Rosa December

Diario di una donna

  

 

Adoro scrivere,

     mi inebria la mente e alleggerisce il cuore. Se fossi nata in epoca remota, forse sarei diventata qualcuno e mi sarei pentita, perché davanti a Dio siamo tutti uguali ed io voglio restare umile. Mi piace la musica, classica e leggera, mi piace il canto, lirica, Folk, Soul, ritmica, Pop e Jazz, tutto ciò che esprime che dentro me smuove l'anima. Mi piace dipingere, adoro tutti i colori, tutte le tonalità e le loro sfumature. Il Croma è nel mio sangue. Adoro le persone, di tutte le razze, mi piace sapere della cultura di altri popoli; ho la mente aperta ed accetto tutti, ma sono anche molto selettiva, scelgo le persone che mi danno allegria, affetto e che sanno condividere i momenti belli e quelli meno belli. Pretendo il rispetto e sono la prima a darlo assieme alla fiducia, ma anche la prima a togliere l'amicizia, se qualcosa si rompe nei rapporti. Sono molto paziente, e purtroppo ansiosa sino all'ultimo capello. Adoro i bambini, gli anziani e sto sull'attenti davanti ai giovani... perché sono imprevedibili, e a volte praticamente fiumi in piena. Attingo il buono da ogni fonte e mi piace cogliere il lato buono dalle cose spiacevoli che a volte accadono. Amo vivere in armonia, se sto in mezzo a persone agitate, cerco di defilarmi, perché ciò mi fa star male. Sono maledettamente sensibile, e soffro se do qualche dispiacere, molto più di quando viene fatto qualche torto a me. Vorrei dare l'Amore universale a tutte le persone che soffrono, il cuore non ha solo la funzione di muscolo, ma è fonte dell'Amore che il Creatore ha ricolmato sin dalla nascita, se non già da prima del concepimento, poiché io ritengo che noi siamo scritti nel grande Libro della VITA già da prima di venire alla luce. Questa sono io, mi chiamo Rosaria e come tutte le rose anche io ho le mie spine, di cui cerco di tenere a bada. Su queste pagine che vorrete visitare, troverete i miei pensieri, stati d'animo, poesie, ricordi... e cos'altro non so. Grazie se vorrete leggermi; se non approverete, sarò ugualmente contenta del vostro giudizio, umilmente.

Rosy Cossu

 

 

 

Rosa December

Diario di una donna

(I)

  

Specchio dell'anima

     Anima allo specchio... mentre il cuore sanguina e cerco conforto, mi accorgo che non potrò trovarlo mai in un terreno arido, dove neanche le lacrime penetrano, non grido più ad orecchie sorde, i loro timpani fusi non potranno mai sentire quello che io grido, e negli occhi accecati da orgoglio insano non si rifletterà mai il mio sguardo, tanto che così non ne leggerà mai il dolore che rende madido il mio viso, e allora non mi rimane che il confronto tra me e me, metto la mia anima allo specchio, la riempio di domande... mi dà risposte che già conosco, ma cerco risposte che facciano meno male e la mia anima si ribella, una vocina mi dice: "Non darti più pene di quelle che già hai, lo specchio non dà risposte diverse, è assai più crudele della realtà... lui riflette e tira fuori dal tuo profondo tutto quello che tu sai già." Questa risposta amara ma assai vera mi dice di riprendere il mio cammino, gettar cose passate dentro al fiume che tutto lava e tutto porta via, cambiar pagina e dare un senso migliore a questa vita mia... non è facile prometto che ci proverò... per far questo, vorrei solo tanta serenità.

                                                                    

Sogno

    Camminiamo sui sentieri della vita,a volte sono docili colline, certe altre montagne insormontabili, vedessi Amore mio il mio cammino quando penso a noi due... non è più collina e non è irta montagna... è un grande prato verde e viali alberati, c'è una grande sorgente da dove gli spruzzi carezzano la pelle, noi siamo a piedi nudi, tu intrecci per me ghirlande di colorati fiori, ed io ti porto da bere l'acqua fresca di sorgente su conchiglia di madreperla. Tutto intorno c'è il brulicar della natura, farfalle, libellule variopinte che si dissetano lungo un piccolo rigagnolo vena di sorgente. Ci guardiamo negli occhi, e torniamo bambini, gioia e amore puro che sprizza dagli occhi e dal cuore. Poi camminiamo lungo verdi filari di alberi da frutto, il viale è pieno di frutti colorati, tu prendi i frutti e me li porgi, e mentre mangiamo ridiamo e ci riempiamo di baci... appena adesso amore ho capito che quello è il paradiso e noi ci siamo dentro.

 

Bimba

    Pensi in quanti miliardi al mondo ne siamo per dovere interessati? Perché hai deciso di distruggere la tua esistenza facendoti a capo del peso che il male ha in questo mondo... non riguarda pochi eletti,care mia bimba,ma tutti gli esseri viventi. Riesci a stupirmi, a farmi gioire... ma quando i tuoi occhi assumono la luce delle stelle, gonfi di lacrime che bagnano il tuo viso... io... io non capisco più niente, so che ogni parola detta è vana... e allora non posso fare altro che stringerti a me, bimba mia dolce. La tua sensibilità mi fa sciogliere quel cuore di pietra e piango con te per i mali del mondo... ti prego non cambiare mai,la tua dolcezza è la medicina della mia anima, la tua sensibilità è miele che addolcisce l'orso che è in me... bimba mia, dolce... non cambiare mai... non cambiare mai... non cambiare mai... lascia che sia io a cambiare per sentirmi più degno del tuo cuore bimba mia.

 

Pegno

    Quanto tu sia caro o mio diletto non potrai saperlo mai. Io la luna con le maree e tu sole che le plachi. Io colomba sanguinante dal cuore, tu falco che carezzi con le piume e ne lenisci il dolore. Chi è amato più... tu o io... non importa Amor mio perché solo con i tuoi gesti, guarisci il mio Io. Chissà se anche tu nella notte ti piegherai in posa da bambino, nel tuo caldo giaciglio e ti addormenterai sussurrando il mio nome... sii sempre mio ed io per la vita ed oltre tua. Pensami al risveglio come ti penso io... questo e stato e sarà il nostro pegno.

 

Il colore dei pensieri

    Lungo il mio camino, sento sotto ai piedi fondersi la terra... vibrazioni come quando bambina correvo a piedi nudi tra erba e sassi... ma che cos'è, questo fremere, questa voglia di volare... per arrivare dove il pensiero si è già posato. Ma che cos'è sta smania dolce, di andare incontro alla morte, per poi rinascere con una marcia in più. Dimmelo tu, che cosa c'è, oltre il Sentiero... che cosa c'è, che imbriglia la vita e non la fa volare? Dimmelo tu se questo sogno si avvererà, perché io lo sento sospeso, immobile, dove né acqua né vento, né luna né sole lo accarezzerà. Lungo il cammino di spiagge eterne, coloro i pensieri e ripenso a ieri... ma come si fa... se poi pensando mi accorgo che ho perso l'altra metà? Che cosa c'è, che cosa rimane se tolgo dal cuore anche le tue mani... rimane il vuoto dentro e fuori di me, farò per te una eccezione, griderò al vento la mia passione... scioglierò il mio orgoglio, chiederò al cielo di mandare un raggio che colori i pensieri dei colori nuovi... perché i colori di ieri, ormai sono sbiaditi... chiederò al cuore di allargare la porta... perché lo so se lo farò anche il cielo e gli angeli abiteranno da me... Che cosa c'è... mi riprendo la vita... anche pensando a te. ♥

 

Leda

    Leda stamani sei bella,col tuo pareo pieno di girasoli,mi guardi e mi sorridi,mentre il vento scompiglia i tuoi capelli... e ti ripeto... sei bella... sei bella... bella, bella come non mai... la tua mano scivola dalla mia,mentre ti lascio andare,nasce la mia poesia. sai se non ci fossi tu,io ti dovrei inventare, occhi colore del mare, capelli biondo grano, pelle di pesca... Leda,o leda un giorno tu mi farai mi farai impazzire, ti rapirò, dal mondo dove ti nascondi tu... in quelle sere dove il vento fischi nei tetti,e la pioggia scroscia... non voglio star più solo, ed io ti rapirò... Leda,leda, dimmi di si si e lo farò, verrò di notte col mio cavallo bianco, tu la mia principessa, questa è la mia promessa ti amo e ti avrò. Leda, Leda, Leda amore dei miei giorni,turbi le notti insonni... io muoio qui per te.

 

Rabbia

    Io spero che la mia vita non si affossi mai nella rabbia, mai nel dolore, mai nel risentimento, mai in nessuna cosa e in nessun modo. Vorrei viverla con la consapevolezza di un viaggio che lungo il cammino fa bagaglio di esperienza di cose belle da tenere nel cuore, e un giorno poterne condividere con qualcuno che ti vuol bene, il dolce ricordo. Vorrei che la mia vita fosse circondata da belle esperienze e positive, esperienze che arricchiscano l'anima e non le tasche. Vorrei incontrare sempre persone positive anche nel bisogno, che non si perdano mai d'animo, avere sempre un sorriso da regalare e perché no! anche dei sogni da condividere. Vorrei che alla fine del mio cammino, al raggiungere della mia meta, un Angelo Santo mi prendesse in volo ed insieme partire per quel viaggio, per cui questa vita sarà valsa la pena averla percorsa e di cui è stata solo l'anticamera che mi condurrà a nuova vita.

 

Realino

    Avessi io la potenza di fermar l'impietoso tempo,che come scalpello in man sapiente scava or il cor come la mente. Chi eri io,io piacer conobbi, nell'ammirar le gesta ed i sorrisi, conobbi in te l'onor e amor con bacio di suggello. Potessi io tornar a quando, tu per primo chiedesti il nome mio,e tutta rossa in viso ti risposi. Io... mi chiamo Rosy... tu compiacesti al mio rossor tendendomi la mano ed io vidi l'amor... l'amor che da quel dì prese di me mente, cor, pelle e tutti i sentimenti... tu ridendo mi dicesti: "Ti prego del mio non devi rider... comincia... con la erre si come il tuo... ", io poi decisi chiamarti Aly... o Amor della mia vita, speme dei miei giorni e sogni, ormai tutti passati... sol io or resto qui a rimembrar di noi... or che la vita sì ingiusta mi consegna ad un venir angusto. Angusto si per me... più non c'è amor, non c'è chi più mi chiami ne chi mi stringa al cor dicendomi: "Sai Vita ora che stiamo uniti nessun ci metta dito... il nostro amor pulito è di me ed in te siamo un solo unico cor." Al Mio grande Amore, alla mia Vita R.

 

Attimi

    Ci sono attimi della vita che portano in te inquietudine, diventa cupo ogni pensiero e tutto ciò che sale in mente sembra vero. Ti accorgi solo quando ritorna in te un po' di luce, di quanto peso porti ogni pensiero, di come sembri vero ciò che invece è solo una apparente verità. E allora pensi che sarebbe meglio chiudere gli occhi e cacciare via i pensieri, abbandonarti a sogni irreali ma sereni, sognare di una spiaggia e un sole d'oro, magari in compagnia di gente che tu non conosci ma con un sorriso di dicano: "Si qui è il paradiso... " Certo lo so, sarebbe una mancata verità... ma è sempre meglio di questa nuda e cruda realtà. E allora prendo i fiammiferi... io, piccola fiammiferaia delusa da questa realtà, mi rifugio nei sogni di una fiammella tenue... ma che con pochi sogni scalderanno la mia ingenua vita. Troppo sensibile io per stare qua, si mi sento flebile come la fiammella di quel fiammifero che mi riempie di sogni e di calore la realtà.

 

Quale bene, quale dono

    Da quando sono al mondo e ne ho veduta luce, di me non posso tradir emozione, del bene che m'è dato... ho in me la vita, ma quale altra ricchezza mai dovrei cercare? Quale emozione più grande potrei provare se non quella di aprir gli occhi e rinascer ogni mattino? E' vero che facil non è avere responsabil dovere nel mantener di me attorno quiete in un contesto di che a soccomber per le pazze menti, che sconfortan ora i miei puri sentimenti. Qual ben al mondo vi è più della vita che speme ne fu data all'uomo e sua progenie, da un Dio che tutto crea e tutto in un sol attimo la sua potente man può se vuol rimacinare e tramutar se sol Ei lo vuol. Piango nel cor mio di un triste antico sentimento ormai sottratto all'occhi uman e ch'Ei cela. Stupido uomo... sin dal crepuscol hai avuto ricchezza fama e glorie... ma tu non t'accontenti, vuoi esser come Dio e distruggi l'universo tuo e mio e di mille anime il cor mandi in oblio. Dimentico tu sei di tal bellezza, di un'alba mattutina col sol che dai monti tutto il creato irradia, e che dir poi di come oltre l'orizzonte, oltre al mar cala lasciando rosate fiamme in cielo... e tu come un putto innamorato speri che il giorno divenir sarà sereno e sogni come un bimbo che sugge al seno di sua amabil madre. Non ricordi più la Primavera che di colori e canti e cinguettii ricopriva la terra, al nascer di una nuova vita più non s'accende di emotivo pianto nello stringer il tuo pargol tra le braccia sì appena nato di un esser che diverrà uno uomo di sotto la tua guida. Ma qual altro dono mai tu pretendi se ciò non vedi di tutt'intorno del brulicar di vita nel Creato? Perché vorresti esser più grande nel soggiogar tuo simile fratello, premendo e suggendo dalle sue vene il sangue, per arricchir le voglie tue distruggi le vite dei fratelli tuoi di cui Dio con amor pietoso recò a te dono. Scendi dallo sgabello prima dell'inciampo, non hai scettro, e tanto men corona sol d'insan orgoglio ne hai ricolmo il cor... pèntiti e ravvediti e chiedi a Dio e ai fratelli perdono e sappi che la vita è un breve lasso e di ciò che accumuli lasci, e lo fai all'improvviso al momento del trapasso... e allora con Lui te la vedrai e son stridor di denti e pianto. Ricorda non far al tuo fratel ciò che a te non vuoi sia fatto. Coltiva il tuo dono... unica ricchezza dono del Creator al suo Creato.

 

Freddo

    Fa freddo stasera, sono stanca ma il sonno non c'è. Chiudo gli occhi e provo a immaginare... ma oltre il buio chi e cosa c'è? e vola il mio pensiero vola, e gira in lungo e in largo, si fa spazio e fa a pugni con i miei sentimenti. Da tempo ormai non vanno più d'accordo amore e ragione. Il mio cuore soffre e lotta contro chi ha messo la parola fine ad ogni mio sì. So che la guerra è persa contro lui non si può, devi accettare ora quel che sai che c'è. la mente invece spazia a rincorrere i perché, di questa assurda vita e chiede al tuo sé... ma tu ostinatamente che cosa vuoi da me? e gli rispondo io è meglio che non pensi, lasciami qui a sognare e non destarmi più... là fuori c'è la gente che vive sol di sé, ma oramai capisco che futuro non c'è per me. Vorrai avere un sasso al posto del mio cuore, e almeno non avrei conosciuto mai il dolore. Da giovane mi ripetevo che fa crescere il dolore,ma non lo conoscevo il dolore... quello vero e mi ripeto ora quanto sciocca sono stata, perdere il mio tempo a volermi migliorare. Volevo tutto perfetto, dentro e fuori me, senza saper che un giorno sarebbe scesa un'ombra a rapire il mio avvenir. Ora solo ora consunta dal pianto mi accorgo che non ho vissuto la mia felicità. Eppure mi era accanto, ogni ora di ogni dì, ma io ero troppo presa ad aiutare te e cosi nel mio percorso ho scordato me. La notte adesso è fredda e nera dentro me... cerco un po' di luce che mi rischiari un po'. Domani sorgerà il sole ed un raggio anche per me.

 

Cuore

    Le cose più care non cercarle lontane, le trovi accanto a te, nei modi e nei gesti di chi in silenzio ti ascolta. Certo non sempre le scorgi, si va sempre di fretta, ma c'è sempre un pensiero in ogni istante che passa. Le cose più care non son certo i gioielli, e le cose griffate. E' caro un amico che ti posta un cuore, e legge nel cuore il dolore che vivi e ti dice vedrai che domani è migliore. Le cose più care è saper che a distanza un amore segreto ti dà viva speranza, condivide i momenti che non sono radiosi, ti confida parole come fanno due sposi. L'amicizia è un abbraccio a distanza e nel tempo dove ogni cuore s'incontra e non torna più indietro. La cosa più bella è l'Amore più raro, e io so... questo lo trovo in te Caro.

 

Cielo

    Guardo nello squarcio del cielo, intravedo degli angeli in volo, hanno le ali lucenti di sole e di boccoli d'oro i capelli. Io li ho visti leggeri volare, hanno occhi colore del mare, e ti parlano al cuore e alla mente. Non hanno voce e neanche parole, ma pensieri come fendenti affilati. Sono miti ma ti ardono il cuore, il loro motto è: AMORE, AMORE, AMORE. No, non puoi non sentirne presenza se nel cuore ne conservi l'essenza... fanno parte della mia vita... ho un Angelo in terra per me, ed è lui il mio presente. Se il suo nome io volessi chiamare, me lo sono stampato nel cuore, il mio angelo si chiama Amore, ed è l'angelo del mio presente che cammina con me nel futuro.

 

Silenzio

    Raccolta nel mio silenzio, cerco di sentir la voce tua calda e rassicurante, che mi da serenità. Non ti vedo ma so che ci sei. Non conosco niente di te ma col mistero sei parte di me. Mentre penso... la tua voce la sento... squarcia repentinamente il silenzio che uccide la mia anima con la solitudine, se non ci sei tu.

 

Se tu non fossi amor

    Se tu non fossi amor, io non avrei momenti di sconforto dentro al cor, né sentirei il battito del cuor tuo nel mio sì lontano ma d'intenso brio, d'effervescente moto, d'eterno movimento. Se non avessi amor del guardo tuo, che scruta nel cielo del mio io... sarei io sì di scena nell'oblio e stretto nella mossa il cuore mio, e già vidi la fine dei miei evi. Or in punta di piedi lascio che s'accosti il tuo respiro al mio, ove distanza e tempo son reconditi, in un mondo che dimentica il mio io. Se tu non fossi, io ti inventerei amor... per dare un senso ai giorni che verranno... ma tu sei qui... impalpabile, ma i miei sensi ne avvertono di te presenza, né potrei di te star senza o ne morrebbe certo il core mio, e come due fanciulli con fascinoso far ci culliamo nello scorrere del tempo ove impietoso rimarca l'eterno e lontano idillio dove tu ed io riprenderemo il cammino verso dei luoghi, negl'inconsci miei e tuoi si celano clivi di naturale bellezza, ove consacreremo l'amore e direi certezza... se non avessi amor non sarei nata... perché un donna dell'eterno e per l'eterno nasce innamorata.

 

Il gioco delle Note

    Passo le mie ore in compagnia di chi ha scelto il mio silenzio come compagnia... un vero amico tace, ascolta il tuo silenzio, carpisce il mio dolore donandoti sorrisi. E nasce dal silenzio la musica nel cuore, anestetica e amica, con le sue dolci Note... Mi... Sol... Fa... Mi....Sol... Do... Re... emetto le parole per dirti con il cuore, che senza te vicino, si spegne in me il lumino... Ci sei anche se non ti vedo, ti sento anche se non ti tocco, lo so che Mi fa bene pensarti ancora qui e viaggio con la mente per vederti, per seguirti per dirti ciò che non ti ho mai detto ma son tante le cose che le riporto indietro... Mi manchi... So-La, Fa-tica, soltanto tu Mi- dai la gioia... Sol-itudine, ti cerco,

 Do-ve sei..? se ci sei Re-sta con me. Mi sveglierò soltanto quando ti avrò accanto... rimani qua in silenzio per non lasciarmi più...

 

Orchidea e Stone

    La sabbia ai tuoi piedi... Orchidea si posa, carezze di una sposa, diamante su una rosa, tu Stone che l'ammiri in tutto il suo splendor, regali alla tua sposa in veli il tuo vigor. La cingi di carezze, china al petto tuo sì sciogli il cuor tuo... oh Stone, sì sciogli il duro in incanto d'ardente tuo sentimento, mentre carezza il vento il seno e le sue mani, bianchi candidi petali le dita di Orchidea, si sciolgono in carezze d'un caldo dolce amar. Amor lungo nel tempo, calice di rugiada, del mondo lei è ignara... ma non del tuo grande cuor. Lei Orchidea di selva, tu Stone forte roccia, che cingi alle tue braccia quel tuo pregiato fior, fiero di lei conquisti l'anima e il suo cuore. Vibra la luce eterna d'un insperato anelito d'amore.

 

 Anime gemelle

    Orme distanti su spiagge infinite, gabbiani in volo tra uno spicchio di cielo... chissà se anche tu starai ammirando lo stesso spicchio da lassù. Noi anime gemelle, vicine ma divise da questa realtà... chissà, se dentro al cuore tuo i brividi s'intrecciano assieme al tuo dolore, come ora accade a me. Cammino e le mie orme, rimangono da sole, mentre il sole muore e la luna va su... mi manchi tu... mi manchi sai... Domani... se ci sarà mai domani e stringo le mie mani credendole le tue... stringo e mi faccio male, dolore nel mio cuore e l'anima gemella che soffre anche per te... chissà, se quel raggio di sole posato su di me... prima si è posato accarezzando te. Domani mi sveglierò, domani ancora saremo lontani, mi sveglierò domani ancora senza te. Domani, domani... ma le anime gemelle, se resteran lontane, saran vissute invano.

 

Era solo ieri

    Il mio viso tra le mani,chiuse a conchiglia che raccoglievano acqua salata dalla fonte dei miei occhi... nei giorni divennero piccoli stretti,come stretto era il mio cuore. Giorni tristi... li voglio lasciare alle spalle... Era solo ieri. Oggi,raccolgo ancora cocci,di questa vita che ancora non so rimettere apposto. Era solo ieri, ma come ieri il tempo che scorre scava nella mente e nel cuore. Per una ferita che si chiude, dieci di nuove si aprono. Il motore della vita scorre inesorabile, porta dietro se macerie,ma ti porta altre montagne da scalare di dove altri detrito faranno maceria. Verranno giorni di sole, per altri di nuvole, scenderà la pioggia, poi l'arcobaleno riporterà il sereno ed il vento asciugherà di nuovo le mie lacrime. La mia vita và, anche se non sembra come vorrei ma và... ieri c'eri... ma era ieri... oggi solo io... io, un vuoto,la solitudine dei miei giorni... e dolore ancora tanto dolore... perché a pochi importa la mia felicità... Per un sorriso che fai... mille lacrime lo seppelliscono... ma è il mio oggi... non voglio che sia anche il mio domani. Non vorrei più piangere, ma qualcuno lo vuole per me.

 

Se io potessi

    Chi ha avuto dalla vita un grande amore, e adesso rimasto solo ne muore, vorrebbe qualcosa di magia, per cancellarne o il ricordo o la nostalgia. Io, io che ho avuto un grande amore che ha riempito la mia vita,che mi ha donato il suo amore, che ha donato tre grandi frutti... proprio per non sentirmi sola in sua assenza, non aveva pensato che ciò non basta a riempirne il vuoto e darti essenza.Se potessi mi strapperei il cuore, forse dopo morta ne sentire più dolore, forse morendo lo raggiungerei... o mio diletto il mio mal di vivere... questo è il mio difetto. Se potessi, avendo pure trovato un altro sogno, dove affondare le radici e nasconderne il dolore... se potessi io trascinerei le membra nel desio, mi lascerei cullare da quel sogno... mi perderei,non lascerei impazzire la mia mente e salterei anche la vita mia presente, ma con l'anima dannata non ci sta, neanche se si pente... e l'incauto gesto di sublime amore servirebbe a farti stare nell'oblio, incatenata ad un sogno... ma con l'anima persa e senza paradiso. che sarebbe l'oltre della nostra vita, se decidessimo di essere anime perse pur donando e ricevendo amore! Se potessi io parlerei con Dio e gli direi: - lo vedi Padre mio, tu m'hai donato l'amore e poi me l'hai tolto, m'hai fatto scoppiare nel cuore di dolore, m'hai fatto conoscere l'angelo terreno... ma non m'hai dato la chiave per carpirne nel percorso, come si fa ad amare e non sentir rimorso! Io Araba libera Fenice, legata da invisibili catene, che stringono il cuor mio con tanta pena.

 

Quando non sei con me

    Sto alienata da un sogno che non mi lascia andar via, in cerca di altra realtà. Mi succede ogni volta che non sei qui con me, di pensare a una vita, oltre a questa che c'è... Quando non sei con me... Sto sospesa nel tempo dove corpi si sfiorano, dove labbra s'incontrano, dove mani si cercano ma io non vedo te. Come angeli in volo siamo soli io e te, trasportati nel tempo tra veli evanescenti d'inutile irrealtà. Sto alienata da un sogno, che mi dà malinconia, ogni volta il mio volo si conclude a metà; ci sei, ti sento, ti vedo, ma la trasparenza di un velo ci divide a metà... quando non ci sei ti ho qua, nel cuore, irraggiungibile... sei tra sogno e realtà.

