Un docente del Liceo Majorana di Moncalieri, il prof.Giovanni
Imbalzano, ha presentato al XXXV Congresso dell'Associazione
Insegnanti di Fisica ("La Fisica e...le altre" , Bellaria,
23-26 ottobre 1996) due interessanti lavori, uno di Matematica e
l'altro di Fisica.
Il primo riguarda la dimostrazione di un teorema, il cosiddetto
Ultimo Teorema di Fermat, il cui enunciato risale al Seicento,
che asserisce che non è possibile risolvere l'equazione
xn+yn=zn
in numeri interi positivi, per un dato esponente n>2. Ad
esempio, non è possibile trovare i cubi di due numeri interi, la
cui somma coincida con il cubo di un terzo numero intero. La
dimostrazione generale, ricercata da molti matematici per tre
secoli, contenuta in un opuscolo pubblicato dall'autore fin dal
1988, e viene estesa addirittura ad altre classi numeriche (quali
gli interi di tipo immaginario).
Nella sua presentazione, molto applaudita, il prof.Imbalzano ha
esemplificato il metodo usato per un'applicazione particolare: la
ricerca del lato del poligono regolare di 17 lati inscritto in
una circonferenza, come previsto dal celebre Gauss.
Nel secondo lavoro, l'autore ha dimostrato una importante
identità che lega la carica q dell'elettrone, la velocità c
della luce (posta da Einstein a fondamento della teoria della relatività)
e la costante di Planck (punto di partenza della moderna fisica
dei "quanti di energia"). Il rapporto q2/hc
viene determinato come una costante matematica, legata alla ipotesi
dei quanti di energia. Dopo la definitiva dimostrazione di questo
profondo legame tra luce ed energia, comprendiamo meglio
l'origine e le proprietà dell'elettrone stesso, al riguardo
della carica e della sua stabilità energetica.