Francesco Denza nacque a Napoli nel 1834. Studente
molto dotato per le materie scientifiche e molto precoce (licenza liceale
a 14 anni) conciliò la vocazione scientifica con quella religiosa
entrando sedicenne, dopo aver conseguito il diploma di "ingegnere di ponti
e strade", nell'ordine dei Padri Barnabiti, noto per i vasti interessi
culturali. Nel triennio di studi teologici a Roma, conobbe e frequentò
il gesuita padre Angelo Secchi, celebre astronomo, che lo avviò
agli studi di astronomia e meteorologia. Assegnato quale insegnante di
matematica al Real Collegio di Moncalieri, per trentacinque anni la sua
sede, si trasferì in Piemonte dove, nel 1857, conseguì la
laurea in Fisica e, l'anno successivo, fu ordinato sacerdote.
Nel 1859 ottenne che venisse costruito l'Osservatorio
del Real Collegio e contemporaneamente maturò il progetto di realizzare
una rete meteorologica estesa a tutta l'Italia, operante con omogeneità
di metodi e strumenti e facente capo ad un'unica direzione. Nel giro di
venticinque anni l'Associazione da lui ideata assumeva il nome di Società
Meteorologica Italiana e pubblicava un importante Bollettino mensile che
riportava le tavole di quanto osservato giornalmente a Moncalieri (temperatura
min. e max., venti, nubi, ozono) insieme a notizie degli oltre 2OO osservatori
ad esso collegati e a note informative riguardanti eventi naturali di vario
genere.
Realizzato il progetto della rete meteorologica,
padre Denza fu chiamato a Roma dove gli venne affidato un nuovo incarico:
riorganizzare la Specola Vaticana. All'antico osservatorio romano, attrezzato
per l'astronomia, la meteorologia, la sismologia e il geomagnetismo, dedicò
gli ultimi anni della sua vita. A Roma morì nel 1894.
Più che uno scienziato, padre Denza si può
definire un organizzatore scientifico. Se sfogliamo la sua vasta bibliografia,
dal genere stesso delle pubblicazioni (note, memorie, relazioni, testi
divulgativi) e dalla varietà degli argomenti trattati (fenomeni
atmosferici, terremoti, eclissi, macchie solari, magnetismo terrestre,
altimetria ecc.), ci rendiamo conto che la sua opera non si colloca nel
campo teorico della speculazione solitaria ma nel campo pratico dell'osservazione,
della divulgazione e dell'organizzazione, a livello locale, nazionale e
internazionale. Il suo interesse scientifico era infatti rivolto verso
un insieme di fenomeni naturali di meteorologia, geografia fisica, geomagnetismo
e astronomia, fra loro interconnessi, per cui occorreva impostare un ampio
e sistematico lavoro di osservazione, di raccolta e di confronto dei dati.
In questa direzione egli operò, affidandosi
al metodo dell'indagine statistica del fenomeno, ideando e perfezionando
apparecchiature strumentali (anemografi, pluviografi) e organizzando un
moderno lavoro di squadra, con collaboratori e corrispondenti in tre continenti.
Straordinario risultato della sua attività
fu la realizzazione di una vera e propria rete informativa, cioè
di un sistema di lettura di dati meteorologici provenienti da 254 punti
di osservazione sparsi sull'intero globo terrestre, che facevano capo all'Osservatorio
Meteorologico moncalierese.
Fu questa una grande intuizione. I dati raccolti
da un singolo osservatorio ci danno infatti un'idea abbastanza attendibile
della situazione meteorologica a livello regionale. Non possiamo però
spingerci oltre perché non esistono formule matematiche in grado
di calcolare temperatura, pressione e umidità in funzione della
distanza. Bisogna inoltre tener conto del fatto che il clima di ogni regione
è fortemente influenzato dall'esposizione topografica (latitudine,
altitudine, distanza dal mare o da grandi laghi, disposizione dei rilievi
e vegetazione). E' quindi importante che la raccolta dei dati avvenga in
tutto il mondo e con unità di metodo, in modo da creare uno schema
del tempo della terra in un determinato istante: questo è il punto
di partenza per ogni indagine climatologica.
2. L'Osservatorio di Moncalieri.
Sede dell'Osservatorio fondato nel 1859 da Padre
Denza è l'Istituto Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, in
via Real Collegio 3O ( coordinate: latitudine 44°59'52" N; longitudine
7°41'43" E Greenwich; altitudine soglia 247,78 m.sul livello del mare).
Gli strumenti di cui l'Osservatorio è dotato,
alcuni dei quali ideati dallo stesso padre Denza (anemojetografo Denza),
sono:
- barometro (misurazione della pressione atmosferica);
- barografo (registrazione della pressione atmosferica);
- termometro (misurazione della temperatura);
- termografo (registrazione della temperatura);
- psicrometro (misurazione dell'umidità assoluta e relativa);
- igrografo (registrazione dell'umidità);
- anemopluviografo o anemojetografo (registrazione della velocità del vento e della quantità di precipitazioni);
- eliofanografo (registrazione delle ore di sole);
- termoigrografo (registrazione della temperatura e dell'umidità);
- nefoscopio (misurazione della direzione e della velocità del vento in quota);
- altimetro (misurazione dell'altitudine).
