MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE TECNICA

  

 

P R O G E T T O

F A S E

 

 

 

OTTOBRE 1995

 

DIPLOMA DI PERITO FISICO-CHIMICO PER L'AMBIENTE

L'esigenza di curare la tutela dell'ambiente ed il miglioramento della qualità della vita ha creato la richiesta, in continua espansione, di tecnici preparati a compiere interventi specifici, di conseguenza si aprono interessanti prospettive occupazionali per i futuri diplomati.

Il profilo professionale delineato dal piano di studi è il primo livello di qualificazione che fornisce cultura, competenze e abilità nelle metodologie e nelle tecniche fisiche e chimiche.

Questa figura professionale è definita sulla base di un'attenta analisi delle richieste del mondo del lavoro e della società nel suo complesso.

Il perito FASE si forma attraverso un processo di educazione ambientale, fondato su conoscenze ed esperienze ed ispirato a nuovi valori etici di collaborazione sociale e di conservazione dell'ecosistema Terra, che promuove comportamenti individuali e collettivi compatibili con uno sviluppo sostenibile.

Le finalità del piano di studi mirano alla comprensione dei problemi ambientali nella loro intrinseca complessità. Lo studio dei principi teorici, delle tecniche e delle metodologie fisiche e chimiche trova applicazione nella prevenzione dei rischi , nella tutela e bonifica dell’ambiente, nel campo della fisica sanitaria e del controllo di qualità .

Caratteristiche di questa nuova figura professionale sono la polivalenza e la flessibilità nei diversi settori operativi, raggiunte attraverso l'approccio sistemico e la trasversalità dei contenuti di discipline quali "Fisica Applicata", "Chimica Bio-organica", "Fisica Ambientale" e "Chimica Ambientale" e mediante l' intreccio tra attività didattica e ricerca sul campo realizzato soprattutto nell'Area di Progetto che riserva particolare attenzione alle realtà territoriali.

Il triennio, per l'ampia preparazione di base che fornisce, consente di proseguire con profitto gli studi a livello universitario, ma é anche propedeutico a quei molteplici corsi post - diploma ad indirizzo specifico in cui potranno essere completati gli aspetti più professionalizzanti.

 

PROFILO PROFESSIONALE

Le prospettive occupazionali del diplomato esperto nelle tecniche e tecnologie fisico-chimiche di interesse ambientale inducono a definire una figura professionale caratterizzata, oltre che dalle specifiche competenze tecniche, anche dalla capacità di gestire in maniera sistemica la complessità dell'ambiente.

Questo tecnico dovrà integrare e correlare fra loro competenze scientifiche e tecnologiche con riferimento non solo ai cicli produttivi ma anche a quelli naturali ; pertanto deve possedere :

- le competenze necessarie per l'analisi e lo studio degli ecosistemi, per il miglioramento della qualità ambientale e per lo svolgimento dei compiti della fisica e della chimica ambientale;

- le nozioni di base riguardo ai fattori di rischio ambientale, all'inquinamento di natura fisica e chimica, al clima e al microclima, con particolare attenzione agli ambienti di vita e di lavoro, oltre che agli aspetti ambientali delle trasformazioni energetiche;

- le conoscenze di base per descrivere e prevedere la diffusione e l'evoluzione degli inquinanti nell’ambiente.

Può essere chiamato a:

- eseguire verifiche e controlli con misure di grandezze fisiche e chimiche in laboratorio e sul campo;

- collaborare allo studio di metodi di prevenzione e/o protezione da agenti di rischio fisico e chimico;

- contribuire alla realizzazione di interventi con mezzi fisici e chimici per il risanamento di situazioni di degrado ambientale e per il miglioramento della qualità della vita;

- collaborare alle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Per quanto riguarda la formazione generale questo tecnico deve aver acquisito la capacità di:

- operare scelte in modo autonomo e responsabile;

- affrontare problemi in situazioni non strutturate in precedenza, proponendo possibili soluzioni;

- lavorare in gruppo, integrando le proprie competenze con quelle di altri.

Oltre alla formazione professionale, il diplomato deve possedere una preparazione culturale che gli permetta di proseguire agevolmente gli studi anche a livello universitario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUADRO ORARIO

Discipline

Classi

Ore settimanali

per anno di corso

Prove

del piano di studi

di concorso

(a)

3^

4^

5^

di verifica

Lingua e lettere italiane

50/A

3

3

3

(b)

Storia

50/A

2

2

2

(b)

Lingua straniera

46/A

3

3

2

(b)

Diritto ambientale, legislazione sociale ed economia

19/A

---

2

2

(b)

Matematica

47/A

4

4

3

(b)

Fisica applicata

38/A

6(2)

4(2)

5(3)

(b)

Fisica ambientale

38/A

4(2)

6(3)

(b)

Chimica bio-organica

13/A

5(2)

(b)

Chimica ambientale

13/A

5(3)

6(4)

5(3)

(b)

Sistemi e strumentazione

34/A

5(3)

5(3)

5(3)

(b)

Educazione fisica

29/A

2

2

2

(b)

Religione/Attività alternative

------

1

1

1

------

Area di progetto (c)

Totale ore settimanali

36(10)

36(11)

36(12)

 

(a) D. M. n. 334 del 24 novembre 1994

(b) Le prove di verifica (scritte, orali, ecc.) non sono stabilite a priori; esse possono essere tutte utilizzate durante l’anno scolastico coerentemente con gli obiettivi che il docente intende perseguire nell’ambito della sua programmazione didattica. Tali prove concorreranno alla valutazione periodica e finale espressa da un voto unico.

Le prove per gli esami d’idoneità ed integrativi sono stabilite dalla commissione sulla base di un campione significativo di obiettivi d’apprendimento delle materie interessate.

Le prove per gli esami di maturità saranno scelte tra le seguenti materie caratterizzanti l’indirizzo:

- per la seconda prova scritta:

Fisica ambientale, Chimica ambientale, Fisica applicata, Sistemi e strumentazione.

- per il colloquio:

Matematica, Fisica applicata, Fisica ambientale, Chimica ambientale, Sistemi e strumentazione , Diritto.

(c) All'area di progetto, che rappresenta un indispensabile momento di sintesi da realizzarsi con un'attività progettuale interdisciplinare, deve essere destinato un numero di ore non superiore al 10% del monte ore annuo delle discipline coinvolte in questa attività.

N. B. - Tra parentesi sono indicate le ore di lezione da effettuare con il supporto del laboratorio.

 

COSTITUZIONE CATTEDRE

 

Classi

di concorso

Discipline

del piano di studi

Classi

di insegnamento

 

Ore

50/A

Lingua e lettere italiane - Storia

Nelle classi III, IV e V di un corso

15

46/A

Lingua straniera

Nelle classi III, IV e V di due corsi

16

19/A

Diritto ambientale, legislazione sociale ed economia

Nelle classi IV e V di quattro corsi o con completamento nel biennio

16

47/A

Matematica

Nelle classi III, IV e V di un corso più una o due classi di un altro corso

15 - 18

38/A

Fisica applicata

Nelle classi III, IV e V di un corso

15

38/A

Fisica ambientale

Nelle classi IV e V di un corso più una classe di un altro corso

14 - 16 (*)

13/A

Chimica bio-organica

Nelle classi III di tre corsi o con completamento nel biennio

15 - 18

13/A

Chimica ambientale

Nelle classi III, IV e V di un corso

16

34/A

Sistemi e strumentazione

Nelle classi III, IV e V di un corso

15

29/A

Educazione fisica

Nelle classi III, IV e V di tre corsi

18

(*) Il docente al quale è affidata la cattedra completerà l'orario in attività di organizzazione didattica nell'ambito dell'area di progetto.

 

 

Ore disponibili per ogni corso

ai fini della costituzione dei posti di insegnamento tecnico pratico

 

28/C-29/C-26/C (**)

 

Labor. di Fisica applicata

Labor. di Fisica ambientale

Nelle classi III, IV e V

Nelle classi IV e V

 

18

24/C

Labor. di Chimica bio-organica

Labor. di Chimica ambientale

Nelle classi III

Nelle classi III, IV e V

 

18

26/C

Sistemi e strumentazione

Nelle classi III, IV e V

18

(**) Ordine di precedenza da seguire per l'assegnazione delle cattedre

 

AREA DI PROGETTO

Il principio della unitarietà del sapere e del processo di educazione e formazione culturale deve trovare una sua esplicita e specifica affermazione anche nell’attuazione di un'area di progetto che conduca al coinvolgimento e alla concreta collaborazione fra docenti di alcune o di tutte le discipline.

A questo fine, al di là di iniziative più limitate, realizzate autonomamente da gruppi di docenti, occorre che nel corso del triennio siano attuati progetti di ricerca multidisciplinare, di ampiezza e durata variabile.

L’area di progetto è dunque un modello di articolazione culturale ricavato dal monte ore annuo delle lezioni, che non altera né il quadro orario né la composizione delle cattedre e delle classi. Ad essa è dedicato un numero di ore non superiore al 10% del monte ore annuo delle discipline coinvolte in questa attività. Da questo 10% sono escluse le ore indicate come attività extrascolastica (visite guidate, stage, campi scuola, etc..).

L’area di progetto si propone di:

- favorire l’apprendimento di strategie cognitive mirate a comprendere come si formano ed evolvono le conoscenze;

- far cogliere le relazioni esistenti tra l’ "astratto" e il "concreto" ;

- sollecitare gli allievi ad affrontare nuovi problemi con spirito di autonomia e creatività;

- promuovere atteggiamenti che favoriscano la socializzazione, il confronto delle idee, la tolleranza verso la critica esterna e l’insuccesso, la revisione critica del proprio giudizio e la modifica della propria condotta di fronte a prove ed argomenti convincenti;

- favorire il confronto tra realtà scolastiche e realtà di lavoro, con particolare riferimento a quelle presenti sul territorio.

I problemi dell’area di progetto dovranno tener conto di diversi aspetti: conoscitivo, applicativo, tecnologico, informatico, economico, organizzativo e di documentazione. Tali problemi, significativi rispetto all’area di indirizzo, devono basarsi su un consistente nucleo di attività operative e realizzative.

L’area di progetto deve essere realizzata durante l’intero corso di studi. L’attività inizierà nell’ambito della programmazione didattica, con una riunione del Consiglio di classe dedicata alla definizione preliminare di progetti sulla base delle proposte espresse dai vari docenti e degli interessi manifestati dagli allievi.

Ogni progetto deve essere sottoposto ad analisi di fattibilità per mettere in luce la natura e l'ampiezza delle competenze e delle risorse materiali necessarie alla sua realizzazione. E' importante che questa fase si sviluppi con molto anticipo rispetto all'attuazione del progetto, in modo da garantire per tempo il reperimento delle risorse.

Nello studio di fattibilità dovranno essere definite:

- le competenze necessarie per affrontare i molteplici aspetti dei progetti;

- i compiti da affidare agli insegnanti ed eventualmente ad esperti esterni;

- le modalità e i tempi di attuazione;

- le modalità di verifica e di comunicazione dei risultati.

La realizzazione dell'area di progetto si sviluppa normalmente attraverso alcune fasi che si possono così distinguere:

- l'analisi della situazione o del problema che il progetto intende affrontare;

- la formulazione dell'ipotesi di lavoro;

- l'attuazione del progetto;

- la verifica e la documentazione dei risultati.

Si possono ipotizzare progetti ai quali lavorano intere classi, eventualmente con divisione in sottoprogetti, oppure si possono dividere le classi in più gruppi ciascuno con un proprio progetto.

Non si esclude che un progetto possa avere durata pluriennale né che classi di scuole diverse collaborino alla realizzazione di uno stesso progetto.

In particolare, per ogni progetto, saranno definiti il periodo di svolgimento e le ore ad esso destinate, la loro distribuzione settimanale e la loro ripartizione tra le varie discipline.

Il Preside, su designazione del consiglio o dei consigli di classe, nomina di volta in volta un coordinatore di area di progetto.

La valutazione degli studenti relativamente all’attività nell’area di progetto contribuisce alla formulazione dei giudizi periodici e finali di ciascuna disciplina e complessivi, secondo modalità decise dai Consigli di classe. Di tali giudizi si dovrà tener conto in sede di esame di maturità.

Nei curricoli che comprendono discipline caratterizzate specificatamente da attività progettuali il già previsto coinvolgimento delle singole materie deve trovare una più incisiva collocazione sulla base delle finalità generali dell’area di progetto qui definita, con particolare riferimento alla programmazione del Consiglio di classe.

In questo specifico indirizzo l’area di progetto è lo spazio istituzionale nel cui ambito si realizzano attività teoriche e pratiche di studio e di ricerca in campo ambientale, con lo scopo di conseguire appieno gli obiettivi cognitivi, formativi e professionalizzanti tipici della nuova figura professionale:

- cognitivi, perché in quest’area è possibile integrare e/o approfondire gli aspetti che non trovano spazio o competenze sufficienti nell'ambito delle singole discipline;

- formativi, perché il percorso di ricerca, impostato su problemi concreti, stimola negli allievi l'acquisizione di qualità dinamiche e li educa alla individuazione delle diversità e delle relazioni, alla complessità dell'ambiente e all'approccio sistemico, che deve caratterizzare ogni intervento su di esso;

- professionalizzanti, perché le attività svolte nel suo ambito sono costantemente riferite al profilo professionale da conseguire e mette in contatto lo studente con problemi e strutture significative del suo territorio.

Per il conseguimento di questi obiettivi l’area di progetto deve:

- basarsi su reali esperienze e percorsi di ricerca condotti sul territorio, autonomamente e anche allacciando rapporti di collaborazione o di committenza con Enti, Istituti di ricerca o con istituzioni e strutture operanti a vario titolo sul territorio;

- possedere i requisiti della trasversalità, cioè utilizzare un approccio cognitivo di tipo sintetico che si serva di competenze multidisciplinari per garantire una visione globale dei problemi ambientali;

- fare acquisire agli studenti la capacità di affrontare in modo sistemico la "lettura" degli ambienti in cui dovranno operare professionalmente, aperti o confinati, urbani o extraurbani;

- far acquisire agli studenti la capacità di integrare "sul campo" le varie competenze riguardanti il monitoraggio, il controllo, la bonifica e la prevenzione e tutela dai fattori di rischio fisici e chimico-fisici;

- abituare gli studenti a svolgere sistematicamente le attività previste in collaborazione tra loro e con altri (docenti, esperti), a prendere iniziative valorizzando il confronto nel gruppo, dalla fase della ricognizione e definizione del problema a quella dell’elaborazione dei dati e della proposta di soluzioni;

- proporsi di far realizzare agli studenti una effettiva coerenza tra conoscenza, capacità professionale e suo contenuto etico: in sintesi "conoscere" per operare verso la difesa dell’ambiente e la salute dell’uomo.

L'attività prevista nell'area di progetto può essere articolata in modo progressivo nell'arco del triennio e, anche se l'intervento sul quadro orario complessivo è marginale, dovrebbe coinvolgere tutte le discipline di indirizzo per favorire la formazione di una cultura sistemica. L'area di progetto non è quindi una materia aggiuntiva, ma un insieme di snodi e ponti che collegano le discipline previste dal piano di studi. Pertanto, nelle classi iniziali le attività riguardano tematiche generali, a carattere culturale-formativo (ecosistema ed ecosistema urbano, ecologia e storia, "lettura" di ambienti naturali ed artificiali), mentre nelle classi successive si realizza il progressivo approfondimento professionale sulle tematiche dell'intervento di salvaguardia e miglioramento dell'ambiente e della qualità della vita. Particolare cura è richiesta nell'accertamento dei prerequisiti necessari allo svolgimento delle attività sul campo, nella valutazione e autovalutazione dell'apprendimento e degli atteggiamenti verso l'ambiente e nella produzione di documentazione.

Le attività svolte nell'area di progetto sono, per loro natura, proiettate all'esterno. Di conseguenza, permettono di stabilire e consolidare rapporti di collaborazione con Enti e Istituti di ricerca, come pure con istituzioni e strutture a vario titolo operanti sul territorio. Tali rapporti, in alcuni casi, potrebbero configurarsi come committenze attribuite alla scuola per lo svolgimento di ricerche a sfondo ambientale, spesso di rilevante interesse locale.

 

LINGUA E LETTERE ITALIANE

Per l'insegnamento della lingua e della letteratura italiana nel triennio, il docente, nelle tre ore settimanali di lezione a sua disposizione, dovrà adottare quei percorsi programmatici e quelle metodologie che meglio giovino a rafforzare negli allievi la padronanza del mezzo linguistico e la conoscenza sufficientemente articolata del panorama storico-letterario, ricorrendo ad essenziali ed insostituibili letture di testi di grandi autori, tali da suscitare interesse ad ulteriori approfondimenti.

Permane la necessità di perseguire anche in questa fascia scolastica, secondo precise linee programmatiche, obiettivi di consolidamento e avanzamento nel campo delle competenze e delle conoscenze linguistiche generali.

 

 

Finalità

Finalità della disciplina, che emergono specificamente nel triennio, sono:

1. la consapevolezza della specificità e complessità del fenomeno letterario, come espressione della civiltà e, in connessione con le altre manifestazioni artistiche, come forma di conoscenza del reale anche attraverso le vie del simbolico e dell'immaginario;

2. la conoscenza diretta dei testi sicuramente rappresentativi del patrimonio letterario italiano, considerato nella sua articolata varietà interna, nel suo storico costituirsi e nelle sue relazioni con altre letterature, soprattutto europee;

3. la padronanza del mezzo linguistico nella ricezione e nella produzione, orali e scritte, commisurate alla necessità di dominarne anche gli usi complessi e formali che caratterizzano i livelli avanzati del sapere nei più diversi campi;

4. la consapevolezza dello spessore storico e culturale della lingua italiana.

5. la formazione di un lettore consapevole, capace di comprendere la complessità e la varietà delle rappresentazione dell’uomo e della realtà nelle opere del passato e del presente, con particolare riguardo al rapporto uomo-natura.

 

 

Obiettivi di apprendimento

Gli obiettivi da perseguire nel triennio si pongono in linea di continuità con quelli raggiunti nel biennio, rispetto ai quali si caratterizzano per i livelli di maggiore complessità e di più ampia articolazione riguardo sia allo sviluppo delle capacità sia all'acquisizione delle conoscenze.

Essi fanno riferimento a tre settori:

a) analisi e contestualizzazione dei testi;

b) riflessione sulla prospettiva storica della letteratura;

c) competenze e conoscenze linguistiche.

Tale suddivisione non costituisce ordine di priorità, né per l'importanza né per propedeuticità, in quanto tutti gli obiettivi sono strettamente connessi tra loro e vanno tenuti contestualmente presenti nel corso dei tre anni.

L'indicazione dei traguardi va riferita alla conclusione del percorso triennale. Il loro raggiungimento sarà graduale, attraverso il variare dei contenuti trattati e delle attività didattiche proposte.

 

a) Analisi e contestualizzazione dei testi.

Lo studente dovrà essere in grado di analizzare e interpretare i testi letterari, dimostrando di saper:

1. decodificare il testo letterario come messaggio complesso;

2. usare gli strumenti di analisi dei testi;

3. utilizzare gli elementi di spiegazione e di analisi per formulare un proprio motivato giudizio critico;

4. individuare le diversità e i nessi tra i testi analizzati;

5. riconoscere le relazione tra testo e contesto storico e culturale del tempo;

6. mettere il testo in rapporto con la cultura del presente e le esperienze personali.

 

b) Riflessione sulla letteratura e sua prospettiva storica.

Lo studente dovrà dimostrare di:

7. riconoscere le varie tipologie dei testi e i loro caratteri;

8. saper cogliere attraverso i testi le linee fondamentali della prospettiva storica nella tradizione italiana;

9. cogliere le interrelazioni tra la cultura letteraria italiana e quella europea.

 

c) Competenze e conoscenze linguistiche.

Lo studente dovrà essere in grado di:

10. eseguire il discorso orale in forma grammaticalmente corretta;

11. usare diverse tecniche di lettura (esplorativa, estensiva, di studio);

12. produrre testi scritti di vario tipo e finalità, dal livello referenziale a quello argomentativo, mostrando di possedere tecniche compositive e linguaggi adeguati;

13. conoscere elementi essenziali di storia della lingua.

 

 

Contenuti

Terzo, Quarto e Quinto Anno [3, 3, 3 ore]

I contenuti della disciplina sono individuati su due versanti - letterario e linguistico - distinti solo per chiarezza espositiva, in quanto esiste tra essi, in molte fasi dell'operare didattico, una stretta connessione.

 

A. Versante letterario.

Oggetto dello studio letterario è il patrimonio della letteratura italiana, nella visione e cognizione che di esso ci offrono la ricerca scientifica e il dibattito critico più aggiornati.