 

E poi scende la sera

     Avvolta da veli di nebbia, si sveglia la valle incantata nel verde di alti cipressi, la calle si snuda e
rivela gli spazi trai colli incantata. Laggiù il minareto argentato riflette la luce del pallido raggio di sole. Scende piano un carretto, scalpittìo di zoccoli risuonano in un'eco lontana. Lo scroscio dell'acqua che scende dalla pendente cascata, libellule si alzano in volo tra fiori di campo e spruzzi di gocce in rugiada, che avvolgon le rose sì come velo da sposa. Si sveglia, si desta alla vita la gente che si era assopita. Comincia una nuova giornata, rumori di una sega al lavoro mentre il tornio completa il suo giro, al mulino già gira la ruota mentre l'allegro ruscello allegro scorre tortuoso sul letto frizzante, spumeggia alla sponda con moto di onda tergente. Odor di pane fresco dal forno foco e fiamma, ed è contento il bimbo cullato da mamma. Il vecchio sacrestano s'appresta a servire la Messa e suona i rintocchi dalle vecchie campane sospese tra cielo e terra nel campanile vecchio. Scandiscono i rintocchi il passar delle ore, accompagnan le ore nello scorrer del giorno. Si è già fatto meriggio, i bimbi per la strada ritornan dalle scuole, calpestando prati e aiuole. Ritorna sulla calle il carretto col cavallo che ormai stanco rallenta nel sentier di quella calle ritta, in irta salita... lenzuola stese al vento che sfiorano un pagliaio nell'agitar del vento... le luci nelle case si accendono di già, tra clivi in fior e valli è tutto un luccicar, e mentre sto a pensare a ieri e come era... già scende la sera.

 

Sapessi

    Oh... sapessi quante volte ho camminato su spini pungenti, ma a denti stretti ho proseguito il mio cammino, forse non mi chiederesti perché piango, ma prenderesti le mie mani e poseresti le tue labbra, facendomi arrivare la tua calda carezza al cuore. Se tu sapessi quante volte mi sono inerpicata su strade irte ed erse d'insidie, quanti pericoli ho attraversato, quanti grovigli ho smontato e superato... sapessi, tu mi abbracceresti stringendomi sino a farmi male, confronterei il dolore dell'abbraccio con quello dei miei stralci di vita, allora capiresti chi son io, una donna che tanto ha dato e tanto ha sofferto, ma che donerebbe ancora la sua vita per dare sorriso e gioia a chi non ne ha mai avuti. Sapessi quanto dolore dietro ai miei sorrisi... solo perché tu sia sereno, solo perché io donna so accogliere la vita anche quando mi da dolore, con il sorriso amaro che sale dal mio cuore... se tu sapessi tutto questo e altro di cui io ho sofferto, allora spargeresti petali di rose e abbracciandomi mi costringeresti ad attraversarlo assieme, portandomi nel cielo del tuo mondo ove il dolore è gioia ed il pianto è sorriso, sarei allora felice di aver trovato in te: Amore, gioia... la felicità... il Paradiso e per te solo per te sarebbe per sempre amore il mio sorriso.

 

Staremo felici

    Stai qui a piangere, stai pensando al tempo in cui noi correvamo a piedi nudi sui prati, tra libellule e farfalle, lungo la riva del fiume, ogni tanto una sosta, chini a bere dalle cascatelle, un abbraccio ed un bacio e poi si tornava a giocare come bimbi gioiosi, con l'amore negli occhi. Noi dei ricordi lontani siamo orfani sai, ci prendiamo le mani... ma come aeroplani che non planano più,
ci sentiamo sfiniti da questo tempo che non ci appartiene più. Su, asciuga le lacrime, ora è il tempo che è, vedrai, domani non sarà più. Cambierà questo mondo, non andremo più a fondo, ci sarà inversione di rotta, e ciò che è ora non sarà più domani. Stringi forte le mani, ti sorreggo e così quando arriverà il tempo ancorata a me starai, ed il vento che cambia, non ti porterà via. Perché tu sei ormai parte del nuovo che arriva, lo vivremo assieme e nessuno mai potrà portarti via da me.
Cambierà questo tempo, seguiremo la rotta che il vento per noi tra le nubi segnerà... il nuovo che arriva è il cammino che noi per la vita, lo sai, ci siamo promessi, io non ti lascerò mai indietro. Abbracciati e felici, lasciamo che il vento culli il nostro destino, sarai felice e lo sarò solo stando vicini.

 

Non ho che un cuore

    Volta a guardare il mio passato, sto con lo sguardo proiettato verso il mio domani. Il mio passato è nitido nella mia mente che tende a conservare ciò che ero bambina. I ricordi di adulta sono comuni a tutti, si cresce... si va a scuola. Forse sbaglio, non possono essere comuni a tutti i nostri ricordi, sono talmente personali che... Invece no, non sbaglio, negli anni sessanta non c'era diversità, a scuola con le divise tutte uguali, nere, ma perché? Si può mettere un grembiule nero ad una bimba di sei anni... sapeva di lutto, lo rendeva meno triste quel fiocco rosa, e i colletti bianchi donavano colore ai visetti smunti. Potrei continuare ancora con i ricordi, ma non ho che un cuore e questo cuore dice basta, perché le ansie dei giorni andati si aggiungerebbero a quelle di adesso. In questo mondo disumanizzato da brutte vicende, brutte losche figure che rabbuiano questo nostro mondo. vite interrotte per disperazione, mentre altri si beano e ridono della condizione misera che impongono ad un paese Morente. Non voglio soffrire, in fondo non ho che un cuore.

 

 

Anima stanca

    Assetata di verità ti culli nella mia mente stanca implosa di pensieri che l'adombrano, vana meta che s'allontana mentre i miei giorni s'accorciano, anima mia stanca che cerchi riposo, implori lo sposo che venga e t'abbracci, ti prenda e ti porti a dimora, come giardiniere mette a dimora la sua amata rosa. Chiedesti amore e ti fu dato dolore e da quel di la vita tua lentamente morì. Anima stanca nessuno capisce il dolore che anela nel cuore, sorridi a chi guarda negli occhi tuoi stanchi, spenti e lucidi di pianto. Chi osa ferirti, sì inerte te che male non fai? neanche un gemito, ancor tanto dolore, ma sorridi e il tuo riso tradisce il tuo io. La vita ti è stretta, vorresti andar via ma ancor non si appresta né volge al desio. Le lacrime cadon come pioggia d'Aprile e la mia anima lavan dal cupo dolore, fa presto mio sposo di me non scordarti, aspetto in silenzio con in mano la rosa. E' rossa di sangue dell'agnello innocente, come l'amor che nel tempo si perse. Non cerco vendetta, e neanche vittoria, ma solo la gloria ch'è solo dei santi. S'è ver che la morte purifica l'alma, non provo timor sto qui ad aspettarla. Son certa che arriva sì dolce amica e sorella che libera e m'abbandona al creatore, là dove il mio sposo mi empirà d'eterno e d'amore.

 

Vento del nord

    L'orizzonte lontano separa il mare dal cielo, e mentre sto a guardare, nella mia testa c'è il ricordo ti te che sale dal cuore, vento del nord. Più non mi vieni a baciare sulla pelle di sale, sulle ciglia bagnate perché piango per te, vento del nord. Sembra ieri che tu, sfioravi la mia pelle, baciavi le mie labbra, carezzavi i miei capelli... son stati giorni belli che non tornano più. Vento del nord... sto qui tra un sospiro ed una lacrima nel rimpianto di te, mio vento del nord.

 

Vita riflessa (come una foglia)

     Sommesso mio inconscio tra pianti e sorrisi, si adombra il presente pensando al passato. Mi chiedo ancor ora a che scopo son nata, di qual particelle io fui generata, risposte che trovo nel sol nome "AMORE". Il mio pianto è di gioia, immenso mio amore, a fiumi tu corri, nel letto del cuore. Non v'è cosa o persona che sfiori il mio vivere, che non venga baciato da pio sentimento. Se volgo il pensiero a ciò ch'è già stato, m'accorgo che in fondo già tutto fu scritto. Scorgendo la via che va verso il futuro, accresce la stima portarli nel cor... amici e momenti fan parte di me, se pur i ricordi feriscano l'alma, è un grande desio nel fare di loro. Non vedo declino nel tempo che passa ma solo appendice di ciò che sarà. Vi stringo al mio cuore, o miei sentimenti, cullatemi ancora per il tempo che vien. Appesa ad un ramo sta la foglia rubino e fa versi al vento di gennaio, lasciarsi andare ancora non vuole... sì com'è appesa l'anima mia al destino, si lascia agitare ma più cadere non vuole.

 

Il ciel sopra di voi

    Mano nella mano voi, come bambini alla scoperta del mondo che li avvolge, camminate su spiagge assolate, preludio di stagioni del cuore. Mentre vi guardate dentro agli occhi come aironi innamorati che s'accarezzan le piume, vi perdete in una danza d'amore; testimone è il cielo sopra a voi, nel rosso di un tramonto che non finisce mai. Cingi le tue grandi mani sui suoi esili fianchi e pensando al domani senti che ti manca già. Un velo di malinconia scende nel profondo del cuore e mentre appoggi le tue labbra sulle sue, bevi le di lei lacrime calde. Come sarà il cielo sopra voi domani? ci sarai ancora tu a trattenerla chiedendoti: "Stai bene con me, sei felice amore?" e lei senza parole guarda dentro i tuoi spicchi di azzurro, e trova il cielo sopra voi... tramonto che non può finire mai, mentre le sussurri all'orecchio: "Non te ne andare, rimani, il cielo sopra noi ci sarà anche domani!" Tra un abbraccio e mille baci giurate che domani vi amerete più di oggi, or meno di domani se il ciel sopra di voi ancora ci sarà.

 

Oceano (a passi lenti)

    Attraverso il grande Oceano che è la nostra vita, passiamo tra mari di solitudine e di tormenti,
con a volte onde che salgono fino al cielo e altre che ti fanno sprofondare nell'oblio. Cerchi sempre un'ancora dove trovare il punto fermo, ma a volte l'impetuosità del sentimento ti scaglia alla deriva anche se hai le vele controvento, e a niente vale tener forte il timone se il vento ti è contrario ora a poppa ed ora a prua. Sei solo tu ll'ammiraglio della tua esistenza, solo tu puoi placar le tue ira e trasformare in bonaccia le tue tormenta. Il mare della vita si placa quando è sera se accanto hai chi ti guida, ti ama e con te spera.
    Nell'ombra della sera stanco il mio cuor, come ogni cuor che spera e tremante per il diman incerto... calo il pensiero ed or che vien men di pensar sovvien la pena. E' lento il mio scorrer del tempo di cui bramo saper, che sarà di me per la futura e faticosa vita? Son di certo passi insicuri e lenti, vita di stenti e di vuoti tormenti... sapessi io guidar i di me passi, seppur lenti, sì lenti ma decisi, scorgendone la sospirata meta! Pavido è il mio cor tremante che mi si stringe al vibrar di altisonanti passi, come macigno in petto.

 

Qualcosa di noi

     Sola, con la malinconia che bussa alla porta del cuore, ed il buio della sera s'appresta a calar del sole, mille ombre turbano il mio io; è allora che cerco in me qualcosa di te. Ma il cuore mi dice che non sei di me, ormai sei lontano e nel domani non resterà che il mai. Più non berremo la rugiada dei fiori, non canteremo come due usignoli, più non avremo la gioia del viver le nostre giornate, affannate e stanche, mai più l'ebbrezza dell'esser due corpi in un'anima che tutto ti assembla, che nulla è dilemma quando sei con me. Qualcosa di noi io cerco in me, ma resto sola con mille perché. La vita che prima ci ha reso felici s'è presa ad un tratto il meglio di me. Qualcosa di noi che più non avrò e non basta il ricordo per gioire un po'. Qualcosa di me, qualcosa di te, qualcosa di noi è l'assenza di te.

 

 

Una estate con te

    Il sogno di una notte che verrà, lo senti nella pelle come il sale del mare, come il sole che scotta, come la brezza che l'onde ti sprizzano... ma dai devi crederci sai, niente è impossibile se vuoi... passerà, questa smania passerà, io sto qua e tu là. Chissà se arriverà il treno che aspetto da una vita, chissà se mi dirà "sali per te c'è questa dritta" chissà... ma la verità resta nuda qua, solo col pensiero chiodo fisso per me... un'estate con te. Chissà come mi troverai più attraente che mai... o una persona banale da cui tu fuggirai... chissà! E intanto per me resta fisso il pensiero di una estate con te.

 

Sei la vita mia

    Sei la vita mia, sei l'amore mio, vorrei sentire le tue labbra e le tue mani su di me, calde carezze che arrivano al cuore... ecco perché ti chiamo amore, amor che dentro me cresce ogni giorno di più. Ti amo, e tu per me sei poesia che nasce al mattino e cresce la sera, sei in ogni mio pensiero, sei in ogni battito del cuor mio; poesia dei giorni miei, poesia che nasce in me... come colomba che spicca il volo vorrei volar da te. Amore mio immenso e bello, aspettami ed io ti aspetterò!

 

Addio piccola Minnie

    Ciao piccola Minnie, amica mia, abbiamo passato dei bei momenti in allegria, tutti quei viaggi delle estati nell'accompagnarti alla tua Sperlonga. Ci volevi bene e noi altrettanto a te, ricordo le tue lacrime per la scomparsa del nostro caro angelo Realino. Tu, la tua vita, i tuoi viaggi e la tua Africa, non dimenticherò mai di quando mi raccontavi delle avventure africane. Oh le vostre alzate in piena notte perché le scimmie assalivano il vostro pollaio e le galline impaurite buttavano all'aria tutto ciò che c'era attorno. E poi ancora, quando in camera della tua mamma la scimmia davanti allo specchio metteva indosso la camicia da notte di mamma Silvia, e davanti allo specchio si imbellettava con il rossetto, per poi calarsi di corsa dalla finestra lungo il tronco dell'albero che si ergeva ungo il muro della casa! Adesso cara Minnie, Igea Paola Electra, hai varcato la soglia che separa il nostro mondo materiale da quello spirituale. Spero che tu sia stata accolta dagli angeli della tua famiglia: mamma Silvia e papà Giuseppe. Io ti porterò sempre con gioia nel cuore, poiché i tuoi novant'anni sono stati una grande e bella avventura anche con parte di sofferenza, come è per noi tutti. Un abbraccio grande, sii in pace nella luce eterna. Ciao Piccola Minnie.

 

Passano i giorni

    nel ricordo di chi ha lasciato nel cuore, una traccia di se. Sono tante le gioie condivise con te, molti sono i dolori nell'assenza di te. Crescerà la mia angoscia nel ripetermi che la mia vita finisce con l'assenza di te. Ormai, non immagino più il futuro sognato, disegnato con te. Io qui, tu là. Tu fermo immobile nella mente mia, tra le nubi mi porti a volte raggi di luce. Io sto ferma a pensare e mi lascio inebriare nel ricordo di te. A volte mi sento farfalla nel vento, mi lascio cullare e portare qua e là. A volte sono un sasso fissato sulla terra, duro e freddo e spietato verso me. Mi scopro fredda e rude, macigno dentro al cuore, perché senza l'amore il mio io muore. Poi ci penso e riscopro dentro me la verde primavera... rinasce dentro me. Sei stato il mio presente, ora sei il mio passato, sostieni il mio futuro come se fossi te. Fai parte dei miei geni, lo spirito tuo è in me, mi guidi nel mio viaggio ed io lo sono in te. Mi aiuti a coltivare il nuovo amore che mi ridona vita anche se non con te.

    Ci rivedremo un giorno, anime tra le anime riconoscerai me ed io sicuro te... abbraccerai l'amore che mi ha portato a te. Non ci sarà rimorso, né sciocche gelosie, perché le gioie tue si uniranno alle mie, ringrazierai il mio amore che cura avea di te, lo stringerai al cuore mentre abbraccerai me. Staremo tutti assieme ebri d'amore eterno, di luce vibreremo, nel nuovo eterno suol.

 

 

 

INDICE

Diario di una donna

28/12/2013 23.19   Adoro

03/10/2013 14.34   Specchio dell'anima
22/10/2013 14.10   Sogno

22/10/2013 14.15   Bimba
23/10/2013 07.32   Pegno

17/11/2013 21.56   Il colore dei pensieri

01/12/2013 17.28   Leda
03/12/2013 14.08   Rabbia
06/12/2013 17.28   Realino
06/12/2013 13.42   Attimi

18/12/2013 18.33   Quale bene, quale dono

19/12/2013 17.27   Freddo
20/12/2013 17.06   Cuore

21/12/2013 18.03   Cielo
21/12/2013 22.59   Silenzio

22/12/2013 15.23   Se tu non fossi amor

27/12/2013 12.01   Il gioco delle note

01/01/2014 20.59   Orchidea e Stone

03/01/2014 22.07   Anime gemelle

07/01/2014 05.07   Era solo ieri

07/01/2014 13.00   Se io potessi

08/01/2014 15.02   Quando non sei con me

09/01/2014 21.58   E poi scende la sera

11/01/2014 13.45   Sapessi

15/01/2014 14.48   Staremo felici

15/01/2014 22.20   Non ho che un cuore

18/01/2014 16.23   Anima stanca

19/01/2014 16.49   Vento del nord

21/01/2014 18.11   Vita riflessa (come una foglia)

22/01/2014 10.18   Il ciel sopra di voi

24/01/2014 22.36   Oceano (a passi lenti)

26/01/2014 20.43   Qualcosa di noi

26/01/2014 20.56   Una estate con te

29/01/2014 19.14   Sei la vita mia

02/02/2014 15.32   Addio piccola Minnie

11/02/2014 15.17   Passano i giorni

 Rosy Cossu

 

~.~

 

 

 

Rosa December

Diario di una donna

(II)

 

Cuore schiavo

    Cuore schiavo del silenzio che soffoca l'anima mia, mentre metto in versi questa mia poesia mi accorgo che il tempo tirannno ti allontana da me. Vedi con che facilita' giudichiamo questa nostra realtà... senza neancbe conoscere quel che c'è in fondo a noi. I ritagli del tempo sono anni sbiaditi da ricordi che ormai sembra muoiano dentro. Nessuno conosce il dolore nel profondo del cuore... noi persone fragili siamo nate per vivere la nostra dualità. Ti amo quando la tenerezza tua si fa donna per me, mi ami quand'io tiro fuori la mascolinita' per farti capire che tra uomo e donna differenza non c'è. Ma la vera partita che ti offre la vita te la giochi si sa... tirando fuori la tua sensualità e di un uomo conquisti la sua virilità. A volte restando muti per la tua venialità.

 

Lassù tra le fronde

    Lassù tra le fronde si apre uno squarcio di cielo e il mio io si perde tra il verde e turchino, già sembra di averti vicino. Quel raggio mi parla di calda carezza, sei tu che dal cielo mi tendi la mano, si chiudono in me gli occhi e la brezza mi dà il tuo respiro, sei qui, ci sei, qui tutto mi parla di te. Vorrei stare in estasi, cosi per tutta la vita, o svegliarmi scoprendo che nulla è accaduto, e il mio ben giammai mi ha lasciato. Ma il sogno svanisce sì presto ed il giorno è sì mesto per me. Ti amo mio angelo caro, ti amo e nessun capirà la mia razionale realtà.

 

Velata stella

    Velata stella, le tue calde lacrime lasciale scorrere, il tempo s'e' abbuiato, nel tuo cuore regna la paura, vacillano i tuoi passi nel tiepido meriggio di febbraio. Si odon solo i tuoi passi nel tardi della sera e dal tuo cuore sale una preghiera accompagnata dai rintocchi del vespro. Oh! Madonnina ti prego: fai che il mio domani non sia mesto, dammi la gioia che un dì fu al mio desco con risa e canti di chi ho amato tanto. Dà salute a me ed alla persona cara che sarò lieta d'amare fino all'ultimo dei giorni, e m'accompagnerà come il sole al tramonto.

 

Vorrei tanto

    esserti vicina, vorrei che mi stringessi tra le braccia, mentre mi sussurri alle orecchie "tesoro" mentre sulla fronte si posa un raggio si sole d'oro, e chiudo gli occhi mentre ti lasci andare ad un bacio, sulle mie rosee labbra o sulla mia bianca fronte. Vorrei stare con te dall'alba al tramonto, guardare i gabbiani in volo immersi tra le nubi rosa all'orizzonte, vorrei, vorrei, vorrei tingere di rosa con te i sogni miei, svegliarmi al mattino con le tue braccia sui miei fianchi mentre stringo il cuscino, vorrei che fosse un sogno, perdermi dentro e non svegliarmi più... vorrei che al mio fianco restassi sempre TU!

 

Vorrei veder gioia

    Per un dì di risa e gioia sovvengon dieci d'angustia e d'amaro; s'io fossi col cuor di pietra farei altrui cor tremar, ma il mio è un umile sensibil core, e d'amar il prossimo mio io a men non posso fare; quand'anche io fossi gioiosa, avrei le spine in core di qualcuno che mi è accanto a soffrir. Ma come può il cor gioire se pur un sol animo piange? E' tal il mio sentimento che si fonde e si scioglie nel contempo in un tenero e lungo sommesso abbraccio. Vorrei che ogni anima al mondo vivesse d'eterna gioia e mai di alcun dolor.

 

Dai, resta qui con me

    sai è tanto che non si sta più insieme. Dai, un minuto solo sai può bastare per un po', a ricordarci che il tempo che ho se speso bene è solo per noi. Un minuto ancora e poi andrai... tornerai se lo vorrai, io starò ad aspettare anche se dovesse il mio corpo invecchiare... la mia mente No. Tutto il tempo che ho nel ricordo di noi io lo investirò, dovessi vivere nel ricordo di te, tu faresti lo stesso lo so, siamo anime indissolubili ed il tempo testimone di noi è amico dei giorni e nei giorni miei e tuoi.

 Ora vai, non pensare alla pena che accomuna noi, siamo anime in pena ma la gioia porterà tutto il tempo che ho, nel pensarmi con te. Tutto il tempo che io ho l'ho vissuto per te, tutto il tempo che hai lo hai vissuto per me, come due colombi in volo noi ci prenderemo per mano; l'altra vita più vera sta aspettando noi, accompagnati dal tempo, sì dal tempo per noi.

 

Amami Signore!

    Quando avrò camminato sino all'altro capo del mondo per trovarti, ed avrò consumato le mie scarpe nel cammino alla ricerca di te, quando avrò attraversato deserti e terre arsi e aridi dal sole, quando avrò scalato e ridisceso le cime più alte, con la neve, con la pioggia e con il sole cocente, quando avrò regalato l'ultimo brandello della mia pelle erosa da sole, pioggia, vento e salsedine, quando ti avrò trovato Signore, ti prego aprimi le porte del tuo cuore, lava le mie ferite con il sangue dei Giusti, usa il mio sacrificio per redimere ancora chi non sa e non è stato redento, fammi gustare il tepore della tua casa, fammi sentire a casa, non mandarmi via, fa che il mio viaggio si concluda, tra le tue pietose braccia. Quando saprò che anche l'ultimo dei miei fratelli tu lo hai salvato, allora e solo allora saprò di non essere vissuta invano... e tu avrai in mano l'essere più piccolo al mondo che sono stata io. Amami non aprire per me le porte delle fiamme eterne. Perché vedi signore sulla Terra che ci hai donato le tentazioni le ho superate ma non sono riuscita ad arrivare a te pura senza peccato. Amami Signore.

 

Lo spirito della danza

     Anima bambina danza, volteggiando nelle stanze del cuore ove si aprono senza far rumore le stagioni della vita. Non stancarti mai di volteggiare, leggiadra come piuma nell'aire ti muovi e volteggi. E non importa se senti il sudore che riga la tua fronte, se i tuoi tendini sembrano lacerarsi... come la cicala d'estate muore cantando, tu con tanto dolore continui a volteggiare. Non devi mai fermarti, perché la vita è un soffio, e mentre volteggi ti accorgi che le stagion sono al finire. L'autunno è alle porte, col rosso suo tramonto c'è un'alba che t'aspetta, metterai le tue scarpette a riposare, e allor saranno gli angeli a farti volteggiare. Danza, danza, danza ballerina, anima bambina; volteggia ancora, volteggia al vento e mentre ti saluto non voltarti. Mentre ti saluto con la mano, ti vedrò scomparir lontano. Ballerina danza, non ti fermare anima bambina e danza nel sorriso nel pianto nel sole e nel vento, spirito bambino... danza Rosy e il suo spirito bambino.

 

Davanti a te Signore

 comincerà la danza della mia anima, solo per dirti grazie di ciò che mi concedesti chiamandomi alla vita di un mondo che io mai abbia vissuto a pieno, ma di cui io ne ammiri l'arte e magnificenza del Tuo creato. Mi hai dato gambe per danzare, piedi per camminare, braccia per abbracciare, orecchie per sentir ed occhi per vedere... ma le mie mani Signore sono le cose più preziose perché d'accordo con l'intelletto tessono alacri lavori, accarezzano visi piangenti e ne asciugan le lagrime. Grazie mio Dio per avermi dato un cuore che come scrigno d'oro racchiude, produce e dispensa amore. Ti amo mio Dio per tutto questo e per altro ancora; se per caso io cadessi nell'oblio sorreggimi con braccia pietose di Angeli tuoi santi. Fai buon Dio che niente a me manchi, assistimi nel danzar della mia vita. Grazie dei santi doni Ti amo mio Dio.

