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48. Abimanyunā vaivāhika
( Il matrimonio di Abhimanyu. IV, 63-67)
LXIII 1 Vaiśaṁpāyana disse: e pure Virāṭa riconquistate le ricchezze, al comando dell'esercito, entrando felice in città assieme ai quattro pāṇḍava, 2 sconfitti i trigarta in battaglia, e recuperate tutte le vacche, splendeva il grande re, soffuso di gloria assieme ai pṛthādi, 3 a quel valoroso andato a sedersi, scatenando il piacere degli amici, stavano attorno riuniti i popolani assieme ai brahmani, 4 celebrato assieme all'esercito, il re dei matsya allora compiacendosi, licenziava dunque allora i ri-nati, e i cittadini, 5 quindi il re dei matsya, Virāṭa, comandante dell'esercito, si informava di Uttara chiedendo: “dove è andato?” 6 felici risposero le donne e le fanciulle del palazzo, e quelle che vivevano nel gineceo, che dai kuru erano state predate le vacche, 7 ed egli da solo era partito in grande fretta per sconfiggerli, assieme a Bṛhannaḍa, era partito Pṛthivīṃjaya, 8 dei grandi guerrieri sopraggiunti, Droṇa, il figlio di Śaṃtanu, e Kṛpa, Karṇa, Duryodhana, e il figlio di Droṇa, di questi sei combattenti sul carro, 9 fortemente preoccupato il re Virāta ricordando che il figlio da solo era partito, con Bṛhannaḍa come auriga e aiuto sul campo, diceva a tutti, i ministri in testa: 10 “in ogni caso i kuru e gli altri sovrani, saputo che i trigarta furono sconfitti, non si fermeranno a lungo, 11 perciò partano i miei soldati dotati di grandi forze, a proteggere Uttara, tutti quelli che non furono feriti dai trigarta.” 12 e cavalli elefanti, e carri e le schiere dei fanti e i comandanti rapidi con varie armi ed ornamenti mandava in soccorso del figlio, 13 così il re dei matsya, Virāṭa comandante dell'esercito, ordinava rapidamente a quell'esercito formato da quattro parti: 14 “scoprite rapidamente se il il principe vive oppure no, essendo un eunuco il suo auriga, io credo che egli non viva.” 15 il dharmarāja, sorridendo, diceva allora a Virāṭa afflitto e preoccupato dai kuru: “se Bṛhannaḍa è l'auriga, o sovrano di uomini, i nemici non porteranno via le vacche oggi, 16 tutti i re della terra uniti, e i kuru, e anche e dèi, asura, yakṣa, e nāga, il figlio tuo è in grado di vincere in battaglia servito da lui come auriga.” 17 allora i messaggeri mandati da Uttara, rapidamente viaggiando, raggiunta la città di Virāṭa la vittoria annunciavano allora, 18 e al re un ministro raccontava quindi della suprema vittoria, e pure che Uttara stava tornando dopo aver sbaragliato i kuru: 19 “tutte le vacche avendo conquistato e sconfitto i kuru, Uttara assieme al suo auriga è illeso o tormenta-nemici.” 20 Kaṅka disse: "per fortuna le tue vacche furono riconquistate e sconfitti i kuru, per fortuna si è saputo che tuo figlio è vivo, o toro tra i principi, 21 io non credo ci sia da meravigliarsi se tuo figlio ha sconfitto i kuru, certa era la sua vittoria lui che aveva come auriga Bṛhannaḍa.” 22 Vaiśaṁpāyana disse: allora il sovrano Virāṭa con i capelli ritti per la gioia avendo udito della vittoria del suo principe dall'infinito splendore, avendo coperto di vesti i messaggeri, ai suoi ministri ordinava: 23 “che le vie reali siano adornate delle mie bandiere, e con offerte di fiori siano venerati tutti gli dèi, 24 e le fanciulle e le cortigiane e i principali soldati siano adornati, e tutti i musicisti salutino mio figlio, 25 un araldo con tamburo velocemente salito su un elefante furioso, ad ogni crocicchio annunci la mia vittoria., 26 e Uttarā circondata da molte fanciulle, vestite di ricche vesti, salutino Bṛhannaḍa.” 