Sono contenuti di apprendimento sia la conoscenza di autori e opere, sia più generali conoscenze relative al fenomeno letterario nel suo storico costituirsi e all'attività critica che lo affianca.

1. Autori e opere

La vastità del patrimonio letterario italiano e la pluralità e l'ampiezza degli obiettivi e di conoscenza connessi con lo studio di esso impongono che si dia ordine e dimensione ai contenuti. Tra questi è indispensabile compiere delle scelte, le quali devono in ogni caso rispondere a criteri di importanza e di organicità e richiedono perciò la costruzione di percorsi di studio.

Tale costruzione è affidata alla programmazione del docente, il quale trova spazi di libertà nell'organizzare il disegno complessivo, nel dosare le preferenze per temi e filoni della produzione letteraria e nell'individuare in dettaglio gli autori e i testi sui quali si fonda il proprio progetto. In tale disegno devono comunque trovare posto i testi fondamentali della nostra letteratura, i quali costituiscono un patrimonio consolidato di cui va assicurata la conoscenza nelle nuove generazioni. Accanto ad essi, altri testi, di autori italiani e stranieri, dovranno essere presenti per dare consistenza e sviluppo agli itinerari prescelti.

Per le epoche fino all'inizio del Novecento i percorsi devono comprendere opere - da leggere per parti significative e dove possibile per intero - di Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini, Ariosto, Tasso, Galilei, Goldoni, Alfieri, Parini, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Verga, Pirandello, Svevo.

Alla Divina Commedia, per il suo valore fondante nella tradizione letteraria italiana, e per la sua influenza sull'intera cultura occidentale, va assicurata una presenza rilevante nel corso di tutto il triennio. Nel primo anno deve compiersi lo studio di una congrua e organica scelta di canti, tratti dall'intera opera e da leggersi integralmente. La lettura del poema dovrà essere ripresa e arricchita negli anni successivi all'interno dei percorsi programmati. Complessivamente dovranno essere letti non meno di venti canti.

Per l'epoca successiva all'inizio del Novecento, alla quale bisogna riservare pari attenzione, non vengono specificati nomi e filoni della nostra letteratura, ma devono essere prese in considerazione, sempre mediante una conoscenza diretta dei testi, le espressioni salienti ed altre che con esse meglio documentano le profonde e varie tendenze innovative, in particolare la ricerca di nuovi linguaggi poetici e di nuove tipologie narrative e teatrali.

Nel complesso delle attività di studio si colloca anche la lettura individuale, da parte dello studente, di opere intere. A tal fine lo studente sceglierà per ciascun anno tre opere in una lista, predisposta dal docente, che comprenda testi di narrativa, poesia, teatro, saggistica, a preferenza di autori moderni, con significativa presenza di quelli stranieri.

 

2. Conoscenze generali e inquadramento storico.

Sono contenuti della riflessione sulla letteratura le conoscenze relative:

- ai concetti di "testo, "tipologia dei testi" e "testo letterario";

- alle "istituzioni letterarie": procedimenti retorici, forme e tradizioni metriche, "generi" e codici formali;

- alle relazioni tra la produzione letteraria e la società: centri di produzione e diffusione, circuiti sociali, modalità di trasmissione e ricezione;

- all'attività critica che affianca la creazione letteraria e ne condiziona la fortuna: poetiche e teoriche estetiche, saggistica critica e storiografia (con i suoi canoni, le sue periodizzazioni e le categorie operative, quali i concetti di "Umanesimo", "Rinascimento", "Età Barocca", "Illuminismo", "Romanticismo", "Verismo" ecc.);

- ai rapporti tra la letteratura e le altre manifestazioni artistiche: arti figurative, architettura, musica, spettacolo e in particolare, per l'epoca più recente, cinematografia e radiotelevisione.

Tali conoscenze sono direttamente implicate nelle operazioni di lettura dei testi o costituiscono elementi essenziali per giungere alle necessarie ricomposizioni delle esperienze di lettura in quadri storici complessivi.

Allo scopo di orientare nell'ordinamento della materia e di assicurare un procedere sufficientemente omogeneo dei corsi nell'ambito nazionale, si richiede che l'assetto generale dell'insegnamento rifletta nell'insieme le seguenti scansioni temporali:

- Terzo Anno: dalle origini alla fine del Cinquecento;

- Quarto Anno: dalla fine del Cinquecento all'unificazione nazionale;

- Quinto Anno: dall'unificazione nazionale ad oggi.

 

B. Versante linguistico.

Lo sviluppo delle competenze e delle conoscenze linguistiche trova i suoi contenuti nelle seguenti operazioni, che si connettono con le attività di studio e con l'intera tematica proposta dalla disciplina:

- la pratica dell'esposizione orale in forme che raggiungano un buon livello di organicità, di proprietà e di correttezza formale e abituino sia alla sinteticità, sia all'analisi argomentata;

- la pratica estesa e organizzata della lettura, da esercitare nelle sue diverse forme, sia ampiamente sui testi letterari e di commento ad essi, sia su testi di altra natura che vengano implicati dal progetto dei percorsi di studio:

- la pratica della produzione scritta, da esercitare in forme varie, che abituino ad elaborare testi di diversa funzione e su argomenti di diversa natura e che possono essere così esemplificate:

- schematizzazioni per punti e in forma concisa, che mettano in evidenza la struttura di ragionamenti, discorsi, tesi, desumibili da testi scritti ed orali;

- riassunti, entro spazi definiti, di singoli testi e sintesi di dati e concetti da più testi, con corrette citazioni e riferimenti alle fonti;

- commenti a testi che comprendano note esplicative puntuali (linguistiche, formali di contenuto), linee interpretative e giudizi critici;

- componimenti che sviluppino argomentazioni su tema dato, secondo funzioni determinate (informare, dimostrare, persuadere, ecc.) e secondo regole compositive indicate o progettate in proprio;

- elaborazioni creative sulla base di esperienze personali e di cognizioni riferibili ai modelli letterari studiati;

- l'analisi di strutture, soprattutto sintattiche e semantiche, della lingua italiana, rilevate nei testi e nell'uso (comune e specialistico) e osservate anche attraverso comparazioni con altre lingue, compresi i dialetti;

- l'acquisizione di dati essenziali sulle vicende linguistiche italiane messe in rapporto con i fatti culturali e storici, con particolare attenzione per la "questione della lingua", strettamente intrecciata nei secoli alla problematica letteraria, e per la comunicazione nella società dell'Italia contemporanea.

 

 

Indicazioni didattiche

Per l'attuazione dell'insegnamento della disciplina sono fortemente chiamate in causa la professionalità e la responsabilità del docente, il quale in sede di programmazione deve realizzare il proprio progetto di studio della materia.

Sul versante letterario, in vista degli obiettivi stabiliti e dei vincoli posti sui contenuti, si rende necessario individuare e seguire dei "percorsi" di studio.

Rispetto alla prassi, assai diffusa, di seguire l'avanzare dell'intero fronte della produzione letteraria secondo una lenta e rigida cronologia discendente, per innestare via via su di essa la lettura dei testi, il criterio dei percorsi consente infatti di:

- giungere a un più immediato accostamento ai testi;

- istituire più significativi e puntali collegamenti con altre letterature straniere e con altri ambiti disciplinari.

Ogni percorso può porre al centro un momento particolarmente significativo di un determinato tema di studio e ricollegare momenti precedenti e successivi, mettendo in evidenza aspetti di continuità, fratture e riprese e spesso anticipando anche la conoscenza di epoche più vicine al lettore.

La costruzione dei percorsi può essere guidata dal criterio di seguire sviluppi formali o tematici o storico-culturali. A titolo puramente indicativo se ne danno qui alcuni esempi.

Un percorso di studio sulle forme potrà riguardare la tradizione della lirica e potrà porre al centro Petrarca e collegare da una parte la lirica trobadorica e stilnovistica e dall'altra il petrarchismo cinquecentesco.

Un percorso di tipo tematico può essere costruito sul topos del viaggio nell'oltretomba. In tal caso il percorso può investire in modo significativo , ma non esaustivo, la Divina Commedia e correlare ad essa altri testi delle culture classica, biblica, medievale, con aperture anche ad autori di epoche successive e con accostamenti alle espressioni iconografiche.

Un percorso di tipo storico-culturale può riguardare la situazione della letteratura italiana nel secondo dopoguerra (anni '50 e '60). Saranno presi in considerazione testi letterari italiani e stranieri di prosa e di poesia e ad essi saranno affiancate testimonianze del mondo editoriale e delle comunicazioni di massa, documentazioni relative al cinema e alle arti figurative e più in generale alla situazione culturale e sociale del tempo.

L'esigenza di più ampio movimento, oltre le scansioni annuali del programma, può essere soddisfatta da percorsi di studio di sviluppo biennale o anche triennale.

L'organizzazione dello studio per percorsi deve in ogni caso consentire di:

- far compiere un'esperienza concreta del fenomeno letterario, attraverso la conoscenza diretta di un'ampia varietà di opere significative, appartenenti a generi e ad epoche diversi, e un'adeguata riflessione sulle problematiche della letteratura ;

- far pervenire a una visione complessiva delle tradizioni letterarie italiane nel quadro dei processi storico-culturali della nostra società e, per sommi tratti, di quella europea.

Si richiama l'attenzione sulla centralità delle operazioni di lettura diretta dei testi. Per i testi su cui si compirà una lettura antologica, la scelta, all'interno dell'opera intera, dovrà investire unità testuali che consentano di cogliere aspetti significativi dell'opera e di correlarla al sistema letterario e al contesto culturale.

Per il versante linguistico, si segnala che tutte le attività connesse con lo studio letterario e che da questo possono scaturire danno continue occasioni per esercitare le capacità linguistiche degli alunni e per ampliare le loro conoscenze sulla lingua, con osservazioni sia sull'uso sia sulla dimensione storica di essa. Ma tale esercizio e tale ampliamento di conoscenze richiedono di essere condotti e seguiti con istruzioni e interventi specifici di cui occorre tener conto nella programmazione.

Le esperienze di lettura compiute nell'ambito di questa disciplina, per quanto debbano essere affiancate e integrate dalle letture compiute in altri ambiti disciplinari, costituiscono pur sempre il fondamento principale per la formazione di un lettore autonomo e consapevole, capace di riflettere sulla forma del testo.

E' altresì obiettivo fondamentale che nel corso del triennio l'alunno giunga a padroneggiare, nei termini indicati nei paragrafi precedenti, la produzione scritta, la quale peraltro si lega strettamente, come è noto, alle altre forme di pratica della lingua.

Si sottolinea che il tipico "tema", componimento di più ampio respiro, indicato nella lista delle forme di produzione scritta, richiede particolari istruzioni per la sua preparazione e realizzazione e deve essere comunque affiancato e integrato dalle altre forme di addestramento, più direttamente connesse alle utilizzazioni che la scrittura trova nelle attività di studio e di lavoro.

Si richiama altresì l'attenzione sul fatto che lo sviluppo delle capacità di esposizione orale richiede uno specifico addestramento e che tale pratica non va quindi confusa con quella dell'"interrogazione" orale come forma di verifica e occasione di valutazione dell'alunno.

Per quanto riguarda più precise indicazioni didattiche, la consapevolezza del progetto da parte dello studente consente di integrare la parte propositiva ed espositiva del docente (lezione frontale) con interventi più precisi, quali:

- l'addestramento a un corretto lavoro di analisi e interpretazione;

- la discussione collettiva con domande che sollecitino il confronto delle interpretazioni;

- il laboratorio di analisi attraverso schede guida.

Gli strumenti didattici tradizionali (libri in adozione o consigliati) vanno integrati con l'adeguata utilizzazione del patrimonio librario e di altro genere (audiovisivi, software didattico) a disposizione della scuola e, all'occorrenza, con riproduzione di documenti originali relativi a specifici momenti dell'attività di studio. Si faciliterà inoltre la frequentazione di biblioteche, archivi, musei e altri luoghi di ricerca.

Si segnala l'alto valore educativo dell'apprendimento a memoria dei testi poetici, allo scopo di dare risalto ai valori fonici e ritmici del testo e per favorire l'approfondimento interiore del loro significato.

Le verifiche dell'apprendimento avvengono fondamentalmente attraverso forme di produzione orale e scritta.

Sono forme di verifica orale:

- il commento orale a un testo dato, secondo istruzioni sul tempo da impiegare e sul linguaggio appropriato;

- l'esposizione argomentata, con caratteri di coerenza e consistenza, su argomenti del programma svolto;

- il colloquio per accertare la padronanza complessiva della materia e la capacità di orientarsi in essa;

- l'interrogazione per ottenere risposte puntuali su dati di conoscenza.

Sono forme di verifica scritta:

- il riassunto secondo parametri di spazi e di tempo;

- test di comprensione e conoscenza con risposte aperte e chiuse;

- il commento a un testo dato, secondo istruzioni sullo spazio da occupare e sul linguaggio appropriato;

- il componimento che sviluppi argomentazioni con coerenza e completezza.

La valutazione deve tener conto dei seguenti elementi:

- la conoscenza dei dati;

- la comprensione del testo;

- la capacità di argomentazione e rielaborazione personale;

- la capacità di orientarsi nella discussione sulle problematiche trattate;

- la capacità di cogliere elementi essenziali di una lettura compiuta o di una esposizione;

- la capacità di controllo della forma linguistica della propria produzione orale e scritta.

 

STORIA

Finalità

L'insegnamento di Storia si propone di:

1. ricostruire la complessità del fatto storico attraverso l'individuazione di interconnessioni, di rapporti tra particolare e generale, tra soggetti e contesti;

2. far acquisire la consapevolezza che le conoscenze storiche sono elaborate sulla base di fonti di natura diversa che lo storico vaglia, seleziona, ordina e interpreta secondo modelli e riferimenti ideologici;

3. consolidare l'attitudine a problematizzare, a formulare domande, a riferirsi a tempi e spazi diversi, a dilatare il campo delle prospettive, a inserire in scala diacronica le conoscenze acquisite in altre aree disciplinari;

4. far riconoscere e valutare gli usi sociali e politici della storia e della memoria collettiva;

5. scoprire la dimensione storica del presente;

6. affinare la "sensibilità" alle differenze;

7. far acquisire consapevolezze che la fiducia di intervento nel presente è connessa alla capacità di problematizzare il passato;

8. sviluppare la coscienza storica come educazione alla mondialità, allo sviluppo, alla pace, al futuro.

Le finalità dell'insegnamento della storia nel triennio riprendono e sviluppano quelle del biennio. In particolare esse descrivono due campi di intervento:

- il primo riguarda la specificità del lavoro storico e lo statuto epistemologico della storia e ad esso fanno riferimento le finalità 1 - 4 sulla complessità del fatto storico, sul laboratorio delle fonti e dei concetti, sull'uso della memoria storica;

- il secondo riguarda i bisogni formativi degli studenti, che vengono individuati nella esigenza della realizzazione di sé e dell'apertura al mondo e agli altri: la storia aiuta ad apprezzare differenze, a orientarsi nel mondo. In ciò consiste la scoperta del presente come storia (finalità 5, 6 ,7 e 8).

Le finalità tendono, nel loro insieme, a sviluppare l'attitudine a porre domande, individuare problemi, analizzarli e prospettare risposte.

 

 

Obiettivi di apprendimento

Lo studente alla fine del triennio dovrà dimostrare di essere in grado di:

1. utilizzare conoscenze e competenze acquisite nel corso degli studi per orientarsi nella molteplicità delle informazioni, per leggere gli interventi e individuare gli ambiti di un processo storico-ambientale, economico, sociale, politico e culturale;

2. adoperare concetti e termini storici in rapporto agli specifici contesti storico-culturali;

3. padroneggiare gli strumenti concettuali, approntati dalla storiografia, per individuare e descrivere persistenze e mutamenti, ad esempio: continuità, cesure, rivoluzione, restaurazione, decadenza, progresso, struttura, congiuntura, ciclo, tendenza, evento, conflitto, trasformazioni, transizione, crisi;

4. usare modelli appropriati per inquadrare, comparare, periodizzare i diversi fenomeni storici locali, regionali, continentali, planetari;

5. ripercorrere, nello svolgersi di processi e fatti esemplari, le interazioni tra i soggetti singoli e collettivi, riconoscere gli interessi in campo, le determinazioni istituzionali, gli intrecci politici, sociali, culturali, religiosi, di genere e ambientali;

6. servirsi degli strumenti fondamentali del lavoro storico: cronologie, tavole sinottiche, atlanti storici e geografici, manuali, raccolte e riproduzioni di documenti, bibliografie e opere storiografiche;

7. conoscere le problematiche essenziali che riguardano la produzione, la raccolta, la conservazione e la selezione, l'interrogazione, l'interpretazione e la valutazione delle fonti;

8. possedere gli elementi fondamentali che danno conto della complessità dell'epoca studiata, saperli interpretare criticamente e collegare con le opportune determinazioni fattuali;

9. far acquisire strumenti per leggere il paesaggio in funzione delle trasformazioni sociali del territorio.

Questi obiettivi perseguono due scopi: da una parte proseguono e rinforzano il lavoro avviato nel biennio; dall'altra marcano il salto qualitativo che deve caratterizzare lo studio della storia nel triennio. Essi descrivono campi operativi ristretti, che non esauriscono l'orizzonte individuato dalle finalità. In particolare al primo gruppo di finalità (1 - 4) sulla complessità del fatto storico e sul laboratorio, corrispondono gli obiettivi 2, 3, 4, 6 e 7. Al secondo gruppo di finalità (5, 6, 7 e 8), sui bisogni formativi degli allievi, corrispondono gli obiettivi 1, 2, 3, 4, 5. L'obiettivo 8 descrive il livello di conoscenze che l'allievo deve dimostrare di possedere.

 

Gli obiettivi non sono proposti in ordine progressivo di difficoltà, ma vanno perseguiti in modo differenziato, a seconda degli argomenti di studio. Ad esempio: gli obiettivi di laboratorio costituiscono lo scopo principale di un eventuale lavoro sulle fonti; un itinerario prevalentemente basato su materiale manualistico si potrà prestare al raggiungimento di obiettivi legati all'uso di concetti e modelli; nell'analisi di dati di attualità si potrà perseguire il raggiungimento di diversi obiettivi.

 

 

Contenuti

Terzo Anno (2 ore)

 

Fino alla metà del '600

1. L'Europa del basso-medioevo: poteri di diritto e poteri di fatto: il rapporto città campagna e l'organizzazione del territorio.

1.1 Le istituzioni che organizzano il territorio: impero, monarchia, città, feudalità.

1.2 La chiesa: accentramento; teocrazia; potere temporale.

1.3 Le trasformazioni dell'impero, dei regni, degli ambienti urbani. I conflitti. Il fallimento della teocrazia.

2. L'avanzamento e l'arresto delle frontiere interne e esterne della Europa.

2.1 Le spinte demografiche e produttive; la ricerca di nuove terre. Verso una nuova articolazione della società: ambiente urbano e rurale.

2.2 Contatti, guerre, scambi: mondo latino, mondo germanico, mondo slavo; il Mediterraneo e l'Italia; Bisanzio; l'Islam; l'Asia mongolica.

2.3 Crisi del XIV secolo: flessione demografica, mutamenti della produzione e dei mercati, tensioni economiche e contrasti sociali.

3. Dall'unitarietà del mondo medioevale alla molteplicità del mondo moderno.

3.1 Il processo di differenziazione degli ambiti ecclesiastico e laico; il diritto canonico, il diritto romano, le consuetudini. Il ruolo del laico nel mondo. Nuove forme di religiosità. Ordini mendicanti. Movimenti ereticali.

3.2 Il processo di differenziazione culturale: la cultura cortese e urbana; le università. La distinzione progressiva fra Dio, uomo, natura. Dalla "rinascita" del XII secolo all'umanesimo, ai rinascimenti. Gli strumenti della comunicazione culturale.

3.3 La crisi dell'universalismo politico: nuove dottrine politiche e concetto d'impero; dall'impero "universale" all'impero "dinastico". La crisi del centralismo ecclesiastico: le teorie conciliariste.

4. La formazione dell'Europa degli stati.

4.1 Stati nazionali e stati regionali. La centralizzazione e il controllo del territorio: burocrazia, fisco, esercito e guerre.

4.2 L'impero asburgico. L'Europa orientale, la vicenda di Bisanzio e l'impero ottomano.

4.3 Guerre di egemonia. Pace come aspirazione morale e paci come strumenti di nuovi equilibri.

5. Conquista di nuove terre, ridefinizione di identità, mutamento di equilibri in Europa.

5.1 Popolazione e risorse. Relazione uomo-natura-tecnica.

5.2 Il controllo dell'oceano Indiano. L'Africa, le Indie, le Americhe. Esploratori, conquistatori, missionari, mercanti. Imperi coloniali.