 

Il giorno tramonta

    ma i ricordi restano. Una stretta nel cor per chi è Stella, punto lucente nel ciel dove tutte le nubi ormai son diradate... là donde destin sia ormai compiuto, all'alba dei sogni mai avverati. Oh! se potessi tu mio amor ascoltar la di me voce, sapresti quanto amar e di più ancora questo mio mal di viver le scene che superano l'odissea de giorni pien di lutto, ma che al contempo è nullo in divenire.  Ove un dì fu luce or si adombran quella di lui e di lei anima che mai conobbe amore, e cercan dei puntelli ove sorregger sentimenti pover sì di radici. Io in te trovai sì fermo immobil del nostro amor la divina mole, cui mai nessun osò reprimere o scardinar le fila. Principe tu, regina io, con gran dolor mi consegnai teco a Dio. Ma a nulla valse sgomento e pianto o il lacerar del cor mio di fronte al gran Voler di Lui. Or tu muto volgi lo spirto al contemplar di Esso, irradi d'amore eterno nel placido divin cor del Sempiterno. Non più dolor né freddo e pianto scalfiscon le nostre e le tue carni; Spirti di luce, Lumi del mondo, siate di monito all'anime ribelli! Parlate di Dio agli uomini, a vento e uccelli, alla pioggia, a Luna e Sole, ai pianeti e all'Universo tutto. Tessete lodi, narrate il Verbo, gli orecchi del mondo vi odan tutti.

 

Il mio amato ricordo

    Lentamente il sole scende già, c'è il mare col rosso del tramonto che lo accoglierà E tu dove sei? sei nei pensieri miei, sei la vita di un tempo che parla di noi. Lo so tutto è cambiato ormai, non ci son più vele spiegate al vento, non c'è più l'incanto di un sentimento... tutto è placido, anche il mare è una tavola ed emozioni non dà. Dove sono le onde che ti spingono a me, sono lunghi i miei giorni nell'attesa di te. Vorrei tornar indietro ai giorni con il vento mi parlava di te. C'era il sole che mi baciava, c'era la brezza che salava la mia pelle morbida che accarezzavi tu, io come una colomba e tu il mio domatore... passavamo le ore a guardarci negli occhi, a ripeterci solo tanti Ti Amo tesoro. Ora c'è solo il ricordo di un amore lontano, ma dove il buio non c'è. Dove c'è sempre il giorno, dove cantano gli angeli e canti anche tu. Ho in mente la tua voce, che non scorderò mai, vivo io di ricordi, sono i tuoi, sono i miei. Vorrei fare alba con te, rimirando i tuoi gesti, quando mi accoglievi a te. So che non torneranno più e resteranno ricordi, come amato ricordo sei tu.

 

Sono Io

    C'è una sensazione strana, fuori e dentro me. C'è quella voglia di carezze, quella voglia di scappare dal mio mondo dentro me, sono io la mia nemica, che fa male solo a me, sono io tremendamente che non voglio bene a me. Mi punisco e mi perdono e son piena di perché. Quanta voglia di abbracciare tutti quanti attorno a me. Ma poi penso al mio pudore e trattengo dentro me, quell'innato sentimento che si chiama affetto e amore, sono io che muoio dentro soffocata dai perché. Sono un fiore senza l'acqua, sono un albero senza rami, sono il mio vuoto di me. Se tornasse dentro me... quella gioia mia bambina, con la voglia di giocare,i miei sogni dentro al cuore, li vedrei realizzare. Fantasia mia sola amica, di quei giorni ormai vissuti, ci vorrebbe un'altra vita, per ricominciar del tutto. Mondo amico mio bambino, sei rimasto indietro al tempo... con il cuore mio contento io correvo incontro al vento, con il sole dentro agli occhi ed i sogni nel mio cuore, in quel sogno mio bambino si è perduto il mio stupore. Io vorrei fermare il tempo, ritornar ai miei vent'anni, quando ancora sconosciuti eran lacrime ed affanni. Or son donna, mamma e nonna e paura nei miei affanni.

 

Spiriti nel vento

    E nasce il nuovo giorno, c'è tutta luce intorno... e intorno cerco te. Angelo il mio sonno s'è perso appresso a te, a te che io non vedo, ma sento viver in me. Domini la mia vita, oh gioia mia infinita... ne moriro' di te. Di te che sei nell' aria, carezza sei nel vento, raggio di un sole spento e brilli tu per me, acqua di mar salata... muoio oramai assetata alla fonte di te. Di te cosi lontano sento di appartenere, ma in mondi paralleli che non s'incontreranno, due spiriti nel vento saremo soli io e te.

 

 

Il mio sguardo lontano

    Sto qui, sguardo perso nel vuoto di un pensiero lontano, di un sogno che io coltivai nel mio cuore. Cerco e vedo te, tu che ti avvolgi nel fumo, mentre sopra di te... mille gabbiani in volo, il tramonto sul mare, gli occhi cercano noi ed il cuore che freme al pensiero del poi. Ci sei, ci sono, io sono qua a due passi da te, tu mi prendi le mani e le labbra tue calde sulle mie dita, sei la gioia infinita che da tempo sognai. Sono tanti i ricordi che invadono me, tu che giochi nei sogni dei miei mille perché. Ricordi? mi parlasti un dì, di luoghi sconosciuti, di vita tua vissuta nell'attesa di me. Gabbiani in volo che parlavano al tuo cuore, venivo anch'io dal mare per incontrare te. Destini scritti in cielo, il tuo, di me e te, senza doverci chiedere se il senso della vita sia la nostra realtà. Voliamo noi nel vento, viaggiamo sì nel tempo tempo che unirà la mia vita alla tua, nella felicità. Io qui coi miei pensieri, con anni in più di ieri, prigioniera del tempo, fili argentei in testa e rughe lievi in viso; parlano dei miei giorni, nell'attesa di un sorriso. Gabbiani in volo attorno a te, lo so ti parleranno forse ancor di me. Ma io continuo a sognare te, ed i mille gabbiani attorno a te sul mare.
 

Due soli

    Avvolta dalla nebbia dei mie pensieri, occhi chiusi viaggio nei sentieri dell' anima. Costante ed incostante, il mio stato cambia sovente umore. Sei tu che guidi il mio cuore oppure... sei tu che struggi la mia anima. Non posso far a meno di pensarti e mi accorgo che cercandoti riscopro due soli. Nella stagione condivisa con te c'erano due soli, tu e l'astro che tutto risplende e tutto riscalda. Ma l'unico Sole che scaldava il mio cuore eri tu. Tu con i sorrisi, tu con le parole, con i tuoi modi gentili... tutto rendevi bello, leggero... ero come in una nuvola, avvolta dal tepore del nostro amore. Oggi cerco nella mia dimensione di ricordarti per ciò che sei stato, per quanto ci siamo amati, rispettati, divisi e condivisi. La vita Sole mio, la nostra vita. Ora è rimasta la mia, vita che sta al margine tra realtà crudele e sogno lontano.

    Un sogno ancestrale... riprovo emozioni antiche, mentre penso ai due soli... io e te. Cerco di sperare di aver ancora il Sole che brilli e riscaldi solo per me. In tutto l'universo esiste un altro Sole... Sole così lontano che non arriva a me. Io son la terra fredda che non accoglie seme, più vita non da a speme... quella che accolsi da te. Forse il mio Sole parla, mi dice sono qua. Son io che più non credo alla cruda, nuda realtà. Chissà se la mia vita ancora avrà due soli, un Sole c'è che splende... Dio quanto è lontano, seppur mi arriva un raggio che mi riscalda il cuor, vorrei esser due soli a compensar d'amor la vita mia infelice di viver solo un Sol. Vieni ti aspetto Sole, vieni più non tardare, il cuore mio è triste, non vuole più aspettare, all'ombra regna il gelo che fa morir l'amore. Se chiudo gli occhi io sogno due soli splendenti in ciel.

 

Sto come una foglia

    appesa al ramo, d'autunno... col vento... cada o non cada, il mio destino non conosco... forse finirò a terra concime di bosco. Passeranno su di me grandi e piccini, forse anche i cani coi lor ricordini... ma che m'importa, io sarò già altrove. Sarò piuma d'angelo volteggiante nel vento mentre camminerò a fianco del tempo. Non avrò più dolore né cercherò altro amore, per me queste saranno cose passate. Vedrò e vivrò nella luce, ove tutto splende e che tutto trascende... la foglia che io sono presto si arrende.

 

Al mio Dio Bambino

    Questi giorni miei terreni, sono pieni di perché, questa vita scorre lenta, lascia tutto dietro se, solamente il dolore lascia che sia dentro al cuore, ad un cuore disperato ma che crede nell'amore, nello Spirito Creatore e Signore della Vita. Io conservo dentro me il Dio piccolo Bambino, e le ninne nanne che, io dovrei cantare a Lui, ora è Lui che ninna me. Vorrei dirgli tante cose, ma son muta nel silenzio, Lui mi legge con pazienza e sorride nel mio cuore, io vorrei chiamarlo Amore, perché Amore l'Eterno è. Amore Bambino mio, che reggi il mondo in mano, nel mio cammino non abbassar mai il Tuo sguardo. Ricordati di me nel momento dell'oltrepasso. Non sdegnare i miei sforzi seppur umili ma a te rivolti, dedicata ho la mia vita al Bambino di Betlemme, è la gioia mia infinita nel conoscerne la Vita, attentata e travagliata sin nel seno di Maria con Giuseppe il suo sposo. Nel fuggir dall'infame Erode infanticida nel terrore, sino a Giuda traditore. Oh mio Dio! Dio mio bambino che hai pianto sconsolato solo e triste nel giardino degli ulivi. questo uomo che hai creato quanto affanno ti è costato, quante piaghe sul tuo corpo, la ferita sul costato e le spine sul Tuo capo. Snaturato l'uomo indegno fu che in croce Ti innalzò, non capiva veramente che il Cielo era il Tuo regno. Ma a Tu infinitamente buono, con il dono del perdono, dal suo cuore hai lavato col Tuo sangue ogni suo bieco peccato. Dalla morte ci hai redento e ci hai reso degni figli, accettai in Paradiso, nella Tua resurrezione. Oh mio Dio! ad ogni uomo dona il seme della pace, che riporti sulla terra la fine di ogni guerra. Oh mio Dio! Dio mio Bambino, resta sempre a noi vicino, non permettere al maligno, di distruggerci la vita. Metti gli Angeli Tuoi Santi al governo di noi tanti, facci tutti degni Tuoi Santi.

 

Se lo sai

    non chiedermi mai cosa peso di te, ogni parola ne vanifica il senso ed io di te ho il rispetto e lo sai. Non c'è un frammento di te che non faccia pensare alla mia solitudine se tu non sei qua. Di te ogni gesto che fai ogni sguardo che dai ne capisco, lo sai, i segreti che ormai più non sono per me. Se lo sai non chiedermi il perché delle mie matte notti, occhi sbarrati al cielo nel pensiero di te. Se lo sai non mi chiedere mai come sono i miei giorni negli spazi che ho, son divisa a metà tra la terra ed il cielo, son sospesa lo sai come la foglia sul ramo, ho richiamo del tempo mentre rincorro la vita che si strappa da me, sono io ora in te, ma tu non sei in me, se da lontano i ricordi fanno a pugni con me. Se lo sai, non mi chiedere mai di gettar via i ricordi che mi legano a te, come lacrima in viso... e di me nel sorriso dove affogo il dolore rincorrendo nel tempo quel ricordo di te... sono foglia nel vento, sono schiuma nel mare, sono pioggia che cade... sono sole che muore dove nasce la luna, sono stella nascente tra le braccia d'autunno d'un tramonto che avvolge la tua vita e la mia, ma che senza poesia è il nulla per me. Se lo sai... non chiedermi mai... e tienimi stretta a te.

 

Ode al sole

    Ed ecco il sole che alto e fiero sorge, che tutto avvolge e tutto rinascer fa... fammi arrivare astro del raggio tuo il calor, ed empimi di luce perché risplenda anch'io di spirito forgiato. Sia come me vuol Iddio, cancella l'ombra cupa da dentro la mia mente e fa' che gli miei occhi riflettan la tua luce, così che scaldi il cuor di chi mi guarda in viso, per esso io sia una briciola, da in terra paradiso. Non spezzar mai l'incanto di questo mio sorriso, con esso sia in me la quiete di ogni lieto dì, da quando sorgi all'alba fin quando è l'imbrunir... e solo allor saluto te alto Astro divin.

 

Al mio caro Angelo

    Oh... perché non mi e' concessa molta gioia? Che cos'è che devo espiare ancora per poter tener la gioia ed il diletto in cuor mio! E' vero Angelo mio che se son triste con me piangi anche tu? Perdonami, sai... ma io vorrei non dar angoscia alcuna, e la mia vorrei gettarla in mare dove le onde e i flutti la possano ingoiare. Lo sai anche tu Angelo mio santo, la condizione umana e misera, mi porta a tanto. Un giorno salgo alle stelle radiosa e felice, ma dura poco, e mi ritrovo a terra in stato di abbandono nel cuor mio. Son fatta di pensieri e alcuni adombrano con mesta solitudine la mia mente e il cuore. Perdonami mio Angelo se ieri sera... ti ho sentito lontano... ti ho cercato... ma non ti sentivo più, cosicché il pianto e lo sconforto di me si è presa la gioia, regalandomi lacrime.

 Vorrei poter sentire più forte la tua essenza, così da non sentirmi in abbandono, perché se mi ritorna il pianto so di offendere Dio e Te, Angelo santo. Sicuramente lui dirà che sono sciocca... piangere, perché? Oppure capirà il mio stato, mi abbraccerà, dirà a Te di starmi accanto e forse, quando mi torna il sorriso, sei Tu e Lui lì ad asciugarmi il viso. Ringrazialo per me Angelo mio, cercherò di sorridere ancor di più, per Te e per Dio.

 

Per te Amore

    Ed ora che non c'è più nessuno che vede ed asciuga le mie lacrime, per un amore tanto grande quanto incompreso, per due braccia che non mi stringeranno mai, per delle labbra che non si poseranno sulle mie, per un cuore di cui non sentirò mai il battito, di quel saluto o delle lunghe ore dialogate senza mai esserci guardati negli occhi, di questi tormenti solo miei che spesso mi inumidiscono gli occhi, di quella paura e voglia grande di trasgressione... di un sentimento grande che io ho chiamato amore... di ciò che mi strugge ora anima e cuore. Ciao Amore mio, Grande tra l'Universo e Dio, continuami a vedere nelle stelle, ricordami tra le cose tue più belle. Ed io di nascosto continuerò ad amarti.

 

Le cose che ho (e ci sei tu)

    Se avessi coscienza delle cose che ruotano a me attorno, son certa che la felicità sarebbe la mia seconda pelle. Ma vivo nell'ignaro ed io so solo che credo in ciò che vedo ed in quelle che ho. Certo... sarei tanto ingrata, se affermassi di credere solamente a quel che percepiscon gli occhi miei, ma la realtà davvero è un'altra perché tra le cose che ho ci sta un Essere che Cosa non lo è di certo. Lui il mio Creatore... potrei mai catalogarlo Cosa? Lui è presente, Dio vivo nella mia vita; c'è e c'è sempre stato e solo ed esclusivamente Egli ci sarà. Che bello confidar in ciò che non vedo con occhi miei, ma che in cuor io sento vivo Onnipresente e veramente dico che Lui è il fattore delle cose che ho. Avrei mai io un viver tutto mio se davvero non lo volesse Dio?    e ci sei tu

    nei giorni miei, tra i sospiri dell'anima, come il vento che soffia sulla foglia così il mio cuore dondola nel pensare a te. A te così lontano, a te così vicino, a te di cui il mio io non sa più fare a meno, è come sentirti camminare a piedi nudi nella mia anima. Non fai rumore ma ci sei, non mi tocchi ma ti sento... e sento il battito del tuo cuore quando si unisce al mio. Ti prego, non scordarmi mai Amore mio.

 

La conifera

    Seduta sul tronco di pino, là dove un raggio di sole indora i capelli, con in grembo le mani sfaccendate. Tra il cinguettar degli uccelli e la voce della cascata, resto incantata, con lo sguardo perso tra i rami di pino, e gli abeti che d'inverno innevati li lasciavan cadere col peso sino a radere sul suolo. Ora sento il canto di un usignolo e con la pace nel cuore io odo ancora un lamento, mi volto, è un bimbo contento che a fatica fa i suoi primi passi, con la mano che tiene la sua piccolina. Proteggo i miei occhi dal sole con la mano a visiera, mentre ritornano in mente quei giorni di primavera, quando dalla valle si udiva il rintocco delle campane, ora a morto ora a festa. E noi tutte del borgo ci si univa di pasqua per seguire i riti della quaresima, si partiva in gruppo e si ritornava da sole. Qualcuna ci lasciava per strada, se incontrava un parente vicino... voi andate io sto qui un attimino... ma poi si sapeva che a casa si arrivava da sole. Ora non odo più quel rintocco di campane, non sento il cinguettar dei cardellini, né l'usignol che felice facea la serenata. La conifera si è ben conservata, ma la gioventù ormai se n'è andata. I vecchi del borgo son tutti partiti, e la vecchia Iole non rammenda più seduta sull'uscio, alla soglia della sua casa. Ricordi, ricordi di bimba... la conifera che tanto io amavo, quando al mattino presto mi regalava il suo odor di resina ed il respiro ricco mi donava... respira bene, apri i polmoni mi diceva la mamma, quando il freddo dell'inverno un po' deboli ci lasciava, e poi quelle estati a piedi nudi coi secchielli di pinoli ed un ciocco in mano, a casa poi la pignolata era un rito... quanti dolcetti e cose buone si mangiava! Ma ora la conifera è solo un caro mio ricordo.
 

Villa La Collina

 Tra le calle, c'è un colle, che porta ad un vicolo, un po' in salita, che quando arrivi sembra di ave scalato una cima. Lì c'è Villa La Collina, una casa un poco antica, con le scale mattonate, son tre piani di fatica. all'angolo del primo piano c'è il gong, ma nessuno lo ha mai suonato, il personale ha gli orari e son precisi come svizzeri. C'è maria che fa la cuoca, e Marina la sorella che l'aiuta nei lavori nella villa. Spazza, lava e dà la cera, mentre lucida e va fiera, ammirando poi alla fine il lavoro terminato. Quando arriva mezzogiorno, scende dritta va in dispensa, e che cosa cucinare... fissa, fissa e ben ci pensa, mentre Ottavio suo marito le verdure fresche e buone in cucina le ha lasciato. Ora accende nel cammino il grosso ceppo che prende fino, a me dice dai al soffietto prova tu un po' a soffiare. Sto li buona ad osservare la Maria lavorare, mentre impasta, rotola e tira una sfoglia fina, fina, ed in men che non si dica la trasforma in tagliatelle. Già sul fuoco a borbottare il coperchio dal tegame lascia andare un olezzino di un sugo sopraffino. Poi l'arrosto e le patate non vi sto a raccontare, perché è giunta proprio l'ora di sederci a desinare. Se avrò voglia, con il tempo, della vita alla collina racconterò poi domattina.

 

Cari ricordi

    Alta e fiera, la bandiera sventola dalla portafinestra centrale del palazzetto comunale rinascimentale, all'uscio c'é' un ometto, seduto a tavolino tra fogli immacolati, calamaio e penna col pennino appuntito, nonche' il timbro di stato e carte assorbenti. Lui è l'usciere, per tutti dottor Pucci. Ha i baffetti rivolti a mo' di riccetto e due occhi dietro a due fondi di bottiglia, è un po' ricurvo, anziano ma di acume vigile, a lui non sfugge nulla e se hai dubbi ha la saccenza di colmarli tutti. La sera, molte volte il mio pensiero torna a quando andai al municipio, là si pagavan le cambiali, che oltre il termine non venivano assolte. Ero pressappoco undicenne, la nonna mi avvolse tra un candido fazzoletto la cambiale scaduta e i soldi in mezzo, piegò il tutto e me lo mise dentro l'incavo del mio piccolo pugno stretto: - Vai, mi disse, non fermarti per la strada con nessuno, corri e torna presto. Ubbidiente come le bimbe di allora, nel mio inconscio tenni stretto il piccolo rotolo. Correndo, canticchiando e saltellante, mi trovai davanti al dottor Puccio, che sgranò gli occhi da sopra le sue lenti: - Di che hai bisogno bella, dimmi... io per risposta allungai il mio pugno e lo aprii, lui prese tutto, poi stupito e guardandomi negli occhi disse: - Va be', e ora che l'ho vista dammi i soldi e ti do la ricevuta. Alle sue parole mi prese un tonfo al cuore che per poco non cascai... lui vide il mio pallore, capì e mi disse: - Vai piccina, rifai la strada indietro... magari i soldi ti son caduti e li hai persi! Non me lo feci dire la seconda, voltai le spalle e ripercorsi la strada... tra curve e dossi pregavo: - Gesù ti prego, fa' che non sia vero, la mia nonna è povera, non ha altri soldi, fa' che li ritrovi. le mie lacrime per la paura e il dispiacere cadevano come mai prima. Adesso chi lo raccontava alla mia nonnina che io sbadatamente ed inconsciamente non tenni tanto d'acconto il pugno stretto, chi avrebbe mai capito il mio stato di dolore di bimba! dal cuore contratto per il dispiacere e la vergogna di essere tacciata svitata, poco affidabile e quanto altro. Purtroppo la mia ricerca fu resa vana a causa di un forte maestrale, che spazzava le strade e faceva volare via tutto... io minuziosamente cercai, tra i cespugli che poi eran di spini, bucai le mie mani cercandovi in mezzo, rassettai tutto il vicolo vicino alle scuole, persi ancora tempo nell'area larghissima del Piazzale aperto della scuola tra il ciglio della strada e il viottolo che riportava a casa della nonna. Oddio, se ci ripenso che brutto momento! ma il peggio doveva ancora avvenire. Andai con la testa bassa e gli occhi gonfi di lacrime dalla nonna, entrai e come mi vide capì subito che qualcosa era successo... ma non pensava ai soldi, le sue uniche parole che io le strozzai in bocca: -Cosa ti è successo dillo a me... ed io: - I soldi nonna, li ho persi, non c'erano nel fazzoletto! Ebbi finito la frase appena che nonna sconvolta si accasciò sulla seggiola, disse solo: - Figlia mia sei la mia rovina, ora a che Santo mia appello... verranno a pignorarmi il poco che ho! Davvero nonna aveva poco, l'unica cosa che potevano portarle via era la macchina da cucire, per la quale io le avrei dovuto pagare quella rata di cambiale già pagata, ma che al rivenditore non risultava, e come si faceva a fidarsi sulla parola della persona? Mia madre, che abitava nella casa con le mura confinanti a quella della nonna, sentì il tono della nonna e in pochi istanti la vidi presente davanti a me, come il giustiziere davanti al reo. Mi prese il braccio e disse: - Adesso ti rifai tutta la strada e bada bene di guardare con occhi ben aperti; se tu non trovi i soldi, giuro che la tua distrazione la paghi cara! Non sto a raccontare per filo e per segno cosa accadde poi, solo che non fui accolta da baci ed abbracci. Allora la povertà ti portava all'esasperazione tal quale come adesso, quando non navighi nell'oro ogni centesimo è un tesoro. Comunque la mia frustrazione fu non tanto per la lezione che mi fu impartita, quanto per l'umiliazione che io subii, davanti alla scolaresca che usciva proprio nel Piazzale della scuola. Mia madre mi riaccompagnò da mia nonna... io molto provata e dolorante, più nell'anima che nel corpo, mi chiusi in un mutismo e risentimento tale che ci vollero giorni perché il mio sorriso riapparisse sul mio viso... e il mio sospiro amaro era frequente. Dopotutto ero una bambina, ma come si poteva dare una responsabilità così grossa e dei soldi in mano a una piccola, in quell'età che dovrebbe essere di spensieratezza e non di obblighi così pesanti. Comunque, dopo cinque giorni, venne a casa di mia nonna una perfida ragazzina, che mi faceva sempre i dispetti, di due anni più grande di me, e con mio stupore e rabbia la feci entrare, perché voleva parlare con la nonna. Chiamai la nonna, che a sua volta le chiese che voleva; lei tirò fuori dalla tasca duemila lire, quelle che persi io... mia nonna la ringraziò e la benediva, tirò fuori dal cassetto del comò una busta di caramelle e duecento lire, e gliele diede ringraziandola. Io non so cosa provai, ma ricordo che scappai in camera, mi misi a piangere in silenzio dal dolore, perché quando mia madre mi diede la lezioncina davanti alla scolaresca appena uscita, lei era sghignazzante proprio davanti a me, e capii subito che i soldi poteva averli trovati lei, e da malvagia aveva assistito allo spettacolo, anziché restituirli a mia mamma subito, invece di lasciare che mi pestasse! Quel giorno imparai che non avrei mai dovuto ridere sulle disgrazie degli altri, ma cercare di essere solidale con loro. E che non dovevo lasciare entrare l'odio nel mio cuore di piccola bimba, perché Gesù mi aveva messo alla prova; io Gli chiesi perdono, per me e per la perfida ragazzina, che si era comportata malvagiamente verso di me. Di lei non so niente, non l'ho mai più vista da allora, ma le auguro che abbia trovato persone migliori di lei, e che abbia imparato l'amore e la pietà verso il prossimo.

 

Io bimba

    Albeggia già, nasce un nuovo giorno, ma dentro me, il tempo senso più non ha. Per me ogni giorno io vivo, come se fosse acqua che scorre, e alla sorgente torna. Né fine né principio io sento dentro me, che il tempo non esiste come padrone e se, vuol dettar le leggi con me non riuscirà. C'è solo un Padrone a cui presto obbedienza, Padrone lui è del tempo e di tutto attorno a me. Lui solo sa il momento che arriverà per me, ch'io lasci tutto e voli dove mi chiamerà. Son canti d'usignoli, preghiere alte al ciel che svettano nel mio cuore, colmo di quell'amore, che non ha spazio e tempo ne otri dentro sé. Amore sa di fonte, dove attinger vita, la Speme sua infinita e l'Eterno dentro me. Voce di bimba dolce che canta inni al ciel anche a cento lustri io bimba dentro me.

