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E il terzo e ultimo episodio cinematografico della Trilogia di Barrytown (Immaginario sobborgo a nord di Dublino) dello scrittore irlandese Roddy Doyle, che come per i due capitoli precedenti (The Commitments 1991 di Alan Parker e The Snapper 1993 di Stephen Frears), oltre ad aver fornito il soggetto, con i suoi romanzi, ha curato personalmente anche la sceneggiatura. La squadra creativa è la stessa del precedente film, uno scrittore irlandese, un regista inglese e una produttrice scozzese Lynda Miles, e già questo basta per farci capire che non ci si troverà di fronte alla solita banale commedia di stampo Hollywoodiano. Non cè nulla di inutilmente edulcorato, in questa divertente, ma allo stesso tempo amara storia sulla working-class irlandese; daltronde come dice OCarrol (Wesley nel film) E impossibile in Irlanda avere una commedia senza tragedia, o un tragedia senza comicità. Vorrei sottolineare anche limportanza nella scelta degli attori (Meaney ad esempio presente in tutti e tre gli episodi) che hanno facce, corpi ed espressioni, assolutamente normali e credibili, distanti anni-luce dalla arrogante, falsa bellezza di plastica dello star-system americano.
La storia inizia verso la fine del 1989 quando Bimbo, viene licenziato per i soliti motivi, (ristrutturazione aziendale, ottimizzazione delle risorse umane, preferenze della dirigenza per la flessibilità : tutti termini con risvolti sinistri) dal proprio lavoro. La prima immagine che abbiamo di Bimbo è di un lavoratore serio, che non ha fatto nulla per meritarsi questa sorte, e che mentre se ne sta tornando a casa, in preda alla più cupa rassegnazione, viene avvicinato dallamico di sempre Larry. Al contrario di lui Larry è un fracassone, rumoroso, perenne disoccupato, e quando vede lamico affranto lo trascina dentro al più irlandese dei pub irlandesi. Qui dopo qualche pinta di Guinness di riscaldamento ambientale assistiamo allo sfogo di Bimbo, che ci parla della famiglia e delle responsabilità e delle paure per il futuro. Larry, che ormai da anni non ha un lavoro degno di tale nome cerca di tirarlo su e la scena si conclude con una risata dolce-amara di fronte al brindisi di tutto il pub dedicato... alla disoccupazione ! Dopo questo primo momento di scoramento Bimbo cambia completamente atteggiamento e con i soldi della liquidazione compra un vecchio furgoncino con lo scopo di andare in giro a vendere hamburger, pesce fritto e patatine; e riacquistare così una sorta di dignità perduta. Bimbo propone a Larry di diventare suo socio, ed iniziano così le avventure quotidiane dei due, sullo sfondo di una Irlanda povera, ma bella e in fremente attesa dei risultati dei campionati del mondo di calcio. Due scene su tutte : la vittoria sullodiata Inghilterra, con scene di gioia etilica di tutto il pub e la triste eliminazione contro lItalia. (Larry indosserà per qualche tempo una divertente maglietta Fuck Schillaci) Gli affari della Bimbos Burger sembrano andare bene, anche troppo, tanto che non tarderanno a sorgere i primi, meschini conflitti. Lentamente, ma inesorabilmente i problemi fra i due si ingrosseranno fino a diventare insostenibili e a minare nel profondo lamicizia fraterna fra Larry e Bimbo. Finirà che Bimbo, con Larry al fianco, si lancerà in mare con il furgone (diventato simbolo del mondo degli affari) e i due, barcollando raggiungeranno la spiaggia in una splendida notte dIrlanda e rideranno di nuovo insieme, amici... e disoccupati. Un film da vedere come ironica, salutare metafora della vita e del mondo del lavoro.
A cura di JJF
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