5.3 Differenze e riconoscimento dell'altro.

5.4 Nuove risorse e nuove gerarchie economiche e territoriali: Atlantico, Mediterraneo e Mare del Nord.

6. Il tempo delle trasformazioni: religione, cultura, mentalità.

6.1 Le riforme religiose: protagonisti, sviluppi, guerre, differenziazioni, nuovi assetti.

6.2 L'autonomia della politica. Stati e chiese. Gli strumenti del controllo sociale.

6.3 Individualismo e razionalismo: rivoluzione scientifica, nuove culture. La civiltà barocca.

 

Quarto Anno [ 2 ore ]

 

Dalla metà del '600 alla fine del '800

1. Governati e governanti fra partecipazione e concentrazione del potere. Lotte politico-sociali, dottrine politiche, configurazioni istituzionali. Quadro europeo e modelli regionali.

1.1 Dai ceti di antico regime alle nuove classi emergenti. La doppia rivoluzione inglese e il parlamentarismo. I sussulti di metà seicento. Repubblica e autogoverno: il caso olandese. Poteri centralizzati e resistenze civili: il "laboratorio" francese.

1.2 Prodromi della teoria liberale: la rappresentanza politica e la divisione dei poteri. Nascita dell'opinione pubblica. La riorganizzazione amministrativa.

1.3 Statualità emergenti, periferie dell'Europa e nuovo equilibrio europeo.

 

2. La trasformazione sociale. Popolazione, economia, società e territorio fra "crisi generale" e "nuove frontiere.

2.1 Esplosione demografica, produzione agricola e nuovi rapporti sociali nelle campagne.

2.2 Dal lavoro agricolo all'organizzazione manifatturiera: approvvigionamenti, tecniche d'uso, macchine. Avvio della rivoluzione industriale.

2.3 Energie, risorse, ambiente.

3. Il problema della rivoluzione come paradigma del cambiamento. Dall'età barocca alla stagione delle riforme. Europa e America a confronto.

3.1 Rivoluzione culturale: illuminismo, diffusione di nuovi modelli comportamentali. Razionalismo, individualismo, utilitarismo, cosmopolitismo.

3.2 Critica della tradizione e progettualità delle riforme. Dispotismo illuminato.

3.3 La scelta rivoluzionaria: Stati Uniti d'America e Francia.

3.4 La rivoluzione francese in Europa.

4. Nazione e popolo. Prospettive sociopolitiche e culturali nell'epoca del liberalismo classico. Borghesie alla prova.

4.1 Cultura romantica, ideali socialisti ed umanitari, pensiero liberale, cattolicesimo e liberalismo. Mete e conquiste costituzionali.

4.2 Dalla rivoluzione francese ai risorgimenti nazionali.

4.3 Il quarantotto.

5. Processi di integrazione nazionale e costruzioni sopranazionali.

5.1 Questioni politiche e istituzionali nella formazione dello Stato unitario in Italia.

5.2 Il processo di unificazione tedesca: monarchia, esercito, classi sociali e formazione del mercato nazionale.

5.3 Espansione della "frontiera" e guerra civile americana.

5.4 L'articolarsi del quadro europeo e gli imperi plurinazionali.

6. L'economia mondiale e la rottura dell'equilibrio europeo.

6.1 La grande depressione: crisi agraria, migrazioni - emigrazioni.

6.2 Protezionismo, militarismo e stato interventista. I caratteri della seconda rivoluzione industriale.

6.3 Internazionalismo socialista: la Comune.

6.4 Imperialismo e colonialismi. Dall'egemonia bismarkiana alla crisi dell'equilibrio europeo.

 

Quinto Anno [2 ore]

 

Il '900

1. Le forme della società di massa.

1.1 L'andamento demografico.

1.2 Mobilità e questioni sociali: borghesie, classi operaie, gruppi marginali. Il movimento operaio e lo sviluppo dei sindacati. Il socialismo ed il pensiero sociale cattolico. La questione femminile.

1.3 L'organizzazione dei sistemi politici: parlamenti, partiti e riforme elettorali. Comportamenti collettivi, formazione del consenso: scuola, opinione pubblica, legislazione sociale. I movimenti nazionalisti. La crisi di fine secolo in Italia e i caratteri dell'età giolittiana.

1.4 La crisi del positivismo e la ridefinizione dei paradigmi della scienza. Nuove tendenze culturali.

2. La dissoluzione dell'ordine europeo.

2.1 I segni precursori dell'instabilità: competizioni interstatali e imperialismi, conflitti regionali, ideologie nazionaliste.

2.2 La prima guerra mondiale.

2.3 Le due rivoluzioni russe e il comunismo di guerra. I movimenti di massa in Europa e il fallimento della rivoluzione in occidente. La crisi dello Stato liberale in Italia.

2.4 I trattati di pace e la nuova mappa geopolitica mondiale. I movimenti di liberazione nel Terzo mondo e il nodo del Medio Oriente. Le relazioni internazionali e la Società delle Nazioni.

2.5 La fabbrica del consenso: la radio, il cinema e i nuovi modelli della vita privata.

3. Dalla guerra alla guerra. Strategie e tentativi di controllo della crisi.

3.1 Scenari e attori internazionali della crisi. La frammentazione del mercato mondiale.

3.2 L'emergenza totalitaria: lo stato fascista in Italia, l'ascesa del nazismo in Germania, la diffusione dei regimi autoritari in Asia e in America Latina.

3.3 La sfida dell'Unione Sovietica e il socialismo in un paese solo; l'industrializzazione forzata e le basi sociali dello stalinismo; il partito-Stato e il mosaico delle nazionalità.

3.4 Crisi economica e risposte delle democrazie occidentali: gli Stati Uniti e il New Deal, le politiche economiche keynesiane in Francia, Gran Bretagna e nei paesi scandinavi.

3.5 L'insicurezza collettiva e l'erosione della pace: i fronti popolari e la guerra civile spagnola. L'espansionismo hitleriano, il riarmo e il fallimento delle diplomazie.

3.6 La seconda guerra mondiale come conflitto totale. Le conseguenze politiche ed economiche.

4. Il mondo bipolare.

4.1 L'ordine delle superpotenze: la conferenza di Yalta e la divisione del pianeta in sfere d'influenza; gli accordi di Bretton Woods e il sistema economico internazionale; la nascita dell'ONU. La fine della "grande alleanza" e la guerra fredda. Il potere atomico e l'equilibrio del terrore.

4.2 I due blocchi tra competizione e distensione: gli USA e la "nuova frontiera" kennedyana; il processo di unificazione europea; la destalinizzazione in URSS; le democrazie popolari dell'est.

4.3 L'Italia repubblicana: istituzioni, sviluppo economico, lotta politica, squilibri sociali.

4.4 L'esplosione della periferia: inflazione demografica e decolonizzazione del Terzo Mondo; India e Cina, due decolonizzazione del terzo Mondo; India e Cina, due rivoluzioni a confronto; la crisi del sud-est asiatico; questione palestinese e conflitti arabo-israeliani; l'emancipazione dell'Africa; dipendenza economica e dittature militari in America Latina.

4.5 La Chiesa cattolica e la "svolta" del Concilio vaticano II.

4.6 Il sessantotto.

5. Verso il nuovo ordine mondiale.

5.1 Le trasformazioni dell'economia e la società post-industriale. Lo squilibrio Nord/Sud e i limiti dello sviluppo. Movimenti demografici e migrazioni internazionali.

5.2 Il sociale ridefinito: soggettività emergenti, movimenti collettivi e istituzioni diffuse; il microsistema della famiglia. Le patologie sociali. Il governo della società complessa.

5.3 Rivoluzione informatica e tecnologica; la diffusione planetaria dei mass media, il confronto tra culture. Scienza e nuovi problemi.

5.4 La "rivoluzione" del 1989: crollo di sistemi, imperialismi e localismi.

5.5 La geopolitica ridefinita: spinte nazionalistiche e identità nazionali. Comunità sopranazionali. Fondamentalismi, nuove emarginazioni. Uso delle risorse e redistribuzione della ricchezza.

 

Indicazioni didattiche

1. Il pensiero storico, in quanto metodo e forma di spiegazione euristica della realtà umana e sociale, è parte costitutiva e integrante del sapere e della cultura occidentale. La nostra cultura è intimamente storica. In questo senso la storia può essere riconosciuta come una espressione culturale diffusa e come un peculiare modello di investigazione della realtà. La pervasività stessa del pensiero storico consente la sua trasformazione in senso comune storico, su cui possono innestarsi usi sociali, politici ed ideologici, talvolta impropri, rispetto ai quali la scuola ha compiti di chiarificazione e di critica.

2. La storia è la disciplina che studia e indaga le differenze e il mutamento, le strutture, le permanenze e le continuità; rapporta l'evento al contesto generale specifico; inserisce il caso particolare in una trama di relazioni, retaggi, opportunità; considera in un'ottica di complessità soggetti, azioni, comportamenti e valori. La storia dunque si realizza come operazione di selezione, contestualizzazione, interpretazione e come disciplina fondata su un metodo rigoroso di indagine sui fatti, su una tecnica collaudata di ricerca delle relazioni, su una ermeneutica controllabile ed esplicita. Infine procede alla spiegazione di eventi, processi e permanenze mediante proprie tecniche di discorso.

3. Finalità essenziale dell'insegnamento storico è quella di educare gli studenti alla consapevolezza del metodo storico, per ciò che attiene all'accertamento dei fatti, all'investigazione, all'utilizzo, all'interpretazione delle fonti, all'esposizione delle argomentazioni. Ciò avviene non su procedure astratte, ma in stretta relazione e interdipendenza con i contenuti. L'interazione metodo/contenuti costituisce l'asse privilegiato della didattica storica. Nel pieno rispetto di tale interazione, l'insegnante sceglie percorsi didattici, finalizzati all'acquisizione di obiettivi cognitivi e metodologici, programmaticamente individuati ed esplicitati, percorsi che utilizzano - a misura degli studenti - le procedure del metodo storico: formulazione delle domande, definizione del "nodo problematico", sviluppo delle dinamiche interne e delle interrelazioni contestuali, accertamento delle eredità.

4. La storiografia offre la possibilità di puntualizzare mezzi di indagine e modelli di interpretazione e consente il vaglio critico del patrimonio delle conoscenze acquisite e il loro utilizzo, la possibilità di confronti e di comparazioni. Essa consente altresì di individuare i punti di vista, i riferimenti ideologici, la strumentazione teorica e concettuale.

5. La struttura dei contenuti proposti, composta da grandi contestualizzazioni e dalla loro articolazione, si incontra con le modalità di apprendimento proprie del giovane che ha bisogno di "viaggiare" tra le grandi generalizzazioni e l'esattezza del concreto. Essa segnala un metro per risolvere la prescrittività dei programmi di storia, stretti tra la complessità e l'ampiezza dei fatti da esaminare, la necessità della selezione e il rapporto non episodico con la riflessione storiografica.

6. I contenuti individuati riguardano in particolare l'uomo associato in collettività, teso a realizzare un'esistenza accettabile, a sfruttare al meglio il patrimonio delle conoscenze accumulate, inserito in un contesto dato di relazioni, di vincoli, di rappresentazioni e autorappresentazioni, di possibilità e rapporto tra uomo, natura e cultura e tra collettività e sfruttamento delle risorse ambientali; le forme di governo delle risorse, delle culture, delle società; l'articolazione delle identità e delle soggettività.

7. Nello stesso modo in cui lo storico utilizza fonti documentarie che sono oggetto di indagine da parte di discipline non assimilabili alla storia (geografia, linguistica, filosofia, economia, psicologia, sociologia, etologia, ecc.) - proponendo così una ricerca di tipo pluridisciplinare o interdisciplinare - anche l'insegnante di storia deve saper utilizzare una strumentazione ermeneutica pluridisciplinare. Ad essa lo predispone la stessa natura della storia che mutua, all'occasione, da altre discipline lessico e quadri di riferimento concettuali.

8. La didattica storica qui prospettata necessita di una strumentazione di supporto articolata e accessibile: carte geografiche, tabelle cronologiche e sinottiche, manuali di storia, testi storiografici, testi documentari, raccolta di fonti, riproduzioni di documenti, materiale computerizzato ecc.

Così configurata, questa didattica costituisce un vero e proprio laboratorio di storia (ove possibile da realizzare anche in una sede apposita), del quale fanno parte a pieno titolo visite ad archivi pubblici e privati e a musei.

A seconda della tipologia dell'unità di studio, cambiano le prove di verifica. Ad esempio un lavoro di concettualizzazione spazio-temporale richiede che lo studente dimostri la padronanza di carte geografiche e cronologiche; un lavoro sulle fonti, che lo studente dimostri di saper formulare questionari di interrogazione di un documento, o di saper confrontare più documenti in modo corretto; un lavoro che implichi la lettura dei testi differenziati (manuali, saggi e articoli divulgativi) richiede che lo studente dimostri le proprie competenze d'uso di generi testuali diversi; se l'allievo deve riferire - oralmente o per iscritto - sul proprio lavoro, si richiede la capacità di pianificare una relazione, di argomentare con proprietà, di servirsi del lessico specifico, di operare rimandi alle fonti di informazione. Se l'allievo deve dimostrare di possedere le conoscenze studiate, saranno utili prove strutturate quali domande vero falso e a risposta multipla, testi a completamento, ecc.

E' essenziale, infine, che l'insegnante accerti le competenze, le conoscenze e le abilità acquisite dagli allievi, mediante prove di ingresso, predisposte in funzione sia del raccordo col biennio, sia dell'unità di studio prescelta.

Il programma mette a disposizione del docente un materiale suddiviso e organizzabile in modo da progettare programmazioni che, oltre a garantire l'acquisizione delle conoscenze essenziali, rispondano ai bisogni degli studenti, agli stili di insegnamento, alle disponibilità orarie. Tale flessibilità permette di caratterizzare l'insegnamento rispetto all'indirizzo e di costruire occasioni interdisciplinari.

La struttura dei contenuti proposti è composta da grandi contestualizzazioni, corrispondenti alle titolazioni di ciascun contenuto (indicate con i numeri), ciascuna delle quali si articola in un itinerario possibile, (indicato dalla serie di lettere). Queste articolazioni vanno intese come piste di lettura utili per la esplicitazione delle contestualizzazioni.

Sono prescrittivi, per ciascun anno, tutte le contestualizzazioni e non meno di tre itinerari.

Le contestualizzazioni sono prescrittive perché nel loro insieme consentono di costruire una mappa cognitiva utile per comprendere il periodo storico previsto nell'anno. E' prescrittivo lo studio di almeno tre itinerari, in modo da garantire una varietà sufficiente di approcci, e da abituare lo studente al lavoro di confronto tra fatti e contestualizzazioni.

L'insegnante potrà costruire, inoltre, uno o più itinerari - sostitutivi di quelli proposti - combinando in modo coerente e storicamente significativo singoli punti, tratti dalle diverse articolazioni (contrassegnate dalle lettere), in modo da percorrere trasversalmente i contenuti proposti. Ciascun contenuto è suscettibile ancora di approfondimenti culturali di ricerca anche nella dimensione storica locale.

Del monte ore a disposizione, un terzo potrà essere dedicato allo studio delle contestualizzazioni; la restante parte - dedicata allo studio degli itinerari - potrà essere ripartita secondo le esigenze della programmazione.

La metà del XVII secolo e la fine del XIX separano lo studio nelle tre annualità. Tale periodizzazione non segnala una cesura netta. Infatti, il programma è costruito con percorsi tematici che possono sovrapporsi cronologicamente e svilupparsi secondo temporalità proprie.

Il programma dell'ultimo anno è presentato in forma più analitica. Tale scelta nasce dall'esigenza di fornire, attraverso conoscenze più ampie e approfondimenti indispensabili, una piena comprensione del proprio tempo.

Tale flessibilità permette di caratterizzare l'insegnamento rispetto all'indirizzo e di costruire occasioni interdisciplinari.

 

LINGUA STRANIERA

Finalità

Le finalità dell'insegnamento della lingua straniera nel triennio integrano e ampliano quelle del biennio e mirano a potenziare i seguenti aspetti:

1. la competenza comunicativa per consentire un'adeguata interazione in contesti diversificati ed una scelta di comportamenti espressivi sostenuta da un più ricco patrimonio linguistico;

2. la comprensione interculturale, non solo nelle sue manifestazioni quotidiane, ma estesa a espressioni più complesse della civiltà straniera e agli aspetti più significativi della sua cultura;

3. la consapevolezza della matrice comune che lingue e culture appartenenti allo stesso ceppo conservano attraverso il tempo pur nelle diversità della loro evoluzione;

4. l'educazione linguistica che coinvolga la lingua italiana, sia in un rapporto comparativo sistematico, sia nei processi di fondo che stanno alla base dell'uso e dello studio di ogni sistema linguistico;

5. la consapevolezza dei propri processi di apprendimento che permetta la progressiva acquisizione di autonomia nella scelta e nell'organizzazione delle proprie attività di studio.

 

 

Obiettivi di apprendimento

Alla fine del triennio lo studente dovrà dimostrare di essere in grado di:

1. comprendere, in maniera globale o analitica, a seconda della situazione, testi orali relativi anche al settore specifico dell'indirizzo;

2. sostenere semplici conversazioni, su argomenti generali e specifici, adeguate al contesto e alla situazione di comunicazione;

3. produrre testi orali per descrivere processi o situazioni con chiarezza logica e precisione lessicale;

4. comprendere in maniera globale testi scritti di interesse generale e specifici del settore di specializzazione;

5. comprendere in modo analitico testi scritti specifici dell'indirizzo;

6. trasporre in lingua italiana testi scritti di argomento tecnologico;

7. individuare le strutture e i meccanismi linguistici che operano ai diversi livelli: pragmatico, testuale, semantico-lessicale e morfosintattico;

8. riconoscere i generi testuali e, al loro interno, le costanti che li caratterizzano;

9. attivare modalità di apprendimento autonomo sia nella scelta di materiali e di strumenti di studio, sia nell'individuazione di strategie idonee a raggiungere gli obiettivi prefissati.

N.B. Gli obiettivi e i contenuti sono riferiti alle abilità considerate separatamente. Tuttavia, per sviluppare le abilità, si prevedono anche attività di tipo integrato. Per favorire un apprendimento efficace della lingua straniera è indispensabile predisporre l'orario in modo che le ore di lezione previste siano sempre separate.

 

 

Contenuti

Terzo Anno [ 3 ore ]

Il terzo anno di scuola secondaria superiore è un anno di raccordo. Lo studio della lingua straniera continua sulle linee direttive tracciate per il biennio, tenendo conto della maggiore competenza degli studenti, dei loro interessi culturali, del grado di maturità raggiunto e dell'esigenza di preparazione specifica.

Si devono presentare testi sia orali (a viva voce, registrazioni telefoniche, radiofoniche e televisive), sia scritti. Tali testi, proposti per consolidare e ampliare la competenza linguistica e comunicativa, devono offrire un'ampia varietà di linguaggi e di registri che recuperi la valenza culturale e gli aspetti di civiltà sottesi ai linguaggi stessi. Si includeranno brevi testi letterari rappresentativi dei vari generi mirati soprattutto a far cogliere la distinzione tra prodotti di tipo immaginativo e prodotti di tipo funzionale e a consentire una più completa formazione culturale dello studente.

Verso la fine dell'anno si introdurranno anche testi di carattere divulgativo su problematiche generali connesse con l'indirizzo specifico. I testi saranno finalizzati alla comprensione, alla discussione e alla riflessione sulla lingua; ove possibile, si eseguirà anche un'analisi comparativa con le altre culture e civiltà.

I materiali su cui si basano le attività saranno graduati tenendo presente che la loro difficoltà è costituita soprattutto dall'accumularsi dei seguenti fattori: l'estraneità e la complessità dell'argomento, la densità dell'informazione e la difficoltà linguistica.

 

1. Comprensione e produzione orale

I testi per lo sviluppo dell'ascolto devono essere espressi a velocità normale, offrire una varietà di pronunce ed essere rappresentativi di diverse tipologie (narrativi, descrittivi, regolativi ecc.) e dei seguenti generi testuali:

- comunicazioni telefoniche;

- interviste;

- discorsi, lezioni e relazioni;

- tavole rotonde e dibattiti;

- notiziari radiofonici e televisivi;

- annunci pubblicitari.

La produzione orale, mirante a descrivere, narrare, dare istruzioni, esporre ed argomentare, riguarderà i seguenti generi:

- brevi monologhi (anche esposizioni su traccia scritta);

- conversazioni a viva voce e telefoniche;

- discussioni e dibattiti;

- interviste;

- brevi relazioni.