 

Chiudo gli occhi

    e mi abbandono allo sconforto, nessuno sentirà il mio pianto, né di lui ogni singhiozzo... immersa nel mare nero della mia triste solitudine, divorano il mio cuore e la mia mente i miei pensieri. Ma dove siete finiti, gioiosi giorni, belli e giocosi di ieri! Quando riaprirò gli occhi vorrei che tutto tornasse a quell'Ieri, dove giardini di fonti zampillanti, ebbrezza di giovinezza che sprizzava dai miei pori, erano degni di amorevoli allori. Orsù, i tempi belli ormai son andati ed io nel mio dolor so già di averli sepolti. Le clivie nel balcone non più fioriscono, mentre i miei fiordalisi chinano la corolla e piangono di dolore con il mio cuore. Oh sole... giammai così splendente tornerai tu ad illuminare la mia vita e la mia mente. Vieni mio sposo vieni, già non tardare... io qui che muoio per te sto ad aspettare. E quando tu verrai la mia veste bianca sarà forse consunta, ma io donna di aspettarti non sarò stanca, perché io so che l'amor dedito è solo anelito di vita in ciel, non apparenza.

 

Rosa, rose e...

    Non si è mai pronti per ricevere ciò che non ci aspettiamo, sia nel bene che nel male... ma di questi momenti ne farei veramente a meno... si sta sospesi col pensiero che ti toglie il respiro, si sta con un nodo in gola... ma hai timore di piangere perché quel pianto potrebbe ricominciare per non finire mai. E allora ti fai forza, parli al tuo cuore, alla tua coscienza, come fossero bravi e vecchi amici, sapendo che non sei convinta neanche tu nelle parole che dici, di rasserenare il cuore e mettere la tua anima in pace. Lo vedi? anche con me stessa sono incapace. Solo attimi come un temporale, poi tutto finisce... e dopo col sereno ritrovi un bel arcobaleno, che torna a tingere la vita con quei colori che tu ed io amiamo tanto... ma il rosa, il rosa è tutto un altro canto... rosa, rose, giardini d'infanzia e omaggi da grandi... rose... rose... e tante altre belle cose.

 

L'attesa

    Non aspettarti che qualcuno abbia tempo per te, se non vorrai morire consunta nell'attesa; in fondo il tempo è solo lo spazio tra un sorriso, una carezza, un bacio, o la frazione tra una cosa e l' altra che faccio. Aspettati tosto che chi dice di starti vicino lo faccia per affetto, amore e disinteresse; che conservi nel suo cuore un posto speciale per te. Lascia che anche il silenzio tuo, parli al suo cuore di te. Sarai amata per le tue qualità che hai, da chi veramente ha capito, che il tuo vivere val più di ogni ricchezza, quando al posto d'onore metti l'affetto sincero che val più d'ogni interesse. Se ami veramente, al mattino il primo pensiero va a chi hai nel cuore stretto e tremi, vibri d' amore anche senza sfiorarlo, perché già solo il pensiero lo fa, che sia esso figlio, compagno o amico nella vita, perché quel che conta è il valore che dai alla persona amata, e ti aspetti solo di esserne ricambiata, ma ti strugge nell'anima l'attesa.

 

Ci son giorni

    che sento tutto il peso della vita, le fatiche di ieri, le fatiche di oggi e son quelle di sempre, mentre l'ieri è già oggi; ma tu non pensare di rimanere in disparte non ti lascio da solo, ii ti prendo per mano, ti accompagno pian piano, nel futuro ch' e' tuo e lo e' assieme al mio. Vieni dammi la mano, ce ne andremo lontani, ti accompagno se vuoi sino all'alba del nuovo giorno. E se questo mondo più non ci vorrà prenderemo il volo verso l'eternità. Scioglieremo le briglie, tu le mie, io le tue ed andremo lontani, voleremo nel tempo, come un soffio di vento, aleggeremo sul mondo e dall' alto vedremo i tormenti dell' uomo. Ora volgi lo sguardo tra passato e presente e ti accorgi che il tutto all'improvviso è niente. Ciò che era importante ora è cosa da poco e la vita dall'alto, ora resta un bel gioco. Siamo angeli in volo e non abbiamo più affanni. Siamo spiriti liberi e voliamo col vento, siamo spirito puro e viviamo nel tempo.

 

Sole nei ricordi

 Si è fatto tardi, è giunta ormai la sera, mentre mi vesto di ombra nella notte, si accende il sole nel mio cuore, oh mio bel sole è da tempo sai che non tornavi a scaldarmi dentro. Pensavo proprio ieri a quanto tempo... si risale l'ombra che ormai mi avvolge il cuore e negli occhi col velo di malinconica tristezza. Nessuno forse si accorge cosa nasconde il mio bel sorriso, ma gli occhi lo so tradiscono il mio viso. Tu sei lontano... il mondo mio dal tuo non ho misure per dirti quanto dista. Ma tu mia perla lucente di purezza, nel mio cuore resti e ti fai vivo con fermezza... quando mi avvolge il pianto la tua voce mi dice... sciocchina non mi vedi ti sto vicino. E allora mi asciugo dalle lacrime i miei occhi, li sgrano per vederti... ma non ti vedo e capisco che sei nella mia mente, nel cuore e son sola nei ricordi; oh sì ricordi belli e tanti tanti... vorrei dividerli ancora con te... ma sei distante come le gioie mie di questo istante. Ma piango te ancora avvolta e sola dai ricordi. Ti Amo mia Vita... Sole dei miei ricordi.

 

E penso...

    Vorrei donar di me il sorriso, a chi sorrisi non ne ha, vorrei che tutta la gioia del mondo prevalesse sull'infelicità di chi gioie non ha mai conosciuto... vorrei, si vorrei, ma sembra quasi assurdo desiderar di donare agli altri ciò che in me abbonda... perché è così difficile incontrarsi, perché e tanto facile separarsi? Perché non fare di ogni offesa un perdono... grande che che avvolga il mondo di buona consapevolezza e a nessuno più tolga la voglia della pace, quel senso di sicurezza che solo chi sta in pace può ammirare, godere ed espandere a chi le sta accanto e irradia chi le si avvicina. E penso... Dio perché è così difficile saper stare per solo poco tempo a questo mondo?

 

Non avrò paura

    Se vivrò nel rispetto di tutto non avrò paura di niente. il mondo in cui sono proiettata non è mio, mi appartiene perché come tutto il Creato sono stata progettata dal Dio Creatore e datore della vita. Padrone e Signore della Vita e della Morte. Egli sceglie per me, ed io consapevole nel rispetto del Cosmo di cui faccio parte, vivo la mia vita con razionalità; ma talvolta mi lascio andare ad un sogno grande; quello di vedere il totale Amore e Rispetto di tutti e tutto, per rendere Onore e grazie al Nostro spirito Creatore. L'uomo è solo ospite del pianeta e come è venuto povero e a mani vuote, allo stesso modo tornerà alla fine dei suoi giorni terreni al Creatore, Ma se vuole vedere la Luce deve trovarla qui sulla terra, la troverà solo quando avrà capito che il Rispetto è Sacro verso tutto e tutti, come sacra è la sua Vita e quella dei propri fratelli nel cammino terreno. Quando avrà raggiunto la Sacralità Universale, allora e solo allora, l'Uomo sarà ad un passo dal vedere Dio.

 

Aspettando te

    Quante poesie avrò scritto, quante canzoni avrò cantato quanta musica avrò suonato, nell'attesa di vederti tornare; nell'attesa che da lontano apra le tue braccia nel vedermi correrti incontro. Quante parole al vento avrò sussurrato, quante lacrime avrò versato quando avrò capito che sarà stato inutile averti aspettato. Non so se i nostri mondi potranno mai incontrarsi, se i nostri sguardi potranno mai incrociarsi, se i nostri occhi potranno mai specchiarsi, io nella tua anima e tu nella mia, né mai saprò se un giorno sentirò il calore delle tue mani stringere le mie... dita intrecciate di una vita vissuta a metà, tra sogno e realtà. so solo che il mio presente è soffrire nel gioire ed il mio futuro gioire nel soffrire, pensando che saranno proprio gli ultimi aliti di vita che mi ricongiungeranno a te, che dall'altra parte della riva, aspetti che io culmini tra le tue possenti braccia l'interminabile mio viaggio.

 

Era di Marzo

    Pioveva, camminavo nel prato tra le prime pratoline intirizzite quasi come il mio cuore, pioveva faceva freddo, ed era di Marzo e già le prime viole cercavano il raggio dorato, proprio come il mio cuore per essere scaldato. Mai inverno più lungo nell'attesa di chi lascia il segno nel cuore e si porta via il sole. Era di Marzo, e nel vento parole si perdevan lontano, ti ricordo gentile... anche un poco puerile, e io lo ero con te. Come due gemme, cercavamo il tepore per far sbocciare un amore per poi non rivedersi più. Di Marzo, io non m'innamorerò mai più... adesso è Marzo, e torni in mente tu.

 

Stanotte dormirò

    abbracciata all'albero dei miei ricordi... capisco ora che il niente resta niente e che tutto ciò che mi circonda sembra reale ma è solo una fantastica realtà. Passeranno secoli ma per la persona la frazione di tempo è solo l'investitura dell'io avvolto nei panni del domani... quasi ad essere certi che quel domani ci appartiene e così ci sentiamo un pizzico padroni del futuro... di un tempo non lontano. E così in me aleggia la notte che diventa giorno ed il giorno che diventa notte, per celarmi i segreti del mio tempo.

 

Il mio sguardo

    sul mare, mentre cala il sole che accompagna la sera, e le barche giù al molo mentre fanno ritorno, si è concluso un'altro giorno, qui lontano da te. A che serve l'amore, se rimani da solo, a che serve pensare, se non puoi dirle un ti amo? metto in spalle le ombre che mi lasciano triste, mentre faccio ritorno nella mia casa vuota. Sono chiuse le stanze, dove noi due da soli, come due usignoli, cantavamo l'amore. Mentre fuori, la gente non s'accorge di niente, qui un uomo da solo è un mondo ormai perso... non più rose da offrire alla donna del cuore, muore in gola il mio pianto e la voce nel cuore. A che serve l'amore, se poi resti da solo nel miraggio di mondi che si schiudono a sera, quando tutto è silenzio... e c'è un uomo che muore, questo uomo che spera, ma che resta nell'ombra di un futuro lontano. Prenderei le tue mani, i tuoi fianchi e i tuoi seni, i capelli di seta... e le tue dolci labbra san di fragola amara, e non sei qui con me.

 Il mio sguardo si perde, nello specchio di me.

 

Equilibrio a metà

    Sto vivendo la mia vita di emozioni, consapevole che tutto finirà, finiranno per me le stagioni mentre viaggerò verso infinita meta ove ancora non conosco la realtà. Gioco con le ombre del passato, che velano imperterrite il mio presente, occhi lucidi, abbaglio di un raggio di sole che in me non morrà. Cerco un punto fermo per stare in equilibrio ma senza te il mio è un equilibrio a metà.   

    Ogni gioia che arriva porta le novità, che io vivo da sola in equilibrio a metà; la mia metà che pende verso un vuoto che senza l'essere tuo fisico, più appoggio non ha. Vuoi che sia la normalità, voglia di razionalità, ma il confronto col mio io è l'equilibrio a metà. Sorrido e vivo,voglia di piangere a metà... gioia e dolore che si fondono ecco come vedi il mio equilibrio è a metà, per la parte di te che più non ho. Vivo per vivere, perché morire non si può, ma ci si sente spenti dentro, cerchi il sostegno nel presente ch'è come voragine, vuoto incolmabile che mi dà un equilibrio a metà.

 

C'è nel cielo

    un astro d'argento, il gioiello nel firmamento, ma una astro ancora più bello è Maria, con la sua luce irradia il mondo e nel cuore che in lei ha fede tanto amore e pace da. Lei ci guarda e ci sta vicino, passo passo lei segue il cammino, di noi poveri figli quaggiù. Tra dolori, fatiche e declino lei per noi è l'aiuto divino, dal suo figlio eletta lei è mamma Santa dell'Umanità. Noi dal cuore chiediamo a Maria: Mamma Santa rimani con noi, non guardare le debolezze del mondo, ma guarisci le piaghe quaggiù. l'uomo ha perso la sua retta via, solo tu puoi salvarci Maria, mamma buona, la tua carità è faro di luce per l'umanità. prega per noi maria di Nazareth, la promessa del tuo figlio Gesù ha riposto la nostra salvezza sol a chi al tuo cuore in in affido si dà. Consacrati noi siam nel Tuo Amore, stai con noi nell'ultima ora, sei salvezza dell'umanità. Stella fulgida, che splendi ogni ora, consolazione del cuore di tutti, sotto il manto celeste ci aiuti proteggi dal male il nostro mondo e noi umanità. Prega per Noi Maria, non ci lasciare mai.

 

Bacio- giorno all'amore lontano

    ma nel cuore stretto, stretto e vicino ed ogni giorno mi riempie di sole, a quell'amore sognato che torna indietro nel tempo, quando io ragazzina dietro al banco di scuola ne carpivo di lui ogni vibrazione e parola. E' così che ti sogno, io allieva tu maestro dei miei sogni fanciulli... Non è facile sai non amarti perché hai un cuore sì grande, ed un fare elegante, mi racconti le scienze come fosse il mio pane e mi nutro di te e tu ti nutri di me. Siamo uniti noi due da un filo sottile ma sì forte che non esiste una forza per spezzare l'amore che ora unisce il tuo cuore al mio. Passano lenti i giorni, passeranno lenti gli anni e saranno sofferti noi conosciamo il perché. Ma il nostro legame è più forte dell'acciaio e non si spezzerà mai. C'era scritto nel cielo di due anime elette bisognose d'affetto, bisognose di amore e anche se è sofferto, lo portiamo nel tempo quando sarà il momento di varcare la soglia e vivremo in eterno nel Divino l'Amor. Siamo anime elette, siamo fiori nel vento e vivremo nell'Eterno questo amore sofferto, riempiremo di gioia lo spazio che ci accoglierà e vivremo in eterno dove Dio ci vorrà.

 

La ballata della Minuta

    Era minuta nella sua grandezza, il cuore piccolo ma sì tanto grande, sapeva leggere la mente degli altri ma non si approfittava, tanto meno circuiva. Se c'era bisogno lei era lì pronta, non si sottraeva nel dare il suo amore. Pregava per tutti per buoni o cattivi, e vedeva tutto coi suoi occhi tristi. Gioiva nel cuore ed elargiva affetto ma nessuno ricambiava, eran tutti in difetto. Un giorno la Minuta di colpo sparì e fu solo allora che si accorsero che mancava il suo aiuto, la sua presenza anche se piccola... ora non potevan starne senza. E la cercarono per piane e per monti, ma la trovarono in un misero giaciglio, lei morta di dolore per aver dato tanto ora si trovava nel regno dei vinti. Con tanto dolore disperati e persi, piangevan per Chi conosceva solo amore e a tutti lo diede ammalandosi del niente, che tutti diedero alla povera Minuta. Ora riposava nel regno dei santi, morta nell'indifferenza di pochi e di tanti.

 

Dai miei occhi

    Son scese tante lacrime dagli occhi miei, lacrime per l'amore perduto. Ho aspettato in me la voglia di tornare alla vita, dopo che mi sentivo perduta, finita. Ma poi sai, piove sempre la sera, quando è buio e la notte, ammanta con la suo coltre nera, nera la mia mente e il mio cuore; e così dai miei occhi come gocce di pioggia nell'inverno del cuore ancora tanto dolore, tanto amaro da lasciar andar via, per sentir più leggera questa povera vita mia. Dai miei occhi come perle di sole ora regalo gli sguardi per una nuova vita che mi aiuta a sperare, che mi fa battere il cuore, e ricolma quel vuoto che straziava il mio cuore. Piango ancora il mio amore che non prenderà parte ai miei giorni di gioia, né al dolore che provo nel saper che la mia vita non è più condivisa e restan tutte le gioie, delle gioie a metà. Lo sa sa bene il mio cuore, quanto soffre, perché dai miei occhi ora escono perle di dolore nel ricordo di te, rannicchiata a conchiglia la mia vita ora è.

 

Sogno spezzato

    Ancorata la mia mente se ne sta nel groviglio di un sogno misto a realtà. Come in una nuvola e lontano dai rumori stiamo abbracciati, occhi negli occhi ci giuriamo il nostro amore, bello come aura d'angelo il nostro sogno ci avvolge, tu mi tieni e mi baci le mani e ripeti: domani... domani... domani e poi ti dissolvi nel nulla; mentre io disperata, prigioniera rimango in quell'aurea di angelo ma tu non ci sei più. Sai mi fa paura la notte, se nel chiudere gli occhi mi ritorni nel sogno e ogni volta io ti perdo di nuovo... il mio sogno continuo nell'oblio infinito di quel sogno spezzato ch'era il tuo e anche mio e la sorte malvagia si fa gioco di me, di una vita spezzata, che ora resta ricordo tra sogni interrotti, che ne sarà di me... con la mia solitudine nel ricordo di te? Resta un sogno spezzato della mia vita con te.

 

Frammenti

    L'ultimo treno della sera, scivola nel frenetico frastuono di rotaie, un uomo solo con la sigaretta accesa segue la strada. La mia ombra fa scorgere la mia presenza, si volta e mi chiede come mai io stia seguendo i suoi passi e lì da sola. Verso casa. Il paese dista il chilometro e passo dopo passo gli sto dietro. Mi fa paura il buio della sera anche se c'è una luna sincera. Lui percepisce la mia ombra ed io rallento il passo, chissà che cosa penserà di me. Si volta mentre butta il fumo lentamente, bocca e nari sembrano piccoli viadotti di umana galleria. Non una parola, per un po' camminiamo in silenzio, fa freddo e quasi arriva il temporale, si affrettano i nostri passi, ma lui sempre avanti... chissà cosa penserà di me. Sapesse la pena nel profondo del mio cuore, e forse quando a casa arriverò per me non ci sarà ricevimento d'onore, ma solo incomprensione e forse una mano con violenza il mio viso tangerà. Siamo arrivati alla piazzetta del paese, odor di fumo dai camini, la gente a quest'ora accanto al focolare, son di già le nove... mio Dio ma quando finirà, quando arriverà la mia maggiore età... io voglio andarmene da questo posto qua. Taglia lì per il vicolo l'ometto, giacca corta, sulle spalle un tascapane... Dio quanto è misero il mio mondo. Sono sulla soglia del cancello, si schiude alla porta il grimaldello, è mamma che apre mi viene incontro al cancello non una parola, ma una mano calda violenta sulla guancia mia poveretta... io con in mano un piccolo pacco di dolci, domani si festeggia San Giuseppe ed io quella sera non l'ho più scordata. Non vollero sentir ragione, di una mancata coincidenza e di un treno perso. Oddio quanto odio tutto, ma presto partirò io mollo tutto. Gesù ti prego, non prendertela con loro, son genitori ed hanno pene in cuore, un figlio è sempre figlio e quando è donna, vorrebbero veder in lei una Madonna. Al mondo c'è chi sbaglia e non paga ed invece chi per una volta perde il treno ma le mani nessuno mai le tiene a freno. Fu così che la mia vita decisi di cambiare prendendo una nave attraversai il mare... lontano io scelsi la mia vita... non sopportavo più, non era il caso di essere di troppo e non per caso.

 

Il colore dei sogni

    Da bambina rincorrevo farfalle e libellule, a piedi nudi sul prato... non era grande il mio giardino ma per me piccola era il paradiso. c'era un albero di mimose, e accanto un cespuglio di rose, c'erano le viole ciocche che stordivano col loro olezzar, le fresie dal profumo soave ma più di tutte le rose, quelle di velluto di un rosso scuro che il giardino profumavan tutto. I miei ricordi, quei colori, sono nella mia mente e nel cuore, quei profumi li sento ogni volta che chiudo gli occhi e penso. Oh mio Dio... ora so quanto val il colore dei sogni è come l'arcobaleno, ogni ricordo un colore, e dopo le sfumature di una vita non ricca ma nel cuore gioia, gioia infinita di un tempo sbiadito e dagli occhi consunti dal dolore, per gli amori travolti da destino crudele, esperienze di me ancora bimba che ha conosciuto il dolore. Ora io grande ho bisogno d'amore e di quell'amore io sento il profumo e ne distinguo il colore, Rosa come i colori dei sogni ma di quel tempo che sai che ormai più indietro non torni. più non corro a piedi nudi sul prato, più non vedo farfalle e libellule variopinte, ma nei miei occhi e nel cuore ne vedo e conservo nel ricordo lontano quel colore dei sogni.

 

Il paradiso perduto

    Ricordo c'era la luna che illuminava il tuo volto, mentre guardavi me, non so forse era di Aprile, si schiudevano le primule e le viole, porto ancora il profumo del tuo dopobarba, muschio e mirto... mi faceva impazzire, quel profumo di bosco... che sapeva di te. Quanti inverni passati a scaldarci nel cuore, sussurrarci le più belle frasi d'amore. Ricordi, che rimangono dentro, che riportano il sole anche quando nel cielo, più sole non c'è. Lo so, ora corri nel vento, ora vivi nel tempo che più fine non ha. Io so, mi rimane il silenzio di una vita assurda, sono solo ricordi e non abbraccio più te. Ora lasciami piangere, quell'amaro che è in me, la tristezza vedrai se ne andrà domattina, quando il raggio di sole dopo averti irradiato si poserà su di me. Sarà dolce carezza, sarà bacio di sale, sarà vento maestrale a parlarmi di te paradiso perduto... ma non dentro di me.

 

Vorrei sapere

    Passo minuti ore e giorni per non parlare delle notti interminabili a chiedermi perché... la mia vita è imbevuta di perché. Vorrei essere diversa ma poi mi accorgo che ho tante diversità sono diversa in mille cose ma resto sempre coerente con la vita che mi avvolge, con le persone e con me stessa. Vorrei sapere perché anche quando c'è il sole e si fa l'imbrunire, la mia tristezza sale dal profondo del cuore, vorrei sapere perché c'è gente che vive il suo amore sino alla fine della partita ed invece per me la partita si è interrotta a metà del cammino. Vorrei sapere chi è che mi sorregge per non sprofondare ora che lo sconforto mi assale; odio star male, ma male ci sto e tanto, vorrei qualcuno accanto che consolasse il mio cuore, che asciugasse il mio pianto. Vorrei poterlo chiamare ancora Vita e ancora Amore. Chiedo troppo forse, ma non c'è nessuno che me lo conferma, vorrei sapere ma nessuno mi parla, nessuno accarezza il mio cuore e per me è solo sempre ed intensamente dolore. Lo so, nessuno lo sa perché in me vede solo il sorriso... ma è solo una maschera che cela il mio viso, perché vorrei sapere e non so come fare per sapere ciò che non so.

 

E' l'Aprile

    che arriva gentile, lo vedi tra i prati e nei borghi, nei giardini e tra gli alberi in fiore, sulle calle ove olezzan le viole s'apron timide, timide al raggio di sole. E là sul greppo è cresciuta l'erbetta, vezzeggianti le allegre caprette brucano e saltan di sopra ai cespugli. I fanciulli sul greto seduti fanno i cerchi coi sassi sull'acqua nel fiume. E' l'Aprile che bussa gentile alle case alle scuole e nei templi e vuol certo dir allora che ogni uomo il creato contempli, mentre nascon amori par dir, orsù destatevi non è più tempo di dormir è tempo le rondini cantano nel loro garrir... orsù, è il tempo lieto dell'April.

 

Nei miei silenzi

    Tra le fronde di un abete cinguettan gli uccelli, tra la pace di un oasi, ed in mezzo io, stormi di voli all'imbrunir, torneranno ai loro nidi, un bimbo mi guarda e sorride. voglia di tenerezza e chiusa nei miei silenzi, muta la mia vita và. Origin gitane nelle vene di una donna, occhi versi, capelli lunghi che par una madonna. Or mi tende la man, io la guardo e le porgo con un sorriso il mio palmo, lei apre lisciando con le dita la mia pelle chiara, guarda nei miei occhi e mi dice che legge la pena nel mio cuor; sfilo svelta la mano, non voglio che mi legga nel cuor. E' intimo, è solo mio il dolor, ed il cuor è il mio tempio, non permetto a nessun di entrar me dentro. Anche nel camminar a piedi nudi, sentirei dolor più profondo nell'anima mia, io che ho scelto di star nel mio silenzio, non voglio parlar del mio dolor. Or la luna s'è fatta alta e grande nel ciel, il sol immerge l'ultimo suo raggio all'orizzonte oltre il mar... gabbiani festosi ammarano intenti a pescar, mentre muta nei miei silenzi io rimango a guardar... gitana vai, per il mondo troverai chi ha sete di saper il menzogner futuro, io lo conosco già è come il mio presente e il passato, immersa nei miei silenzi, la mia vita vivrò.