27 udite le parole del sovrano, tutti, con amuleti in mano ancora, tamburi e strumenti e conchiglie, con eccellenti vesti, felici e contenti, 28 e i sūta assieme ai māgadha, con parole di gioia e suonando tamburi e strumenti musicali, uscirono dalla città del potentissimo Virāṭa a salutare il figlio dall'infinito valore, 29 e mandato l'esercito e le fanciulle e le cortigiane adornate, il re dei matsya, dalla grande saggezza, felice questo diceva: “porta i dadi o Sairandhrī, sia approntata la partita o Kaṅka.” 30 e visto il suo parlare il pāṇḍava rispondeva: “ noi sappiamo che che non si deve giocare con un giocatore felice, 31 io non posso giocare con te oggi che sei pieno di gioia, ma farò ciò che ti piace, si cominci dunque se lo credi.” 32 Virāṭa disse: “donne, vacche oro, e quant'altra ricchezza mi appartiene di tutto ciò non ti devi curare, pur durante il gioco.” 33 Kaṅka disse: “ perché vuoi giocare o re dei re, il gioco è fonte di molti mali o onorevole, perciò giocando molti mali ti potrebbero affliggere, 34 hai sentito o saputo del pāṇḍava Yudhiṣṭhira, egli un grande e prosperoso regno e i fratelli simili a dèi, 35 ai dadi, tutto ha perduto, perciò io non approvo il gioco dei dadi, ma se tu credi o re, allora gioca se ti piace.” 36 Vaiśaṁpāyana disse: mentre cominciava la partita allora il matsya diceva al pāṇḍava: “guarda come mio figlio quei tali kuru ha sconfitto in battaglia” 37 allora il figlio di Dharma, Yudhiṣṭhira diceva al re dei matsya: “avendo Bṛhannaḍa come auriga come egli avrebbe potuto non vincere?” 38 così apostrofato piccato il re matsya diceva al pāṇḍava: “ pari a mio figlio o disonore dei brahmani tu elogi un eunuco, 39 quanto si debba dire o tacere tu non conosci, e dunque mi offendi, perché egli non poteva sconfiggere tutti questi con Bhīṣma e Droṇa in testa? 40 per pura amicizia io questa tua offesa perdono o brahmano, ma non la devi di nuovo dire se desideri vivere.” 41 Yudhiṣṭhira disse: “ dove c'è Droṇa e Bhīṣma e il droṇide, e Karṇa figlio del sole, e Duryodhana o re dei re, e tutti gli altri grandi guerrieri, 42 neppur il cento-riti in persona accompagnato dalle schiere dei marut, nessun altri che Bṛhannaḍa puo combattere tutti questi riuniti.” 43 Virāṭa disse: “molte volte te l'ho proibito di e non trattieni le tue parole, se non ci fosse alcuna punizione, nessuno seguirebbe il dharma.” 44 Vaiśaṁpāyana disse: quindi offeso il re colpiva violentemente con un dado sul viso Yudhiṣṭhira, con ira minacciandolo: “non farlo più!” 45 dal naso di lui fortemente colpito colava il sangue, perché non toccasse terra il pṛthāde con le mani lo prendeva, 46 e quell'anima pia guardava Draupadī ferma al suo fianco, ella capendo l'intenzione del marito, obbediente al suo pensiero, 47 spingendo avanti un vaso d'oro per l'acqua, quella irreprensibile raccoglieva quel sangue, che scorreva dal pāṇḍava. 48 quindi Uttara, belle e varie ghirlande profumate indossando, gioioso procedendo entrava in città, 49 celebrato dai cittadini dalle donne e dai popolani, raggiunte le porte del palazzo si faceva annunciare al padre, 50 e il portinaio entrato questo diceva a Virāṭa, “tuo figlio Uttara assieme a Bṛhannaḍa è fermo sulla porta.” 