 

2. Comprensione e produzione scritta

I testi per lo sviluppo della comprensione scritta saranno rappresentativi dei seguenti generi testuali:

- dépliant e testi pubblicitari;

- articoli da giornali e riviste;

- pagine da testi stranieri, anche disciplinari;

- brevi racconti, poesie e canzoni.

La produzione scritta consisterà in:

- lettere di carattere formale e informale;

- dépliant;

- testi personali, diari;

- appunti, scalette;

- resoconti e brevi relazioni;

- commenti a testi o a attività;

- riassunti e sintesi di testi letti o ascoltati e di filmati.

Per la riflessione sulla lingua si rimanda alla fine dei contenuti del quarto e quinto anno.

 

Quarto e Quinto Anno [3 e 2 ore]

I contenuti proposti per il 3º anno verranno ripresi ad ampliati, ponendo attenzione ai seguenti punti:

- essi devono costituire il punto di avvio per le attività di comprensione orale e scritta e di produzione orale;

- devono essere motivanti al fine di far emergere più facilmente sia le strategie di comprensione, sia discussioni volte a consolidare la competenza comunicativa;

- i testi scritti saranno prevalenti, in quanto la lettura è l'attività linguistica da privilegiare;

- i testi di interesse generale saranno legati all'attualità socio-culturale;

- gli argomenti dei testi specialistici si raccorderanno a quelli trattati nelle materie tecniche e professionali, mediante collegamenti trasversali;

- saranno oggetto di attenzione le istruzioni per l'uso di hardware e software;

- i testi scelti saranno di complessità adeguata sia alle conoscenze tecniche già possedute dagli studenti, sia alla competenza linguistica raggiunta;

- i testi specialistici dovranno favorire la precisione terminologica.

I contenuti verteranno sui seguenti argomenti di carattere generale e tecnico:

- avvenimenti di interesse generale o particolare della classe;

- tematiche di carattere scientifico e tecnologico;

- descrizione di processi tecnologici.

La produzione di testi scritti non costituirà un contenuto di apprendimento specifico, ma sarà funzionale allo sviluppo delle altre abilità e comprenderà appunti, scalette, brevi resoconti.

Si prevede la trasposizione in lingua italiana di testi di argomento tecnologico, con attenzione ai valori comunicativi e alla precisione terminologica.

 

Riflessione sulla lingua e sulla comunicazione (valida per tutto il triennio)

La riflessione, che riguarda l'intero sistema della lingua e gli usi linguistici nella comunicazione, riprenderà e approfondirà gli aspetti oggetto di studio del biennio, e precisamente:

- integrazione di diversi codici nella comunicazione: il rapporto tra linguaggi verbali, paraverbali (ritmo, intonazione ecc.) e non verbali (gesti, mimica ecc. per l'orale; numerici, iconici ecc. per lo scritto) in testi e contesti via via più complessi;

- caratteristiche della lingua in relazione ai diversi mezzi: parlato, scritto, forme multimediali;

- varietà della lingua in dimensione sociale (registro), geografica e cronologica (dinamicità della lingua);

- aspetti pragmatici: ruoli sociali, scopi espliciti e impliciti dei parlanti ed effetti del messaggio sui destinatari; strategie comunicative; rapporto tra funzioni comunicative e forme linguistiche;

- testualità: coerenza e meccanismi di coesione, modalità di organizzazione dei diversi tipi e generi testuali;

- lessico e semantica: meccanismi di generazione delle parole (funzione degli affissi ecc.); nozione di campo semantico; denotazione e connotazione; la semantica del verbo (modalità, tempo, aspetto ecc.)

- morfologia e sintassi: sistemi morfologici (flessioni verbali, nominali ecc.) e strutture sintattiche (costituenti della frase, ordine delle parole ecc.).

 

 

Indicazioni didattiche

Si confermano, in quanto valide per tutto il corso di studi, le indicazioni metodologiche proposte nei programmi del biennio.

Le abilità di comprensione orale si sviluppano su testi di tipologia e argomento diversi, a forma dialogica o monologica (conversazioni, relazioni, trasmissioni radiofoniche o televisive di vario tipo ecc.). Su di essi gli studenti vengono abituati a compiere le seguenti operazioni:

- anticipare i contenuti sulla base di alcuni dati e formulare ipotesi;

- cogliere il significato globale;

- individuare informazioni specifiche;

- cogliere le strategie dei parlanti;

- cogliere l'atteggiamento dei parlanti;

- rivedere le ipotesi formulate inizialmente al termine dell'ascolto;

- valutare il contributo dei partecipanti a un dialogo o ad una discussione.

Per meglio finalizzare l'ascolto si possono proporre schede e griglie da completare, l’uso di appunti ed attività su un compito definito.

La produzione orale si favorisce con attività in coppia o in gruppo (simulazione, role-play ecc.), a partire da testi ascoltati o letti. Lo studente sarà condotto a mettere in atto diverse strategie comunicative a seconda del contesto, delle caratteristiche degli interlocutori, degli scopi ecc.. Tali attività saranno precedute, o inframmezzate, da momenti di riflessione sulla comunicazione per permettere il successivo passaggio a una produzione autonoma. Per giungere a questo tipo di competenza comunicativa, gli studenti dovranno acquisire la capacità di produrre, in particolare, forme espositive e argomentative.

Tale competenza verrà agevolata da una vasta gamma di attività quali ad esempio:

- sviluppo del discorso su note precedentemente prese in fase di ascolto;

- presentazione di contenuti da diversi punti di vista;

- operazione di sintesi o di sviluppo dei contenuti;

- sviluppo di una tesi partendo da ipotesi date.

La capacità di sostenere una conversazione per telefono assume particolare rilevanza in ambito aziendale. Tale capacità viene sviluppata mediante simulazioni a viva voce in classe che permettono di apprendere le modalità specifiche in uso in questo particolare tipo di interazione. Successivamente, nel laboratorio linguistico si possono utilizzare registrazioni telefoniche di difficoltà crescente che presentino vari registri linguistici.

Per quanto riguarda le attività di lettura, si proseguirà nell'utilizzo delle varie tecniche di lettura a seconda degli scopi (lettura globale, esplorativa, analitica) applicate a testi i cui contenuti verteranno dapprima su argomenti e problematiche legate all'attualità e, in seguito, su tematiche più specifiche dell'indirizzo.

Al fine di mettere lo studente in grado di leggere in modo adeguato testi tratti da giornali, manuali e pubblicazioni specializzate, sarà utile attivare le seguenti competenze specifiche:

- individuare gli aspetti iconici e gli indizi discorsivi e tematici presenti nel testo attivando le conoscenze già possedute dagli allievi;

- porsi domande sul testo e formulare ipotesi avendo chiaro l'obiettivo della lettura;

- comprenderne le principali informazioni esplicite;

- effettuare inferenze in base a informazioni già note o contenute nel testo;

- valutare l'utilità delle informazioni contenute nei testi.

La lettura di testi specialistici e di testi letterari può fornire spunti per attività di produzione orale che assumono la forma di resoconti, dibattiti e discussioni su problemi, che è opportuno affrontare, ove possibile, comparandoli con problemi analoghi nel nostro paese.

Considerando la rilevanza formativa del riassunto, orale e scritto, è opportuno dedicare spazio a tale attività a diversi livelli, sia come riduzione del testo originale, sia come rielaborazione del testo d'origine con parole diverse, sia come trasposizione sintetica di testi letti o ascoltati in italiano. Lo sviluppo delle capacità di sintesi può avere luogo con attività di gruppo in cui la risposta alla consegna sia, soprattutto nei primi tempi, il prodotto di una discussione tra i diversi componenti.

Per rafforzare le abilità di produzione scritta si possono eseguire "esercizi di traduzione intralinguistica" nell'ambito della stessa varietà linguistica; si può richiedere, ad esempio la descrizione di una stessa situazione da punti di vista diversi; il passaggio dal discorso diretto al discorso indiretto e viceversa; il cambio di varietà linguistica, con passaggio dal linguaggio informale a quello formale e viceversa; l'allargamento o il restringimento di un testo, trasformando ad esempio una circolare pubblicitaria in un cartellone stradale o viceversa. Si possono inoltre proporre esercizi di trascodificazione da forma grafica (tabulati, diagrammi, istogrammi ecc.) in forma linguistica.

Pur non trascurando la scrittura manipolativa, che favorisce l'acquisizione di automatismi linguistici, è opportuno proporre attività sempre più autonome e impegnative per abituare lo studente ad un uso consapevole, personale e creativo della lingua straniera. Possono servire allo scopo la scrittura di paragrafi su modelli dati, composizioni su traccia, composizioni libere ecc..

Nella quarta e nella quinta classe è necessario stabilire ogni raccordo possibile con le altre materie, in modo che i contenuti proposti nella lingua straniera, pur senza perdere la loro specificità, abbiano carattere trasversale nel curricolo. E' necessario tener presente, comunque, che nessun argomento può essere presentato nella lingua straniera se non è stato prima concettualmente assimilato in altri ambiti disciplinari, in quanto ogni "input" linguistico deve trovare strutture cognitive in grado di recepirlo.

Sempre in quarta e quinta classe verranno avviati esercizi di traduzione poiché nella futura attività di lavoro potrà essere richiesta la traduzione di testi. Tali attività, evitando la traduzione di frasi isolate e prevedendo invece una chiara contestualizzazione, sono efficaci per consolidare sia la competenza testuale, sia l'educazione linguistica. La traduzione non può essere letterale e deve salvaguardare la precisione dei termini tecnici e l'intenzione comunicativa del testo. In questo senso essa è da intendersi come aggiuntiva alle abilità di base e non come metodo per imparare la lingua. E' opportuno che l'uso del dizionario bilingue, necessario per questa attività, costituisca oggetto di esercitazioni specifiche.

Poiché l'autonomia di apprendimento costituisce una finalità primaria nella formazione dello studente, è opportuno che l'insegnante colga qualsiasi occasione per favorirla, offrendogli sempre maggiori spazi di decisione e di scelta. A questo fine è utile disporre di un'ampia varietà di materiali linguistici (possibilmente corredati da strumenti di autoverifica), favorire l'accesso a media audiovisivi e tecnologici che rispondano ai diversi stili cognitivi e strutturare attività comunicative diversificate che coinvolgano lo studente e lo rendano protagonista del suo apprendimento. In tal modo il docente assume il ruolo di guida e facilitatore per lo studente, il quale, conscio dell'obiettivo da raggiungere, può individuare modalità, strumenti e percorsi personali che gli permettano di massimizzare le sue capacità di apprendere.

La comprensione, globale o analitica, dei generi testuali proposti, potrà essere verificata, per l'orale e per lo scritto mediante le prove seguenti:

- questionari a scelta multipla;

- questionari a risposta breve;

- compilazione di tabelle, griglie e moduli;

- ricodificazione di testi in forma grafica (tabelle, diagrammi, diagrammi di flusso, istogrammi ecc.).

La produzione orale, che si realizza nella classe per lo più con attività in coppia o in gruppo, con dibattiti e discussioni, potrà essere verificata avvalendosi di griglie di osservazione sistematica che permettono di valutare le prestazioni dei singoli riducendo al minimo gli elementi di soggettività e di casualità.

La produzione scritta potrà essere verificata mediante:

- brevi descrizioni o narrazioni;

- brevi resoconti e commenti a testi o ad attività;

- lettere formali o informali di carattere personale;

- ricodificazione da diagrammi o tabelle;

- brevi composizioni di carattere generale su traccia.

Le attività integrate potranno essere verificate con:

- trasposizione di conversazioni telefoniche in appunti e successivamente in messaggi articolati;

- ricostruzione di un testo da appunti presi;

- compilazione di moduli;

- dettati;

- test di tipo "cloze";

- riassunti a partire da testi orali e scritti, di carattere generale o specifico;

- trasformazione di testi (cambiando un elemento della comunicazione - tempo, punto di vista, destinatario, intenzione comunicativa ecc.);

- riassunti di testi narrativi.

Il possesso delle singole competenze linguistiche potrà essere verificato mediante:

- completamento di frasi o testi sui vari aspetti linguistici (tempi verbali, connettori testuali ecc.);

- trasformazione di frasi.

La valutazione riguarda le varie abilità, singole o integrate, e la competenza linguistica. Pertanto sarà opportuno che ogni prova verifichi più di un'abilità e comprenda tipologie di attività diverse.

 

DIRITTO AMBIENTALE, LEGISLAZIONE SOCIALE ED ECONOMIA

 

 

Finalità

Il corso promuove e sviluppa:

1. l’integrazione e l’arricchimento delle conoscenze giuridico-economiche già fornite nel biennio per guidare il giovane all’interpretazione del funzionamento dell’apparato amministrativo;

2. la comprensione delle dinamiche che caratterizzano la gestione delle imprese sotto il profilo organizzativo ed economico;

3. la comprensione dei processi economico-istituzionali in seno agli organismi internazionali;

4. l’acquisizione degli aspetti normativi fondamentali in materia di prevenzione del rischio e della tutela della salute negli ambienti di lavoro;

5. l’acquisizione e l’uso degli strumenti normativi in riferimento alla tutela della qualità ambientale.

 

 

Obiettivi di apprendimento

Al termine del corso l’alunno dovrà essere in grado di:

1. cogliere la dimensione giuridica delle problematiche amministrative;

2. riconoscere i modelli di organizzazione aziendale descrivendone le caratteristiche e le problematiche produttive, gestionali e commerciali;

3. cogliere gli aspetti giuridici ed economici delle operazioni di impresa specie riguardo all’assetto societario ed al rapporto di lavoro subordinato;

4. individuare le norme sull’igiene e la sicurezza dell’ambiente di lavoro;

5. identificare gli aspetti legislativi e politici della questione ambientale.

 

 

Contenuti

IV ANNO (2 ore)

Tema 1. L’ordinamento amministrativo della Repubblica

1.1 La Pubblica Amministrazione

1.2 Le autonomie regionali e locali

1.3 Gli uffici pubblici e l’imparzialità della P.A.

1.4 Gli atti amministrativi

1.5 I ricorsi amministrativi

Bisogna fornire all’allievo un quadro complessivo dell’apparato amministrativo centrale e locale. In particolare la trattazione deve affrontare i contenuti degli atti amministrativi al fine di comprendere eventuali vizi di legittimità e di merito.

 

Tema 2. L’impresa commerciale

2.1 L’imprenditore commerciale

2.2 Classificazione delle imprese

2.3 Gli enti pubblici economici

2.4 Impresa e azienda

2.5 L’avviamento e il divieto di concorrenza

2.6 La libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.)

2.7 Il lavoro nell’impresa

2.8 Il rapporto di lavoro subordinato: qualifiche, diritti e doveri, tutela, avviamento al lavoro, ufficio di collocamento, assunzione, documenti dei lavoratori e dei datori di lavoro; svolgimento e risoluzione del rapporto di lavoro; il contratto di formazione.

2.9 Il contratto di società

2.10 Società di persone: società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita semplice

2.11 Società di capitali: società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata

2.12 Società cooperative

2.13 Il fallimento e le procedure concorsuali: concetti generali

2.14 I titoli di credito: concetto e funzione; circolazione dei titoli di credito, gli assegni e la cambiale.

Si devono fornire agli allievi gli elementi essenziali dell’apparato formativo e civilistico in cui operano le imprese. In particolare la trattazione deve :

- illustrare la differenza tra i concetti di azienda da un lato, di imprenditore ed impresa dall’altro;

- guidare alla individuazione delle diverse forme societarie, delle caratteristiche che le distinguono e dei motivi che ne suggeriscono l’adozione;

- analizzare i contenuti civilistici del contratto di lavoro.

 

Tema 3. Organizzazioni internazionali

3.1 ONU - La Banca Mondiale - Fondo Monetario Internazionale - il Gatt - la FAO - l’UNESCO - l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro).

3.2 L’integrazione economica europea

3.3 La WHO (Organizzazione Mondiale per la Sanità)

3.4 Le Comunità Europee

3.5 Le fonti del diritto comunitario: raccomandazioni e direttive, leggi, decreti e circolari

3.6 La legittimità degli atti delle istituzioni comunitarie

3.7 L’autonomia dell’ordinamento giuridico comunitario

3.8 L’integrazione tra diritto comunitario e diritto nazionale

3.9 L’applicazione diretta del diritto comunitario, le preminenze del diritto comunitario.

E' importante che gli allievi conoscano gli organismi internazionali che hanno dedicato al problema dell’ambiente e della tutela delle risorse naturali una particolare attenzione, a causa di un’incidenza sempre più preoccupante delle attività economiche sulle risorse naturali.

 

 

Tema 4. La legislazione sociale

4.1 Organi statali con competenza sul territorio nazionale: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Commissione centrale per l’impiego, Commissione centrale per la mobilità della manodopera

4.2 Organi attivi locali: Ispettorato del lavoro, gli uffici del lavoro e della massima occupazione

4.3 Soggetti attivi privati: I sindacati dei lavoratori .Le organizzazioni dei datori di lavoro

4.4 Igiene e sicurezza del lavoro:

- le fonti normative: Carta Sociale Europea - Costituzione - art. 2087 cod. civ., Decreti legislativi, Statuto dei diritti dei lavoratori

- enti preposti al controllo.

4.5 Assistenza sociale

4.6 Previdenza sociale: assicurazione per gli infortuni del lavoro e le malattie professionali, per l’invalidità e la vecchiaia, per la disoccupazione.

In questo tema vengono affrontate le questioni normative che hanno per oggetto immediato e specifico la tutela della classe lavoratrice per fini di interesse generale. In particolare la trattazione deve presentare le norme preventive che tendono ad evitare il verificarsi di eventi dannosi per i lavoratori ( norme sull’igiene e la sicurezza dell’ambiente di lavoro) e le norme di assistenza e di previdenza sociale che realizzano la tutela del lavoratore.

 

V ANNO (ore 2)

Tema 5: Protezione dell’ambiente e gestione delle risorse

5.1 Inquadramento storico-legislativo delle politiche ambientali - Teoria dello sviluppo sostenibile

5.2 Le competenze in materia ambientale dell’Amministrazione centrale

5.3 Strumenti di programmazione nazionale per l’energia e l’ambiente

5.4 Il Ministero dell’ Ambiente

5.5 Le competenze regionali in materia ambientale

5.6 Agenzia Nazionale per la Protezione Ambiente e sue funzioni

5.7 Concetto di impatto ambientale

Viene presentato agli allievi il panorama storico-legislativo della questione ambientale e la necessità di porre rimedio ai danni causati all’ambiente. Occorre in questa trattazione affrontare gli aspetti scientifici, economici, legislativi e politici del problema ambientale.

 

Tema 6. Normativa in materia di tutela ambientale

6.1 Inquinamento atmosferico

6.2 Inquinamento acustico

6.3 Inquinamento idrico

6.4 Inquinamento da rifiuti

6.5 Inquinamento del suolo

6.6 Piano energetico nazionale

Vengono approfonditi gli aspetti normativi fondamentali relativi al paesaggio, alla difesa del suolo, dell’aria e delle acque dove prevale l’aspetto naturale, e relativi all’urbanistica dove prevale l’intervento dell’uomo, con particolare riguardo agli aspetti giurici ed economici delle diverse problematiche.

 

Tema 7. Il rischio di crisi ambientale

7.1 La legislazione sull’emergenza

7.2 Le aree ad elevato rischio di crisi ambientale

7.3 Il piano di disinquinamento

Il nostro paese è stato interessato, soprattutto negli ultimi anni, da interventi legislativi che hanno dovuto regolamentare, con disposizioni urgenti ed eccezionali, situazioni tali da determinare l’esplosione di crisi, sia nel campo dell’ordine pubblico, sia in quello sociale ed economico, sia in quello della salute e dell’incolumità, sia, infine, in quello ambientale.

 

Tema 8. Informazione industriale e partecipazione

8.1 Legge 349/86 sulla circolazione delle conoscenze; partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientalistiche.

8.2 Relazione sullo stato dell’ambiente.

8.3 II diritto di partecipazione dei cittadini: A) Osservazioni e pareri; B) Diritto di accesso;

C) Diritto di denuncia

8.4 La responsabilità civile e penale nell’esercizio delle varie attività.

8.5 Le associazioni ambientalistiche

E' importante che vi sia circolazione delle conoscenze e la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientalistiche all’informazione industriale. E' necessario individuare gli strumenti ed i canali di informazione.

 

 

Indicazioni didattiche

Si suggerisce di:

1. partire dall’osservazione diretta dei fenomeni giuridici ed economici per coglierne le caratteristiche e i processi che costituiranno la base di successive generalizzazioni e sistematici inquadramenti;

2. ricorrere a casi tratti da realtà aziendali appartenenti al settore studiato nell’indirizzo;

3. evitare approcci prevalentemente basati su esposizioni teoriche e sulla ripetizione di concetti, che verranno acquisiti attraverso l’analisi di casi e la sollecitazione di processi induttivi;

4. contribuire alla realizzazione dell’area di progetto ricercando casi appropriati ed integrandosi con gli altri insegnamenti specie per quanto attiene metodi, strumenti e tempi.

