Con le ali l'erpice rende di più

grazie ad un semplice dispositivo può migliorare notevolmente le sue prestazioni


(da "Terra e vita" anno XL- n.44 del 6-12 novembre 1999)


L'erpice rotativo si è cominciato a diffondere a partire dalla fine degli anni '70 in sostituzione della classica zappatrice rotativa in quanrto risultava meno sensibile di questa all'umidità del terreno e riduceva notevolmente il rischi di formazione della suola di lavorazione. Da allora l' erpice, non ha più visto modifiche ed evoluzioni sostanziali. Fino a quando, un paio di anni fa, ha messo...le ali!


Le alette montate sui denti dell'erpice

Non si tratta, naturalmente, di una mutazione soprannaturale, ma della posizione sui denti dell'erpice, in conseguenza di una geniale intuizione del tecnico veneto Giovanni Burato, di coltelli triangolari orizzontali (prontamente brevettati) che hanno ridato nuova vita all'attrezzo, incrementandone notevolmente le prestazioni.

Burato infatti, osservando la lavorazione effettuata da un erpice tradizionale, si era accorto che l'attrezzo, praticamente lavorava il terreno solo parzialmente. Il risultato è che l'erba che si frappone tra due successivi passaggi di coltelli non viene tagliata ma solo arrotolata su sè stessa e coperta di terra dalla barra livellatrice. Di conseguenza in pochi giorni le malerbe sono in grado di riemergere.


Fig.1 Erpice tradizionale. Fig.2 Disposizione aletta. Fig.3 Aletta applicata ai coltelli

Semplice ma efficace. Con l'introduzione di apposite lame applicate orizzontalmente ai coltelli dell'erpice (la superficie di taglio si allarga e copre gli spazi vuoti) si ottengono in sintesi questi vantaggi:

  1. eliminazione in un unico passaggio di tutte le erbe infestanti
  2. diminuzione della profondità di lavoro da 10/12 cm a circa 8
  3. riduzione dello sforzo della trattatrice con risparmio di energia e carburante
  4. diminuzione tempi di lavorazione e minore usura dell'erpice.

La lama triangolare, realizzata con la collaborazione di Eurozappa e montata su una linea di erpici di Valentini, viene saldamente incastrata in apposite scanalature (poste a 3/4 cm. dalla base del coltello verticale) dalle quali possono essere successivamente rimosse (per essere sostituite o per utilizzare l'erpice nella sua configurazione originale).

 

I risultati sul campo. Le prove, finanziate dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Venezia, coordinate da Luigi Sartori del Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali dell'Università di Padova, hanno previsto una profondità media di 8 cm. ed hanno evidenziato che i terreni che meglio reagiscono al taglio orizzontale sono quelli di medio impasto tendenti all'argilloso. Oltre alle normali applicazioni nelle lavorazioni di preparazione del letto di semina, l'erpice dotato di lame orizzontali è adatto anche alle lavorazioni interfilari di frutteti, vigneti e impianti arborei in genere, specie nei primi anni di impianto.


Confronto tra diverse tipologie di lavorazione
Blu: erpice normale - Rosso: erpice normale+diserbo - Giallo: erpice con lama GB

Le rilevazioni più recenti. E' interessante per concludere, far riferimento ai primi concreti risultati tecnico funzionali rilevati nei mesi di maggio e giugno 1999 nell'Azienda sperimentale regionale Diana di Mogliano Veneto e l'Azienda sperimentale della Facoltà di Agraria di Padova, situata a Legnaro (PD) dall'equipe di Luigi Sartori."Il maggior livello di affinamento offerto dall'erpice rotante dotato di lama orizzontale - ha concluso Sartori - può consentire un affinamento più rapido nelle preparazioni del letto di semina in periodi stretti, a parità di regolazioni dell'erpice tradizionale, perchè minori sono i tempi di preparazione del terreno. Si ottiene, inoltre, lo stesso effetto di amminutinamento di un erpice tradizionale ma con maggiori prestazioni in termine di velocità di avanzamento e di regimi di rotazione del rotore".


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