Tali strumenti sono posti in una capannina meteorologica
installata sulla balaustra del balcone esposta a nord-ovest, a circa 2O
m. dal suolo e a 267,5O m. sul livello del mare. Il pluviografo è
posto invece in una cabina di alluminio con imbuto, a 26 m. dal suolo e
ad una quota di 274 m. sul livello del mare. Alcuni di questi strumenti
rivestono una particolare importanza storica, poiché costituiscono
campioni di riferimento per barometri e termometri di gran parte degli
osservatori italiani.
In questo osservatorio quotidianamente venivano
prelevati sei volte al giorno ( alle 6, 9, 12a.m., 3, 6, 9p.m.) i dati
riguardanti temperatura e umidità dell'aria, velocità e direzione
del vento, pioggia, neve, pressione atmosferica, presenza d'ozono, stato
del cielo e fenomeni.
Verso la metà del nostro secolo l'attività
si è limitata alle osservazioni giornaliere della temperatura max.
e min. e delle precipitazioni; dagli Anni Ottanta i dati sono stati trasferiti
su supporto magnetico. L'Osservatorio è ancora oggi in funzione.
3. Il monitoraggio meteorologico
Oggi il monitoraggio meteorologico, grazie alle sue
dettagliate serie di informazioni, costituisce uno strumento di lavoro
indispensabile a persone che operano in settori diversi e con diverse finalità:
dal responsabile dei servizi meteorologici al tecnico della protezione
civile, dallo scienziato allo storico.
L'indagine su serie storiche di dati climatici,
come quelle fornite dall'Osservatorio di Moncalieri, consentirà
ad esempio di mettere in evidenza la correlazione tra eventi climatici
ed avvenimenti storico-sociali (migrazioni, carestie, epidemie),o di studiare
cambiamenti climatici di grande portata oppure di ricostruire la distribuzione
naturale dell'ozono nel periodo pre-industriale.
L'analisi di dati climatici odierni ha invece applicazioni
pratiche e immediate: dal controllo del grado di inquinamento dell'aria
(rilevando ad esempio la quantità di ozono o il grado di acidità
dell'acqua) al contenimento degli effetti di gravi calamità naturali
(inondazioni, valanghe, cicloni) o dei danni di normali eventi atmosferici
(nebbia, gelo, venti).
Innanzitutto la previsione meteorologica è
indispensabile nel campo della prevenzione, dove conoscere in anticipo
l'approssimarsi di condizioni che preludono a una calamità naturale
(inondazione, frana ecc.) consente di attivare opportuni sistemi di preallarme
finalizzati alla protezione civile e ad una efficiente gestione del territorio.
Inoltre, poiché molte delle nostre attività
lavorative, dall'agricoltura al turismo, dal traffico terrestre alla navigazione
aerea e marittima, sono condizionate dai fenomeni atmosferici, prevedere
il tempo è di grande aiuto. In campo agricolo permette di organizzare
il lavoro secondo le condizioni previste o di ridurre i danni delle eccessive
precipitazioni, del gelo o della siccità con interventi mirati;
nel campo delle comunicazioni fornisce le indicazioni riguardanti ad esempio
venti di alta quota o venti di superficie, fondamentali per i piloti e
per i naviganti.
La previsione del tempo, cioè la conoscenza
in termini di probabilità dell'evoluzione a cui vanno incontro i
fattori meteorologici (venti, precipitazioni ecc.) di una regione più
o meno ampia, viene formulata sulla base dei dati forniti dal monitoraggio
meteorologico e può essere di due tipi: a lungo termine o a breve
termine.
Per una previsione a lungo termine, per esempio
l'andamento di una stagione, occorre confrontare i dati ottenuti dal monitoraggio
meteo degli ultimi decenni, in quanto il tempo si ripete all'incirca con
le stesse modalità.
Per una previsione a breve termine (con un anticipo
di sei sette giorni max.) si usa il metodo della previsione numerica. Punto
di partenza sono la moltitudine di rilevamenti riguardanti i valori assunti
contemporaneamente dalla temperatura in due masse d'aria contigue a diverse
quote, la variazione di pressione e la velocità di tale variazione
e, per la conoscenza della situazione del vento, la maggiore o minore vicinanza
delle isobare.
Questi dati, che servono allo studio dello sviluppo
di cicloni e anticicloni, responsabili del mutamento dei fattori meteo,
vengono elaborati matematicamente applicando le leggi fisiche della termodinamica
e della meccanica dei fluidi che l'aria, essendo un fluido, rispetta.