 

La verifica e la valutazione

Si avrà cura di articolare le verifiche anche con il ricorso a prove strutturate o semistrutturate che accrescono gli elementi di valutazione senza sottrarre molto tempo all’attività di insegnamento/apprendimento.

 

MATEMATICA

Finalità

Nel corso del triennio l'insegnamento della matematica prosegue ed amplia il processo di preparazione scientifica e culturale dei giovani già avviato nel biennio; concorre, insieme alle altre discipline, allo sviluppo dello spirito critico ed alla loro promozione umana e intellettuale.

In questa fase della vita scolastica lo studio della matematica cura e sviluppa in particolare:

1. il consolidamento del possesso delle costruzioni concettuali più significative;

2. l'acquisizione di conoscenze a livelli più elevati di astrazione e di formalizzazione;

3. la capacità di cogliere i caratteri distintivi dei vari linguaggi (storico-naturali, formali, artificiali);

4. la capacità d’interpretare, descrivere e rappresentare mediante modelli ogni fenomeno studiato;

5. l’abitudine a studiare ogni questione attraverso l’esame analitico dei suoi fattori;

6. la capacità di utilizzare metodi, strumenti e modelli matematici in situazioni diverse;

7. l'attitudine a riesaminare criticamente e a sistemare logicamente le conoscenze via via acquisite.

L’insegnamento della matematica si collega con gli altri contesti disciplinari per perseguire le stesse finalità pur assumendo prospettive ed aspetti specifici e conservando la propria autonomia epistemologico-didattica.

 

 

 

Obiettivi di apprendimento

Alla fine del triennio gli allievi dovranno essere in grado di:

1. generalizzare, astrarre, formalizzare;

2. operare con il simbolismo matematico riconoscendo le regole sintattiche di trasformazione di formule;

3. utilizzare metodi e strumenti di natura probabilistica e inferenziale;

4. affrontare situazioni problematiche di varia natura avvalendosi di modelli matematici atti alla loro rappresentazione;

5. costruire procedure di risoluzione di un problema e, ove sia il caso, tradurle in programmi per il calcolatore;

6. risolvere problemi geometrici nel piano per via sintetica o per via analitica;

7. interpretare intuitivamente situazioni geometriche spaziali;

8. riconoscere il contributo dato dalla matematica allo sviluppo delle scienze sperimentali;

9. inquadrare storicamente l'evoluzione delle idee matematiche fondamentali.

 

 

Contenuti

Anche se già ripartiti per anno, i contenuti sono raggruppati per temi, per cui il docente avrà cura di predisporre il suo itinerario didattico in modo da mettere in luce analogie e connessioni tra argomenti appartenenti a temi diversi o i diversi aspetti di uno stesso argomento.

 

 

 

 

TERZO ANNO [ 4 ore ]

Richiami su insiemi, algebra degli insiemi, algebra delle proposizioni, calcolo algebrico, relazioni binarie su un insieme, funzioni.

 

Tema nº 1 - Geometria

1.a Retta, circonferenza, ellisse, parabola, iperbole nel piano cartesiano.

1.b Cambiamento del sistema di coordinate.

1.c Lunghezza della circonferenza e misure angolari.

1.d Teorema del coseno e teorema dei seni. Risoluzione dei triangoli.

 

Tema nº 2 - Insiemi numerici e strutture

2.a L'insieme dei numeri reali e sua completezza.

2.b Potenze a base reale positiva e ad esponente reale.

2.c Numeri complessi e loro rappresentazione in forma algebrica, trigonometrica, esponenziale. Radici n-esime dell'unità.

2.d Spazi vettoriali: struttura vettoriale in R2 e in R3 . Basi, trasformazioni lineari. Risoluzione di sistemi lineari. Struttura algebrica delle matrici di ordine 2.

Tema nº 3 - Funzioni ed equazioni

3.a Logaritmo e sue proprietà. Funzioni esponenziale e logaritmica. Equazioni esponenziali e logaritmiche.

3.b Funzioni circolari e loro inverse. Formule di addizione e principali conseguenze. Equazioni goniometriche.

3.c Disequazioni e sistemi di disequazioni.

Tema nº 4 - Probabilità e statistica

4.a Statistica descrittiva: rappresentazione dei dati; scale di misura; indici di posizione e di variabilità.

 

QUARTO ANNO [ 4 ore ]

 

Tema nº 1 - Geometria

1.e Coordinate cartesiane nello spazio. Equazioni del piano e della retta.

 

Tema nº 4 - Probabilità e statistica

4.b Valutazioni e definizioni di probabilità in vari contesti.

 

Tema nº 5 - Analisi infinitesimale

5.a Principio d'induzione. Progressioni aritmetica e geometrica. Successioni numeriche e limite di una successione.

5.b Limite, continuità, derivata di una funzione in una variabile reale.

5.c Teoremi di Rolle, Cauchy, Lagrange, De L'Hopital. Formula di Taylor.

5.d Studio e rappresentazione grafica di una funzione.

5.e Il problema della misura: lunghezza, area, volume. Integrale definito.

5.f Funzione primitiva ed integrale indefinito. Teorema fondamentale del calcolo integrale. Metodi di integrazione.

5.g Funzioni di più variabili reali.

5.h Generalità sulle equazioni differenziali.

QUINTO ANNO [ 3 ore ]

Tema n°4 - Probabilità e statistica

4.c Regressione e correlazione.

4.d Variabili aleatorie discrete e continue

4.e Distribuzioni di probabilità: binomiale, Gauss, Poisson.

4.f Legge dei grandi numeri (Bernoulli).

4.g Inferenza statistica: stima dei parametri per modelli semplici; verifica di ipotesi.

 

Tema nº 5 - Analisi infinitesimale

5.i Serie numeriche. Sviluppo in serie di una funzione in una variabile reale: serie di potenze e di Fourier.

5.l Equazioni differenziali del 1° ordine. Equazioni differenziali lineari a coefficienti costanti del 2° ordine.

5.m Integrazione numerica (con i metodi dei rettangoli e dei trapezi)

5.n Risoluzione approssimata di equazioni.

 

 

Commento ai singoli temi

Tema nº 1 - Geometria

Gli argomenti di geometria per il triennio sono in stretta connessione con gli argomenti suggeriti per il biennio e completano la formazione dell'alunno dandogli una visione, per quanto possibile, completa della disciplina.

Proseguendo nello studio del metodo cartesiano si riprenderà lo studio della retta, si definiranno le coniche come luoghi geometrici e se ne scriveranno le equazioni che saranno ottenute con riferimento a sistemi di assi coordinati opportunamente scelti. Il cambiamento degli assi coordinati consentirà di ampliare lo studio delle curve di secondo ordine.

Lo studio della trigonometria, ridotto all'essenziale, è finalizzato alla risoluzione dei triangoli; esso risponde anche alle necessità proprie delle altre scienze.

Lo studio dei primi elementi di geometria analitica nello spazio non sarà fine a se stesso, ma dovrà servire di supporto sia allo studio degli elementi di analisi che alle applicazioni in campo tecnologico.

 

Tema nº 2 - Insiemi numerici e strutture

Per definire i numeri reali si potrà fare ricorso alle sezioni di Dedekind o ad altri metodi; in ogni caso la definizione sarà collegata con la proprietà di completezza del loro insieme.

L'introduzione dei numeri complessi si avvarrà anche dell'uso delle coordinate polari e sarà accompagnata da numerose e varie applicazioni; ad esempio, le radici n-esime dell'unità potranno essere collegate con il problema di inscrivere un poligono regolare di n lati in una circonferenza.

Al concetto generale di spazio vettoriale e di trasformazione lineare si perverrà attraverso l'analisi di casi concreti in vari contesti scientifici.

Lo studio dei sistemi lineari, che riprende un argomento già iniziato nel biennio, mira a privilegiare l'esame delle operazioni che trasformano un sistema lineare in altro ad esso equivalente. Lo studio delle matrici offre un esempio particolarmente semplice e significativo di anello non commutativo.

 

 

Tema nº 3 - Funzioni ed equazioni

Gli esercizi di applicazione dei concetti di esponenziale e logaritmo saranno limitati ai casi più semplici; per il calcolo del logaritmo di un numero o del numero di dato logaritmo si farà ricorso a strumenti automatici di calcolo.

Lo studio delle funzioni circolari è limitato al teorema della somma e sue immediate conseguenze. Anche per la determinazione dei valori di tali funzioni ci si avvarrà di strumenti automatici.

 

 

Tema nº 4 - Probabilità e statistica

Gli elementi di calcolo delle probabilità e statistica rispondono all'esigenza di fornire gli strumenti metodologici per effettuare modellizzazioni e analisi di dati nel particolare contesto educativo. Per quanto riguarda l'allusione ai vari contesti in cui si determinano le probabilità ci si può ricondurre ai diversi metodi di valutazione che non saranno presentati come antitetici, potendosi usare di volta in volta quello che appare più aderente al contesto di informazione in cui si sta operando. Andrà particolarmente tenuta presente la valutazione come "grado di fiducia" (valutazione soggettiva) in quanto applicabile a tutti i contesti.

 

Tema nº 5 - Analisi infinitesimale

Lo studio delle progressioni è propedeutico a quello delle successioni, per le quali riveste particolare importanza il problema della convergenza. Questo porta alla nozione di limite e quindi al concetto più generale di limite di una funzione di una variabile reale.

L'introduzione di questo concetto, e di quello di derivabilità ed integrabilità, sarà accompagnata da un ventaglio quanto più ampio possibile di loro impieghi anche in ambito non matematico ed arricchita dalla presentazione ed illustrazione di opportuni controesempi che serviranno a chiarire i concetti stessi.

L'alunno sarà abituato all'esame di grafici di funzioni algebriche e trascendenti ed alla deduzione di informazioni dallo studio di un andamento grafico. E' anche importante che gli allievi siano in grado di passare dal grafico di una funzione a quello della sua derivata e di una sua primitiva.

Per quanto riguarda le funzioni di due variabili, lo studio si limiterà ai casi più semplici, con il ricorso alla rappresentazione sul piano cartesiano mediante curve di livello.

Il problema della misura sarà affrontato con un approccio molto generale, con particolare riferimento al calcolo della lunghezza della circonferenza e dell'area del cerchio, e va inquadrato preferibilmente sotto il profilo storico. Il concetto di integrale scaturirà poi in modo naturale dalla necessità di fornire metodi generali per il calcolo di lunghezze, aree, volumi.

Nell'illustrare i metodi di risoluzione delle equazioni differenziali il docente farà ricorso a problemi non solo matematici, ma anche attinenti alla fisica, all'economia ed alla realtà in genere. Per quanto riguarda la loro risoluzione si avvarrà, per le più semplici, quali quelle a variabili separabili o a queste facilmente riconducibili, dei metodi tradizionali, per le più complesse dei metodi propri del calcolo numerico.

Al fine di un migliore coordinamento nell’ambito della programmazione didattica generale si potrà anticipare qualche elemento di tale tema al quarto anno.

I metodi del calcolo numerico dovranno anche essere utilizzati nella determinazione del valore di una funzione in un dato punto, nella risoluzione di equazioni e di sistemi e nel calcolo integrale, quando l'impiego dei metodi tradizionali risulta di difficile applicazione. Gli argomenti di analisi numerica riportati sono rappresentativi di problemi risolvibili mediante metodi "costruttivi" che permettono, con una precisione arbitraria ed in un numero finito di passi eseguibili da un calcolatore, la determinazione delle loro soluzioni.

Poiché i calcolatori operano nel discreto è necessario tenere conto, nell'analizzare i diversi metodi proposti, del fenomeno della propagazione degli errori.

 

Indicazioni didattiche

Prerequisiti allo sviluppo del programma sono: nozioni sulla teoria degli insiemi e su elementi di probabilità e statistica descrittiva; capacità di tradurre semplici problemi in un linguaggio di programmazione.

Come per il biennio, si insiste sull'opportunità che l'insegnamento sia condotto per problemi; dall'esame di una situazione problematica l'alunno sarà portato prima a formulare un'ipotesi di soluzione, poi a ricercare il procedimento risolutivo mediante il ricorso alle conoscenze già acquisite ed infine ad inserire il risultato ottenuto in un organico quadro teorico complessivo. Un processo in cui l'appello all'intuizione sarà via via ridotto per dare più spazio all'astrazione ed alla sistemazione razionale. A conclusione degli studi secondari scaturirà così naturalmente nell'alunno l'esigenza della sistemazione assiomatica dei temi affrontati, della geometria come di altri contesti, sistemazione che lo porterà a recepire un procedimento diventato paradigmatico in qualsiasi ricerca ed in ogni ambito disciplinare.

Si ricorda che il termine problema va inteso nella sua accezione più ampia, riferito cioè anche a questioni interne alla stessa matematica. In questa ipotesi potrà risultare didatticamente proficuo storicizzare la situazione presentandola come una successione di tentativi portati a livello di rigore e di astrazione sempre più spinti; esempio è il processo che portò alle geometrie non euclidee. Bisognerà anche utilizzare ogni occasione idonea per illustrazioni ed approfondimenti sulla epistemologia della matematica.

L'insegnamento per problemi non esclude però che il docente faccia ricorso ad esercizi di tipo applicativo, sia per consolidare le nozioni apprese dagli alunni, sia per fare acquisire loro una sicura padronanza nel calcolo.

Nell'uso dell'elaboratore verranno utilizzati strumenti e metodi propri dell'informatica nei contesti matematici che vengono progressivamente sviluppati. Mediante la visualizzazione di processi algoritmici non attuabili con elaborazione manuale esso consentirà così anche la verifica sperimentale di nozioni teoriche già apprese, rafforzando negli allievi le capacità di astrazione e formalizzazione per altra via conseguite. Essi saranno così dotati di rigorosi metodi di analisi, di capacità relative alla modellizzazione di situazioni anche complesse, di abilità connesse con il trattamento di dati, che li metteranno in grado di effettuare in ogni occasione scelte consapevoli e razionali.

Coerentemente con gli obiettivi da conseguire con i singoli moduli, saranno utilizzati vari strumenti di verifica che concorreranno alle valutazioni periodiche e finale espresse da un voto unico.

Il docente terrà presenti le connessioni della matematica con le discipline tecniche dell'indirizzo e darà a ciascun argomento uno sviluppo adeguato alla sua importanza nel contesto di queste discipline.

 

FISICA APPLICATA

 

 

Finalità

L'insegnamento di Fisica Applicata concorre alla formazione culturale e professionale dell'allievo e contribuisce al perseguimento degli obiettivi attraverso l'acquisizione delle metodologie e delle conoscenze specifiche della disciplina. Tale insegnamento, raccordandosi con le altre discipline, si propone di promuovere o sviluppare:

1. la comprensione dei procedimenti caratteristici dell'indagine scientifica, che si articolano in un continuo rapporto tra costruzione teorica e attività sperimentale;

2. l'acquisizione di un insieme organico di contenuti e metodi finalizzati ad una adeguata interpretazione della natura;

3. la capacità di reperire informazioni, di utilizzarle in modo autonomo e finalizzato e di comunicarle con linguaggio scientifico;

4. l'abitudine al vaglio dei fatti e alla ricerca di una verifica delle proprie ipotesi interpretative;

5. la capacità di analizzare e schematizzare situazioni reali e di affrontare problemi concreti, anche al di fuori dello stretto ambito disciplinare;

6. l'abitudine all'approfondimento, alla riflessione individuale e all'organizzazione del lavoro personale;

7. la capacità di riconoscere i fondamenti scientifici presenti nelle attività tecniche;

8. la consapevolezza delle potenzialità, dello sviluppo e dei limiti delle conoscenze scientifiche;

9. la capacità di cogliere le relazioni tra lo sviluppo delle conoscenze fisiche e quello del contesto umano, storico e tecnologico;

10. la capacità di cogliere ed apprezzare l'utilità del confronto di idee e dell'organizzazione del lavoro di gruppo;

11. collaborare con altre professionalità, recependone i diversi contributi, al fine di arricchire e completare le proprie conoscenze;

12. la capacità di cogliere l'importanza del linguaggio matematico come potente strumento nella descrizione del mondo e di utilizzarlo adeguatamente.

 

 

Obiettivi d'apprendimento

Alla fine del triennio gli allievi dovranno possedere una buona conoscenza della disciplina, avendo approfondito in particolare i temi più specifici riguardanti lo studio dell'ambiente. Alla fine del corso essi dovranno perciò essere in grado di:

1. analizzare un fenomeno, riuscendo a individuare i parametri significativi e le relazioni tra gli stessi, formalizzandole nel linguaggio specifico della disciplina;

2. formulare ipotesi d'interpretazione dei fenomeni osservati, proporre modelli e verifiche deducendone i limiti d'applicazione;

3. gestire, in laboratorio e sul campo, strumenti e apparati di misura e di controllo, valutando l'attendibilità dei risultati sperimentali ottenuti;

4. conoscere, scegliere e gestire strumenti matematici adeguati e interpretarne il significato fisico;

5. raccogliere, ordinare e rappresentare i dati ricavati, per poi elaborarli, interpretarli e documentarli;

6. risolvere problemi attraverso l'analisi del contesto e delle informazioni iniziali, l'individuazione e descrizione delle procedure risolutive, l'esposizione ed il confronto dei risultati;

7. relazionare, oralmente e per iscritto, in maniera sintetica e chiara sull'attività sperimentale svolta in laboratorio e sul campo;

8. utilizzare la letteratura specializzata;

9. costruire e/o utilizzare programmi all'elaboratore per la soluzione di problemi, simulazioni, gestione di informazioni.

 

 

Contenuti

Gli argomenti del programma di Fisica applicata sono presentati secondo una suddivisione per temi. Essi sono:

1. richiami e approfondimenti di principi di meccanica;

2. l'energia: sue forme, conservazione e trasformazione;

3. il campo: l'azione a distanza e le modificazioni delle proprietà dello spazio;

4. le onde: propagazione ed interazione delle perturbazioni con la materia;

5. la nuova interpretazione del mondo microscopico;

6. l'interazione e la rivelazione: teoria, applicazioni e strumentazione;

Gli argomenti, anche se riguardanti settori diversi della fisica, sono suddivisi nei vari temi in base all'omogeneità dei concetti portanti.

Lo spazio dedicato a ciascun tema e l'organizzazione della trattazione possono essere diversi a giudizio degli insegnanti nel contesto del piano di lavoro programmato.

 

CLASSE III [4 + 2 ore]

1.1 Principio di conservazione della quantità di moto.

1.2 Moto di rotazione del corpo rigido.

1.3 Principio di conservazione del momento della quantità di moto.

2.1 Principio di conservazione dell'energia.

2.2 Applicazioni ad un sistema meccanico oscillante.

2.3 Applicazioni alla dinamica dei fluidi.

2.4 Generalizzazione del principio di conservazione dell'energia.

2.5 Il trasporto dell'energia termica.

2.6 Primo e secondo principio della termodinamica, interpretazione microscopica e macroscopica.

2.7 Concetto di entropia.

3.1 Concetto fisico di campo.

3.2 Campo elettrico e campo magnetico: loro principali configurazioni.

3.3 Relazione intensità del campo - potenziale.

3.4 Densità di energia del campo elettrico.

3.5 Teorema di Gauss.

3.6 Campo magnetico e teorema della circuitazione di Ampere.

3.7 Campi elettrici e magnetici nella materia

3.8 Moto di cariche nei campi elettrici e magnetici.

3.9 Applicazioni nell'ambito tecnologico.

3.10 Correnti e campi elettrici indotti.

3.11 Campo magnetico indotto.

3.12 Densità di energia del campo magnetico.

3.13 Circuito oscillante.

 

CLASSE IV [2 + 2 ore]

4.1 Ottica geometrica e sue applicazioni principali: specchi, lenti, prismi e strumenti ottici.

4.2 Concetto di onda e parametri caratteristici.

4.3 Onde trasversali e longitudinali. Onde lineari, circolari, piane e sferiche.

4.4 Principio di sovrapposizione delle onde.

4.5 Concetto di armonica.

4.6 Onde stazionarie in casi particolari.

4.7 Risonanza.

4.8 Acustica, rivelatori fonometrici.

4.9 Principio di Huygens e sue applicazioni all'interpretazione dei fenomeni ondulatori meccanici ed elettromagnetici: riflessione, rifrazione, diffrazione, interferenza, effetto Doppler.

