Mi capita di prevedere "passaggi" all'altra dimensione, ma allontano sempre la funesta visione, rifiuto di capire, di interpretare un segno che è negativo, di morte. Non si tratta di esorcizzare la Morte, di rifiutare un discorso sulla tanatologia. A me capita frequentemente di leggere testi di tanatologia, di parlare dei limiti della vita, di riflettere sulla caducità delle cose, della provvisorietà dell'esistenza, del convincimento che potremo o abbiamo potuto reincarnarci, assumere un involucro materiale per rivestire un'anima immortale.
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Sono tantissimi i casi che potrei citare a sostegno della pranoterapia con remissione della malattia. Il proposito è solo quello di segnalare alcuni di questi per evitare una elencazione noiosa di episodi che, personalmente, ritengo, ormai di routine, non per un senso di inconcepibile presunzione, ma perché l'imposizione delle mani, quando esercitata con umiltà e disponibilità, consegue quei risultati che ogni pratica ottiene se perseguita con l'effetto primario di assecondare le regole della natura, e prima fra queste la manifestazione energetica rivolta verso il ripristino o il miglioramento dell'equilibrio cellulare proprio dell'uomo.

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