Bob Lazar e la retroingegneria aliena.
In pieno deserto del Nevada, 200 Km a nord della scintillante Las Vegas, esiste un’installazione militare vicino a Groom Lake talmente segreta da non comparire su nessuna carta geografica della zona. In questa installazione militare, nota come “Area 51” oppure “Dreamland” (la terra dei sogni), il Pentagono fin dal 1954 ha sviluppato per conto della Central Intelligence Agency (CIA) tutti gli aerei coperti da segreti militari, cominciando dall’aereo spia “U2”, passando per il “Blackbird SR71”, l’F117 Stealth, il bombardiere Stealth “B2”, fino ad arrivare al nuovissimo “Aurora” che vola all’incredibile velocità di Mach 8 (8 volte la velocità del suono).
Vista dall’alto dell’AREA 51
La zona è strettamente sorvegliata da militari armati, e nessun aereo può
sorvolare il suo spazio aereo che è il più protetto degli Stati Uniti. Quindi è
comprensibile come la zona sia sempre stata avvolta dal più fitto mistero,
dovuto anche dal fatto che l’Aeronautica Militare ed il Governo degli Stai Uniti
continuano a negarne addirittura l’esistenza. Ma un fatto assolutamente
imprevedibile avrebbe provveduto, almeno parzialmente, a sollevare quel velo di
mistero e segretezza.
Il 25 Luglio del 1990 gli spettatori di KLAS
TV, una televisione locale di Las Vegas, durante la trasmissione “UFO: the best
evidence” ascoltarono l’esplosiva intervista rilasciata dal fisico nucleare
Robert Lazar al conduttore George Knapp:
il fisico nucleare Robert Lazar
Knapp: Prego, ci descriva la sua esperienza.
Lazar: Ho
lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato
assunto come esperto di laboratorio per la base S4, che è una base dell’US Navy.
Knapp: Dov’è ubicata questa base?
Lazar: Si trova a
circa 20 Km a sud di Groom Lake e a circa 180 Km a nord di Las Vegas.
Knapp: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?
Lazar: Mi hanno detto che si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico,
qualcosa che mi avrebbe interessato.
Knapp: Da quando ha
cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?
Lazar: Si. Ho un rivelatore che si attiva molte volte.
Knapp: Qual è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste
informazioni? E’ stato perchè la importunavano?
Lazar: Si.
Essenzialmente era per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del
mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero
mai nato all’ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su
quello che stava succedendo. Così ho richiesto il curriculum dei lavori
precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito.
Così presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio
passato.
Tesserino di Robert Lazar
Knapp: Così anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta?
Lazar: Esatto.
Knapp: Dopo che il suo resoconto è
apparso in televisione cosa è successo?
Lazar: Mi hanno fatto
sapere che mi sono molto vicini.
Knapp: Era preoccupato per la sua
vita?
Lazar: E’ questo il motivo per cui ho detto tutto ai
microfoni. E’ un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
Knapp: E’ ancora preoccupato?
Lazar: Si.
Knapp:
Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto
qualcosa che a suo parere non era terreno.
Lazar: La prima
esperienza fu con il reattore antimateria.
Knapp: Ci spieghi che
cos’è, come funziona e cosa fa.
Lazar: E’ un piatto di 18 pollici
di diametro con una sfera sopra. All’interno della sfera c’è una scaglia di
elemento 115, che è un elemento molto pesante. Il 115 nell’interno crea un campo
gravitazionale ed espelle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella
parte bassa dell’apparecchiatura. In generale, questa tecnologia ci è
virtualmente sconosciuta.
Schema del reattore antimateria
Knapp: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sono parti in
movimento?
Lazar: Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era
di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio
per capire come fosse fatto. E se si poteva produrre con materiale terreste.
Knapp: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?
Lazar: Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la
fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’1% della trasformazione
della materia in energia.
Knapp: Come funziona?
Lazar: Apparentemente il 115, bombardato con protoni, rilascia particelle di
antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore
con generazione di calore. All’interno del sistema c’è un generatore termoionico
a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.
Regione di stabilità per elementi con numero di protoni maggiore di 114
Knapp: Questo reattore antimateria com’è collegato al campo
gravitazionale?
Lazar: Il reattore ha due funzioni: produce una
fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde
gravitazionali grazie all’impiego del 115 il cui funzionamento è oggi
sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore,
dove ci sono tre amplificatori di gravità che provvedono ad aumentarle di
intensità.
Knapp: Che cosa ha imparato sulla gravità?
Lazar: La gravità è un’onda. E’ stato ipotizzato che la gravità
sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E’ in definitiva
un’onda che può essere ottenuta da un elemento come il 115.
Knapp:
Cosa si può fare con questo campo gravitazionale?
Lazar: Si ha la
possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio.
Così facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Così, invece di
viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a
sè la destinazione senza muoversi.
Knapp: Molti scettici dicono
che gli alieni sono troppo distanti nello spazio – tempo per arrivare fino a
noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa
considerazione. Giusto?
Lazar: Esattamente. Quando distorci il
tempo non c’è più un riferimento normale del tempo stesso, e questo è tutto ciò
che fa la gravità che tu produci.