4.10 Analisi di effetti interferenziali e di polarizzazione.

3.14 Sintesi maxwelliana e concetto di radiazione elettromagnetica.

3.15 Spettro della radiazione elettromagnetica e relative sorgenti.

3.16 Spettri di emissione ed assorbimento.

3.17 Irraggiamento.

3.18 Rivelatori di radiazione elettromagnetica.

5.1 Emissione di corpo nero.

5.2 Effetto fotoelettrico e ipotesi di Einstein.

5.3 Il concetto di quanto di energia.

5.4 Effetto Compton.

5.5 Modelli atomici.

5.6 Fenomenologia degli stati quantici e interpretazione fisica dei numeri quantici.

5.7 Principio di esclusione.

5.8 Spettro dell'atomo di idrogeno.

5.9 Emissione e assorbimento; raggi X.

5.10 Emissione stimolata.

 

CLASSE V [2 + 3 ore]

5.11 Interpretazione ondulatoria del comportamento dell'elettrone, l'ipotesi di De Broglie.

5.12 I concetti fondamentali della meccanica ondulatoria: interpretazione probabilistica delle funzioni d'onda e principio di indeterminazione.

5.13 Il dualismo onda corpuscolo.

5.14 Struttura del nucleo.

5.15 Decadimenti radioattivi.

2.8 Difetto di massa: relazione massa-energia.

2.9 Principi delle reazioni nucleari, reazioni di fissione e fusione, sezioni d'urto e bilanci energetici.

6.1. L'interazione delle particelle cariche pesanti con la materia.

6.2. L'interazione delle particelle cariche leggere con la materia.

6.3. L'interazione dei fotoni nella materia.

6.4. L'interazione dei neutroni e attivazione neutronica.

6.5. Principi di funzionamento, caratteristiche dei rivelatori di radiazioni ionizzanti e loro impiego: rivelatori a gas, a scintillazione, a stato solido, a termoluminescenza.

6.6. Rivelatori di neutroni.

6.7. Tecniche di misura.

6.8. Statistica dei conteggi.

 

 

Commento ai singoli temi

TEMA 1 - Richiami e approfondimenti di principi di meccanica

Questo primo tema si propone di sviluppare alcuni argomenti di meccanica trattati nel biennio e di introdurre concetti relativi alle rotazioni del corpo rigido che troveranno applicazione anche in temi successivi.

La seconda parte del tema potrà essere approfondita in laboratorio riesaminando, ad un livello interpretativo più elevato, alcuni esperimenti già eseguiti nel biennio.

 

TEMA 2 - L'energia: sue forme, conservazione e trasformazione

Il tema, articolato in nove parti, deve fornire agli allievi una visione organica ed unitaria del concetto di energia che permea profondamente l'intero corso.

E' consigliabile che l'insegnante mostri sperimentalmente alcuni esempi di processi di trasformazione ed abitui gli allievi a riconoscere diversi fenomeni come processi di trasferimento di energia.

E' fondamentale che nelle esperienze venga opportunamente sottolineata l'importanza della legge di conservazione come invariante comune a tutti i fenomeni studiati.

 

TEMA 3 - Il campo: l'azione a distanza e le modificazioni delle proprietà dello spazio;

Il tema si propone di trattare in parallelo argomenti della fisica tradizionalmente molto distanti, consentendo al docente di evidenziare le potenzialità di uno stesso schema logico applicabile a situazioni diverse ma descrivibili con formalismi analoghi.

Il docente provvederà a sollecitare l'interesse ed il senso critico degli allievi al fine di condurli alla scoperta delle analogie, delle differenze e delle conseguenze che queste ultime comportano (campi conservativi e non conservativi).

Le esperienze porranno l'allievo di fronte alla situazione nuova di un ente fisico non direttamente osservabile, ma capace di permeare lo spazio anche vuoto.

 

TEMA 4 - Le onde: propagazione ed interazione delle perturbazioni con la materia;

In un primo momento è opportuno che l'allievo richiami alla memoria le leggi dell'ottica geometrica già studiate nel biennio attraverso esperimenti sulla propagazione di pennelli di luce.

Rilevati i limiti dell'ottica geometrica, si passa quindi alla costruzione di un modello più adeguato: quello ondulatorio. Questo viene poi applicato a fenomeni differenti: meccanici ed ottici.

 

TEMA 5 - La nuova interpretazione del mondo microscopico

L'analisi di fatti sperimentali e dello sviluppo storico della fisica del '900 dovrà condurre l'allievo ad utilizzare adeguati strumenti concettuali per comprendere ed applicare in casi semplici i modelli della struttura atomica e nucleare nella visione organica della fisica quantistica.

L'attività di laboratorio deve rappresentare un momento fondamentale per superare le maggiori difficoltà concettuali del tema.

 

TEMA 6 - L'interazione e la rivelazione: teoria, applicazioni e strumentazione

Il tema sviluppa e approfondisce le conoscenze della fisica microscopica, rivolgendosi in particolare agli aspetti di interazione tra radiazione e materia.

Il suo sviluppo necessita di un intenso lavoro sperimentale per ampliare e approfondire le conoscenze sulla strumentazione di uso professionale. E' perciò indispensabile che il docente conduca l'allievo a possedere le competenze per operare correttamente nelle diverse situazioni con la strumentazione più idonea.

Il tema è particolarmente ricco di spunti da utilizzare negli approfondimenti dell'area di progetto, favorendo così anche l'attività di gruppo.

 

 

Attività di laboratorio

Il docente, in base al proprio piano di lavoro ed alle attrezzature presenti nell'Istituto, sceglie le esperienze che possono essere realizzate ed organizza il lavoro in modo che ogni tema sia adeguatamente supportato dal lavoro sperimentale.

I concetti fondamentali della teoria degli errori verranno sviluppati in relazione alle esigenze della attività di laboratorio.

 

CLASSE III [2 ore]

- Presentazione ed uso del foglio elettronico per la trattazione statistica dei dati e degli errori.

- Esperienze sulla conservazione dell'energia e della quantità di moto.

- Esperienze di termologia, calorimetria, termodinamica.

- Esperienze relative alle grandezze caratteristiche dei fluidi.

- Misure di campi elettrici e magnetici.

- Misure di e/m con il tubo a raggio filiforme.

 

CLASSE IV [2 ore]

- Esperienze di ottica geometrica.

- Misure della velocità della luce in aria e in un mezzo trasparente.

- Esperienze sulle onde (con l'ondoscopio; con strumentazione per le microonde; con il laser; con lo spettrometro ottico).

- Esperienze di acustica.

- Esperienze di fotometria. Misure di intensità di una sorgente a luminosità variabile; variazione con la distanza.

- Esperienze con rivelatori di radiazioni elettromagnetiche.

- Effetto fotoelettrico e determinazione della costante di Planck.

- Esperienza di Franck ed Hertz.

 

CLASSE V [3 ore]

- Diffrazione degli elettroni.

- Uso di un rivelatore ed elaborazione statistica dei conteggi

- Misure di assorbimento alfa, beta e gamma con uno strumento di rivelazione.

- Misure di diffusione e deflessione di particelle cariche con uno strumento di rivelazione.

- Tempo di dimezzamento del torio.

- Allestimento di una catena di rivelazione per spettrometria gamma.

- Calibrazione in energia ed efficienza della catena di rivelazione mediante sorgenti di 137Cs e 60Co.

- Misure di fondo di radioattività ambientale.

- Analisi di campioni [raccordo con Fisica ambientale e Chimica]

 

 

Indicazioni didattiche

Il progetto Fase prevede un ampio uso di metodologie didattiche che privilegino la trattazione trasversale e interdisciplinare degli argomenti. In questo contesto, il corso di Fisica applicata tende a collegarsi principalmente con Fisica ambientale, ma interagisce con tutte le altre discipline. Per questo motivo è opportuno privilegiare quelle metodologie che tendono a sollecitare e sviluppare la partecipazione e l'iniziativa dello studente allo scopo di formare un soggetto attivo in grado di progettare le proprie scelte.

La stessa conoscenza del processo di sviluppo storico della fisica e delle sue prospettive può essere di stimolo per rendere interdisciplinare l'insegnamento mediante collegamenti trasversali con altre materie.

Lo sviluppo della soggettività dello studente parte dalla conoscenza e dalla considerazione del livello iniziale di capacità; la verifica dei livelli di ingresso fornisce infatti utili indicazioni per le scelte metodologiche. I docenti possono così conoscere quali informazioni, quali immagini del mondo e quali aspettative culturali ha lo studente al fine di permettergli un confronto tra il proprio sistema concettuale e i propri schemi interpretativi con le attuali conoscenze scientifiche.

Tutto ciò rende necessaria l'adozione di metodologie appropriate quali, ad esempio, l'organizzazione del curricolo in unità didattiche calibrate in base alle potenzialità espresse dalle varie classi. Nel quadro del programma, la scansione concreta degli argomenti secondo una sistemazione razionale della disciplina, il ricorso al laboratorio e agli strumenti di calcolo o elaborazione dovranno essere articolati secondo un preciso piano di lavoro programmato all'inizio dell'anno scolastico. La progettazione degli interventi didattici dovrà anche tenere conto delle esigenze di coordinamento con le altre discipline.

Appaiono fondamentali tre momenti interdipendenti, ma non subordinati gerarchicamente o temporalmente:

- l'elaborazione teorica, che si realizza attraverso la lezione frontale, l'analisi e la discussione di problemi, gli stimoli provenienti dal singolo studente o dalla classe, la costruzione e il confronto di ipotesi di lavoro, deve gradualmente condurre gli allievi ad interpretare e correlare fatti empirici, costruire e validare modelli, verificare le previsioni, confrontandosi con i contributi di altre discipline;

- la realizzazione di esperimenti, eseguiti singolarmente o in gruppo, in laboratorio o sul campo, che deve essere accuratamente programmata, costantemente seguita e prontamente ricalibrata sulla risposta reale fornita dalla classe e deve portare gli allievi a conseguire un adeguato comportamento operativo, ad utilizzare correttamente gli strumenti, ad organizzare il proprio lavoro, a verificare e/o ricavare leggi;

- l'applicazione dei contenuti acquisiti, che invita alla riflessione autonoma e critica dei fenomeni studiati ed educa a giustificare logicamente le varie fasi del processo risolutivo attraverso la risoluzione di esercizi e problemi.

I tre momenti devono essere presenti, integrandosi, in ogni fase del percorso didattico, essendo difficile e controproducente la loro separazione in momenti metodologicamente distinti. Gli aspetti teorici devono infatti essere costantemente integrati con quelli applicativi e pratici, e dovrà essere privilegiato il metodo dell'indagine sul campo e della ricerca sul territorio.

Deve essere garantito ampio spazio alle attività di laboratorio, anche su campioni d'ambiente urbano ed extraurbano, attività che si intrecciano con la ricerca sul campo condotta prevalentemente nell'Area di progetto.

La verifica ha lo scopo di stabilire se il complesso docente-alunni ha raggiunto gli obiettivi prefissati. In questo contesto viene poi valutato il profitto del singolo allievo.

Gli strumenti devono essere coerenti con gli obiettivi oggetto della verifica e devono essere di vario tipo perché, essendo molteplici gli aspetti da cogliere, essi dovranno poi contribuire a una valutazione globale.

Le verifiche possono avvalersi in particolare di griglie di misurazione e test strutturati di profitto, anche per favorire confronti tra classi parallele ed una valutazione rapida del livello conoscitivo medio delle varie classi.

Lo sviluppo delle capacità riflessive e di esposizione, delle capacità di analisi e di sintesi deve essere verificato principalmente attraverso elaborati scritti (esercizi, relazioni, problemi, ecc.), che mantengono una fondamentale importanza assieme al colloquio diretto alunno-docente. Una prova di verifica molto utile è la preparazione della relazione individuale o di gruppo su ogni esperienza; con questa prova è possibile dimostrare di sapere inquadrare il problema, individuare i parametri principali, trovare le procedure risolutive, utilizzare metodi e strumenti di misura, discutere i risultati raggiunti. Momenti particolarmente significativi sono le valutazioni collegiali delle attività di ricerca sul campo e delle capacità dinamiche acquisite dagli studenti. In questo contesto la valutazione offre spazi di partecipazione agli allievi, che possono così autovalutarsi nel loro percorso formativo.

Non è necessario che tutta la strumentazione a disposizione sia sofisticata; essa deve però consentire una buona approssimazione nelle metodologie professionali. Risulta per altro evidente che la presenza di strumenti di buona qualità fornisce allo studente un'immagine della scuola non avulsa dalla realtà del lavoro e permette inoltre al laboratorio della scuola di porsi come punto di riferimento per la realtà locale.

Non bisogna trascurare infine l'utilizzo delle moderne tecniche audiovisive e di un collegamento via modem per consentire lo scambio ed il confronto di materiale documentale tra diversi Istituti e l'accesso a banche dati nazionali ed internazionali.

 

 

FISICA AMBIENTALE

 

 

Finalità

L'insegnamento della Fisica Ambientale, per sua natura multidisciplinare e interdisciplinare, concorre alla formazione culturale e professionale del tecnico dell’ambiente. Favorisce l’acquisizione delle metodologie e delle conoscenze specifiche mirate alla prevenzione del rischio, alla tutela della salute dell’uomo e alla salvaguardia dell’ambiente . Raccordandosi con le altre discipline, si propone di promuovere e sviluppare:

1. il possesso di un corpo organico di conoscenze e abilità per collaborare alla tutela e al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita utilizzando tecnologie fisiche;

2. il possesso di strumenti per osservare ed interpretare un ambiente, attraverso concetti generali unificanti, evidenziandone aspetti strutturali, funzionali e relazionali;

3. la capacità di affrontare in modo sistemico il problema della salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita;

4. la capacità di interrelare in modo sistemico le conoscenze acquisite anche in altri insegnamenti;

5. la capacità di "leggere" i fenomeni naturali e di "descriverli" in un linguaggio scientifico codificato;

6. la capacità di integrare le diverse abilità e di confrontare ottiche differenti nello studio di problemi di impatto ambientale visti nella loro generalità;

7. la capacità di riflessione sui limiti di validità delle conoscenze e del loro campo di applicazione;

8. la capacità di lavorare in gruppo integrandosi, collaborando e accettando le abilità e le personalità degli altri al fine di gestire collettivamente i processi di apprendimento e di lavoro;

9. l’abitudine a porsi problemi, fare ipotesi, trovare soluzioni nell’affrontare lo studio teorico e pratico di realtà complesse;

10. la capacità di utilizzare la letteratura specialistica anche allo scopo di analizzare problemi specifici e proporre soluzioni;

11. la capacità di collaborare e confrontarsi con altre figure professionali.

 

 

Obiettivi di apprendimento

Alla fine del corso gli allievi dovranno essere in grado di:

1. interpretare gli ambienti come sistemi dinamici di relazioni;

2. riconoscere ed analizzare i meccanismi d'interazione degli inquinanti con le matrici ambientali;

3. affrontare e gestire le problematiche di prevenzione;

4. reperire ed applicare la normativa nazionale e comunitaria vigente;

5. individuare sistemi di intervento finalizzati alla protezione e/o bonifica dell’ambiente;

6. intervenire sull’ambiente con la consapevolezza che esso rappresenta un valore da tutelare e migliorare;

7. utilizzare modelli nell’applicazione a casi concreti;

8. individuare ed utilizzare la strumentazione più idonea per una misura di parametri ambientali;

9. reperire dati ed informazioni, selezionarli e organizzarli in base alla loro attendibilità e specificità;

10. applicare criteri e tecniche relative all’acquisizione, elaborazione e validazione dei dati;

11. organizzare e trasmettere con terminologia appropriata informazioni articolate e documentate.

 

Contenuti

Gli argomenti propri della disciplina sono organizzati in cinque temi e ripartiti nei due anni in base ad un criterio di difficoltà e specializzazione via via crescenti.

 

CLASSE IV [2 + 2 ore]

 

Tema n° 1 - Rischio, protezione, prevenzione

1.1 Ambiente come sistema dinamico di relazioni.

1.2 Rapporto uomo-ambiente nella storia. Concetto di sviluppo e sviluppo sostenibile.

1.3 Indicatori fisici di qualità dell'ambiente e della vita; concetti di Inquinamento, Rischio, Prevenzione, Protezione. Esempi di agenti fisici di inquinamento e rischio.

1.4 Stima del rischio: bilancio costi-benefici. Principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione.

1.5 Criteri generali per la valutazione di impatto ambientale.

1.6 La legislazione come strumento di prevenzione e protezione.

 

Tema n° 2 - Sistemi ambientali

2.1 Atmosfera

2.1.1. Composizione, struttura e parametri caratteristici.

2.1.2. Bilanci terra - atmosfera .

2.1.3. Circolazione generale dell'atmosfera.

2.1.4. Stabilità e instabilità.

2.1.5. Metodi di misura delle variabili meteoclimatiche.

2.1.6. Climi a scale spaziali diverse.

2.1.7. Semplici modelli di diffusione.

2.2 Idrosfera

2.2.1. Classificazione, struttura e bilanci dei corpi idrici.

2.2.2. Parametri fisici caratteristici e loro misura.

2.2.3. Elementi di idrologia.

2.2.4. Semplici modelli di diffusione.

2.3 Litosfera

2.3.1. Elementi di descrizione, classificazione e struttura.

2.3.2. Parametri fisici .

2.4 Interazione fra le diverse matrici ambientali

2.4.1. Modello a compartimenti

2.5 Ambienti artificiali

2.5.1. Componenti e relazioni.

2.5.2. Parametri caratteristici e definizione di benessere.

2.6 Destino degli effluenti nell’ambiente

2.6.1. Trasferimento e accumulo.

2.6.2. Catene ambientali e alimentari. Vie critiche. Ricettività ambientale.

 

Tema n° 3: Ambiente come risorsa

3.1 Aria, acqua, suolo ed energia come risorse limitate da valorizzare

3.2 Uso consapevole delle risorse: semplici esempi

 

Tema n° 4: Qualità degli ambienti .

4.1 Caratterizzazione fisica della qualità degli ambienti.

4.1.1 Prevenzione dal rischio fisico e sorveglianza in ambienti aperti e chiusi.

4.1.2 Metodiche generali e loro applicazioni ad alcuni agenti di rischio.

4.2 Radiofrequenze e microonde (RF, MW)

4.2.1. Grandezze di sorgente, di campo e dosimetriche. Misura dei parametri caratteristici.

4.2.2. Effetti biologici e criteri protezionistici.

4.2.3. Applicazioni in campo medico e industriale.

4.2.4. Aspetti normativi.

4.3 Campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF)

4.3.1. Grandezze di sorgente, di campo e dosimetriche. Misura dei parametri caratteristici.

4.3.2 Effetti biologici e criteri protezionistici.

4.3.3 Aspetti normativi.

4.4 La radiazione ottica ( UV, IR e laser)

4.4.1. Grandezze di sorgente, di campo e dosimetriche. Misura dei parametri caratteristici.

4.4.2. Effetti biologici e criteri protezionistici.

4.4.3. Applicazioni in campo medico e industriale.

4.4.4. Aspetti normativi.

CLASSE V [3 + 3 ore]

 

Tema n° 4: Qualità degli ambienti .

4.5 Il rumore

4.5.1. Grandezze di sorgente, di campo e dosimetriche. Misura dei parametri caratteristici.

4.5.2. Il rumore in campo libero e in campo riverberante.

4.5.3. Effetti biologici e criteri protezionistici.

4.5.4. Aspetti normativi.

4.5.5. Bonifiche ambientali e barriere.

4.6 La radiazione ultrasonica

4.6.1. Effetti biologici

4.6.2. Applicazioni in campo medico e industriale.

4.6.3. Aspetti normativi.

4.7 Le vibrazioni

4.7.1 Principali effetti e criteri protezionistici

4.8 Le radiazioni direttamente e indirettamente ionizzanti

4.8.1. Grandezze di sorgente, di campo e dosimetriche. Misura dei parametri caratteristici.

4.8.2. Irradiazione esterna e contaminazione interna.

4.8.3 Contaminazione ambientale.

4.8.4. Effetti biologici e criteri protezionistici.

4.8.5. I principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione

4.8.6. Applicazioni in agricoltura, industria e medicina.

4.8.7. Schermi e barriere. Bonifiche ambientali.

4.8.8. Effluenti e rifiuti radioattivi: classificazione, gestione, controllo, eliminazione e smaltimento.

4.8.9. Norme per il trasporto del materiale radioattivo.

4.8.10 Aspetti normativi.

4.9 Trasformazioni di energia

4.9.1 Esempi di impatto ambientale

 

Tema n° 5: Monitoraggio ambientale

5.1 Principi generali del monitoraggio per la protezione e l'uso ottimale dell'ambiente e delle risorse.

5.2 Reti di sorveglianza e loro ottimizzazione.

5.3 Esempi di metodiche di prelievo e preparazione dei campioni.

5.4 Aspetti normativi.

 

 

Commento ai singoli temi

Tema n° 1 - Rischio, protezione, prevenzione

Questo tema intende fornire la filosofia, i concetti ed i primi strumenti che devono guidare ogni intervento sull’ambiente. Esso rappresenta il filo conduttore di tutto il corso e pertanto deve essere affrontato sia nel 4° che nel 5° anno.