 

Occhi negli occhi

    Immagina di avere ali per volar via, senza far rumore io mi alzerei in volo e volerei, senza mappa del cielo... ma io viaggerei seguendo il raggio sel sole, perché so che tu sei dove c'è la luce, quella luce che brillava dentro gli occhi tuoi, quando noi due occhi negli occhi, cuore nel cuore giuravamo per sempre il nostro amore. Grandine e tempesta è scesa su di noi, ma noi mano nella mano, senza timore siamo andati avanti, abbiam percorso noi, metà della nostra vita senza ferirci mai, senza dire mai una parola di troppo. Tu la mia roccia, il mio rifugio, anima mia volata via, quando per me ancora non era ne inverno ne autunno ne estate né primavera, ti sei portato via con te tutte le mie stagioni, tutto il mio tempo che ora senza te, più non ha senso. Io chiusa nella mia conchiglia io, sto nel dolore di chi ha perso la partita, l'unica che valeva giocarsela tutta nella vita. Un chiodo nel mio cuore, amore rubato, amore spento dal silenzio e dall'inverno che sopravvive dentro al mio cuore. Cancella la mia realtà il desiderio di te, di un amore che non c'è. Ci siamo trovati, amati e persi... poi ritrovati, nella dimensione che ne io ne te possiamo sfioraci mai. Portati lontano la mia solitudine, gabbiani in un mare in tempesta che frutti più non dà. Occhi negli occhi, sento ancora le tristi note, delle campane... quel dì non era festa, era il tempo del dolore che come macigno incideva il mio cuore, era il giorno che tu senza saperlo non saresti più tornato da me. Odio ogni dolore, che strazia dell'uomo il cuore, vorrei dare amore a chi ha pene nel cuore grandi come le mie, ma ho solo lacrime, lacrime che nessuno vorrà mai, che nessuno asciugherà mai, sola coi miei pensieri ed il ricordo di te. Sto immobile davanti allo specchio... Occhi negli occhi nel ricordo di te.

 

Bianca rondine vai

    Bianca rondine che voli via, portati via la mia nostalgia. Sto varcando un mare dentro me, così nero e profondo, dove cerco di affogare tutti i miei perché. Sera di primavera, dentro gli occhi miei nascono gemme e cadono giù, calde trasparenti rugiada dei miei sentimenti. A chi affiderò la parte di me che muore... ora che l'amore è volato via, cerco nei miei silenzi quel po' che mi rimane di noi. Io rondine con ali spezzate più in volo non mi alzerò con te. Tu vola via rondine mia, troverai nei viaggi tuoi altre primavere, che ti faran rivivere di quell'amore che abbiam nutrito al nostro cuore. Ora vai non pensare a me, io vivrò se so che tu sarai felice oltre me e te, ci sarà davvero altro grande amore che avvolgerà il tuo cuore, ora vai liberati in volo e non voltarti mai!

 

Si dicono parole

    Quando stai un pò per le tue, pensi solo che sia inutile farti bella, per uscire, tanto chi mai può guardare la tristezza dentro te. E allora parli con te allo specchio, e dici che sciocca, ora parlo da sola, e si dicono parole, che vorresti sentirti dire, e ti baci allo specchio, proprio come una bambina, col bisogno d'affetto e ti dici mi piace, hai un bel modo di fare, poi decidi che esci... metti un po' di fondo-tinta, una riga di matita poi un velo di rossetto, poi ti avvolgi in un vestito ch'è rimasto un poco stretto, e ti segna un po' alla vita e ti senti un poco goffa, ma tanto che importa il cappotto basterà a nascondere quella goffa e piccola donna che è in te. Esci per strada, naso all'insù, le macchine sfilano ma tu non le vedi, tanto il semaforo ti guiderà. E c'è uno dietro che parla e che urla, una donna che strilla e poi si dicono parole... parole... parole che le mie orecchie non vorrebbero udire, ma perché per pochi istanti che si vive, tanta rabbia e oscenità. Io sono una donna, sempre stata rispettata, non avrei permesso a nessuno di offendere la mia femminilità. Si dicono parole gentili, si fanno carezze e ci si ama, mai disprezzare una donna o un uomo per troppa modestia o invulnerabilità. Tutti abbiamo in noi qualcosa che non va, ma è proprio quella parte che innamorare ci fa. Poi il sentimento cambia e si dicono parole che fanno stare male a qualsiasi età e ti trovi a piangere da sola per strada pensando a chi un giorno ti ha amata e ti diceva parole che ti giovano al cuore... ma quello era il mio tempo, quello era il mio amore. Ora sto sola e si dicon solo parole.

 

La notte

    dovrebbe accompagnarti al riposo dalle fatiche e premure del giorno. Poi ti svegli nel cuore della notte, dopo un sogno che ti regala ansia. Non è bello mentre dormi sognare il tuo Angelo che piange al lato destro del tuo letto! Bello bellissimo! Piegato in ginocchio su se stesso, mani bellissime a conchiglia sul suo volto, mentre gli incavi nel palmo delle mani si riempivano delle sue lacrime e con lo sguardo triste mi diceva che era dispiaciuto perché il mio cuore era distrutto per mancanza d'amore.. Mi ha detto che non è colpa sua se non mi sento amata, per sentirmi tale devo accettare la mia condizione e gioire. Mentre invece passo le mie giornate con le lacrime agli occhi ed il peso nel cuore. Ora caro Angelo piangiamo in due, sono disperata se riesco a trasmettere il mio dolore anche a te e sconvolgere la tua Anima Angelica. Forse è solo un sogno, ma da domani, caro mio Angelo ti prometto che mi impegno a sorridere di più sapendo che dal cielo tu conosci e vegli me ed il mio stato. Non voglio più che tu pianga per me. Ed ora son le quattro e ventitre, per favore cancella la mia ansia e aiutami affinché io possa addormentarmi serena come tu vuoi vedermi e perdona le mie debolezze umane. Grazie Angelo mio di Dio, continua a vegliare su di me,
perché io possa sentirmi amata e meno sola. Porta via la mia ansia. Perché ora ci sto.

 

Stasera ci stai?

    Per la strada di sera aria di primavera, il vento gentile di Aprile mi parla nel cuore e d'amore. I miei occhi che scrutano il cielo c'e'la luna che mi parla di te; cerco di scorgere le stelle ma le luci della città ne celano a me la presenza. Ti chiedo ora ci sei? Sei tra le stelle con esse nascosto e segui i miei passi un po' lenti, ma dimmi almeno la senti la mia voce del cuore, ora incredula mi par che una voce mi dica: - Ci sono son sempre vicino e seguo ogni passo del tuo cammino; coraggio ti sono vicino e ti prego vivi la vita, vivila anche per me che mai son lontano da te. Mi senti nel cuore e attraverso la pelle in un brivido che rivela il mio io. C'ero ci sono e sempre per te ci sarò. Ora mi desto dal pensiero e sai ti sento davvero forse tu sei in quel quarto di luna nascosta nel cielo nel bel mezzo di una sera d'Aprile e dunque stasera ti sento e dunque ci stai?

 

La mia vita senza te

    È così difficile andare avanti, senza il tuo sentirti vicino,sostegno dei giorni miei: ed ogni giorno che passa è simile ad un chicco di riso amaro, va giù lasciando dietro la scia di solitudine e di vuoto, che ti porti avanti, lungo il cammino della vita. Sento la terra, fragile sotto ai miei passi, oh mio caro, certo a tutto si sopravvive, non si muore davvero come muore un amore con la fine della sua vita, così come la mia vita muore lentamente, ogni giorno un po'. Cerchi invano di dare il bene, quell'amore infinito, ai propri cari, ai cari amici, quei pochi rimasti, già che alcuni son spariti,appena tu hai cessato di vivere. Anche il dolore grande certo ti aiuta a crescere di quella crescita interiore, impari sulla tua pelle, ad aver meno pretese, perché ora sei tu a pagarne le spese. Ma vivi, continui con la tua debole esistenza, ti fai forte nell'anima,in quella forma d'amore, che continuerà a crescere,dalla fonte del cuore,come inesauribile fonte di bene, da dare a chi come te sta vivendo un dolore e così che cresce, cresce, cresce inesauribile questa fonte d'amore, così come proprio tu vuoi.

 

Per amore

    Non nascondere i tuoi occhi con le lacrime, perché le mani li tradiscono, scorrono calde tra le dita, come caldo è il tuo cuore. Sveglia la dolcezza e l'allegria che da tempo non ascolti più. Per amore si può anche soffrire ma morire No. Per amore vivi e devi vivere. Per amore lascia il tuo guscio ed esci in strada, mostrati creatura splendente qual tu sei. Per amore riprenditi la luce ch'è già tua, da quando nascesti la luce ti portò in questo universo di stelle... tu non sei morta sei solo una stella cadente, ma se riprendi la luce e torni a vivere, vedrai riprenderti in quota come un volo con ali di angeli. Regala le tue lacrime al vento e lascia che le posi sul mare, tu vivi per amore torna a sognare. Per amore vivi d'amore e di luce risplendi vivi, per amare e per amore, vivi.

 

Io nel nulla

    Bianca luna, segui i miei passi incerti, lungo il sentiero impervio della vita mia; mentre trascino con le gambe questo mio corpo sfinito ed avvizzito, nel profondo dell'anima io sento di aver vissuto con odio e amore verso in futuro che si è portato via chi guidava i passi. I miei giorni vuoti di senso hanno inchiodato il mio cuore a cui manca amore, eppur è incapace di rassegnare a Dio il senso della vita che appena sembra finita; ecco che s'innamora di un fiore e come una farfalla, dura in giorno e poi muore. Or dunque sono sono un'inetta amante? Non merito amore che curi le ferite del mio cuore. Ho smesso di crescere nel mio io che scorgo ancora bambino, bisognosa d'amore e di cose concrete che plachino la sete nei giorni di arsura, dove vige solo nel cuore la paura. Prendo per buono l'affetto di chi vende fumo e che annebbia i miei occhi di lacrime nel pianto. Dove sei sorte bella e lontana se più non mi scorgi, se a me non dici risorgi.

 

Lei

    Di lei ricordo la freschezza dei suoi anni, ricordo la poesia nei suoi drammi, di lei è tutto nei percorsi miei, non smetterò di pensarla come musa, come gemma e spina nel cuore; di lei resta il ricordo nei miei occhi quando mi specchio e penso che lei e me siamo la stessa cosa. Con lei ho condiviso i giorni sereni, di quando la giovinezza era il fulcro della sua bellezza, le sue risate sono ancora eco nella mente mia, lei è solo e sempre, per sempre lei la mia poesia. Rivesto i panni di musa ispiratrice nel ricordo di una stella danzatrice, piroettante, attorno a me nella stanza dei ricordi volteggia come non ha fatto mai. Ricordo di quando libera correva a piedi nudi tra i fili d'erba. e la rugiada la bagnava, ma lei felice la beveva. Oh che giorni belli ho trascorso con lei prima che il tempo la rinchiudesse per sempre dentro alla sua conchiglia. Lei, e per lei io scrivo tutta la malinconia di un vuoto crudele, che ogni volta la mi porta via... lei è la parte migliore dei sogni miei.

 

Nel rimpianto ho te

    Ed ecco come eco di lontano arriva nel cuore una voce, di cui conosci tono e dolcezza, ma cerchi invano la presenza umana... in fondo è buio e l'ombra s'è dispersa. Già sembra ieri il tocco della mano che scaldava il cuore e ti diceva ti amo. Or non c'è nulla che scaldi più il mio cuore mentre rimpiango il suo infinito amore. Dolce sublime mio sposo, or culli la tua voce nel vento e di lontan ne sento l'eco. Ma tutto è grigio e il sol non mi rallegra, né mi riscalda nel cuore il tuo ricordo, soltanto il caldo di lacrime che cadon lungo le guance e rendon ciechi gli occhi... vorrei toccarti anche solo un istante e dirti amor se sai quanto mi manchi. Odo nell'aria il sibilo del vento e come d'una voce arriva in un lamento. Domani starò meglio, ma oggi lasciami al mio pianto e nel rimpianto ho di te.

 

Lascia che mi perda dentro agli occhi tuoi

    Due braccia che si tendono verso me, le tue mani che stringon le mie ed è qui che comincia la nostra poesia, fatta di momenti che ancora descriver non so. Guardo verso l'orizzonte il sole che tramonta mentre tu accendi la tua sigaretta e guardi me. Mentre prendi con due dita il mio mento,
mi guardi dentro agli occhi e mi chiedi:

 - Posso, amore, lascia che mi perda dentro gli occhi tuoi. Certamente io non posso dirti no, sorridi mentre tu ti assenti muto, e nel silenzio la mia anima attraverso i miei occhi scruti. Il vento scompiglia i miei capelli, e all'improvviso dici:

 - Oh! quanto sono belli... Nel tuo sguardo io vedo la purezza; ti prego, non cambiare mai, resta come sei. Allora penso che l'amore non è un gioco, ma è una cosa seria che fa soffrire dentro, ed un gemito diventa lamento... mentre tu cogli il bocciolo di rosa e lo posi tra i miei capelli, penso che son questi i momenti più belli ed ora son io che chiedo a te:

 - Amore, lascia che io mi perda nel profondo degli occhi tuoi, così che i tuoi sogni siano uniti ai miei. Il nostro amore bello sa di poesia e non rinuncerei a te per nessun'altra gioia al mondo, voglio stare per sempre persa nel tuo sguardo... dimmi che il mio non è un tarlo, dimmi che è tutto ciò che provi anche tu.

 

Riesco a stupirmi

    Sono trasparenti le mie ore, nel cammino della vita or son prore... ma cammino e cammino e cammino, pur senza muovere un passo io viaggio. Lo faccio con grande stupore è così che io investo le ore, che altrimenti morrei con loro nella staticità di una vita a metà. Che dilemma è or il mio presente, se sto ferma e non faccio niente mi sento fallita e delusa, ma se mi abbandono ai pensieri eh... allora mi sento guerriera, paladina di un mondo incantato, dove tutto è un mondo dorato, c'è una piccola luce soffusa che riesce a scaldarmi nel cuore, quella luce si chiama amore. E' l'amore che ci metto dentro, nelle piccole cose che faccio, nel viver il mio presente, nell'amar tutta la gente. Ma se guardo negli occhi di un bimbo io nel cuor mi commuovo e dagli occhi lascio scorrer una lacrima, ed un soave sorriso incornicia il mio malinconico sguardo. E' vero mi stupisce ogni cosa, ogni cosa che sia dolce e pia e rende leggera l'anima mia, mi fan pensare agli occhi di un angelo gli occhi di un padre affettuoso, e l'abbraccio di una mamma che tien stretto al suo cuor il pargoletto. Mi stupisce il sorriso di un nonno mentre parla al suo nipotino... oh sii tutto io trovo divino, nel stupirmi di cose sublimi. Nonostante i miei tempi mi accorgo che ne colgo il senso in ogni gesto, in ogni luogo, in ogni attimo lo stupore che diviene poesia. Sì è vero nella mia melanconica vita io tutt'oggi tutto intorno gioisco e ne resto ancora stupita perché riesco ancora a perdermi nella mente mia dentro la mia fantasia.

 

I ricordi del cuore

    Avvolta dai pensieri, cammino lungo il viale, ai muri i ricadenti glicini olezzano nell'aria tiepida, di un meriggio primaverile e afoso. Il cielo grigio dice che tra poco gli angeli lasceranno cadere le loro lacrime e la natura le berrà. I miei occhi persi nel tempo ed i sensi mi riportano indietro; dove io cammino per la prima volta ho la sensazione di esserci già stata, e quell'albero nel mezzo del giardino è simile all'albero che abbracciavo da bambina. Che strana la vita è tutto un mistero e le cose di ieri ti son davanti davvero chissà se là in casa c'è anche una nonna e magari tu guarda se non somiglia alla mia. La mia nonna Maddy, coi suoi lunghi capelli che io pettinavo e tra lacci e trecce m'inventavo una crocchia. Oh la mia cara nonnina! Quante volte l'ho vista con le lacrime agli occhi mente ai vestiti le chiudevo i bottoni e le imboccavo la sua minestrina. Son passati tanti anni, ma nel cuore i ricordi restan vivi e rivedi al presente negli occhi di ciò che era l'ieri. Io continuo il cammino tra il viale alberato, tra un ricordo ed un sospiro ho finito il mio giro. Tra un po' sarà buio la mia meta finisce tra i ricordi ed affetti, ogni giorno riaffiora una gioia ed un dolore, ma in fondo son belli i ricordi del cuore.

 

Non sempre è come vorrei fosse

    I silenzi del cuore sono i vuoti che ogni giorno si formano attorno a te, alcuni di antichi tempi altri recenti, altri sorgono impetuosi come l'acqua delle sorgenti. Da lì affiorano con le lacrime, rabbia ed impotenza, sì nel non poter far capire a nessuno se non a te stessa ciò che sei, e tutto ciò che solo tu sai e conosci di te stessa. E allora ti addossi mille colpe, anche quelle che non hai, e i tuoi momenti magici si trasformano in momenti che vorresti cancellare, poi pensi che tutto ciò che avviene passa ed è storia, la storia della tua vita anche se non sempre è come vorresti che fosse, ed il tempo scorre e non si può fermare agli attimi più belli. Anche se avresti una maledetta voglia di fermare tutto attorno a te e restare immortalata per sempre in un semplice, bellissimo e idilliaco, unico momento di esclusiva intramontabile felicità.

 

Il colore dei pensieri

    Ma cos'e'questa smania dolce di andare incontro alla morte, per voler rinascere con una marcia in più? Dimmelo tu cosa c'e' dietro al sentiero, dimmelo tu se questo sogno si avvera, dimmi cos'e'che imbriglia la mia vita e non mi fa volare. Dimmelo perché io sento sospeso il mio amore dove né acqua, né luna ne vento né sole più lo accarezzerà. Lungo il cammino di spiagge eterne cullo i miei pensieri e ripenso a come ero ieri. Come si fa, se poi nei pensieri mi accorgo sovente che ho perso metà di me stessa... che cosa mi resta se tolgo dal mio cuore anche le sue mani? Rimane il vuoto, dentro e fuori di me. Farò per me un'eccezione, griderò al vento la mia passione, scioglierò il mio orgoglio, chiederò al cielo di mandarmi un raggio di sole che colori e che scaldi quell'inverno ch'è sceso dentro di me, da quando il cielo si è ripreso te. I colori di ieri son sbiaditi dentro me e il mio cuore si è chiuso a conchiglia nell'assenza di te. Chiederò al cielo di lasciar spaziare la mia mente e di allargare lo spazio nel mio cuore, e così anche il cielo coi suoi angeli abiteranno in me e tra di loro avrò di nuovo te. Sai cosa c'è? Mi riprendo la vita anche pensando a te.

 

Il seme dell'amore

    Piantai un dì un seme e me lo scordai, presi le mie cose, voltai le spalle al mio presente e andai verso il mio futuro. Ma il tempo inesorabile non cancella i ricordi e fu così che mi ricordai di quel seme lasciato al suo destino. Non tardò nel mio cuore a salire la malinconia, così la mente tornò indietro a quel dì... rivedevo le scene di una vita che non mi soddisfaceva; oggi vorrei invece poter tornare a quella vita e con intelligenza cercare di correggere le parti ed adattarle a me, e non permettere a nessuno nel comandare di adattarmi a loro. Il mio pensiero vaga e mi chiedo: - Ma quel seme che io lasciai perché non è cresciuto? Perché è stato soffocato da orgoglio e infelice meschinità, perché il seme dell'amore non attecchisce come quello dell'odio e della indifferenza altrui? Son trascorsi molti anni, più ci penso e più mi convinco che se fossi rimasta lì, probabilmente non sarei qui ora a scrivere, i miei giorni sarebbero seppelliti da tanto insieme al mio corpo fisico. Ecco ora cosa penso: - A nessuno mai io permetterò di costringere altri a lasciare affetti e luogo di nascita, perché le nostre radici, anche se te le porti ovunque vai, diventano un tarlo e si trasformano in un mare d'infinite solitudini, lasciando quel vuoto che nessuno e niente potrà riempire e ti lascerà col dubbio: - Ma se la mia vita fosse stata circondata da grandi affetti quale felicità grande io mi sarei persa, e poi perché con tutto il diritto non ci è dato di essere amati nella sfera in cui si nasce, sino al punto di crescere con l'arduo desiderio di scappare e non tornar mai più in quel luogo che ti ha dato i natali, sì... ma quanta acerba infelicità, quel seme che io piantai era l'amore che io cercai invano nel cuore di chi mi stava accanto, cuori duri, pieni del proprio Ego, cuori che prendono amore, lo calpestano e lo rigettano. Quel seme io continuo a nutrirlo ed espanderlo, perché l'amore è ciò che fa espandere l'universo intorno a noi... perciò non mi stancherò mai di amare.

 

Il suo nome era Realino

    Dal cielo uno sguardo, nell'aria il respiro, in terra il sospiro di un cuore che soffre. I giorni tessono le ordite trame che nella notte imbrigliano l'anima nei sogni. Aspetterò invano che il mio angelo torni ad asciugar ogni mia lacrima. L'ho amato, è vero, ed ora lo piango e in ogni lacrima un pezzo di vita strappata al mio cuore, frantumi di giorni regalati al mondo dove amore ed odio s'intrecciano dalla notte dei tempi. Mai, in noi mai odio, solo amore, tanto amore e bene che ti sussultava il cuore nel suo sfiorar di me la pelle. Adesso il freddo avvolge le mie membra e non c'è sole né tocco che ti sfiori e che ti scaldi il cuore e ti confonda la mente. Solo freddo, tanto freddo e il vuoto di una vita che più non ha attrazione della sua calamita. Se n'è andata via in un freddo pallido inverno dicembrino... il suo nome era Realino.
 

Il silenzio ovattato

    concilia la pace che non trovi dove regna il suono di voci che stridono nella mente. Socchiusi gli occhi disteso il corpo tutto è più leggero, solo una piccola nuvola adombra il mio pensiero... ma davvero son sola in tutto questo mistero? Oppure c'è chi come me, stanco di viver da solo, si lascia portare lontano dalla mente che viaggia nei mondi, dove si annidan ricordi ed echi di voci lontane, ove un dì sedesti tra rami di fili di seta, tra sorrisi dolci di bimbi e sorrisi che scioglievano il cuore ed una voce cantava l'amore a chi della vita riempiva il cuore? Adesso son certa davvero che il mio è un mondo sincero ove scende la notte più nera e mi tocca le corde del cuore ed in me lento scorre il ricordo di ciò che è stato e mai più tornerà.
 

L'ultimo bagliore del sole

    coi suoi raggi dipinge il tramonto dove solo un gabbiano confuso e dall'aurea attratto scruta di fra le onde l'ombra d'un guizzo pel suo desinar tra il planare... ed è un volo nel suo battito d'ali.

 

 

Posso solo chiedere

    al Cielo ed aspettare. Nel muto e desolato silenzio il mio io vaga ed annaspa,nel mare delle cose della vita. Non c'è un perché‚ eppure ce ne chiediamo tanti, non c'è un come eppure capita. Io non so quale sia il mio posto, sto cercando di entrare nella mia dimensione, ma sento che ci vuol tempo.

    Sono triste, mi sento un angelo scontento, ma credo nella mia costanza e sento che ce la farò. Un giorno il mio pensiero sarà solo l'energia che viaggia e s'alzerà verso il Cielo, dove come un grande foglio bianco consegnerà tutto l'amore che è riuscita a far nascere e a seminare, portando i suoi frutti ai piedi dell'altare dove c'è stato e ci sta per sempre Dio.

    In questo grande compito, ti prego, aiutami tu Angelo Mio ♥

 

Echi di vite passate

    ricordi di belle giornate, passate tra gioia e le risa di bimbi, nei prati e giardini, come a primavera dei fiori sbocciati. Ricordi di mani intrecciate, di abbracci e di timidi baci, nel tiepido sole d'aprile, nel canto di rondini in volo, nel tremulo soffio del vento, nel cinguettio d'un usignolo. Ricordi di accese speranze,di un timido arrivederci; del triste commiato di un amore finito. Poesia lirica di vita vissuta con tanta fatica, della mia della tua e di tutte le vite. Poesia d'amore, di un gemito, di un lamento del cuore, quando l'alba si schiude al suo primo raggio di sole. Poesia d'incanto tra il profumo e l'olezzar di rose e di viole. Poesia malinconica, smarrita nel sussurro di una giovane vita, e del tempo che par ti dica vivi oggi e del doman non darti pena, la poesia della vita ti culla nei sogni come una bimba sull'altalena, ora voli in alto e poco dopo sei già giù, è questo l'altalenar dei tuoi giorni, ove è tutto più leggiadro se cavalchi le nuvole, tra la poesia di sogni, transito della realtà.

 

Chiamami amore

    imprimo nel mio cuore il tuo, poiché tu hai rapito il mio. Il battito d'ali di un angelo no fa rumore è come un sussulto dell'anima ed il mio battito ora non si ferma più. Ora so per chi continuare il mio percorso, sì amore proprio per te, farò tutto come quando eri al mio fianco. Niente e nessuno fermerà la nostra esistenza perché tu vivi e vivrai, in ogni mio gesto, in ogni mio pensiero, in ogni mia parola; sarai nel mio sorriso e nel pianto, il mio sole e la mia luna, sarai il vento che diraderà le nubi, mi solleverai da ogni mia caduta, continueremo nel nostro amore ad essere una sola cosa si io e te solo e per sempre nel tempo in eterno Amore.

 

Occhi negli occhi ancora

    Stiamo qui, con i nostri silenzi, occhi negli occhi, tu fissi i miei ed io i tuoi. Io vedo l'amore nei silenzi del cuore, tu che non corri, non scappi mai via da me, ed io sto con te. Occhi negli occhi, e bisogno non c'è di alcuna parola per capire me, né per me né te. Siamo come angeli in volo, come rondini che tornano al nido, dopo la stagione che gelava in noi, quel vivere che aveva bisogno di un sole, che ora splende in me, e riflette dentro noi raggi dolci di quel tepore chiamato amore. Occhi negli occhi, il tuo raggio di sole ora scalda il mio cuore, ed io non ho parole per dirti che dentro ai tuoi occhi ritrovo me, ed anche tu con la luce dell'iride mi dici che è amore per me e per te. Oggi lo so, era tutto così, semplice perché i tuoi occhi erano nel mio cuore, ed i miei nel tuo cuore che il tempo per sempre ha fermato e portato con sé. Occhi negli occhi, dimmi angelo mio... ora i tuoi occhi vedon solo Dio.

