Il canone sottintende di certo altri riferimenti, quali la comparsa, in carne ed ossa, del Cristo risorto a Tommaso (Gv 21,27) e la nostra stessa resurrezione:
"Se c'è un corpo animale, c'è anche un corpo spirituale... Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale...
E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste." (1 Cor 15,44-46-49)
Tuttavia, i Monofisiti sostenevano che Gesu' avesse l'unica natura "divina" di un "corpo" spirituale, riducendo così la portata materiale dell'Incarnazione e della Passione:
di qui lo Scisma dei Miafisiti all'estremo opposto degli Assiri, che ad Efeso nel 431 rifiutarono l'unicità della Persona di Cristo,
asserendo la prevalenza della natura umana come Nestorio, in contrapposizione a Cirillo, secondo cui prevale anzi quella divina.
Ma ciò dovrebbe implicare l'apparenza dei nove mesi di gravidanza per Maria (da alcuni Siriaci ritenuta addirittura lo Spirito Santo)
e di questo passo l'apparenza della stessa morte di Cristo. È evidente l'influenza di queste ipotesi sui Maomettani, che ritengono Gesu' un grande Profeta,
incarnazione del "solo" Spirito di Allah, che farà ritorno alla fine dei tempi, ma come tale non assoggettabile ad una morte violenta.