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Anno I n.12 Internet 30/05/2000
Adolescenza inquieta
Oggi mi soffermerò ancora
sui temi trattati la
settimana scorsa a proposito del fallimento Boo che, tra
l'altro, sembra essere vicina a trovare un acquirente. A questo mi ha portato anche il voluminoso
feedback ricevuto.
Molti mi hanno chiesto di chiarire il messaggio o la lezione che dovremmo trarre
dal caso Boo e le notizie della settimana scorsa ci hanno offerto altri elementi
e occasioni di riflessione. Ad esempio, un interessante sondaggio del Financial Times realizzato
con MORI (Market & Opinion Research International) indica che gli inglesi
sembrano essere, ora, poco interessati al web, proprio loro che fino a pochissimo
tempo fa guidavano la corsa all'oro di Internet in Europa.
Secondo i risultati, un sorprendente 93% degli intervistati rifiuterebbe un
lavoro in un'impresa internet e la quasi totalità (97%) non lascerebbe l'attuale
lavoro per sviluppare un' idea e-business. Colpa anche di Boo e dei fallimenti
che hanno colpito il settore negli ultimi tempi? Certamente.
Come detto, in Europa, facilitati dalla lingua, gli inglesi sono stati tra i
primi a lanciarsi "nell'Internet boom". Quello che sta accadendo da noi oggi,
loro lo hanno già provato tempo fa. E ora? E ' tempo di ripensamenti.
Di nuovo siamo di fronte ad un'occasione per riflettere. Proprio nel momento
in cui qui in Italia tutti parlano di new economy e il bombardamento, anche
pubblicitario, si fa massiccio, come avevo già avuto modo di osservare. Per una volta, il fatto di essere in ritardo
potrebbe essere trasformato in un reale vantaggio competitivo. Anche se per
ora, a giudicare da quello che sta accadendo, sembra non saranno in molti ad
approfittarne. E ' un po' come per gli adolescenti e i bambini: puoi tentare
di spiegare 1000 volte una cosa, ma finché non ci sbattono la testa non capiscono.
Lo sviluppo della new economy in Italia, in questo momento, somiglia a quello
dell'adolescente irrequieto. Forte, ribelle e pieno di sé, convinto che la vita
sia infinita e tutta per lui. La tipica sicurezza di chi non ha ancora provato
realmente cosa significhi vivere. Inutile mostrare al nostro pupillo che negli
Stati Uniti il fiume di denaro che fluiva verso gli start up si è prosciugato
all'improvviso.
L'altro giorno una persona che avevo appena conosciuto, scoperto che mi occupo
di web e dintorni, ha esclamato: "...ma allora sarai ricchissimo!?". Ecco, non
è detto (nel mio caso sicuramente no), che se hai un'occupazione in campo tecnologico
tu sia necessariamente miliardario. Tuttavia questa è l'immagine che viene proiettata
all'esterno. Quest'immagine probabilmente mieterà delle vittime anche da noi.
Persone con un lavoro vero lo lasceranno, forse senza riflettere troppo, per
diventare "miliardari", rischiando un risveglio brusco e senza preavviso dal
sogno della new economy.
Infatti, a parte i fallimenti tipo Boo, anche le company che hanno un relativo
successo stanno rimandando gli IPO a tempi in cui il profitto sarà più vicino.
Un esempio per tutti è il caso AltaVista Co. che ha rimandato all'autunno la
sua entrata in Borsa.
Lo ripeto, a costo di diventare noioso, tutti questi sono solo rischi che corriamo,
ma che possiamo evitare.
La ricetta? Una forte e costante autocritica (il nostro sito non è necessariamente
il più bello). Conoscenza approfondita delle tecnologie, del web e dei suoi
meccanismi di comunità. Non deludere con promesse che sappiamo non potremo mantenere.
Gestione finanziaria ferma e un business management che sappia tracciare efficaci
strategie di lungo periodo web oriented, dove non è detto funzionino gli stessi
meccanismi efficaci offline. Infine un'analisi costante di ciò che accade negli
altri paesi, che rispetto a noi hanno già sperimentato fenomeni che qui sono
agli inizi.
Solo in questo modo l'Italia riuscirà a diventare quell'adulto consapevole,
ex adolescente inquieto, e a sfruttare l'opportunità che la new economy sta
offrendo a tutti noi.
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