con due magistrati in più, della Corte Suprema di Giustizia: dobbiamo tenere conto che di questi tempi in molti processi, molti dei quali sono condotti da somozisti corrotti, i poveri non hanno alcuna possibilità di vincere. Sono i contadini, le famiglie povere che vivono perdendo le loro terre e le loro case in seguito alle sentenze di questi tribunali.

I nostri avversari, coloro che si erano alleati all'interno della UNO, ci stanno accusando di essere "pattisti". In realtà, loro non hanno nemmeno tentato di scendere a patti con il neoliberismo, perché non ne hanno la forza: dopo la sconfitta elettorale si sono tolti il fazzoletto rosso e nero e si sono arresi al neoliberismo, al capitalismo e all'imperialismo e volevano che il FSLN facesse lo stesso. Noi abbiamo risposto "Questo mai!".

Ora si lamentano perché il Fronte sta negoziando con il governo. Perché lo sta facendo? Perché per riformare la Legge Elettorale o la Costituzione sono necessari 56 voti in parlamento e noi possiamo contare solo su 36, quindi bisogna negoziare.

Abbiamo negoziato con la Contra nel 1989 a Sapoá per porre fine alla guerra, eravamo costretti a farlo. Anche nei giorni precedenti il trionfo della Rivoluzione si era dovuto trattare con gli USA per evitare un loro intervento diretto nel nostro paese. Fummo costretti a dare il Ministero della Difesa a un colonnello della Guardia Nazionale di Somoza, che si chiamava Bernardino Larios. Non bisogna dimenticarsi la storia! Il fatto importante era che l'Esercito Popolare Sandinista e la Polizia Sandinista fossero nelle mani del popolo nicaraguense.

Questa campagna in cui ci chiamano "pattisti" è uguale a quella che ci avevano scatenato contro, accusandoci di esserci arricchiti illegalmente in quella che chiamavano "la piñata". Alcuni continuano ancor oggi a ripeterlo, ma noi diciamo che invece ne siamo orgogliosi, perché ne hanno tratto beneficio i poveri, si è data la terra ai contadini, la casa, la salute e l'educazione al popolo, i trasporti per migliaia di persone povere. Non siamo pentiti, non ci vergognamo della "piñata", anzi, ripeto, ne andiamo orgogliosi.

È la stessa gente che aveva ricevuto benefici allora e che nonostante tutto ci accusava, quella che oggi si scandalizza per il patto, è quella gente che sputa nel piatto in cui mangia.

Allora, ci conviene o no avere almeno un rappresentante nel Consiglio Supremo Elettorale per le prossime elezioni? Ci conviene o no avere due magistrati in più nella Corte Suprema di Giustizia? Ci conviene o no riformare la Legge Elettorale in modo che non si eleggano deputati con 100 voti e si rispettino invece i voti del popolo e il Fronte non torni a perdere deputati, né a lasciarsi defraudare nelle elezioni?

Se voi mi dite qui che non si deve negoziare, rimarremo fermi a questo punto. Andremo alle elezioni con questa Legge e questo Consiglio Elettorale!

Compagni, voi avete l'ultima parola: dobbiamo andare fino in fondo con questo negoziato? Quelli che sono disposti ad appoggiare il negoziato che porta avanti il Fronte Sandinista, che alzino la mano!

Noi non siamo, né siamo stati, né saremo pattisti, perché non siamo e non saremo dei traditori.

Voi credete che la gente della UNO, quando era al governo, abbia negoziato con noi morendo dalle risate? Credete che questo governo stia morendo dal ridere mentre negozia con noi? Quando mai avete visto un potente, un ricco, uno sfruttatore, che si mette a dialogare con un povero, a negoziare con un povero?

Ci volevano schiacciare, rifiutavano di riceverci, ma si sono visti obbligati a negoziare con noi per la forza che ha il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, perché è chiaro che o ci rispettano o ci faremo rispettare!

Questo è un popolo che non si lascia intimidire né dalle minacce, né dalle pallottole. Hanno tentato di usare la Polizia Nazionale nella repressione del popolo. Sono morti diversi studenti, alcuni trasportatori e anche alcuni poliziotti in quegli scontri; hanno tentato anche di impegnare l'Esercito nella repressione.

Perché? Perché vorrebbero che questo Esercito e questa Polizia, che sono nati dalla Rivoluzione, che portano in sé il sangue del FSLN, puntassero i fucili contro il popolo e che cominciassimo ad ammazzarci tra noi sandinisti.

Però si sbagliano. Anche coloro che oggi vogliono che sparisca l'Esercito: possono anche farlo scomparire, ma qui davanti c'è questo esercito che è molto più grande, più grande dell'Esercito Nazionale o della Polizia Nazionale. La campagna che stanno conducendo contro queste istituzioni non li porterà da nessuna parte, quello che fanno è seminare vento e chi semina vento raccoglie tempesta.

Ci saranno le elezioni municipali l'anno prossimo, probabilmente nel mese di novembre, quando piove meno, in modo che la gente possa andare a votare. Dobbiamo prepararci per vincere quelle elezioni.

Poi verranno le elezioni del 2001 e vi dico, compagni sandinisti, compagni nicaraguensi, che oggi la gente povera, quella che aveva smobilitato dalla Contra e che aveva dato il suo voto alla UNO nel 1990 e all'Alleanza Liberale nel 1996, si è convinta che l'unico partito dei poveri, l'unico partito dei contadini in questo paese, è il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. Sono convinto che, per quanto ci possano infangare, per quanto ci possano calunniare, il sandinismo non se ne andrà dal cuore del popolo (…)".