 

Inesorabilmente tu

    Non servono parole ora che non ci sei, ed ogni cosa cade e accade come quando c'eri. Cade la pioggia dal cielo ma più non ti bagna, cadono le note della tua musica che più non suoni; cadono i suoni e gli echi di gente per strada ed i miei passi lenti rovinano nel tramonto che ti accompagna mentre ogni lacrima dai miei occhi cade e tutto bagna. Non più il sussurro delle tue parole. Non più carezza delle tue calde mani, né più certezza vi è nel mio domani. Dei mille viaggi sognati nell'attesa or è rimasto un disilluso incanto dove fa eco l'inesorabil pianto. Sei tu timone e faro del mio tempo, ma più non guidi la vita mia nei passi. Resti nel cielo la più brillante stella e nel mio cuore inesorabil tu, amore eccelso, ma nel mio cuore regna sovrana tutta la tristezza; come conchiglia racchiude in me nostra bellezza. S'è vero che oltre inizia nuova vita, gioisco per te in cui nutro speranza che un dì ci riuniremo in nuova altra danza... due cigni e due cuori, noi intramontabili ed inesorabili amori.

 

Non so ma tu...

    Se le notti che verranno ormai saranno tutte così, come cadenti stelle che rovinano già, allora che ne sarà di me? Se le notti son fatte d'ombre che rivestono il mio io allora non so, senza di te, se io ce la farò. Non so, mai tu cosa proverai nel vedere in me, questa piccola fragile donna, che per non sentirsi sola tira tardi la sera a parlare con te di sé e di come vorrebbe, che in questo mondo oramai diverso scoppiasse la pace, ed invece c'è chi vuol solo la guerra e che poi se ne frega se a morire sono sempre gli stessi, perché in questo mondo si sa, non c'è posto per la bella onestà, in un oceano di gente che senza più dignità svende il suo corpo come Giuda traditore e deride il tuo cuore e ti snobba nell'amore. Lo so, son solo parole le mie che il vento porta via... rende grigio il mio vivere quest'assenza di te. Non so se per te è lo stesso, quando non sei presente, tra i litigi di gente che non ce la fa più ma per troppa umanità sempre avanti va, senza dire che in lui c'è bisogno d'amore e che il povero cuor disilluso ormai sta, mentre lei ha davanti ai passi suoi... chi la vizia e la corteggia, rubandole quel tempo che dovrebbe star con te. Non so, sei un santo o cosa tu? lasci fare che lei pensi che per amore tu la farai cambiare e non sai che lei vorrebbe dirti solo un semplice addio, perché in fondo ti ha fatto sentire importante, ma c'era già chi scaldava in lei quella parte dove il tuo amore postava nel silenzio in un dolce bacio il sigillo d'amore. Non so se ne sarei capace, poi ci penso e so che il mio cuore è tuo e dice agli altri no!

 

Sarà perché mi manchi

    Sarà l'estate che non c'è, che mi porta la nostalgia del tempo passato, mi riporta a quando gabbiani nel cielo blu mi regalavano dei sogni, mentre mi specchiavo nel mare dei tuoi occhi. Sarà la nostra giovinezza passata ad amare le cose che la vita, ricchezza infinita recava in dono a noi. Sarà quel caro tuo ricordo che come laccio al cuore mio stringe lasciando libero nelle vene quel dolore che corre con tutte le mie pene. Sarà che ora mi manchi tanto tu, angelo e sogno infranto che amo ancor di più... mio Dio ma quanto mi manchi e ancora di più tu. Poi finirà l'estate che senza te è inverno e non c'è sole che mi compensi te. Sei stato tu il mio sole, io ero la tua luna, grande la mia fortuna d'aver avuto te. Te che tanto ho amato or sei diventato ricordo di un passato ch'è sempre qui con me. Rimane un grande vuoto in questa vita mia, io chiamo nostalgia l'assenza che ho di te. Sei il mio giglio bianco immenso mio e compianto... lunga è la mia attesa, illusa son perché so che più non torni a rallegrar i miei giorni, ad abbracciarmi in vita e sussurrare al mio orecchio "sai amo solo te..." Dio quanto mi manchi e quanto è pesante il vuoto dentro me.

 

Io la tua ode

    Tra fili di erba, tra foreste annebbiate, tra canti di uccelli, si perse il mio Io. Ho camminato a lungo, smarrita nella mia strada avanti ed intorno solo dolore, mi persi poi chiesi a Dio la forza:

    - Non ora mi disse una vocina lontana, che veniva dal mio profondo, non ora riecheggiavano le parole. Non ora Signore? ma io ho bisogno ora... risposi io da dentro al mio Io. Così la mia tristezza mi parlava di qualcosa che avrei capito più tardi. Passarono i giorni, e le nebbie lungo il mio cammino lentamente diradavano, il mio pianto si affievoliva, ma il vuoto era un buco nero che mi aveva ingoiato, oh! amore mio quanto ti ho cercato, amore mio compianto, quanto dolore provai nel dirti addio, in quel mattino dicembrino, io senza più la Vita mia, io che vivevo e morivo di te, e mi chiedevo perché, ma un perché io non lo trovai allora, e neanche ora nel ricordo. Oh sì, il ricordo, ancora quella vocina, mi diceva che più tardi avrei capito e mi diceva queste parole:

    - Ora Dio ha riposto a te, qualcosa che più tardi capirai, vedi mia cara, Egli ti ha fatto conoscere il passero canterino, ora la sua ugola canta solo per Lui. Ti sta nel cuore e tra i rami delle dita, mentre lui ha cura di te, e tu soffri per lui. Poi tacque la vocina ed io presi coscienza, mi svegliai dal torpore... io affidata a te. Eccomi mi riconosco in questa tua ode, proteggimi sempre Vita mia.

 

Dieci Agosto

    Dei nostri anni trascorsi, con i nostri momenti ora belli ora pieni di paure, siamo cresciuti. Abbiamo unito tanti tasselli con il nostro amore, tu ti sei riempito di amici, circondato di affetto, mentre il mio mondo adolescenziale finiva in un angolo, da donna cominciavo ad assistere allo sgretolarsi dei miei affetti. La mia unica gioia era guardare i tuoi occhi colore del cielo e del mare... quel celeste e verde a giorni alterni; mi ci son persa e ritrovata nei tuoi occhi limpidi. Tu ragazzo timido, ma forte come una roccia, io fragile nell'anima piena di ferite. Mi restituivi l'affetto e l'amore mancato. Caro mio amore Realino, ti ho amato più della mia stessa vita. Stasera guardando la splendida luna l'ho voluta fotografare, l'ho voluta fermare nel tempo, così il tempo si è portato via te, ed io gli ho catturato la luna, quella luna che ci teneva uniti, quando l'estate tornavo in Sardegna e ti aspettavo, durante le tue ferie. Quella luna che tu da Roma e io dal mio paese a quell'ora stabilita guardavamo contemporaneamente, per sentirci vicini... tanto era grande il nostro legame. Questo nostro amore è stato fermato... ora sei Amore tra Amore. Se puoi mandami il coraggio e la forza che senza te vengono a meno... toglimi un po' di tristezza e grigiore ai miei giorni terreni, così vuoti senza te. Non ho smesso mai di amarti, anzi il mio amore cresce sempre più... così come cresce il vuoto terribile ed incolmabile che da tre anni e mezzo mi sovrasta, come la tua pietra tombale nel mio cuore. Aiutami amore, altro non oso chiederti, perché altro non voglio. Vorrei che tutto fosse un brutto sogno, da cui io potessi destarmi. Ma le mie lacrime mi dicono che è tutto brutalmente vero. Perdonami se non riesco a sorridere più di gioia come quando c'eri tu, mi dicesti di non piangere, ma è l'unica promessa a cui manco e continuo a mancarti. Perdonami Amore... ma tu roccia mia eri la mia forza, ora cosa mi resta se non le lacrime?

    Tua Rosy.

 

Il sole della notte

    Lasciami solo un attimo, perché io possa trovare, dettagli e spiegazione, a questa situazione che non sembra più mia. Non mi appartiene sai l'arroganza del mondo, fa solo male constatare l'assenza della gente che ti ruota attorno, ma non ti vede. E non è bello sai restare indifferente, fermo come un palo mentre il mondo crolla proprio a due passi da te. Son riflessioni assurde, lo dici solo tu, non vedi quanto buio sovrasta il tuo domani... i sogni nostri ormai sono mete sempre più lontane. Per te, solo per te ho cercato e trovato il sole della notte, che ti riscaldi il cuore, quel cuore indifferente, che non conosce amore. Il sole della notte, illuminerà il cammino adesso che da me tu ti allontanerai... voglio la luce del sole, che tocchi il tuo cuore, voglio vedere scendere una lacrima da quel tuo cuore di pietra. Dimmi che in fondo alla tua anima, c'è almeno un po' d'amore, se no morirai dentro anche con il mio sole. Lo so non siamo noi che salveremo il mondo, ma se tu vorrai assieme ce la faremo... accenderemo le stelle nel cielo, saranno le anime che veglian su noi che interverranno nei nostri cuori e riusciranno a renderci migliori, finché nel mondo attecchirà, per tutti il seme dell'amore, sarà lo so e lo sento, il sole della notte che toglierà il buio da dentro ogni cuore, e sentiremo gli angeli cantare per la pace. Si lo so il sole della notte diventerà più grande ed il mondo feconderà. Il sole della notte, scalderà ogni cuore, e nel mondo la pace lo so ritornerà. Se avverrà, saremo felici perché, solo questo è quello che abbiamo voluto io e te, e te, e te, e te. Tutti noi che siamo un solo Te.

 

Col cuore altrove

    Le ombre dentro me non si dileguano, ove io vado loro sono. Non ho paura delle mie ombre, perché fanno parte di me, della mia vita trascorsa, delle cose ricevute e date, di modi ed impressioni che ho lasciato dietro, strada facendo. Lungo il percorso, ho dovuto abbandonare qualche zavorra, a volte contenta, altre meno. Mio Dio ! ma quanto tempo è passato, e quante vite ho vissuto? Ho cercato di capire i miei simili, a volte ci son riuscita, altre sono stata sconfitta. Ho ricevuto delusioni, e credevo di averle sepolte, ma erano poi grosse faglie che hanno frazionato il mio cuore, hanno turbato i miei sentimenti, nei miei giorni e nelle mie affannose notti insonni; Mi sono data mille colpe, mi sono mortificata mille volte, senza averne colpa, poi ho capito che non veniva da me l'incomprensione, ma da chi si tappava gli occhi davanti alla ragione. Il mio viaggio oggi prosegue, non so quanto sarà lungo il mio cammino. Mi porto appresso la mia malinconia, gli affetti cari, quelli passati e quelli presenti. Mi riprometto di non piangere più, e di gettar via gli amari ricordi... ed anche quando son presente il mio cuore è spesso assente, il mio cuore è sempre altrove, perché dentro c'è l'amore di chi non l'ha voluto, e disperatamente cerca di darlo a chi ne è sprovveduto. Ma son sempre gli stessi, nessuno lo vuole e così io continuo il mio percorso con il mio cuore altrove.

 

Le nostre rose, il nostro amore

    Le nostre vite si erano da poco congiunte, noi due giovani e soli davanti al nostro futuro, io e te, soli mano nella mano, occhi negli occhi, ci perdevamo negli sguardi davanti a dei tramonti, dormivamo abbracciati, e l'alba ci svegliava ancora abbracciati. Ricordi, quando piantammo le nostre rose, che battezzammo coi nostri nomi. Mi dicesti, tu sei Rosa tra le rose, che abbracci questa spina, Cercherò la delicatezza, perché io non vorrò mai farti male. Le rose fiorirono, assieme al nostro amore crescevano, belle e regali come noi. Tanto siamo stati bene, tanto amore tra di noi, nessuno mai poteva immaginare che, un giorno di dicembre, non ci saresti stato più. Così moriva una rosa, restavo sola io con la mia rosa in fiore, frutto di quell'amore che adesso non ho più. Mi dicono gli amici, non devi pianger più, lui non ti ha lasciato, è solo un po assente, ma sta accanto a te. La mia rosa si è gelata, da ormai quattro inverni, ha saputo che tu non torni, non ha voluto viver più. Le rose, noi ed il nostro amore... eravamo belli, giovani pieni d'amore e di vigore, ora tutto si è spento, senza te son morte le rose, ed io tua rosa ora sono spenta dentro. Finita la mia vita con te, ora rimane il vuoto e le lacrime che, non cessano di scendere , mentre rimpiango te. finisce così, il mio giardino in fiore, non rinverdirà mai più, la fine di un amore, inizio di un dolore che mi hai lasciato tu.

 

Sei tu Elisa

    Le mani mie quest'oggi son di nuovo culla di carezze, da tanto non carezzavo più la pelle di un angelo. Oh sii tu sei il mio angelo che lenisce le mie pene, tu che mi scaldi il cuore col tuo dolce sorriso. Tu cui nei tuoi occhi scorgo la purezza della tua candida anima, tu che sciogli il mio sentimento di dolore e lo trasformi in tenere lacrime di gioia. Tu angelo bocciolo di rosa, tenue come il colore della tua pelle, che se io non ne sentissi il tatto, ti vedrei come una bambola in biscuit... dolce, dolce, dolcissima tu sei la mia bimba, Elisa, dolce come il miele colato dalle arnie, la tua tua piccola vocina si lascia andare a delicati stridoli e urletti, e gioia nel mio cuore immetti... oh dolce la mia bimba Elisa se non ci fossi tu a rallegrar il mio cuore, ed ad assottigliarne il mio dolore... Elisa sei tu che giorno dopo giorno mi restituisci alla vita. Elisa forse sarai tu. L'angelo sulla terra che accompagnerà di me i passi nel lungo cammino del mio tramonto. Tu mi consegnerai tra le braccia dell'Angelo che mi solleverà, ed in volo mi porterà là dove altra nuova vita mi aspetta. Ma adesso,Elisa sono io l'angelo terreno, che guiderà i tuoi primi passi consegnandoti lo scettro della Vita.

 

Giorno dopo giorno

    passo dopo passo, sto imparando a camminare di nuovo, lungo il sentiero vasto della vita. Ombre inseguono i passi incerti miei, mentre penso che tu mi stai vicino e mi proteggerai. E penso a com'ero, prima che incontrassi te; ero solo una ragazza con tanti sogni e mille incertezze, ma con la speranza nel cuore, mentre immaginavo il mio Amore, io mi chiedevo come saresti stato... T'immaginavo sai proprio come ti ho incontrato e nella mia testa molto ho fantasticato, ho acceso cento stelle nel firmamento e poi ne ho spente altre cento. Cammino e la mia strada si fa sempre più incerta, ogni passo mio rimbomba nella testa. Certo, ci fossi tu, mi sentirei più sicura e invece mi trovo sola in questa valle oscura. Un angelo mi guida nei miei passi, lo sento e son certa che sei tu; tu non mi hai mai lasciato neanche quando Dio ha preso il cuore mio. Tu, vita e cuore mio or brilli fra mille lumi in cielo, illumini il mio cammino ed io rimuovo le mie paure, sol pensando che tu mi stai vicino e che proteggi me. Angelo del mio cuore, non mi lasciare mai, io aspetterò impaziente che mi accompagnerai... E' stato bello averti per più di mezza vita, ora la mia è distrutta ma la ricostruirò; certo sarà diversa ma se accanto mi stai sarà come non averti perso mai. Giorno dopo giorno, passo dopo passo, sarà pieno di luce il viale del mio cammino, adesso che io sento che per sempre e da sempre tu mi sei vicino. Non si spegnerà mai la luce dentro me, perché tu hai con te la luce dell'Amore che accende le speranze qui dentro nel mio cuore.

    Angelo mio, resta e veglia su di me.

 

Uniti dall'Amore sotto lo stesso Cielo

    Alto e' il sole come alto ed infinito è lo spazio tra cielo e terra. Io troppo piccola per abbracciarlo tutto... come vorrei essere un angelo e col mio tocco guarire questo mondo! Troppo e' il male che ci colpisce a fondo, leva speranze, e volontà di agire. Sembra inutile impresa di ogni gesta, il male ci affligge dal cuore alla testa. Siamo pur certi che tutto abbia la fine, il male sconfitto, non lascerà ricordo ne sentimento mai lo sfiorerà. Abbiamo un compito noi figli di questa era che e' quello di difenderci e salvaguardar la Terra. Saremo noi figli prediletti, nel porre fine al disuman reietti. Noi lotteremo per il bene di tutti e alla fine il bene trionferà. Avremo il bianco seduto accanto al nero ed il lupo che pascerà con l'agnello. Vedrai fratello abbracciar fratello ed in ogni cuore ritornar l'umano. Mai più la guerra stravolgerà la Terra, tanto amore avvolgerà il creato mentre il Divino a nuova vita avrà l'Uomo riconsegnato. Non più muri ne ponti ne barriere sorgeranno più a sconvolgere le genti. Saremo uniti con le nostre menti all'unico Creatore che detterà le leggi. Lui tergerà ogni lacrime dagli occhi e come bimbi ci perderemo nei giochi. Mai più dolore, malattie ed affanni torneranno a turbare i nostri anni. Saremo felici sotto lo stesso cielo ed il passato non tornerà alle menti.

    Vivremo felici per sempre su questa Terra Nuova e vigerà per tutti la legge dell' Unico Datore.

 

Strada sui binari, la mia

    La mia strada è come un binario, lineare e senza dossi, ma non piatta, non armoniosa, a volte vorrei alzarmi in volo, sì in volo. Poi la mia anima si placa, e rimango sulla scia dei pensieri, l'energia si distacca dal mio io... và, sotto forma di pensiero, certo sto con il mio ego, non vorrei lasciarmi andare, ho paura di volare, perché ali non ho. Vorrei trovare il coraggio di godere i miei sogni, ma la notte sto sveglia, ho paura del buio, leggo qualche pagina, e poi attenuandosi la coscienza mi vince il sonno, e dormo, dormo, e ricomincia un altro sogno. Io vorrei abbandonare quel binario, aprirmi ad un altro scenario, il contesto non so, ma mi ci adatterei. sono semplice d'animo, non chiedo niente di più, solo un paio d'ali per alzarmi in volo e guardare il mondo da lassù, per capire cosa provano le rondini, cosa provano gli stormi, quando arrivano in Primavera ed in Autunno tornano a volare in paesi più caldi. Vorrei elevarmi con le ali per capire davvero cosa provano gli angeli. Ma la mia è una strada sui binari, niente ali, niente itinerari, niente voli... solo un lungo e triste cammino.

 

Ci sei

    E accade sempre quando è sera, che la tristezza ti divora il cuore, ed il pensiero è il solo che mi riporta te. Pungenti come spine regalano dolore, per te mio caro Amore, che a me non stringerò.    

    Seppur io non ti vedo, sai qui cara Anima mia, sento che accanto a me ed ovunque io vada... tu sei sempre presente. Costante nel pensiero sovente torni in sogno, ricordi a me quel pegno del nostro grande Amore, che ancora è vivo e arde come una fiamma in petto. Se pur son tutto solo adesso nel mio letto e pianga io disperato prono sul tuo cuscino, vorrei che fossi tu vicino. La tua assenza è immensa, vuoto grande incolmabile, ma so che, inesorabile, stai sempre accanto a me. Per certo mi sei vicina e so che mentre dormo tu veglierai il mio sonno. Eterea come l'aria, soffice come schiuma, lascia sul mio cuscino una candida tua piuma. Domani al mio risveglio sarà l'unica cosa assieme al nostro amore e a tutti i miei pensieri che leghi i nostri giorni, ed oggi come ieri nel cuore mio tu imperi, perché nel mio giardino la rosa tra le rose rimani per sempre tu. Grazie Amore mio d'esser entrata nella mia vita, di starci, e viverci ora come Dio.

 

L'odore del mare

    Distesa sul mio letto sto pensando a te, a te di quando stanchi dell'aria di città, prendevi le mie mani e guardandomi negli occhi, dicevi a me: - Prepara le tue cose, e le mie, una piccola valigia può bastare, poi assieme scegliamo dove andare. Oh com'era romantico, amore, quel tuo modo di fare, poche cose e poi di corsa verso il mare. Quel mare del colore dei tuoi occhi, verdi come smeraldi e a volte come acquamarina... ed io mi ci perdevo dentro, e quando tornavamo prendevo in una piccola boccetta la sabbia e la salsedine del mare. Ogni tanto riapro la piccola riserva di sabbia ma il profumo del mare è svanito, lo hai portato via quando sei partito. Lo so, so che mi faccio del male, ma non posso fare a meno di ripensare al mare senza tornare a te. Vorrei sai, che tu fossi qui e prendessi ancora le mie mani tra le tue e mi rapissi ancora, e scappare noi soli, noi soli ed il mare. Vorrei sentire ancora l'odore del mare e le onde che cantano, la sua nenia e poesia di ricordi e di amori sbocciati come fiori, tra l'odore del mare. Vorrei, vorrei sai vita mia, accoccolarmi tra le tue braccia, mentre l'onda accarezza la nostra pelle, e giocare ancora, fare a gara a chi trova la più bella conchiglia, tra i baci e gli abbracci... e l'odore del mare.

 

Detto fra le righe

    Più passano i giorni e più mi chiedo cosa mai si sia innescato di tanto brutto, da far cambiare il nostro tempo. Siamo socialmente disgregati, ognuno va per se, non sei niente per nessuno, il rispetto lo dai ma in pochi te lo rendono. Abbiamo una classe politica che da anni ci ha rovinati, ora solo ora ce ne rendiamo conto e neanche tutti. Molti di noi vogliamo far tornare i veri valori, ma mancano le basi... manca un governo vero, con la coscienza di governare per il bene comune di tutti e non per il bene personale dei politici. Ogni giorno leggo qua su Face-Book, di giovani e meno giovani, che sono costretti a lasciare l'Italia per un posto di lavoro, lasciano l'incerto per altro incerto, lontano da famiglia e affetti vari. Qui è vero niente va bene, ma non è scappando che risolviamo i nostri problemi. Abbiamo bisogno di una buona dose di: coraggio, coerenza, determinazione e voglia di cambiare? Ebbene uniamoci, denunciamo questo governo ognuno alla propria prefettura. Dobbiamo tutti fare la nostra parte, non dobbiamo essere codardi l'un con l'altro. Solo uniti si vince. E detto tra le righe, mi sono stancata dell'assenza di partecipazione alle proteste, nei momenti cruciali del nostro futuro e del bene comune di tutto il popolo. Fa male vedere la vigliaccheria, nelle persone, proprio ora che il popolo deve andare a fondo nella questione politica, mandare via i corrotti, è di vitale importanza, se ci teniamo al nostro futuro e a quello dei nostri giovani, figli e nipoti. Che aspettiamo ancora, forse stiamo scegliendo di morire in lenta agonia tutti assieme. SVEGLIAMOCI!!!

 

Proibito

    La notte che viene, in silenzio, senza far rumore, non bussa alla porta, ma ti prende il cuore. Le mani incrociate, sul seno che un tempo la bocca di bimbo con gioia hanno sfiorato. Proibito parlare del pio sentimento, per chi non ha amato rimane tabù. Proibito tornare, indietro nel tempo, adesso appartieni ad un altro momento. Distesa nel letto, la mente si affolla, di mille pensieri, di ricordi ed immagini recondite. Oh dove voi siete, ma perché mai ch'io taccia volete. L'amore ha un suggello, che resta nel tempo ed ha il sapore, di vino novello. Proibito parlare, d'amore e di sogni, ma che cosa stolta, celar il sentimento. Sian fatti d'amore, la luce dei tempi, ma come tacere di quei bei momenti, ma come tradire le dolci emozioni. La vita ci chiama, a un grande dovere, ch'è quello di donna, di mamma e di ninfa. E' questo lo scopo della vera vita. chi non ha mai amato vissuto non ha. Proibito, proibito, proibito è il non amar.

 

Mi leggo una favola

    Seduta sul sofà, penso e la mia mente torna sempre là, vorrei fuggire da questa realtà, ma dove andare? In fondo non è poi così male, se i pensieri si fermano al mio e tuo tempo, in fondo le lacrime lavano i dolori dall'anima, sono come calde carezze che scivolano tra rigoli, lungo le mie guancia. Ad un tratto, le lacrime si bloccano, mi asciugo gli occhi e fisso lo scaffale, il secondo a sinistra della mia piccola biblioteca, c'è un libro che tu mi regalasti, e che io non ho mai letto... non ho mai dedicato il mio tempo a quel libro, per non sottrarlo a te. Lo so, solo ora mi accorgo che di tempo ora ne ho di avanzo, che ci faccio se tu ora non mi stai più accanto. Mi alzo un po' pigramente, prendo il piccolo volume, lo accarezzo, sono le dolci carezze che vorrei fare a te, so che anche il libro ha un anima ed è un pezzetto della tua. Inizio a raccontarmi una storia, la mia e la tua, ecco ho deciso con il libro aperto non vedo le righe e le mie lacrime cominciano a riaffiorare. Allora, visto che non posso leggere ora, ho deciso , mi racconto una favola. Chiudo le palpebre bagnate e mentre le mie lacrime cadono, raccolgo le mie povere idee. Immagino di averti vicino, ti racconto la mia giornata. sai amore ora i miei giorni senza te, sono fatti di spicciole cose, quasi sembran senza senso. Oh sì ti penso costantemente, certo so che non ti piaccio con le lacrime; ora mi lavo il viso, metto un bell'ombretto, il mascara, un filo di rosso arancio sulle labbra, si quello che ti piaceva tanto, poi torno sul divano, no la cipria no non la metto a te non piaceva, finivi sempre col mangiartela tra i baci. Adesso sono pronta, comincia la mia favola, un bacio al tuo ritratto, cenerentola è pronta....ma il principe anche stasera so che non ritorna. Buonanotte Angelo mio.