L’ambiente, sistema di relazioni, reagisce ad ogni intervento antropico, anche se con tempi biologici, e la V.I.A. (Valutazione dell'Impatto Ambientale) è lo strumento per prevedere tale reazione.

I principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione, mutuati dalla radioprotezione e generalizzati, costituiscono il riferimento per ogni intervento.

 

Tema n° 2: Sistemi ambientali

Dopo aver identificato l’ambiente come sistema di relazioni, si provvede ad individuare, con diversi gradi di approfondimento, i sottosistemi che lo costituiscono.

L’atmosfera, l’idrosfera e la litosfera, pur affrontate con lo stesso paradigma per abituare lo studente ad uno studio sistematico, hanno un peso diverso, legato al carattere prevalentemente fisico dell’atmosfera e chimico degli altri due comparti. Anche gli ambienti artificiali vengono affrontati allo stesso modo, individuandone componenti, funzioni, relazioni e bilanci.

Il modello a compartimenti è lo strumento teorico che formalizza le relazioni fra le componenti dei sistemi studiati.

Questo tema è trattato al 4° anno. Il modello a compartimenti viene trattato al 5° anno, nello studio della contaminazione radioattiva, con un grado di formalizzazione maggiore.

 

Tema n° 3: Ambiente come risorsa

Il tema 3 tende a sottolineare il valore dell’ambiente in quanto risorsa da tutelare e migliorare, promuovendo la cultura della prevenzione in antitesi alla cultura dell’emergenza.

Anche questo tema viene presentato al 4° anno e ripreso nel 5°.

 

Tema n° 4: Qualità degli ambienti .

Il tema 4° individua le principali sorgenti di inquinamento di tipo fisico.

Il paradigma utilizzato è: identificazione della sorgente, interazione con il mezzo di propagazione e con il bersaglio. Vengono poi esaminati i processi industriali, agricoli e biomedicali nei quali tali agenti fisici trovano applicazione, con l’obiettivo:

a) di sottolineare l’aspetto del beneficio che ne giustifica l’uso;

b) di evidenziare la necessità di ottimizzare i processi in cui tali agenti fisici intervengono, valutando e mitigando l’impatto sull’ambiente e sull’uomo.

Lo studio di ciascun agente fisico ha un diverso grado di approfondimento, tenendo conto della diffusione delle sorgenti inquinanti e del livello di conoscenze su cui fondare la valutazione e la mitigazione del rischio.

Questo tema é articolato nel corso dei due anni: nel 4° anno vengono trattate le radiazioni non ionizzanti, nel 5° rumore e radiazioni ionizzanti.

 

Tema n° 5: Monitoraggio ambientale

Il tema 5 si propone di definire :

- gli obiettivi da raggiungere con il monitoraggio;

- la scelta degli strumenti idonei;

- la sensibilità e la precisione richieste dall’obiettivo;

- le modalità di individuazione del numero e della distribuzione dei siti di misura;

- la frequenza e la durata dei campionamenti;

- le modalità di trasmissione, centralizzazione ed elaborazione dei dati.

Viene sottolineato inoltre il ruolo di una rete di monitoraggio ambientale come servizio di informazioni sullo stato dell’ambiente utilizzabile anche dai cittadini.

Questo tema viene affrontato nel quinto anno, nell’ultima fase del corso.

 

 

Attività di laboratorio

In laboratorio verranno svolte le seguenti attività:

- uso della strumentazione specifica;

- analisi mirate al rilevamento, con tecnologie fisiche, di parametri ambientali in ambienti aperti e confinati;

- acquisizione ed elaborazione dati su campioni prelevati in ambienti significativi;

- valutazione dei risultati del rilevamento per verificare il rispetto degli standard.

 

 

Indicazioni didattiche

Per consentire l’acquisizione di abilità e competenze più strettamente professionali e lo sviluppo di qualità dinamiche verranno effettuate:

- attività di sperimentazione ed analisi in laboratorio ed in ambiente esterni;

- attività di ricerca sul campo;

- visite guidate e visite professionali ad Enti di ricerca ed industrie;

- stage (presso industrie ed Enti di ricerca).

Queste attività troveranno sviluppo e coordinamento anche nell’Area di progetto.

Considerata la necessità di un continuo aggiornamento dei programmi (poiché gran parte delle problematiche è ancora oggetto di studio e ricerca) e l’ovvia mancanza di un libro di testo unico ed adeguato ci si avvarrà di:

- testi diversi per consultazione;

- pubblicazioni scientifiche e tecniche (ENEA, ISS, IROE, etc.);

- leggi, decreti, direttive;

- dispense dell’insegnante;

- lezioni-seminari tenuti da esperti esterni.

Coerentemente con gli obiettivi da verificare, saranno individuati, di volta in volta, gli strumenti più efficaci (problemi, esercizi, quesiti a scelta multipla, relazioni, saggi brevi, prove di laboratorio, colloqui individuali, ecc.) che concorreranno alla valutazione periodica e finale espressa da un voto unico.

 

CHIMICA BIO-ORGANICA

Finalità

L'insegnamento della Chimica .Bbio-organica intende favorire un'adeguata conoscenza della Chimica Organica e della Biochimica al fine di permettere:

1. l'acquisizione di una conoscenza razionale della chimica dei composti del carbonio;

2. la comprensione del ruolo dei composti organici nei processi biologici;

3. la comprensione della struttura e delle funzioni delle principali macromolecole di interesse biologico, con riferimento ai più importanti prodotti cellulari;

4. la comprensione della dinamica dei processi biologici, con riferimento ai processi di trasformazione;

5. l'uso di un linguaggio necessario per affrontare lo studio della Chimica Ambientale e permettere una conoscenza più generale del sistema chimico.

 

 

Obiettivi d'apprendimento

La trattazione del chimismo di classi specifiche di composti di grande interesse biologico o di rilevanza industriale è propedeutico allo studio delle tecnologie di salvaguardia della qualità ambientale e della salute.

Al termine del corso lo studente dovrà essere in grado di:

1. caratterizzare e identificare le sostanze da un punto di vista chimico-fisico usando la determinazione del punto di fusione, ebollizione, solubilità;

2. correlare la struttura molecolare con le proprietà chimico-fisiche e con le principali funzioni biologiche e cellulari;

3. prevedere il comportamento delle sostanze organiche e bio-organiche in determinate condizioni di reazione;

4. utilizzare semplici tecniche estrattive e separative usando metodi di ripartizione tra fasi;

5. risolvere problemi.

 

 

Contenuti

CLASSE III [3 + 2 ore]

 

Tema 1 - I composti organici

1. Classificazione dei gruppi funzionali.

2. Principali classi di reazioni organiche.

3. Idrocarburi alifatici e aromatici; derivati alogenati, ossigenati e azotati di maggiore interesse.

4. Composti bi e polifunzionali.

5. Stereoisomeria e attività ottica.

6. Macromolecole e reazioni di polimerizzazione.

 

Tema 2 - Composti organici di maggiore interesse nelle matrici biotiche

1. Glucidi: aldosi e chetosi. Proprietà chimiche e fisiche principali di monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi.

2. Attività ottica e mutarotazione.

3. Lipidi: origini e composizione. Lipidi strutturali delle membrane cellulari. Saponi: struttura e proprietà.

4. Amminoacidi: struttura e proprietà.

5. Proteine di maggiore interesse: struttura e classificazione.

6. Enzimi: classificazione, meccanismi d'azione, fattori che ne influenzano l’attività.

7. Acidi nucleici: struttura e funzione.

8. Importanza di glucidi, lipidi e protidi come costituenti fondamentali della cellula.

9. Schema dei principali cicli metabolici (es. degli zuccheri, dei lipidi, degli amminoacidi).

10. Elementi di sintesi proteica.

11. Azione biorganica di virus e batteri.

 

ATTIVITA’ DI LABORATORIO

In laboratorio verranno effettuate:

- determinazioni delle proprietà fisiche dei composti organici (prove di solubilità, punto di fusione, punto di ebollizione);

- saggi di riconoscimento delle principali funzioni dei composti organici per via umida e/o spettrofotometria infrarosso;

- tecniche di separazione ( estrazioni, cromatografia su carta, su strato sottile, su colonna, elettroforesi) e analisi;

- tecniche polarimetriche.

 

 

Indicazioni didattiche

L'insegnamento di Chimica Bio-organica ha il compito iniziale di uniformare e rinforzare gli elementi di Chimica Organica acquisiti nel biennio. Pertanto, nella prima fase bisogna rivedere i principali gruppi funzionali ed eseguire i relativi saggi di identificazione.

Nella trattazione delle classi di sostanze organiche bisogna dare risalto al problema della loro eventuale immissione nell'ambiente, soffermandosi sugli esiti delle trasformazioni delle sostanze organiche, sia di origine naturale che sintetica, dando la giusta collocazione alle degradazioni fotochimiche e biochimiche.

La struttura dei composti organici viene descritta ricorrendo preferibilmente al modello VSEPR e viene finalizzata allo studio della stereochimica elementare.

Alla Biochimica deve essere riservato lo spazio maggiore. L’indispensabile trattazione dei cicli metabolici dovrà avvenire in modo semplice e schematico.

Le esperienze di laboratorio vanno considerate potenti mezzi per attirare l'interesse degli studenti ed iniziare il loro apprendimento; devono essere sicure, semplici, economiche, efficaci e pertinenti.

E’ basilare scegliere la strategia più adatta a migliorare la qualità dell'apprendimento teorico-pratico. Si raccomanda pertanto l'approccio per problemi, che esalta il pensiero logico, critico e creativo dell'allievo. A tal fine sono necessari i seguenti prerequisiti:

- conoscenza dei concetti e delle teorie su cui si basa il problema oggetto di indagine;

- conoscenza delle tecniche elementari del laboratorio di Chimica Organica.

Le attività sperimentali devono essere sempre precedute dalla trattazione di elementi di sicurezza e di prevenzione. Di conseguenza, nella pratica di laboratorio sono da privilegiare le tecniche in scala ridotta.

La verifica del profitto può essere effettuata mediante colloquio diretto, valutazione dell’attività pratica ed elaborati scritti (problemi, esercizi, quesiti a scelta multipla, relazioni, griglie, saggi brevi, ecc...).

 

 

CHIMICA AMBIENTALE

Finalità

L'insegnamento della Chimica Ambientale si propone di:

1. fornire le conoscenze disciplinari indispensabili per la comprensione delle dinamiche ambientali e della tutela della salute dell'uomo e della qualità ambientale;

2. promuovere il conseguimento di conoscenze tecniche dei metodi di analisi e di elaborazione dei dati relativi al monitoraggio negli ambienti di vita e di lavoro utilizzando anche strumentazione computerizzata;

3. far conseguire la capacità di gestire la strumentazione che le moderne tecnologie chimico-fisiche utilizzano in campo ambientale e negli ambienti di lavoro;

4. far acquisire la capacità di applicare le strategie di approccio sistemico e di operare professionalmente con i metodi propri della ricerca, anche nella fase della scelta e del trattamento dei campioni biotici e abiotici;

5. favorire l'acquisizione di elementi cognitivi idonei a integrare le competenze chimiche con quelle fornite dalle altre discipline di indirizzo per affrontare problemi di impatto ambientale nella loro globalità .

 

 

Obiettivi d'apprendimento

La trattazione del chimismo di classi specifiche di composti di grande interesse biologico o di rilevanza ambientale è propedeutico allo studio delle tecnologie di salvaguardia della qualità ambientale e della salute.

Al termine del corso lo studente dovrà essere in grado di:

1. prevedere l’evoluzione di una reazione chimica conoscendo la costante di equilibrio e le concentrazioni all'equilibrio;

2. individuare all’interno di un ecosistema gli elementi strutturali e funzionali, i flussi di materia e di energia;

3. riconoscere l’importanza dell’influenza delle attività antropiche sulle sfere;

4. utilizzare semplice strumentazione in modo appropriato e determinare quantitativamente parametri chimici e fisici anche su matrici ambientali;

5. utilizzare i principi della termodinamica e della cinetica per spiegare e prevedere il decorso e la velocità di un processo chimico;

6. calcolare l’energia in gioco nei principali processi metabolici;

7. valutare gli effetti tossicologici ed ecotossicologici dei principali inquinanti organici ed inorganici;

8. caratterizzare dal punto di vista chimico-fisico l’ambiente in cui si svolgono i processi;

9. utilizzare strumentazione avanzata per analisi e misure di tipo quantitativo ed elaborare i dati acquisiti;

10. scegliere le metodiche appropriate per il prelievo ed il trattamento dei campioni e la tecnica analitica in funzione dei risultati richiesti in termini di precisione, accuratezza ed economicità;

11. conoscere la normativa relativa alla gestione dei rifiuti, all’igiene negli ambienti di lavoro e quella relativa all’emissione di effluenti nei comparti ambientali;

12. fare valutazioni di rischio tenendo conto degli effetti tossicologici e dei sinergismi e accedere alle problematiche inerenti lo studio e la valutazione di impatto ambientale.

 

 

Contenuti

CLASSE III [2 + 3 ore]

 

Tema 1 - Le trasformazioni chimiche ed i fattori che le governano

1.2. Spontaneità delle reazioni ed equilibrio chimico in processi chimici semplici.

1.3. Velocità di reazione e fattori che la influenzano.

1.4. Equilibrio in fase gassosa ed in soluzione: costante di equilibrio, prodotto di solubilità, complessi, tamponi, idrolisi.

1.5. Sistemi redox e loro applicazione.

 

Tema 2 - Equilibri di fase

2.1. Regola delle fasi.

2.2. Diagrammi di stato.

2.3. Sistemi liquidi binari.

2.4. Proprietà colligative.

 

Tema 3 - Chimica dell'ambiente

3.1. Ambiente: sistema complesso.

3.2. Definizione di ecosistema.

3.3. Studio delle componenti morfologiche del pianeta: atmosfera, idrosfera, litosfera.

3.4. Studio delle caratteristiche chimico-fisiche delle sfere. Cicli bio-geochimici, distribuzione delle energie e della materia.

3.5. Organismi autotrofi ed eterotrofi, fotosintetici e chemiosintetici.

3.6. Produttori, consumatori e decompositori.

3.7. Attività antropiche. Influenza delle attività antropiche sulle sfere. Studio dei fenomeni ed identificazione di problemi quali: effetto serra, buco dell'ozono, piogge acide, antropizzazione, ecc..

 

 

Attività di laboratorio

In laboratorio verranno effettuate tecniche di riconoscimento e analisi relative a:

- volumetria: studio di coppie acido-base e ossido-riduttive;

- elettrochimica: conduttometria, potenziometria, elettrolisi;

- distillazione;

- misure di parametri chimici e fisico-chimici di carattere ambientale preferibilmente mediante strumentazione portatile.

 

 

CLASSE IV [2 + 4 ore]

 

Tema 4 - Le trasformazioni chimiche ed i fattori che le influenzano

4.1. Entropia ed energia libera.

4.2. Trattazione termodinamica dei processi chimici spontanei.

4.3. Cinetica chimica ed enzimatica.

4.4. Termodinamica dei processi biochimici: bilanci di materia ed energia applicati a sistemi bio-chimici (anche microbiologici).

4.5. Ruolo energetico dei principali processi metabolici.

4.6. Modello cinetico relativo ai meccanismi di reazione per lo studio di processi che avvengono nella biosfera e in alcuni processi vitali.

 

Tema 5 - Chimica tossicologica

5.1. Dinamiche chimiche e fisiche dei fenomeni di dispersione e accumulo.

5.2. Aspetti termodinamici e cinetici.

5.3. Abito chimico e previsione di tossicità di alcune specie chimiche.

5.4. Esposizione-dose.

5.5. Interazione tra tossici.

 

Tema 6 - Qualità e protezione delle acque

6.1. Standard di qualità delle acque.

6.2. Principali inquinanti inorganici ed organici delle acque: modificazioni chimiche e biochimiche (eutrofizzazione, biodegradazione, depurazione).

6.3. Indicatori biotici di inquinamento.

6.4. Microbiologia delle acque.

 

Temi 7 - Qualità e protezione dell'aria

7.1. Caratteristiche chimiche e fisiche degli inquinanti atmosferici.

7.2. Criteri di qualità dell'aria.

7.3. Modificazioni chimiche e fotochimiche degli inquinanti.

7.4. Effetti degli inquinanti atmosferici sui materiali, sugli animali, sui vegetali.

 

 

Attività di laboratorio

In laboratorio verranno effettuate le seguenti attività:

- colorimetria;

- determinazione sperimentale dell'ordine di reazione ed elaborazione della equazione cinetica al computer;

- verifica di una cinetica di 1° ordine e calcolo della costante cinetica;

- cinetica enzimatica (metodo spettrofotometrico);

- costruzione di un modello di evoluzione di popolazione batterica.

- misura del BOD5 e COD;

- analisi microbiologiche;

- analisi e misure su campioni biotici d'ambiente.

 

CLASSE V [2 + 3 ore]

 

Tema 8 - Ambiente di lavoro

8.1. Sicurezza negli ambienti di lavoro e monitoraggio su possibili inquinanti di tipo chimico e biologico.

8.2. Aspetti normativi sulla prevenzione di malattie professionali.

 

Tema 8 - Suolo

8.1. Componenti del suolo (argille, humus.......).

8.2. Principali inquinanti del suolo e interazione con le matrici biotiche.

8.3. Fertilizzanti.

8.4. Pesticidi.

 

Tema 9 - Rifiuti

9.1. Origine e classificazione.

9.2. Produzione, smaltimento, recupero e riciclaggio dei rifiuti di origine urbana, agricola e industriale.

9.3. Discariche (classificazione).

9.4. Conoscenza della dinamica dei processi biochimici in atto in impianti scelti: trattamento e smaltimento rifiuti.

9.5. Le materie prime secondarie.

9.6. Nuove tecnologie di recupero energetico dei rifiuti.

9.7. Normative nazionali e comunitarie.

 

Tema 10 -Il rischio chimico

10.1. Classificazione dei rischi.

10.3. Indici di qualità .

10.4. Aspetti normativi.

10.5. Esempi di valutazione di impatto ambientale.

 

Tema 11 - Ambiente di lavoro

11.1. Sicurezza negli ambienti di lavoro e monitoraggio su possibili inquinanti di tipo chimico e biologico.

11.2. Aspetti normativi sulla prevenzione di malattie professionali.

 

 

ATTIVITA’ DI LABORATORIO

In laboratorio verranno effettuate le seguenti attività:

- descrizione dei principi di funzionamento e schema a blocchi di moderne tecniche strumentali quali: spettrofotometria di assorbimento atomico, gascromatografia,...;

- misura di parametri chimici e chimico-fisici mediante opportune tecniche strumentali spettrofotometriche e cromatografiche;

- analisi di controllo di processi chimici di particolare rilevanza ambientale ( analisi di terreni, di rifiuti, di percolati, ...).

 

 

Indicazioni didattiche

Di fronte alla varietà e complessità della realtà in cui viviamo, il modo di operare delle scienze tradizionali separate si è rivelato inadeguato ad affrontare i problemi ambientali, non più collocabili all'interno delle singole discipline.

L'ambiente è l'insieme delle relazioni esistenti tra le attività antropiche e la natura. Per questo è necessario un metodo di approccio nuovo che tenga conto della complessità delle relazioni all'interno del sistema e che usi una metodologia multidisciplinare al fine di comprendere le condizioni che modificano i componenti del sistema e in particolare di prevederne l'evoluzione e il comportamento.

All'interno di questa visione sistemica dell'ambiente, l'insegnamento della Chimica Ambientale deve essere impostato in modo da sviluppare e applicare le definizioni e gli schemi mentali di base della termodinamica, della cinetica e della teoria dei sistemi. La non linearità dei fenomeni ambientali impone quindi di adottare una metodologia di tipo sistemico secondo una visione ormai universalmente accettata dal mondo scientifico. Le basi dell'approccio sistemico, fornite dall’insegnamento di Sistemi e strumentazione, nella Chimica Ambientale saranno applicate alla descrizione e previsione dei comportamenti dei sistemi chimici.

Il metodo di approccio termodinamico, cinetico e sistemico al fenomeno chimico verrà attuato attraverso:

- identificazione del sistema (individuazione di componenti variabili e parametri);

- costruzione di modelli (rappresentazione del sistema per meglio studiarlo e capirlo);

- formulazione di ipotesi e previsione di comportamento alla luce di leggi e relazioni;

- controllo e verifica sul campo e in laboratorio dei parametri che descrivono il sistema.