51 allora felice il re dei matsya, diceva questo al guerriero: “fai entrare entrambi rapidamente io ardo dal desiderio di vederli.” 52 ma il re dei kuru al guerriero piano sussurrava all'orecchio, “fai entrare solo Uttara, che non entri Bṛhannaḍa, 53 quel grandi-braccia ha giurato questo voto, chi ferisca il mio corpo, o faccia scorrere il mio sangue, eccetto che sul campo di battaglia, senza dubbio non deve sopravvivere, 54 egli violentemente infuriato vedendo il mio sangue non lo sopporterebbe, e qui ucciderebbe Virāṭa coi suoi ministri e il suo esercito.” LXIV 1 Vaiśaṁpāyana disse: quindi il maggiore dei figli del re, Pṛthivīṃjaya entrava egli salutato il padre ai suoi piedi, guardava il dharmarāja, 2 e vedendolo pieno di sangue perplesso e senza colpa, seduto da solo ad una estremità curato da Sairandhrī, 3 allora Uttara chiedeva quasi affrettandosi al padre: “da chi fu colpito o re? quale colpa ha commesso?” 4 Virāṭa disse: “da me fu colpito, quel falso, egli merita anche più di questo, che mentre io elogiavo la tua forza lui elogiava l'eunuco.” 5 Uttara disse: “ un mala azione hai compiuto o re, in fretta cerca il suo perdono, che la terribile forza del brahmano non ti bruci con la tua famiglia,” 6 Vaiśaṁpāyana disse: le parole del figlio udite Virāṭa benefattore del regno, cercava di calmare il kuntīde, che era come un fuoco sotto la cenere, 7 e perdonando il re il pāṇḍava rispondeva: “da molto io ho perdonato o re, io non ho alcuna ira in me, 8 se il mio sangue dal naso fosse caduto a terra, tu o grande re saresti stato distrutto col tuo regno, senza alcun dubbio, 9 non ti biasimo o re, per avermi colpito senza colpa, spesso la violenza o grande re, prende posseso del potente.” 10 quando il sangue era finito, entrava allora Bṛhannaḍa, e salutato Virāṭa, si mise vicino a Kaṅka, 11 ed avuto il perdono dal kuru, allora il matsya, Uttara tornato dalla battaglia elogiava allora mentre l'ambidestro lo ascoltava, 12 “ con te io ho un degno erede, o tu che scateni la gioia della kaikeya, un figlio pari a te io non ho mai avuto né l'avrò, 13 come tu o figlio hai potuto scontrarti con quel Karṇa che non dimentica nemmeno un passo dei mille che compie? 14 Bhīṣma di cui nell'intero mondo umano non si trova uguale, che è imperturbabile come il mare, e potente come il fuoco finale, con questo Bhīṣma o figlio come hai potuto scontrarti? 15 e il maestro dei valorosi vṛṣṇi e dei pāṇḍava, che pure è un brahmano, e maestro di ogni kṣatriya, e il migliore di tutti gli armati, con questo Droṇa o figlio come hai potuto scontrarti? 16 e il figlio del maestro, che pure è valoroso più di tutti gli armati, e che ha nome Aśvatthāman, come con questo ti sei scontrato? 17 e quello che vedendolo in battaglia si disperano come mercanti rapiti del proprio, con Kṛpa o figlio come hai potuto scontrarti? 18 e il figlio del re che può spaccare una montagna con le sue grandi frecce, con Duryodhana o figlio come hai potuto scontrarti?” 