Bella
coppia, sono in quattro. di Maria Brunelli
L'affollata vicenda erotica ideata da un'anonima "colta signora milanese" Chi sarà chi sarà. La caccia all'anonima autrice di E duro campo di battaglia il letto agita le redazioni dei rotocalchi fin da agosto. L'ufficio stampa della casa editrice, la ES, distilla avare notizie. Si sa che è una signora, milanese, colta, sposata; che ha scelto lo pseudonimo Una Chi non per pruderie ma per celare un nome che ritiene troppo comune; si sa inoltre, da questo stillicidio d'informazioni che ha fatto giurare ai suoi figli, due maschi sulla ventina, di non leggere mai il suo libro. Ma allora la pruderie c'è o non c'è? Alla fine si scopre che forse (forse!) la scrittrice porno si chiama Bruna Bianchi, un nome che di per sé è uno pseudonimo, come Rosa Rossi o Celeste Verdi, e allora viene il sospetto, in questo clima di dubbi ben alimentati che il segreto e le bocche cucite facciano parte di un abile gioco di lancio. La curiosità è stata accesa. I lettori s'improvviseranno investigatori per individuare qualche partner della misteriosa Una Chi. Anche Felix Salten, con la sua Josephine Mutzenbacher pubblicata anonima nei primi del '900 era riuscito a lasciare nel dubbio intere generazioni di cultori del genere porno, e benché alla fine fosse stato riconosciuto (è anche autore di Bambi) i suoi eredi, ancora nel 1976, hanno perso l'ennesima causa con l'editore per ottenere i diritti d'autore. Speriamo che a questo riguardo Una Chi sia piú lungimirante e avveduta. Ma veniamo alla storia, o più esattamente al quadrangolo che combatte le sue battaglie d'alcova nelle varianti del duetto, del trio, del quartetto. Un uomo solo, Matteo, impegnato con Orsina, incatena a sé Flavia, innamorata bisex, che per assecondare le sue fantasie seduce Magda che s'innamora di lei. Il gioco è fatto, anche Magda entrerà a far parte del quartetto, e allo stakanovista del sesso, Matteo, non mancherà proprio più niente. Eppure, mentre la tecnica del Kamasutra funziona come si fosse alla catena di montaggio, gli attori del gioco non sono felici, aggiogati da Venere ciascuno al carro sbagliato, innamorati, ciascuno, di chi già ama un altro (o un'altra). Ne risulta, nonostante la pubblicità che insiste sulla pornografia, una storia triste, ansiosa, dove ogni donna, e in particolare la protagonista, Flavia, mette a disposizione il suo corpo per conquistarsi l'amore. Non troviamo quindi la gioiosa peccaminosità di una Josephine Mutzenbacher, maliziosa seduttrice sedotta, ma piuttosto una specie di rassegnazione, una sorta di gara spregiudicata, una corsa a ostacoli nella quale nessuno può o vuole restare indietro. Allora è probabile che raccontando di questa grande bouffe erotica, imposta, proposta, qualche volta subita, Una Chi (o chi per essa) abbia voluto dimostrare che, nonostante la liberazione sessuale, il femminismo e il post femminismo, il cuore delle donne continua a battere anche fuori dal letto. |