Knapp: Cioè si può viaggiare
avanti o indietro nel tempo?
Lazar: Non necessariamente. Alla base
del disco volante ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare
verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio
gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei
generatori, questi tirano la spazio verso quel punto. Tutto questo avviene con
la distorsione del tempo, così la velocità è teoricamente infinita.
Disco volante studiato da Robert Lazar
Knapp: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che
esperimenti ha eseguito?
Lazar: Gli scienziati che lo usavano hanno
creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si
sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
Knapp:
Era come se avessero creato un buco nero?
Lazar: Si, potrei dire
che c’è un’analogia.
Knapp: Che cos’è il 115, e perchè dice che
non può essere prodotto sulla Terra?
Lazar: E’ un elemento molto
pesante. Nella carta degli elementi sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato,
ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti questi elementi si disintegrano fino al 106.
Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi
dovrebbero essere stabili. E questo è vero perchè il 115 esiste. E’ stabile. Ma
sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il
bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e bombardati con
protoni, immettendo così protoni nei loro atomi per incrementarne il numero
atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinita di potenza e tempo.
Knapp: Che altre proprietà ha un elemento così?
Lazar: Ha una grande capacità di produrre energia. Messo comunque nel generatore
antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile se usato come
arma.
Knapp: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo chilo di 115?
Lazar: Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate
all’idrogeno di 10 megatoni l’una. Un chilo corrisponde, come dimensioni, a due
prugne.
Knapp: La gente che ci chiama non crede molto a queste
affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S4, ma credono che il 115, i
dischi volanti, i generatori di antimateria siano progressi nostri di cui lei
non era a conoscenza.
Lazar: Innanzitutto, è impossibile produrre
il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono là per scoprire come sono
fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’idea del
progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri. Ovviamente, si
trattava di cose trovate, o dateci.
Knapp: Da dove arriva il 115?
Che tipo di ambiente può produrlo?
Lazar: Secondo me il 115 può
trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema binario, dove
c’era maggiore massa durante la formazione, dando così la possibilità di
formazione di elementi pesanti.
Knapp: Così ha visto un generatore
di antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha letto dei
rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare?
Lazar: La ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perchè
si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte sulla carta, e potevano
essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva
avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano
sugli alieni e perfino sulla religione. C’erano fotografie di alieni, rapporti
di autopsie, molte informazioni.
Knapp: Qual’era il loro aspetto?
Lazar: Erano i tipici Grigi. Una creatura alta circa 1,2 metri,
una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe.
Magri.
Alieno di tipo “Grigio”
Knapp: Cosa diceva l’autopsia?
Lazar: Ho visto dei corpi in
esame. L’interno era scuro come se l’elemento principale che li componeva fosse
il ferro, e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in sè le
funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc… Il rapporto, in fin dei conti,
riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
Knapp: Diceva almeno da dove arrivavano?
Lazar: Si,
un rapporto diceva che arrivavano dal Reticolo 4.
Knapp: Dove si
trova questo Reticolo?
Lazar: Mi è stato detto che venivano dalla
costellazione Z, e per Reticolo 4 intendevano il quarto pianeta da quel Sole.
Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta
dal nostro Sole.
Mappa stellare di “Zeta Reticuli”
Knapp: Lei ha letto molto sugli UFO. E’ possibile che abbia mischiato
quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?
Lazar: No.
Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non
faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.
Knapp: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete
mentre lavorava nei laboratori di S4 e collaborava con loro. E’ vero?
Lazar: Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno,
ma di più non posso dire.
Knapp: In definitiva, stava rompendo i
giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?
Lazar: Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo… Tutta la
tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma
certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto,
nè agli americani nè al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad
esempio, che almeno una volta queste astronavi sono venute sulla Terra e ci
hanno lasciato qualcosa da analizzare.
Knapp: Cosa significherebbe
dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?
Lazar: E’ difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare
completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo?
Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
Knapp: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?
Lazar: Personalmente credo di no.
Dopo questa intervista l’ufologo e scienziato Jacques Vallèe andò a casa
di Bob Lazar, per cercare di coglierlo in contraddizione, dimostrando in tal
modo che era soltanto un mistificatore. Ma si rese subito conto che Lazar
possedeva un vocabolario tecnico preciso, che rifletteva seriamente sulle
domande prima di rispondere; in definitiva dava prova di una conoscenza della
fisica atomica non facilmente accessibile per un profano.
Una
ulteriore conferma alle teorie fisiche sui viaggi nello spazio – tempo,
descritte da Lazar nel 1989, si è avuta nel Marzo del 2000 da un articolo
scritto dall’autorevole fisico Paul Davies sulla rivista scientifica “Le
Scienze”.
Cosa significa tutto questo, che Bob Lazar era
effettivamente a conoscenza dei tanti segreti gelosamente custoditi all’interno
della misteriosa Area 51?
Questa domanda rimarrà purtroppo senza
risposta, perchè il Dott. Robert Lazar oggi è praticamente
irreperibile.
Giovanni Zavarelli (Fonte: http://www.campo-di-giove.it/ )
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