19 Uttara disse: “ non io ho conquistato le vacche, né io ho sconfitto i nemici, tutta questa impresa fu compiuta da un figlio di un dio, 20 quel figlio di un dio riportava indietro me che fuggivo per la paura, e quel giovane stava sul carro simile al dio armato di folgore, 21 da lui furono conquistate le vacche, e da lui sconfitti i kuru, l'impresa di questo eroe non è stata compiuta da me o padre, 22 quel valoroso, il figlio di Śaradavat, e Droṇa e il figlio di Droṇa, e il figlio del sūta, e Bhīṣma tutti ha fatto fuggire con le sue frecce, 23 e a Duryodhana sconfitto in battaglia come un capobranco coi suoi elefanti, e impaurito diceva egli a quel potentissimo figlio di re: 24 “non scorgo per te alcun riparo neppure ad hāstinapura con tutto l'impegno cerca di restare vivo o figlio dei kuru, 25 non ti salverai fuggendo, poni mente dunque a combattere, godrai allora della terra vincendo o se ucciso otterrai il cielo.” 26 egli allora tornava quella tigre fra gli uomini scagliando frecce simili a folgori, circondato dai suoi compagni, il re sul carro com un nāga sibilante, 27 allora i miei capelli si rizzarono si paralizzarono le gambe o mio signore, che quell'esercito rimpiva il cielo di frecce come di nuvole, 28 quel giovane messosi in moto, attaccava come un leone quella schiera di carri, e quel forte ridendo o re, toglieva le vesti ai kuru, 29 da un solo valoroso, sei carri furono circondati, come da una tigre furiosa le antilopi, che nella foresta vivono di erba.” 30 Virāṭa disse: “dov'è quel gloriosissimo figlio di un dio dalle potenti braccia, colui che ha riconquistato sul campo la ricchezza rubata dai kuru? 31 io voglio vederlo e venerarlo quel fortissimo, quel figlio di un dio che ha protetto te e le vacche.” 32 Uttara disse: “ quel potentissimo figlio di un dio o padre è svanito, egli io credo domani o dopodomani riapparirà.” 33 Vaiiśaṁpāyana disse: con quel racconto Virāṭa non riconosceva il pāṇḍava il pṛthāde Arjuna che viveva nascosto in incognito, 34 allora il pṛthāde col permesso di Virāṭa, grand'anima, offriva di persona quelle vesti alla figlia di Virāṭa, 35 e Uttarā quegli splendidi e prezioni tessuti, accettando felice era la nobildonna di quelle vesti, 36 il kuntīde allora messosi d'accordo di nascosto con Uttara, che tutto dovesse essere compiuto dal re Yudhiṣṭhira, 37 e quindi stabilito quanto doveva essere o toro fra gli uomini, quel toro dei bhārata, ne fu contento assieme al figlio del matsya. LXV 1 Vaiśaṁpāyana disse: quindi al terzo giorno, i cinque fratelli pāṇḍava, fatti i lavacri, indossando vesti bianche, terminato l'accordo fatto, 2 messo davanti Yudhiṣṭhira, adornati di ogni ornamento, come elefanti punteggiati di rosso, apparivano quei grandi guerrieri, 3 e raggiunto la sala di Virāṭa dove erano seduti i principi, sedettero tutti accesi di splendore, come fuochi sugli altari, 4 essendosi essi seduti, il signore della terra Virāṭa, giungeva nella sala, per fare tutti i compiti del re, 5 e vedendo i gloriosi pāṇḍava, splendere come fuochi, allora il matsya diceva a Kaṅka fermo vicino con l'aspetto di un dio, simile al signore dei trenta dèi seduto con le schiere dei marut: 6 “tu da me sei stato fatto mero cortigiano addetto al gioco dei dadi, quindi perché sei qui seduto sul trono tutto adornato?” 