 

Mia madre e l'Onestà

    Mia madre diceva sempre: - La guerra non si vince se non la si combatte, ma mia madre ha odiato da sempre la guerra, a lei non piacevano le armi. Mia madre ha lottato una vita, la sua guerra infinita, mia madre la sua guerra l'ha vinta. Si è battuta per il bene dei figli, ci ha cresciuti con l'amore nel cuore; anche se con dolore, ad uno ad uno ci ha dovuto lasciar partire... ci guardava negli occhi, mentre il treno sbuffava e si chiudevan le porte. Mia madre ha lottato una vita, ma l'ha rapita la morte con ancora in bocca la parola "Pace". Mia madre odiava la falsità, glielo leggevo negli occhi mentre ci insegnava l'Onestà; mia madre nata povera ha lasciato questo mondo in povertà, non le piaceva il lusso, era umile e forte, ma era dolce nel sorriso; ti metteva a suo agio, ma se eri cattivo ti faceva tremare nel cuore. Non sopportava chi s'approfittava della povertà, né chi con la testa stava sempre lontano dalla perfida realtà. Mia madre adorava i bambini, a tanti ha dato in dono la vita. Lei non pensava al seno che si sciupava mentre al petto ci allattava, né mai ha risparmiato sul pane per comprarsi il belletto, né mai le sue labbra han sfiorato il rossetto; a lei non serviva apparire, era e per lei essere era essenziale; ai suoi tempi le donne eran mogli e mamme, e non importava di voler essere altro. Mia madre, mamma d'Italia come tutte le mamme del dopo Rinascimento ha rifatto l'Italia. L'han ripopolata di figli, che lo stato di quei figli tanti ne ha sotterrato... mia madre da lassù ora assiste impotente alla nostra sorte, ma sa che con la morte tutto si azzererà. Da lassù il passato non torna, ma si va avanti e quando l'uomo nella coscienza si desterà soltanto una strada davanti gli resterà, non più scelte ma obbligo d'incamminarsi dove un unico futuro lo attende; se la sorte nuova cambierà in bene o in male solo lui lo deciderà. Mia madre come tutte le madri da lassù gli sta gridando forte: -figlio, ricordati di me, non scordarti l'Onestà!

La mia immensa triste realtà

    Sola, assorta nei miei pensieri, lascio scendere sino all'anima la mia sensazione dell'essere, essere come persona che nel dolore radicato in fondo alle radici dell'anima, rimuove situazioni e provoca suggestioni di attimi precorsi, di persone che sono passate trafiggendo con modi e parole il cuore, stravolgendo la vita dove calcano coi loro piedi la mia debole anima. Con quelle sensazioni, in questi momenti cerchi protezione, vorresti il confronto con un'altra mente ed una spalla, due braccia forti ed un cuore che trabocca d'amore per sorreggerti e dirti che tutto e' passato, che non devi più piangere mentre ti asciuga le lacrime e bacia le tue mani piangendo con te. Ecco io Angelo mio vorrei che fossi tu qui per darmi conforto in questi giorni vacillanti, immersa in un mondo che non sento più mio, un mondo da dove vorrei fuggire, portando mi via solo tutti gli affetti cari ed andare incontro a vita ignara, ma pur sempre meno tragica di qui. Di qui che vige ed impera il male, quel male che ho sempre combattuto, respinto e di questo male ora può perire. Ma siamo circondati di stolti e biechi che del domani nel loro cuore non hanno rispetto ed il futuro lo hanno ucciso e seppellito. Che triste raccontare cos'e' la presente realtà e constatare di quanto io sia sola in questo naufragare.

 

Il Viaggio

    Ciao, cosa fai? - Penso non vedi?
Ah... sì vedo, a cosa pensi? - Penso al mio ieri appena passato.
Bene e dimmi cosa hai fatto, ieri appena passato? - Ho fatto tante cose, ho viaggiato! Eh... dove sono stato...
Hai viaggiato? e sei già tornato? - Sì dove sono stato, si va e si ritorna, e non si paga il viaggio, né all'andata, né al ritorno!
Oh, accipicchia e quanto tempo hai messo per essere di nuovo qua, che mezzo ti ha portato la' e riportato qua e cosa hai visto? - Ho visto la gente piangere, perché aveva fame,
là in mezzo a quella gente c'era gente che aveva il pane e lo buttava, aveva da vestirsi e lo sciupava,
aveva un cuore per amare, due mani per carezzare, due labbra per sorridere, ma non faceva niente di tutto questo.
Continuava a sollazzarsi con vezzi e vizi, beveva e cantava, in mezzo alla gente che piangeva, ma il loro cuore era così duro ed il cervello assente,
che non potevano accorgersi di tutto quel dolore attorno.
E poi cosa è successo? - È successo che a furia di buttare via il pane, sciupare l'acqua, rovinare le vesti, quelli che non vedevano il bisogno sono caduti in rovina.
E sono morti? - No non sono morti, ora vanno a chiedere il pane a chi non l'hanno dato e non ha avuto modo di poterne avere, per conservarlo per i momenti brutti,
chiedono loro l'acqua, ma non c'è più perché giocando l'hanno consumata tutta, hanno freddo ed ora invidiano e vorrebbero i miseri stracci che indossano gli indigenti.
E allora? come fanno? - Niente, non possono fare niente, la carestia ora caro mio ha colpito tutti. Ma i poveri che erano abituati ad avere niente,
continuano a vivere senza avere niente, ma più di tanto non soffrono poiché ci sono abituati.
E loro, gli ex abbienti cosa fanno? - Loro sono quelli più arrabbiati, imprecano il buon Dio per la loro miseria, pensa che invidiano gli indigenti,
perché nella loro miseria hanno sempre avuto la grande ricchezza, il dono del sorriso, dell'abbraccio e delle carezze. L'AMORE caro mio, L'AMORE nutre lo spirito,
la mente ed il cuore, e ti senti appagato. A loro basta proprio poco per sentirsi appagati, hanno a malapena, quando glielo danno,
un pugno di riso a testa che quando c'è loro fanno davvero una grande festa.
Allora adesso i veri ricchi sono proprio loro i meno abbienti? - Certamente! non vi è denaro, gioie e bei vestiti al mondo, che ti faran mai ricco dentro. avrai ora capito,
che la vera ricchezza tra la gente è il buon cuore con il grande AMORE che ti porti dentro, e più lo doni più ricco ne diventi assieme alla gioia tra tutte le persone
nell'avere dell'AMORE la condivisione.
Ora però me lo dici il luogo in cui sei stato? - Ma come allora non l'hai capito? il mio viaggio è stato una cosa seria, il luogo dove sono stato si chiama "la MISERIA".

Canto all'Anima

    Candida nasci discendi dal cielo. Tu anima limpida sei di pura sorgente, al mondo tu vieni e rechi con te niente. Offri solo una pagina dove si scrive una Storia, la storia di un essere che l'abbia vissuta, umile ma sempre in cerca di gloria. Non c'è cancellino che possa annullare le azioni né belle né ancor meno brutte. In te indelebile resta il bene, come il male che porta ti le pene. Indugio perenne dell'uomo in catene, radici nel suolo ma con l'anima in volo. Vorresti restare per sempre tu pura, ma l'insidia del mondo è la tua sciagura. Sì, debole ed incline al nuovo peccare, ti lavi con lacrime, poi torni a sbagliare. Il tuo sguardo è al cielo sì come a cercare qualcuno che aiuti il tuo modo di fare. E come bambino che cerca la mamma... ma dal ciel oramai non cade più Manna. Sei sola e da sola ti devi aggiustare, sia in modo di agire e sia nel pensare. Ricordati solo che a Dio devi tornare: per esser leggera abbandona zavorra che al mondo ti lega... non ti aiuta a volare! Se aspiri, un giorno, di voler migliorare, tu umile serva devi restare, fedele allo sposo, che ti viene a salvare. Ricordati sempre del suo Amore gioioso... ed in vol con lui solo troverai il tuo riposo.

È sempre inverno

    C'è sempre il vuoto e l'inverno nel cuore, le strade saranno affollate e le vetrine vestite di mille colori, ma nel tuo cuore e tutto attorno mi resta sempre il vuoto, il vuoto di chi non c'è anche se tu lo porti nel cuore, il vuoto che trovi quando gli parli, ma non capisce le tue parole, quando guardi nei suoi occhi e non scorge la tua tristezza... quando piangi e non vede le tue lacrime perchè veloce le asciughi, perché non vuoi dare dolore. Quando abbracci ma c'è tra le tue braccia solo il vuoto.. è sempre inverno anche col sole e tutto attorno è colore, ma è sempre inverno, inverno nel tuo cuore triste e malato del bisogno di amore. È sempre inverno con la voce soffocata nel cuore...

A te

    A te, che sei passato tra veli leggeri del mio cuore, dove l'ombra trasformavi in sole a te che gli inverni portavi sempre il sole a te che ora lontano vai, tra nubi dorate, tra alito di vento che carezzan il tuo cuore, a te alla nostra amicizia che ora chiamerò Amore. A te che hai lasciato una alito di gelido inverno nel cuore ma so che di me conserverai lo stupore, dei momenti di rabbia e di gioia, e di quella finta noia, solo per tenerti un po' sulle spine, a te ad alle tue sere ora che saranno divine a te!

 

 

 

INDICE

Diario di una donna II

28/12/2013 23.19    Adoro

31/01/2014 18.46    Cuore schiavo

23/02/2014 18.16    Lassù tra le fronde

06/02/2014 16.38    Velata stella

08/02/2014 21.00    Vorrei tanto

09/02/2014 15.25    Vorrei veder gioia

09/02/2014 18.08    Dai, resta qui con me

10/02/2014 15.26    Amami Signore!

12/02/2014 09.02    Lo spirito della danza

13/02/2014 01.00    Davanti a te Signore

15/02/2014 21.26    Il giorno tramonta

18/02/2014 02.47    Il mio amato ricordo

18/02/2014 02.48    Sono Io

18/02/2014 16.09    Spiriti nel vento

18/02/2014 16.30    Il mio sguardo lontano

20/02/2014 18.26    Due soli

21/02/2014 14.16    Sto come una foglia

22/02/2014 14.31    Al mio Dio Bambino

23/02/2014 17.53    Se lo sai

24/02/2014 11.36    Ode al sole

25/02/2014 14.16    Al mio caro Angelo

25/02/2014 17.10    Per te amore

27/02/2014 17.12    La cose che ho (e ci sei tu)

28/02/2014 22.28    La conifera

28/02/2014 23.12    Villa La Collina

01/03/2014 01.58    Cari ricordi

02/03/2014 23.25    Io bimba

02/03/2014 23.36    Chiudo gli occhi

02/03/2014 23.28    Rosa rose e...

03/03/2014 16.57    L'attesa

06/03/2014 22.03    Ci son giorni

11/03/2014 14.59    Solo nei ricordi

11/03/2014 15.00    E penso...

11/03/2014 15.04    Non avrò paura

11/03/2014 15.53    Aspettando te

13/03/2014 01.56    Era di Marzo

14/03/2014 02.28    Stanotte dormirò

14/03/2014 17.16    Il mio sguardo

16/03/2014 22.53    Equilibrio a metà

16/03/2014 23.05    C'è nel cielo

17/03/2014 16.14    Bacio- giorno

31/03/2014 23.24    La ballata della Minuta

18/03/2014 12.24    Dai miei occhi

01/04/2014 16.47    Sogno spezzato

01/04/2014 23.09    Frammenti

04/04/2014 01.15    Il colore dei sogni

04/04/2014 17.18    Il paradiso perduto

04/04/2014 17.22    Vorrei sapere

04/04/2014 19.03    E' l'Aprile

05/04/2014 03.15    Nei miei silenzi

05/04/2014 23.44    Occhi negli occhi

06/04/2014 22.44    Bianca rondine vai

08/04/2014 23.15    Si dicono parole

10/04/2014 22.06    La notte

11/04/2014 23.42    Stasera ci stai?

15/04/2014 17.09    La mia vita senza te

21/04/2014 16.42    Per amore

29/04/2014 23.44    Io nel nulla

08/05/2014 17.08    Lei

08/05/2014 17.58    Nel rimpianto ho te

10/05/2014 22.11    Lascia che mi perda...

12/05/2014 23.56    Riesco a stupirmi

13/05/2014 17.46    I ricordi del cuore

17/05/2014 18.29    Non sempre è come vorrei

20/05/2014 16.24    Il colore dei pensieri

23/05/2014 02.03    Il seme dell'amore

23/05/2014 14.16    Il suo nome era Realino

29/05/2014 02.31    Il silenzio ovattato

04/06/2014 19.04    L'ultimo bagliore del sole

09/06/2014 01.32    Posso solo chiedere

16/06/2014 23.18    Echi di vite passate

17/06/2014 18.53    Chiamami amore

19/06/2014 15.17    Occhi negli occhi ancora

06/07/2014 00.21    Inesorabilmente tu

12/07/2014 01.20    Non so ma tu...

15/07/2014 23.34    Sarà perché mi manchi

30/07/2014 23.50    Io la tua ode

13/08/2014 01.40    Dieci Agosto

15/08/2014 22.02    Col cuore altrove

16/08/2014 22.40    Il sole della notte

18/08/2014 00.29    Le nostre rose, il nostro amore

21/08/2014 23.14    Sei tu Elisa

22/08/2014 23.45    Giorno dopo giorno

05/09/2014 10.22    Uniti dall'Amore sotto lo stesso Cielo

07/09/2014 23.14    Strada sui binari, la mia

13/09/2014 13.20    Ci sei

17/09/2014 16.41    L'odore del mare

17/09/2014 16.43    Detto fra le righe

18/09/2014 01.04    Proibito

18/09/2014 01.58    Mi leggo una favola

23/10/2014 03.19    Mia madre e l'Onestà

20/11/2014 01.22    La mia immensa triste realtà

18/12/2014 17.25    Il viaggio

11/01/2015 17.42    Canto dell'anima

11/01/2015 22.50    È sempre inverno

12/01/2015 00.11    A te

Rosy Cossu

 

Rosa December

Diario di una donna

(La storia di Flora)

Flò I

    Un tempo non lontano parte del cielo si oscurò, calarono le tenebre nel cuore e nelle menti delle persone. Il buono si spaventava e pregava il Buon Dio perché facesse ritornare la luce del sole e la luce dell'anima a chi ormai l'aveva persa. I cattivi approfittavano delle tenebre per continuare a vantaggio del male. Non aveva paura del male, perché era il Male, Dio non era mai stato accettato nelle loro vite, e deviavano altri uomini, donne e bambini, facendone degli adepti, che a loro volta usavano la mala volontà per soggiogare, sfruttare e uccidere chi non stava alla loro dottrina. Un giorno una donna adepta, partorì un bimbo dopo aver subito violenza da parte della setta, perché lei si ribellava a servirli. All'inizio la donna pensava che avrebbe ripudiato quel figlio dopo che lo avesse partorito, perché per lei era il frutto di una violenza brutale e non quel figlio che avrebbe voluto avere dall'uomo della sua vita, che i carnefici settari avevano ucciso, dopo brutali sevizie e maltrattamenti. Nel momento che le doglie la provarono nell'intimo del cuore, sentì che quel piccolo essere che vagiva non aveva colpa, era anche lui un predestinato, ma non sapeva il perché a un tratto lei provasse amore e compassione dopo averlo odiato e ripudiato durante i nove mesi di gestazione. Le Ancelle più sensibili si avvicinarono e le prestarono le cure, cercando di tenere lontano le donne iene, che avrebbero potuto nuocere su di lei e il suo piccolo. Le portarono vesti da tagliare per fasciare il bimbo, e vestiti per lei, poiché i suoi erano laceri. Dopo pochi giorni della nascita, fu ordinato di buttarla fuori del circondario, poiché un bambino e una madre non potevano più servire allo scopo per il quale lei era stata rapita. Le Ancelle la aiutarono ad attraversare i sotterranei per fare in modo che le guardie non osassero avvicinarsi a lei e al bimbo e fargli del male, poiché i bambini erano uccise e le donne violentate. Misero il bimbo in una cesta dopo averlo nutrito, per tre ore il bimbo dormì, e le guardie non si accorsero di nulla, non controllarono la cesta portata dalle ancelle, poiché dichiararono di portare i viveri ordinati dalle guardie interne, per gli adepti appena arrivati. Una volta fuori le mura del castello prigione, le Ancelle consigliarono alla donna il passaggio di una delle vie segrete, che in poco tempo l'avrebbe portata al lato estremo, opposto all'entrata della proprietà pseudo- feudale. La donna col cuore tremante prese il cesto dove era accoccolata la sua piccola creatura e camminò a lungo col terrore di fare brutti incontri, per se e per il bimbo. A ogni piccolo fruscio il cuore batteva come se volesse uscirgli dal petto. Ogni tanto faceva breve pausa, per rifiatare i polmoni e poi proseguiva. Era ormai l'imbrunire, nel bosco non c'era alcuna illuminazione, e pensava di fermarsi al primo giaciglio sicuro che avesse trovato. Cammina e cammina, finalmente vide vicino a un dirupo un antro, dove dei rovi un po’ diradati facevano intravedere uno spazio dove stare al sicuro. Si fermò, e staccata una canna dal canneto del fosso lì accanto, si fece largo ed entrò; capì che era una tana, forse di lupo, ma decise di rimanervi, pensando che il lupo fosse un animale sarebbe stato meno bestia dell'uomo che l'aveva schiavizzata, e in caso fosse ritornato, forse avrebbe messo fine alla sua pietosa vita. Adagiò la cesta sulla sterpaglia che aveva strappato attorno alla tana, formò un bel giaciglio, prese il bimbo, lo allattò e lo cambiò, nella cesta le ancelle buone, avevano messo dei panni puliti e, un po’ di viveri per la donna, tra cui frutta secca e mele, che non deperivano durante il suo cammino. Il bimbo era buono mangiava e dormiva, e lei tranquilla si adagiò sull'erba secca, dopo aver sbirciato il cielo da dietro i rovi, notò che c'era uno spicchio di luna nuova, e si rannicchiò raccogliendosi in preghiera, piangeva dolcemente mentre pregava e teneva la manina del suo bimbo. La notte si faceva più buia ma il raggio di luna illuminava flebilmente l'angolo opposto a dove stavano bimbo e mamma. Stanca e vinta dalla paura si lasciò andare al sonno affidando la sua vita e quella del bimbo alla clemente benedizione di Dio, pregandolo di mandare un angelo a vegliare su di loro. Mentre stava sul dormiveglia, notò che era l'albeggiare, la notte era passata e per fortuna né uomini né animali vennero a rompere la quiete appena assaporata. Ringraziò il Buon Dio per questo e mentre stava pregando il raggio di luna, lasciò il posto a quello del sole, e capì che quella luce sia della luna, sia quello caldo del sole era un segno buono, forse voluto da Dio e pensò che davvero Egli avesse ascoltato la sua preghiera. Prese il bimbo che nel frattempo si svegliò, lo allattò, lo cambiò, e mentre si preparava a lasciare la tana, si emozionò e quasi si dispiaceva, nell'abbandonarla e pianse inginocchiata in preghiera, le sue calde lacrime cadevano a terra e da ogni lacrima nascevano fiori azzurri e pietre come diaspro e diamanti. La Donna stava per andar via, con gli occhi colmi di lacrime, e non si accorse del miracolo, quando una colomba bianca entrò mentre lei stava per uscire con la cesta e il bimbo dentro, incuriosita, si voltò e mentre si asciugava le lacrime, vide la colomba che beccava sulle pietre luccicanti, presa dallo stupore adagiò la cesta per terra, si avvicinò alla colomba, e questa non volò via, stette lì. Mentre lei con mano leggera la accarezzava, lungo il dorso, parlandole le diceva: -Ma come può essere, io ho chiesto al Buon Dio di aiutarmi e lui al posto dell'angelo, mi manda una colomba, gli ho detto che gli regalavo le mie lacrime come pegno di ringraziamento per averci protetto nella notte, e dove non c'era che erba della sterpaglia sono nati degli splendidi fiordalisi azzurri come il cielo, e le lacrime trasformate in diaspri e diamanti. Dimmi qualcosa, fammi capire cosa è successo. Mentre parlava e piangeva, si accese una luce attorno alla colomba e al posto di essa si materializzò una creatura splendida. La sua pelle era di luna, vellutata ed evanescente, i suoi occhi emanavano luce pura, bianca con aureo violetto, una voce si palesava, ma senza muovere le labbra le diceva: -Flora, raccogli i fiori e le pietre tutte, portale con te, so che stai pensando che non ti servono tesori ma questi doni ti aiuteranno a passare oltre le difficoltà che incontrerai... hai chiesto protezione, eccomi, il Signore ti ha affidato a me, ancor prima che nascesti. Non temere: io proteggerò te e il tuo bimbo. Ora prendi tutto e tu e il tuo bimbo; uscite, non vi sarà fatto male alcuno. Flora, stupita e attonita, come un automa fece ciò che le disse l'angelo, poi prese la cesta col bimbo e uscì, avanti a lei l'angelo che riprese le sembianze di una candida colomba che gli svolazzava poco più su della sua testa. Camminarono tanto a un certo punto la colomba le indicò un viottolo. Flora imboccò la stradina ciottolosa, le facevano male i piedi, e si soffermò un attimo, per farsi un massaggio, la colomba emise la voce dell'angelo e disse: - Prendi le pietre Flò, i diamanti, tutti e spargili per terra, poi salici sopra e cammina in tondo. Flò ubbidì e dopo pochi istanti i suoi piedi non sentivano più il dolore, raccolse i diamanti li posò nella cesta, e riprese il cammino, con sopra la sua testa, la candida colomba svolazzante e giuliva. Flò si sentiva meglio, e aveva acquisito una certa serenità, e guardava con sguardo tenero dolce di mamma la sua bellissima creatura.

 

Flò II

     Perle dal cielo... dopo aver camminato a lungo Flò si sentiva sfinire per la stanchezza, la scorta dei viveri era quasi finita ed il bimbo piangeva. Flò era impaurita aveva paura che qualcuno potesse sentire il pianto del bimbo e avrebbe attirato malfattori verso loro. Intanto la bianca colomba continuava a svolazzare sopra poco più su della testa di Flò, le aveva già detto di stare tranquilla, l'avrebbe avvisata in tempo se avesse notato qualcuno nei pressi. Arrivarono all'entrata di un arco in pietra che conduceva all'interno di un piccolo borgo, un filare di alti cipressi allineati nel piccolo viale, case piccole e colorate, un piccolo mercatino con tutte le qualità di viveri e vestiario. Flò si avvicinò alla vecchia fonte nell'angolo de attorno donne che riempivano le brocche, qualche bimbetto che saltellava qua e là, sembrava di stare ad una festa,tanto che Flò si sentiva rassicurata e la sua paura diminuiva. Intanto posò la cesta col bimbo, si rinfrescò al getto della fonte,si sedette su un masso e prese il suo bimbo tra le braccia... magra Flò, magra, esile ma graziosa i suoi capelli ondulati colore dell'ebano, dai riflessi blu, la pelle di pesca come il suo bimbo, due occhi neri di acciaio... era freddo lo sguardo suo... traspariva il suo risentimento verso chi gli rubò la sua purezza e la gioia che si può avere a venti anni. Mentre flora cullava il bimbo la colomba svolazzava tra i banchi del mercatino. Poi si poso sulla spalla di Flò, i bimbi che videro la scena si avvicinarono e riempirono di domande la giovane mamma... per Flò, vista la sua giovane età e la sua condizione di neo mamma, non si sottraeva nel dar le risposte e mentre decise di alzarsi i bimbi facevano a gara nel voler tenere la cesta del bimbo... Flora si ricordò le pietre e rimise subito il bimbo dentro la cesta, lo coprì e tirò fuori un sospiro di sollievo, i bimbi tornarono ai loro giochi e lei guardando la colomba pensava: "Dove passeremo la notte, dovrei comperare da mangiare, e qualche veste al piccolino... ma non ho monete, come faccio?"

  

Flò III

    La preoccupazione di Flora era grande, presto sarebbe scesa la sera e non aveva ancora un posto al sicuro, per lei e per la sua creaturina. lo stomaco anche cominciava a farsi sentire. Aveva tanto bisogno di raccogliersi in preghiera, aveva bisogno di sostegno. Rannicchiatasi accanto alla cesta del suo piccolo, prese le sue manine e in silenzio meditava; il suo cuore prese a battere forte, credette di sentirsi male, si preoccupava perché il suo piccolo sarebbe stato solo e indifeso. Mentre pensava, una calma improvvisa cominciò a scendere nel suo cuore, la colomba le si posò sul braccio, e cominciò a comunicare col pensiero di Flò; lei sentiva nel cuor suo la colomba e stette immobile ad ascoltarla, come in estasi: - Cara, non preoccuparti, qualcuno tra poco si avvicinerà a te, sii gentile e cara come sempre, le tue pene finiranno presto, ma devi stare molto attenta; sarà ostile all'inizio, ma poi il cuore suo nel conoscerti si scioglierà come neve al sole. Non dimenticare i diamanti e le pietre preziose... saranno il tuo lasciapassare per una nuova vita... ma dovrai usarle al momento giusto. Lo so, stai pensando a come riconoscere il momento, e a quando. Non preoccuparti, accadrà spontaneamente; riguardo a me, starò con voi ancora un po'... quando non mi vedrai più capirai che la strada che avrai preso è quella giusta, e allora il mo compito sarà finito. Non accettare lusinghe, non te ne mancheranno... segui il tuo cuore e tutto sarà più semplice. Il tuo cuore è volto al buono; non lasciare mai la strada che hai intrapreso, ricorda che l'umiltà, la semplicità e la bontà; insieme alla tua limpida onestà sono pregi che non dovrai mai mettere da parte. La tua vita ora sarà più leggera, non aver paura di affrontarla, Dio è con te. Parla sempre con il Padre celeste dei tuoi pensieri, delle tue preoccupazioni, dei bisogni tuoi e del tuo piccolo. A lui insegna la preghiera al Padre e all'Angelo, la misericordia di Dio non vi lascerà mai nella tribolazione.