La termodinamica chimica rappresenta l'area culturale intorno alla quale si svilupperà il programma di Chimica Ambientale.

In classe terza la chimica-fisica costituisce la base teorica della chimica. Essa deve essere trattata a livello di chimica generale, cioè senza utilizzare un elevato formalismo matematico nei modelli microscopici complessi e avendo cura di approfondire e consolidare alcuni concetti di chimica generale acquisiti nel biennio.

Nelle classi quarta e quinta, dopo aver acquisito nozioni e abilità nel settore matematico e fisico, gli argomenti tipici della termodinamica e cinetica vengono applicati come metodo di approccio sistemico allo studio dei processi chimici e biochimici, quali:

- dinamiche chimiche e fisiche dei fenomeni di dispersione e accumulo di alcuni tipi di inquinanti nei sistemi viventi e nei comparti ambientali;

- dinamiche dei processi biologici all'interno di un impianto di depurazione.

Per quanto riguarda le attività di laboratorio, tutte le attività sperimentali del triennio devono essere precedute dalla trattazione di elementi di sicurezza e prevenzione. Tali attività hanno l'obiettivo di far acquisire la metodologia della ricerca privilegiando l'approccio per problemi o altre metodologie che consentano il coinvolgimento attivo degli studenti, favorendo lo sviluppo di qualità dinamiche anche attraverso attività di ricerca sul campo e studi ed analisi in ambienti esterni.

Il controllo delle grandezze chimiche e chimico-fisiche deve essere attuato tramite la conoscenza delle tecniche di campionamento adeguate, della strumentazione e l'utilizzazione del computer per l'acquisizione, l'elaborazione e l’archiviazione dati.

In classe terza l'impostazione delle attività di laboratorio deve privilegiare più gli aspetti qualitativi che quantitativi, puntando all'utilizzazione sul campo delle tecniche di base (per esempio potenziometria, conduttimetria).

L'abilità a risolvere problemi ambientali dovrà essere costruita con gradualità, dal qualitativo al quantitativo, dal semplice al complesso.

La verifica del profitto può essere effettuata mediante colloquio diretto, valutazione delle attività pratiche ed elaborati scritti (problemi, esercizi, test a scelta multipla, relazioni, griglie, saggi brevi, ecc...)

 

 

SISTEMI E STRUMENTAZIONE

 

Finalità

"Sistemi e strumentazione" è una disciplina tecnico-scientifica principalmente mirata al conseguimento delle seguenti finalità:

1. far acquisire un metodo di indagine e un apparato concettuale, tipici della sistemistica, come mezzo di interpretazione di diversi processi fisici e tecnologici;

2. fornire agli studenti conoscenze e capacità specifiche ed utilizzabili in campo ambientale.

 

 

Obiettivi d'apprendimento

Al termine del triennio l’allievo dovrà essere in grado di :

1. analizzare processi prevalentemente di tipo fisico o chimico e dispositivi tecnici, impiegando concetti e strumenti di rappresentazione di tipo sistemistico;

2. analizzare sistemi automatici, o parte di essi, mediante l’uso delle tecnologie conosciute e caratteristiche dell’indirizzo;

3. avere una visione sintetica della tipologia della strumentazione di tipo fisico-chimico, sia dal punto di vista delle funzioni esercitate sia dal punto di vista dei principi di funzionamento;

4. eseguire verifiche e controlli con misure di grandezze fisiche in laboratorio e sul campo;

5. interfacciare sistemi elettronici condizionandone i segnali allo scopo del trasferimento e dell’acquisizione di dati, mediante l’uso di schede di interfaccia.

 

 

Contenuti

CLASSE III [2 + 3 ore]

 

Tema n° 1 - Aspetti generali dei sistemi

1.1. Tipologia dei sistemi e loro classificazione a seconda dei tipi di grandezze in gioco (continui/discreti), delle loro relazioni (deterministici/stocastici).

1.2. Concetto di modello.

1.3. Tipologie dei modelli.

1.4. Analogie fra sistemi.

1.5. Variabili osservabili e controllabili.

1.6. Modellizzazione di sistemi mediante lo schema ingresso/uscita; modelli a comparti; interazioni tra comparti.

1.7. Concetto di funzioni di trasferimento.

 

Tema n° 2 - Sistemi elettrici

2.1. Componenti passivi fondamentali.

2.2. Metodi di analisi di reti elettriche in c.c. e c.a..

2.3. Misure su reti elettriche.

2.4. Simulazione del funzionamento di reti elettriche.

 

Tema n° 3 - Sistemi digitali

3.1. Grandezze analogiche e digitali.

3.2. Algebra di Boole.

3.3. Circuiti logici integrati e loro caratteristiche.

3.4. Analisi e sintesi di semplici sistemi combinatori.

3.5. Analisi e sintesi di semplici sistemi sequenziali.

3.6. Analisi di sistemi realizzati con circuiti integrati.

 

Tema n° 4 - Strumentazione di misura

4.1. Principi di funzionamento e schemi a blocchi funzionali dei principali strumenti di misura per sistemi analogici e digitali.

4.2. Tipi di errore nella misura.

 

CLASSE IV [2 + 3 ore]

 

Tema n° 3 - Sistemi digitali

3.7. Sistemi a logica cablata e programmata.

3.8. Architettura di sistemi a microprocessore.

3.9. Trasferimento dati e relativi problemi.

3.10. Dispositivi di interfaccia.

 

Tema n° 4 - Strumentazione di misura

4.3. Principi di funzionamento e schemi a blocchi funzionali dei principali strumenti di misura per sistemi analogici e digitali.

4.4 Il rischio elettrico nell’ambiente di lavoro.

4.5 Programmi applicativi per il calcolo, la simulazione, la rappresentazione grafica.

 

Tema n° 5 - Sistemi analogici

5.1. Elaborazione e trattamento dei segnali: componenti attivi fondamentali, amplificazione, filtraggio, condizionamento, operazioni matematiche.

5.2. Risposta di un sistema nel dominio del tempo ed in quello della frequenza.

5.3. Sistemi a catena aperta e chiusa, problemi di adattamento.

5.4. Sistemi deterministici del primo, del secondo ordine e di ordine superiore:

 

CLASSE V [2 + 3 ore]

 

Tema n° 4 - Strumentazione di misura

4.5. Principi di funzionamento e schemi a blocchi funzionali dei principali strumenti di misura per i sistemi analogici e digitali.

4.6. Programmi applicativi per il calcolo, la simulazione e la rappresentazione grafica.

 

Tema n° 6 - Sistemi di controllo analogici

6.1. I trasduttori: classificazione e principio di funzionamento.

6.2. Sistemi di controllo di varie grandezze fisiche: schema a blocchi funzionale; applicazioni significative.

6.3. Uso della documentazione tecnica e descrittiva relativa a sistemi di controllo analogico.

 

Tema n° 7 - Sistemi di controllo digitali

7.1. Sistemi di controllo di varie grandezze fisiche basati sui calcolatori : schema a blocchi funzionali, applicazioni significative.

7.2. Uso della documentazione tecnica e descrittiva relativa ai sistemi di controllo digitale.

 

Tema n° 8 - Sistemi automatici di misura

8.1. Il problema dell’acquisizione dei dati da un processo fisico o tecnologico: conversione e adattamento dei segnali.

8.2. Catene di misura digitali.

8.3. Architettura di un sistema di acquisizione automatica di dati.

8.4. Uso della documentazione tecnica e descrittiva relativa ai sistemi di misura.

 

 

Indicazioni didattiche

La disciplina si affida ad un itinerario didattico che, simultaneamente ed in modo integrato, prevede:

- l’acquisizione di metodi di analisi derivati dalla teoria dei sistemi;

- l’acquisizione di conoscenze ed abilità di analisi, utilizzazione di componenti ed apparati di controllo e misura di vario genere;

- l’applicazione, ma anche la rivisitazione ed il consolidamento, di leggi e modelli della scienza e specialmente della fisica.

I tre aspetti non debbono essere oggetto di blocchi tematici separati, ma si deve tendere ad una integrazione reale e costante. In particolare l’aspetto concettuale-sistemico e quello tecnologico riferito all’ambiente debbono essere strettamente collegati, evitando lunghe trattazioni teoriche prive di riferimenti tecnologici e trattazioni di dettaglio degli aspetti tecnico-realizzativi senza riferimento al quadro concettuale sistemico.

Occorre precisare che la disciplina non può presentare un repertorio organico ed esaustivo di tecnologie e di applicazioni. E’ indispensabile scegliere e selezionare le tecniche, i componenti, gli apparati, i mezzi di lavoro specifici che si vogliono esplorare ed utilizzare. A questo proposito si tengano presenti le avvertenze che seguono:

- Ciò che è irrinunciabile, è che tutti gli aspetti concettuali vengano esplicitati e, anche se a posteriori rispetto alle attività degli studenti, ordinati e sistematizzati. Le tecniche e gli oggetti specifici vanno considerati, entro certi limiti, solo esempi intercambiabili all’interno del quadro concettuale, per cui occorre privilegiare la scelta di quelli che presentano allo stato attuale dello sviluppo tecnologico un’importanza particolare, avvertendo però esplicitamente gli studenti che si tratta appunto di esempi, probabilmente destinati alla obsolescenza e comunque rimpiazzabili con altri. Anche una semplice esplorazione di documenti tecnici o di repertorio di prodotti può bastare per comprendere qual è l’importanza e la collocazione degli esempi scelti nel panorama attuale.

- Nella maggioranza dei casi si debbono scegliere esempi di apparati non troppo complessi. Solo così, infatti, gli studenti possono intervenire direttamente mediante l’analisi. Occorre non dimenticare che lo scopo principale è l’acquisizione di concetti generali, elementi teorici e metodi di lavoro. Questo non toglie che, attraverso la lettura di materiali di alta divulgazione e riviste, non si possa anche acquisire un'idea corretta delle applicazioni più complesse.

- "Sistemi e strumentazione" è una disciplina che postula una certa varietà nelle tecnologie utilizzate, è naturale però che, quando si passa all’analisi ed al progetto, ricevano maggiore rilevanza le tecnologie caratteristiche dell’indirizzo. A questo proposito, anzi, occorre attingere largamente ad esempi forniti dalle altre discipline del corso. Si possono pensare forme di collaborazione fra insegnanti delle diverse discipline in modo, ad esempio, che già l’impostazione delle misure su apparati elettrici ed elettronici ed i risultati delle misure stesse costituiscano la base per un ulteriore lavoro di analisi in Sistemi.

L’informatica, per la disciplina Sistemi e strumentazione, è essenzialmente uno strumento di lavoro assai utile nel calcolo, nella simulazione e nella rappresentazione grafica. Occorre fare largo uso di strumenti software di calcolo e simulazione, già pronti e di uso facilitato.

L’integrazione tra i diversi aspetti di contenuto della disciplina si ottiene, in definitiva, mediante l’adozione di una didattica adeguata.

Le lezioni frontali sono utili sia per il trasferimento di alcune conoscenze preliminari indispensabili, sia per formalizzare e generalizzare quanto appreso nelle esperienze pratiche. Si deve però ricorrere ampiamente a metodi attivi di apprendimento. Lo studente deve essere messo di fronte a problemi non semplicemente applicativi di procedimenti già studiati, ma a problemi aperti che implichino un'attività di analisi e di decisione.

Più specificatamente si propongono, tra le altre, le seguenti attività:

- analisi di apparati e componenti reali, che comportino anche misure e raccolte di dati sperimentali, fino alla formulazione di modelli che ne spieghino il funzionamento e servano come base per la scelta;

- studio delle proprietà dei modelli mediante la simulazione e gli strumenti di calcolo automatico;

- analisi di semplici assetti sperimentali, mediante le tecnologie caratteristiche dell’indirizzo. Tali indagini si debbono limitare all’obiettivo di fare esplorare ed apprendere i concetti e le tecniche incontrate via via nello studio.

Il programma di "Sistemi e strumentazione" è stato strutturato con finalità e contenuti del tutto diversi da quelli precedenti attualmente in vigore, puntando sulle seguenti basi:

1. stretta integrazione tra l’elettronica ed i sistemi;

2. nuovo ruolo della disciplina, con forte curvatura verso il mondo fisico e chimico;

3. grande importanza ai contenuti finalizzati ad un uso adeguato e competente della strutturazione fisico-chimica;

4. acquisizione dei metodi di indagine e misura utili in tutte le discipline.

La disciplina è stata strutturata in modo da fornire in terza classe le basi, in quarta i moduli specifici della disciplina ed in quinta le applicazioni significative.

 

 

EDUCAZIONE FISICA

Finalità

L'insegnamento dell'Educazione Fisica si propone le seguenti finalità:

1. l'acquisizione del valore della corporeità, attraverso esperienze di attività motorie e sportive, di espressione e di relazione, in funzione della formazione di una personalità equilibrata e stabile;

2. il consolidamento di una cultura motoria e sportiva quale costume di vita, intesa anche come capacità di realizzare attività finalizzate e di valutarne i risultati e di individuarne i nessi pluridisciplinari;

3. il raggiungimento del completo sviluppo corporeo e motorio della persona attraverso l'affinamento della capacità di utilizzare le qualità fisiche e le funzioni neuro-muscolari;

4. l'approfondimento operativo e teorico di attività motorie e sportive che, dando spazio anche alle attitudini e propensioni personali, favorisca l'acquisizione di capacità trasferibili all'esterno della scuola (lavoro, tempo libero, salute);

5. l'arricchimento della coscienza sociale attraverso la consapevolezza di sé e l'acquisizione della capacità critica nei riguardi del linguaggio del corpo e dello sport.

Il programma di Educazione Fisica del triennio della scuola secondaria di secondo grado è la prosecuzione e l'evoluzione del programma del biennio precedente. Esso rappresenta la conclusione di un percorso che mira al completamento della strutturazione della persona e della definizione della personalità per un consapevole inserimento nella società.

Le finalità indicate, coerenti con quelle generali della scuola, definiscono l'ambito operativo specifico dell'Educazione Fisica.

Il ruolo prioritario viene dato all'acquisizione del valore della corporeità che, punto nodale dell'intervento educativo, è fattore unificante della persona e quindi di aiuto al superamento dei disagi tipici dell'età giovanile che possono produrre comportamenti devianti. Solo in questo quadro sarà possibile comprendere in modo corretto la valenza delle altre finalità.

Infatti esse, nell'ordine, mirano a rendere la persona capace in modo consapevole di affrontare, analizzare e controllare situazioni problematiche personali e sociali, di utilizzare pienamente le proprie qualità fisiche e neuro-muscolari, di raggiungere una plasticità neuronale che consenta di trasferire in situazioni diverse le capacità acquisite determinando le condizioni per una migliore qualità della vita.

L'insegnamento dell'Educazione Fisica, inoltre, deve guidare lo studente a comprendere il ruolo del corpo in ambito sociale, per riconoscerne la valenza sia a livello personale sia a livello comunicativo come avviene in campo sportivo e nel linguaggio del corpo.

 

 

Obiettivi d'apprendimento

Lo studente, al termine del triennio, deve dimostrare di:

1. essere consapevole del percorso effettuato per conseguire il miglioramento delle capacità di:

1.1. compiere attività di resistenza, forza, velocità e articolarità,

1.2. coordinare azioni efficaci in situazioni complesse;

2. essere in grado di:

2.1. utilizzare le qualità fisiche e neuro-muscolari in modo adeguato alle diverse esperienze e ai vari contenuti tecnici,

2.2. applicare operativamente le conoscenze delle metodiche inerenti al mantenimento della salute dinamica,

2.3. praticare almeno due degli sport programmati nei ruoli congeniali alle proprie attitudini e propensioni,

2.4. praticare attività simbolico-espressive e approfondirne gli aspetti culturali,

2.5. praticare in modo consapevole attività motorie tipiche dell'ambiente naturale secondo tecniche appropriate, là dove è possibile,

2.6. organizzare e realizzare progetti operativi finalizzati,

2.7. mettere in pratica le norme di comportamento ai fini della prevenzione degli infortuni;

3. conoscere:

3.1 le caratteristiche tecnico-tattiche e metodologiche degli sport praticati,

3.2 i comportamenti efficaci ed adeguati da adottare in caso di infortuni.

 

 

Contenuti

CLASSI TERZA, QUARTA E QUINTA [2, 2 e 2 ore]

1. Attività in situazioni significative in relazione all'età degli alunni, ai loro interessi, agli obiettivi tecnici e ai mezzi disponibili:

1.1 a carico naturale e aggiuntivo;

1.2 di opposizione e resistenza;

1.3 con piccoli e ai grandi attrezzi, codificati e non codificati;

1.4 di controllo tonico e della respirazione;

1.5 con varietà di ampiezza e di ritmo, in condizioni spazio-temporali diversificate;

1.6 di equilibrio, in condizioni dinamiche complesse e di volo.

2. Esercitazioni relative a:

2.1 attività sportive individuali e/o di squadra (almeno due);

2.2 organizzazione di attività e di arbitraggio degli sport individuali e di squadra praticati;

2.3 attività tipiche dell'ambiente naturale (ove è possibile);

2.4 attività espressive;

2.5 ideazione, progettazione e realizzazione di attività finalizzate;

2.6 assistenza diretta e indiretta connessa alle attività.

3. Informazione e conoscenze relative a:

3.1 la teoria del movimento e delle metodologie dell'allenamento riferite alle attività;

3.2 le norme di comportamento per la prevenzione degli infortuni e in caso d'incidente.

 

Note

- Le attività elencate devono essere organizzate e utilizzate in modo da soddisfare le esigenze derivanti dalle particolari caratteristiche delle finalità ed obiettivi del programma.

- L'elenco non prevede la distinzione in attività fondamentali e complementari in quanto la loro scelta può essere condizionata dalla situazione ambientale e dai mezzi disponibili.

 

 

Indicazioni didattiche

La fase conclusiva dell'adolescenza e l'inizio della giovinezza sono caratterizzate da un graduale rallentamento dei processi evolutivi, fino alla loro stabilizzazione.

Tale periodo di relativa tranquillità si accompagna normalmente ad un certo equilibrio psicofisico che favorisce nel giovane manifestazioni motorie più controllate ed armoniche e lo aiuta a procedere da modelli relazionali di adesione incondizionata al gruppo verso scelte autonome e più personali.

Inoltre, essendo questo stadio dello sviluppo caratterizzato anche dal prevalere di diversità individuali e della differenziazione psicologica e morfo-funzionale tra i due sessi, dovrà porsi particolare attenzione, in fase di programmazione, all'adeguamento degli itinerari didattici alle caratterizzazioni individuali.

Gli obiettivi, solo in quanto sostanziati dalla continua richiesta della consapevolezza e finalizzazione dei procedimenti didattici - aspetti che rappresentano l'evoluzione qualitativa dell'insegnamento dell'Educazione fisica per il triennio secondario superiore - consentono il raggiungimento delle finalità indicate. Essi devono essere considerati non come frammentazione delle attività e dei processi loro connessi, ma come traguardi da raggiungere attraverso attività motorie e sportive compiutamente realizzate e con iniziative di tipo interdisciplinare.

Le caratteristiche, dunque, delle finalità e degli obiettivi richiedono una metodologia basata sull'organizzazione di attività "in situazione", sulla continua indagine e sull'individuazione e autonoma correzione dell'errore. Tale metodologia consentirà di creare i presupposti della plasticità neuronale e della trasferibilità delle abilità e competenze acquisite ad altre situazioni ed ambiti.

Conseguentemente, ciascuna attività deve tener conto, nella sua organizzazione e realizzazione, della necessità di dare spazio ad una serie di varianti operative e al contributo creativo e di elaborazione che ciascuno degli studenti può apportare.

Al fine di far conseguire allo studente la capacità di organizzare progetti autonomi, utilizzabili anche dopo la conclusione degli studi secondari, sono opportune forme di coinvolgimento attivo dello stesso nelle varie fasi dell'organizzazione dell'attività dalla progettazione alla realizzazione dei percorsi operativi e metodologici da adottare.

L'accertamento della situazione iniziale dello studente consente di programmare in modo efficace l'azione educativa e didattica. Tale programmazione deve tener conto della necessità di riferirsi, per quanto è possibile , ad obiettivi tassonomizzati ed a contenuti da utilizzare in modo processuale, in vista di una corretta valutazione finale dell'intero iter educativo.

La valutazione dello studente deve consentire di apprezzare sia la capacità esecutiva delle varie attività sia la conoscenza teorica e scientifica della disciplina e dei processi metodologici utilizzati, mediante verifiche costituite da prove pratiche, questionari scritti e prove orali.