Torna all'indice

Relazione della brigata "Ocalan 99"

Breve valutazione emersa dal gruppo che ha partecipato al campo di lavoro con l'Associazione Italia-Nicaragua di agosto 1999.
 

Partiamo dall'Italia a diverse riprese per ritrovarci il 3 Agosto a Managua, presso la AEPCFA (Associazione di Educazione Popolare Carlos Fonseca Amador) che farà da referente per il progetto lavorativo della brigada.

Ad accoglierci una giornata piovosa, caldo-umida, classica da stagione delle piogge nicaraguense: è qui che si costituisce la brigada internazionalista "Ocalan", formata da 15 italiani che hanno deciso di impegnarsi in questo paese, spinti dal desiderio di conoscere, capire e portare il proprio contributo, facendo del lavoro uno strumento di interrelazione tra diverse culture e impegnandosi in prima persona in un paese più povero, oggi duramente colpito anche dall'uragano.

Abbiamo trovato calore e accoglienza nelle famiglie che ci hanno ospitato nelle loro case, talvolta privandosi di un letto, condividendo tutto ciò che avevano, nella loro semplicità e con le difficoltà che l'uragano ha incrementato. Condividere gli spazi e la quotidianità in ogni momento della giornata ci ha permesso di avviarci verso una completa integrazione con la gente.

Il campo si è svolto a San Francisco Libre, "El Lugar más Caliente de toda Nicaragua", come ci è stato presentato al nostro arrivo, un pueblo a 80 Km a nord della capitale, sul lago di Managua.

Inizialmente la brigada si sarebbe dovuta occupare di due progetti differenti: nella prima settimana di imbiancare un centro di cure idro-terapiche che è sorto nei pressi del paese, nel restante periodo avremmo dovuto lavorare nel vivaio del pueblo preparando la semina per un progetto di riforestazione.

Gli alberi da frutta a San Francisco Libre sono indispensabili perché oltre a garantire un sostentamento sicuro alla famiglia, contribuiscono a trattenere il terreno durante le frequenti ed abbondanti piogge, oltre che a fornire un piccolo angolo ombreggiato sotto cui ripararsi nelle ore torride.

Data la grandezza della struttura e l'inadeguatezza degli strumenti a disposizione, il primo compito si è dimostrato subito arduo, faticoso e non ci ha permesso di impegnarci nel secondo progetto. In ogni caso, anche se alcuni campisti si sono ammalati durante il periodo, ce l'abbiamo fatta, ed il 23 agosto, anniversario della "Cruzada de Alfabetización" si è inaugurato il centro, con una grande festa che ha visto anche la partecipazione di

esponenti noti del Fronte Sandinista e di numerosi altri volontari presenti a San Francisco Libre ed impegnati in progetti di solidarietà.

Un gruppo di ottici italiani, ha infatti sottoposto a visita oculistica praticamente l'intera popolazione, portando a San Francisco per la prima volta gli occhiali!!

Nel frattempo si sono anche preoccupati di istruire un gruppo di ragazzi che sono ora in grado di portare avanti autonomamente questo compito. Al loro fianco era presente un medico con due giovani volontari che hanno raggiunto anche le comarche (comunità) più isolate.

Un gruppo di volontari baschi ha dato invece una mano nella ricostruzione delle case dei pescatori distrutte dal Mitch. Due ragazze inglesi, infine, svolgevano attività ricreative con i bambini presso il "ranchon", centro di aggregazione del paese.

Si è evidenziato nel nostro gruppo un forte spirito internazionalista che ci ha accomunato e ci ha trovato forti di fronte alle difficoltà dovute al lavoro e alla realtà del paese: grazie allo spirito di solidarietà infatti ognuno di noi, pur nella propria individualità e differenza, ha cercato di fare di questa esperienza un ulteriore motivo di arricchimento.

Questo nonostante il fatto che la grande mole di lavoro non ci abbia permesso di confrontarci con le realtà politiche e associative del paese, appuntamento di solito previsto come bagaglio culturale aggiuntivo durante i campi di lavoro organizzati dall'Associazione.

Un ringraziamento va al medico Sergio Gaudino, del circolo di Viterbo, che per un mese ha prestato la sua professionalità a San Francisco Libre. Oltre a svolgere il proprio lavoro designato dall'AEPCFA, è infatti stato spesso al nostro fianco, ad assisterci e curarci per i vari problemi di salute che immancabilmente capitano a chi va in Nicaragua, in particolare a chi partecipa ad un campo di lavoro.

A conclusione delle tre settimane di lavoro, la brigada si è concessa una settimana di meritato riposo sulle sponde dell'Oceano Pacifico, a San Juan del Sur.