L'incontro

    Finita l'estasi, Flora si trovò davanti una signora che vezzeggiava davanti al piccolo, il piccolo sorrideva e sgambettava, la donna si presentò: - Oh mia cara, vi ho salutato ma voi eravate immersa nei vostri pensieri; lasciate che mi presenti, sono Donna Mercedes, abito nel palazzetto di fronte. Sapete, stamani sono scesa con la mia assistente a fare la solita camminata... vi ho vista così dolce e riservata mentre allattavate il vostro bimbo al seno e mi avete fatto tornare alla mente me quando allattavo il mio piccolo Pablo. Sono passati tantissimi lunghi anni, ma il cuore di una mamma resta tenero a vita, e le scene della maternità sono attimi divini. Di grazia, come vi chiamate... perdonatemi, ho parlato sempre io, vi ho messo in imbarazzo? - No signora, rispose Flò, mi chiamo Flora ed il mio bimbo non ha ancora un nome... - Non ha un nome? la interruppe la Nobildonna, oh santo cielo! è così bello... non può non avere un nome, dovreste dargli un bel nome e al più presto; dove abitate? La nostra contrada è piccola, non vi ho mai notata prima... sono anziana, conosco tutte le giovinette di qui, ma voi non siete di qui vero? Da dove venite? Flora tentennò un po' prima di rispondere, non le piaceva l'interessamento della donna, ma la colomba che stava ancora accanto a lei suggerì di essere cordiale e di rispondere. La nobildonna era il primo contatto per l'avvenire suo e del bimbo, e Flò prese coraggio: - No signora, avete ragione, non sono di qua. Ma mi piacerebbe fermarmi in questo incantevole posto, col mio piccolo ma non so... - Davvero? rispose la donna, ma da dove venite, e senza una meta povere creature, di questi tempi poi! Sai Flora, non è facile trovare un luogo dove passare la notte, s'appresta il tramonto, tu sola indi sa con la tua creaturina... posso proporti di venire da me, vedi quel palazzetto di fronte a noi... ho tante stanze, prendi il piccolo e segui me! Flora guardò la donna, un po' contenta ed imbarazzata, l'impeto sarebbe stato di rifiutare, ma poi pensò al suo piccolino e alla notte che stava per scendere, e decise di accettare. Prese la cesta col bimbo e seguì la donna; pochi passi e arrivarono, la colomba dietro di loro e il bimbo sgambettante. La donna picchiò il battente; una donnina apri loro: - Lei è Rejna, disse la donna, Flora vive con me sin da quando ero ragazza, è per me come una sorella, è molto buona ma non parla tanto e ubbidisce sempre, per qualsiasi cosa tu ti rivolga a lei. Ora vado a riposare; Rejna, prepara la stanza, la signora e il piccolo mettili dove sai o dove vuoi, quando hai finito andiamo a tavola. Tu Flora fa' come se fossi a casa tua; fatti aiutare da Rejna se hai bisogno dell'acqua calda per te e per il bimbo... e tu piccolino sempre così buono eh! Rejna accompagnò per una lunga scalinata Flora, al piano di sopra c'erano diverse stanze. La donna tirò fuori dalla tasca un laccio con tante chiavi appese, si fermarono alla fine del lungo corridoio, aprì la porta e disse a Flora: - Questa credo sia la stanza giusta, c'è anche il lettino per il piccolo, ora prendo le lenzuola e preparo il letto grande. Flora che non era abituata più a tanta cortesia, le disse di non preoccuparsi, che avrebbe pensato lei a farsi il letto, ma la donna quasi scandalizzata, rispose che lei era ospite e che non era suo compito rifare i letti. Mentre Rejna si dava da fare e sistemava il letto, Flora prese in braccio il bimbo, lo attaccò al seno; il suo seno cominciava a diminuire, senza nutrimento anche il latte ormai stava finendo, ma il bimbo era pacioso al seno materno e alle coccole amorose della sua giovane mamma. Rejna dopo che ebbe finito di fare il letto, si girò verso Flora e le disse con voce greve: - Adesso potete scendere a mangiare... se volete. Flora disse con gentilezza che prima avrebbe voluto lavare il bimbo e poi se stessa. Rejna non batté ciglio, rispose solo: - Subito signora, e sparì, per tornare poi con la brocca colma di acqua tiepida ed un telo da bagno...

 

Flò IV

    Flora cercò fece per prendere la brocca ma Rejna, si scostò invitandola e annuendo con la testa indicandole di prendere il bimbo. La fanciulla prese il bimbo, mentre le lacrime caddero dagli occhi... e si ripeté il miracolo della grotta, due grosse gemme si palesarono sul pavimento, davanti a rejna che rimase impietrita tra stupore e smarrimento: - Signore Santissimo, ditemi che non è vero, datemi un buffetto sulla guancia, ditemi che ho le visioni strillò la donna inginocchiatasi a raccogliere le gemme ammirandole e chiudendosi stretta nelle spalle disse a Flora: - Mia signora, ve lo prometto starò muta come un pesce, ma voi dovete spiegarmi come fate, chi siete e come mai avviene in voi questo prodigio... sapete che se qualcuno lo viene a sapere vi accusano di magia, e sapete anche cosa succede alle streghe ed alle megere! Flora tutta tremante si accasciò sul bordo del letto mentre il bimbo piangeva, come se avesse carpito il pericolo che correva la sua giovane mamma. Lei strinse la sua piccola creatura a se ed implorava Rejna invitandola al silenzio; Rejna dal suo canto ripeteva che quel silenzio costava pegno, e allo stesso tempo la rassicurava che non avrebbe fatto parola con anima viva dell'accaduto e fece cenno a Flora portandosi l'indice sulle labbra, poiché aveva sentito i passi di donna mercede che da in basso le scale le chiamava: - Rejna, Flora... ma si cena stasera? Rejna sii portò sul piano lungo le scale, rassicurando donna Mercedes che sarebbero scese non appena il bimbo fosse lavato e vestito. poi tornò in stanza, guardò la ragazza dicendole: - Bella signora, lasciate che lavi io il vostro bimbo, mentre voi pensate a prepararvi. Così fu Flora diede il pargoletto alle cure di Rejna, e cominciò a lavarsi lei. Rejna sbirciava dalla porta semichiusa la giovane mentre si spogliava e si lavava... tanto che non resistette e si lasciò andare ad una osservazione, esternando con espressione preoccupata perché mai quella magrezza. Flora si stizzì, e chiuse la porta non poco imbarazzata; in breve tempo furono pronte e scesero per la cena...

 

Flò V

    Tra sorrisi e sguardi rassicuranti, sia da parte di donna Mercedes, che di Rejna, Flò davvero acquistava sicurezza, si sentiva protetta ed a suo agio, anche se era un appoggio provvisorio, non sapeva che futuro l'aspettasse, nè quanto avrebbe potuto rimanere come ospite di donna Mercedes. I giorni che seguivano erano lieti ed entusiasmanti, il piccolo era il giocattolo d'attrazione per le due donne, ma Flò per quanto avesse stima ed apprezzasse la grande ospitalità era sempre un po' guardinga, sopratutto ora che Rejna era al corrente del suo segreto. Cosa accadrebbe se Rejna tradisse la sua parola? E se davvero rivelasse a qualcuno ciò che era accaduto in camera?....Oh pensò tra se e se, perché sono così pessimista, chi avrebbe mai creduto a Rejna, quando anche raccontasse a qualcuno delle gemme, regalo delle lacrime di Flò? Chi mai potrebbe credere davvero ad un prodigio simile... una ragazza piange e dalle sue lacrime ecco che appaiono gemme preziose! No, non era possibile, l'avrebbero presa per una pazza visionaria. Poi Flò, che razionalmente ragionava pensò alla sorte che le era toccata nel castello e quanto dolore e violenza sperimentò in mezzo ad uomini e donne, che si comportarono più da bestie che da persone. Ad un tratto un brivido freddo corse lungo la sua schiena, sino a sentire la sua pelle ed i suoi capelli intirizzire... la sua espressione mutò in terrore e Rejna e donna Mercedes notarono subito il suo turbamento, mentre chiesero se stesse bene, Flò cercò di tramutare la paura in uno stato di malessere, accusando vertigini. le due donne premurose la fecero distendere, prestando attenzione al piccolo e rassicurandola, mentre Rejna si precipitò a prepararle una tisana calda. Donna Mercedes non cascò del tutto in quel che apparentemente Flò affermava, quindi le chiese se più tardi quando Rejna si sarebbe assentata per sbrigare le commissioni, ne avesse voluto spiegare il motivo del turbamento grave che aveva notato in lei, e che davvero non si trattava di un semplice malessere. Notò negli occhi di Flò il terrore, capì che qualcosa di serio la turbava. Flò dal suo canto promise che sarebbe stata chiara e disponibile con donna Mercedes solo quando sarebbero rimaste tranquillamente indisturbate.

Flora Flò svela il segreto

    Erano le prime ore del pomeriggio, l'aria era tiepida, ed un venticello primaverile, carezzava la pelle di luna di Flò, mentre i suoi capelli ondulati offrivano riflessi blu al raggio del sole; magra nelle sue vesti, seduta col bimbo in grembo addormentato, ecco che arriva donna Mercedes, passo claudicante a causa di una sciatalgia cronica, si appoggiava ad un bastone in mogano lucido, con sulla estremità forgiato il bel musetto di un setter, lucido che quasi gli occhi sembrassero veri. Si sedette accanto a Flora e guardandola negli occhi mentre accarezzava la manina del bimbo le disse di andare a sistemarlo nella culla e così dopo avrebbero potuto discorrere senza svegliarlo. Flò si alzò e sistemo il suo bimbo e tornata a sedersi di fronte alla donna disse: - Eccomi... sapete, donna Mercedes, per me non è facile parlare della mia vita senza che io mi turbi, avrò bisogno di tempo e di comprensione, è la prima volta che mi apro, e con una persona che non conosco. Io sono tanto grata per l'ospitalità che mi avete concesso, non pretendo che voi mi crediate e se ritenete dopo che mi avete ascoltata, potete anche mettermi alla porta, perché ciò che vi racconterò potrebbe essere non piacevole, e potreste fraintendere la mia buona fede. Vi premetto che se io dovessi commuovermi accadrà qualcosa di cui io non sono meritevole ne colpevole, capirò il vostro stupore e qualsiasi sia la vostra reazione, io ne pagherò le conseguenze. Però vi prego di prendervi cura del mio bambino, so che voi lo amereste ed io soffrirò di meno sapendolo qui in casa vostra con le cure vostre amorevoli e quelle di Rejna, promettetemelo donna Mercedes, che non cederete mai mio figlio, il mio bambino, unica ragione per cui vivo e sono ancora in vita. Donna Mercedes, lasciò parlare Flò, che era un fiume in piena, capì da lì che dentro Flò c'era molto dolore e risentimento, capì che Flò aveva subito violenza, e non si accanì con domande indiscrete, ma la tranquillizzò dicendole: - Cara, cara la mia Flò, mai e poi mai tu dovrai staccarti dal tuo bimbo, qualsiasi cosa tu abbia fatto, e qualsiasi motivo ti abbia spinto a farlo. Ora se vuoi potrai parlarmi di ciò che credi sia necessario sapere, che io sia informata sul tuo stato, passato, ma sopratutto il presente, se vuoi parlamene, io non ti condanno su nulla, coraggio, sto in silenzio ad ascoltarti. Flora cominciò a raccontare, di come venne prelevata a forza dalla sua casa, dopo che il papà fu assassinato dagli uomini comandati dal padrone del Feudo, chi si ribellava ai suoi ordini veniva ucciso, e le donne rapite e portate alla corte, ai servigi malvagi degli uomini del feudatario, signore delle terre e dei beni espropriati ingiustamente, perché strozzati dalle richieste di tasse improprie, non riuscivano a regolare i debiti, quindi perdevano i beni poiché diventavano schiavi di un padrone abusivo, malvagio e bestiale. Assoldava mercenari e briganti, purché lo rendessero ricco di bottini frutto di rapine di ogni sorta. Flò raccontò a donna Mercedes tutte le atrocità che venivano inferte alle donne che venivano fatte prigioniere e schiave, degli abusi che subivano da parte degli uomini all'interno del castello, e tutto ciò che le era capitato sino alla nascita del bimbo. Cosicché all'improvviso il pianto di liberazione si impadronì della ragazza, e fu con grande stupore che donna Mercedes assistette al materializzarsi davanti ai suoi occhi di gemme preziosissime, dono delle lacrime di Flora... Non credeva ai suoi occhi... gridava al miracolo ma Flora in tempo intervenne, supplicandola di non farne parola con alcuno, mentre raccoglieva le gemme, Flò continuava a piangere, più piangeva e più gemme raccoglieva, sino a che smise di piangere... e davanti a lei comparve la colomba...

 

Flò VI

                                                                                                                                   Fine del Prodigio

    Mentre Flora cercava di contenere le sue lacrime, si spalancò la porta di casa e Rejna che rientrando dai suoi giri guardò fermandosi a distanza la scena che le si presentava agli occhi; certo non rimase molto stupita delle gemme che si erano ammucchiate dalle lacrime che aveva versato Flò, ma guardando negli occhi donna Mercedes disse: - Oh dunque ora non è più mistero, anche voi padrona siete al corrente del prodigio delle lacrime di questa creatura. Zitta, ribatté donna Mercedes, non una parola... questa casa non ha bisogno di curiosi che si appostino fuori... e tu cara Flora non dovrai temere nulla... vero Rejna che sapremo tacere su tutto ciò che accade in questa casa? Non temere cara... ora tranquillizzati, stai cheta, ti proteggeremo da ogni evenienza, nessuno verrà a conoscenza del tuo segreto... Mentre la donna parlava, la colomba si alzò in volo e si fermò nel vuoto inl mezzo alla stanza... un grande alone di un bagliore accecante avvolse un corpo che si rivelò alle tre donne; Flora gioì nel riconoscere l'Angelo "del rifugio" mentre le due donne caddero in estasi. Ti prego, disse Flò all'Angelo, non fare male a loro, sono state gentili con me, Donna Mercedes mi ha trattato come una figlia e vuole tanto bene al mio bimbo, e Rejna mi ha aiutato a sentirmi a mio agio... sino ad ora sono stata fortunata con la tua protezione e non ho incontrato ostacoli, anzi sono stata accolta in questa casa con affetto e fiducia. Grazie Angelo mio, ora dimmi quale pegno devo pagare per troppa protezione che io non ho meritato? Non temere cara, rispose l'Angelo, non stanno male, sono solo in stato di grazia e non soffrono, anzi vengono rigenerate dallo spirito che si erge oltre la Terra. Quando torneranno alla realtà di questa vita avranno rimosso dalle loro menti ciò che hanno visto cadere e materializzarsi dai tuoi occhi, e le gemme; dimmi tu come le vuoi usare ed io ubbidirò! Alle parole dell'Angelo, Flora metà tranquillizzata e metà perplessa nonché confusa disse all'Angelo di donarle come ringraziamento a Dio e di chiedere grazie tante quante erano le gemme, per tutti coloro che sulla terra stavano nello stato di povertà e di disperazione, tale in cui l'Angelo la trovò nel rifugio. Alle parole di Flò, l'Angelo allargò i palmi delle mani e allungando le braccia sprigionò dei raggi arcobaleno verso Flò e verso le due donne, che all'istante aprirono gli occhi e guardando Flora sorridevano dicendo: - Ora stiamo davvero bene oh si, sii mai state meglio! Flora stupita non capiva e mentre stava per chiedere all'Angelo spiegazione all'istante rivide la colomba volteggiare attorno a lei e la solita vocina le disse: - Flò questa è l'ultima volta che mi vedi, io sarò sempre avanti al tuo cammino, proteggerò te ed il tuo bimbo per tutti i giorni che Dio vi concederà di stare sulla Terra; sii fiduciosa, anche se non mi vedrai io ci sarò. Quando battezzerai il tuo bimbo ponigli il nome Salvo, poiché è stato salvato. La tua vita sarà piena di gioia e di cose belle se continuerai ad onorare Il Creatore. Avrete lunga e felice vita e non vi mancherà nulla, perché Tu da sola con la tua purezza hai riscattato il futuro tuo e del tuo bimbo. Ma ricorda, un futuro radioso oltre questa terra vi attende, quando la vostra missione sarà conclusa su questa terra la vostra vita, se perseverate con fiducia e tenete sempre accesa la luce del vostro cuore... non puoi immaginare Flora come e cosa sia veramente vivere la vita vera. Non perdere mai la speranza vivi con gioia ogni giorno che ti è concesso sulla terra, poiché questa vita è solo l'anticamera della vera vita che vi attende. Da dove io vengo e dove ora io ritorno c'è solo gioia e luce sempre... la felicità vera,nessuna afflizione e niente affanni... le cose di questo mondo restano separate da quelle del cielo. dicendo queste parole diventava sempre più piccola sino a scomparire, una piuma candida si posò sulla mano di Flò e due lacrime caddero lungo le guancia e con stupore si accorse che tali restavano, non più gemme, ma lacrime, lacrime vere. Il suo cuore si riempì di gioia e corse incontro a donna Mercedes e a Rejna, si strinsero in un grande abbraccio; poi Flora si ricordò del suo bimbo, e divincolatasi dall'abbraccio delle due donne, si precipitò a vedere la sua creatura, lo prese in braccio lo alzò al cielo ed invocò la protezione divina e gridò: - SALVO! siì tu sei salvo -o -o-... Rejna si precipitò sulle scale sentendo gridare Flò; Flò la guardò sorridente e lacrimosa dicendogli con un largo sorriso che era tutto a posto.

 

Flò VII

                                                                                                                        Il riscatto a nuova vita...

    Flora, instancabile e giovane quale era, non si sottraeva nel partecipare ai lavori in casa, non avendo altro modo di ricompensare sia Donna Mercedes che Rejna. Ma dopo l'episodio del commiato della colomba con Flora, molte cose furono state decise da parte di donna Mercedes. Ella propose a Flora di organizzare il battesimo del piccolo, a patto che come secondo nome le imponesse il nome del suo bimbo "Pablo". Flò era felice perché sapeva di dare sua volta gioia alla donna meravigliosa che accolse lei ed il suo bimbo in casa, senza batter ciglio e senza fare prima alcuna domanda prima. Grande cuore ebbe la nobildonna, nel vedere solo il pietoso lato umano, il bisogno di protezione di una povera e giovane donna quale era Flò, e del suo bimbo. Intanto i giorni passavano, mentre nella casa era un continuo via vai di persone che contribuivano ad organizzare l'evento del Battesimo: sarte per confezionare le tende nella stanza del piccolo, sarte rifinite per confezionare il vestito per la cerimonia della mamma e del piccolo, partecipazioni di invito da far stampare e consegnare durante una cena che aveva deciso di organizzare per far sapere il lieto evento... insomma, tanto da preparare con meticolosa e scrupolosa precisione, senza sbavature, senza cadute di stile. Donna Mercedes ci teneva tantissimo alla riuscita della festa, ché ormai Flora era per lei una figlia ed il piccolo il suo nipotino... questo era il nobile sentimento radicato in lei. Tanto che ne era convintissima anche Rejna, anche se con tanto stupore. E dopo tante fatiche eccoci alla sera della cena; Donna Mercedes aveva invitato tanti conoscenti, coppie e singoli.

Una serata da non dimenticare

    Flora stava ammirando pensierosa, dalla loggia nell'atrio della splendida casa, un bellissimo sole al tramonto, una palla arancione e dorata che si inabissava verso l'orizzonte... si commosse e due lacrime rigarono le sue guance rosate, incorniciate da leggerissime efelidi. Il suo pensiero fisso era l'avvenire suo e del bimbo, pensava che in fondo doveva ringraziare Iddio di averla condotta sulla strada dove incontrò la grande Donna Mercedes; non osava immaginare come sarebbe stata la sua vita senza quel suo fortunato incontro. Mille pensieri e nubi buie affollavano di pensieri la sua mente, si sentiva tremare dentro al cuore, come un'esile canna al vento... ecco come si sentiva. E nel pensiero non smetteva di rendere grazie a Dio per lei e per il suo futuro, di cui nutriva speranza, e che l'aiuto di Donna mercedes a qualcosa doveva servire; oltre al presente, avrebbe avuto un futuro agiato, non avrebbe mai più dovuto cercare giacigli e nascondigli per sè e per la sicurezza del suo piccolo bimbo. Tra mille pensieri le ore passarono ed ecco, a mano a mano gli invitati alla cena cominciavano a fluire. Tutta gente importante, tutte persone dell'élite di Donna Mercedes. Flora si sentiva imbarazzata, ma attorno a lei tanti sorrisi, tante mani da stringere, mentre Rejna accoglieva la gente e faceva gli onori di casa. La cucina era ormai tutta in mano ai cuochi che aveva contattato Donna Mercedes, perché le tre donne di casa dovevano stare tranquille, senza problemi nel gestire o servire la cena. Quando tutti furono arrivati e presero posto a tavola, donna Mercedes si alzò in piedi e fece la presentazione di Flora a tutti i commensali amici e conoscenti. Spiegò la storia di Flora sintetizzandola e dandole sfumature eleganti, per non far dispiacere né far sentire a disagio la giovane mamma. Donna Mercedes vide due posti vuoti tra i commensali e abbozzò un madido sorriso, accompagnato da un'espressione come di delusione, quasi dispiaciuta, e si scusò con i commensali. Ma mentre finiva di parlare il suono del batacchio fece zittire la donna; Rejna guardandola disse: - Tutto a posto come nelle previsioni, d'altronde son giovani e si fanno attendere! Finite le parole di Rejna, ecco comparire nella sala due bei giovani in divisa, con tanto di medaglie e stellette, che andarono verso donna Mercedes, sorridendo a tutti e porgendo mani a destra e a manca... tutto in fermento l'atmosfera della sala, quando arrivarono dalla donna, fecero un saluto con tanto d'inchino e baciarono la mano della signora Mercedes. Flora che prendeva posto accanto alla sua benefattrice, impallidì per il disagio, non era abituata a tanta cerimonia e a tutto un sistema aristocratico di cui le era sconosciuto, date le sue umili origini. Donna Mercedes presentò i due giovani a Flò e lei tremante e con gli occhi velati, confusa e quasi stordita, diede la mano... ma loro non la strinsero, la presero delicatamente con la punta delle dita e l'accostarono altrettanto delicatamente allo sfiorar delle loro labbra. Flora non era abituata a tante riverenze e quasi svenne, bevve un sorso d'acqua e chiese il permesso di alzarsi, con la scusa di andare a vedere il piccolo. Naturalmente il piccolo stava sotto la custodia di una Tata, ma donna Mercedes avvertì il disagio della giovane e le concesse, con un sorriso di ammiccamento, di andare. Mentre la figura flessuosa ed ansante, molto gradevole, si allontanava, gli occhi dei commensali la seguivano con sguardo ammirato, ed i due giovani non le staccarono gli occhi di dosso finché scomparve. Flora raggiunse la stanza e si rinfrescò alla brocca sul lavabo, si specchiò, tirò su un bel respiro, inspirando ed espirando; si sentiva goffa, ma non lo era affatto. Era delicata e dolce, affascinante coi suoi capelli ondulati, neri come l'ebano, che riflettevano una luce quasi azzurrina, incorniciavano le sue nude spalle e la sua pelle di pesca, i suoi occhi neri quasi freddi, d'acciaio se non fosse per quella candelina sempre accese nell'iride, nero vellutato come la notte. Flora riprese colore e forze, si avviò a dare uno sguardo al piccolo e poi con la calma e la sicurezza ripresa, si avviò verso la sala, prese il suo posto tra donna Mercedes e Rejna. Quando Flora prese posto a tavola donna Mercedes si alzò e finì di presentare Flora ai due giovani, visto che la presentazione era stata fatta in loro assenza causa del loro ritardo. La cena cominciò, suntuosa tra antipasti, piatti vari e contorni appropriati, dolce e in ultimo amaro e sorbetti... tutto buono e preciso. La serata continuava nella loggia con balli e canti; un flamenco divertì tanto Flora che ad una sua richiesta fu ancora eseguita. Ora la bella serata volgeva al termine e gli invitati si congedavano, dandosi appuntamento al ricevimento della cerimonia del battesimo del piccolo, che da lì ad un mese si sarebbe svolto nella piccola chiesa del Redentore, non lontano dall'abitazione.

*Segue*

 

INDICE

Diario di una donna

(Flò)

05/10/2013 17.06    Flò I

05/10/2013 23.24    Flò II

22/02/2014 21.20    Flò III

14/03/2014 23.14    Flò IV

16/03/2014 23.30    Flò V

27/04/2014 22.00    Flò VI

25/06/2014 15.31    Flò VII

...    ...    ...    ...    ...    ...    ...

 Rosy Cossu

Rose in December

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