7 come una battuta scherzosa prendendo le parole di Virāṭa, sorridendo Arjuna o re, diceva queste parole: 8 “ egli o re anche sul trono di Indra e degno di salire, sapiente del brahman e dei veda, liberale, dedito ai sacrifici, dai fermi voti, 9 costui è il toro dei kuru, il figlio di Kuntī, Yudhiṣṭhira, la sua fama è salda nel mondo, come la luce del sole che sorge, 10 i luminosi raggi della sua gloria sono diffusi in ogni direzione, come gli splendidi raggi del sole alto nel cielo, 11 diecimila elefanti veloci lo seguivano da dietro o re, quando egli risiedeva tra i kuru, 12 trenta mila carri inghirlandati d'oro lo seguivano da dietro sempre, tirati dai loro cavalli, 13 ottocento bardi con lucenti e ingioiellati orecchini, lo celebravano assieme ai menestrelli, un tempo come i ṛṣi fanno con Śakra, 14 sempre lo servono i kaurava, come servi, e tutti i sovrani o re, come gli immortali servono il signore delle ricchezze, 15 egli tributi otteneva da tutti i sovrani della terra allora, come pure o grande re dai vaiśya a lui soggetti e indipendenti, 16 ottantotto mila brahmani compiuti, grandi anime, vivevano mantenuti da quel re dai virtuosi voti, 17 egli gli anziani, le vedove, gli storpi e gli uomini claudicanti, come un padre, le creature proteggeva nel dharma, o vittorioso, 18 egli è sempre nel dharma e nell'autocontrollo e fermo nel controllo dell'ira, è di grande calma, sapiente del brahman, di parola sincera, il principe, 19 per la sua gloria e ricchezza si affliggeva Suyodhana, quel potente assieme ai suoi, a Karṇa e al figlio di Subala, 20 le sue qualità sono impossibili da enumerare o signore di uomini, il pāṇḍava è sempre intento al dharma, e privo di crudeltà, 21 in questo modo è dotato il grande re, il pāṇḍava toro fra i principi, come questo signore della terra non meriti dunque il seggio di un re?” LXVI 1 Virāṭa disse: “se egli è il re dei kuru, il figlio di Kuntī, Yudhiṣṭhira, chi è suo fratello Arjuna e chi il forte Bhīma? 2 e Nakula e Sahadeva, oppure la bellissima Draupadī? dopo che i pṛthādi furono sconfitti ai dadi, nessuno sapeva dove fossero.” 3 Arjuna dissse: “ il tuo cuoco che che si chiama Ballava o sovrano di uomini, è Bhīma il grandi-braccia, dalla terribile forza e coraggio, 4 egli i furiosi esseri uccidendo sul monte gandhamādana, raccolse i divini profumati fiori per conto di Kṛṣṇā, 5 egli come un gandharva uccise i malvagi seguaci di Kīcaka, e tigri e orsi e cinghiali, uccise pure nel tuo gineceo, 6 quello che era il tuo cavallaro, è Nakula uccisore di nemici, e il mandriano è Sahadeva, questi i due grandi guerrieri figli di Mādrī, 7 entrambi indossano bellissime vesti, e sono bellissimi, e gloriosi, questi due tori fra gli uomini sono pari a varie migliaia di guerrieri sui carri, 8 questa dagli occhi a foglia di loto, dal sottile vitino, e dal bel sorriso, Sairandhrī o re è Draupadī per la quale fu ucciso Kīcaka, 9 e io sono Arjuna o grande re, davanti a te giunto, minore di Bhīma, figlio di Pṛthā e maggiore dei due gemelli, 10 abbiamo vissuto o grande re, felicemente nel tuo palazzo, vivendo in incognito, come creature nel grembo materno.” 11 Vaiśaṁpāyana disse: quando l'eoe Arjuna ebbe raccontato dei cinque pāṇḍava, allora il figlio di Virāṭa raccontava del valore di Arjuna: 12 “ egli stava in mezzo ai nemici come un leone tra le antilopi, si muoveva tra le schiere dei carri colpendo tra questi i migliori, 13 da lui trafitto un grande elefante ucciso con una freccia, con la bardatura d'oro e le sue zanne sul campo cadeva a terra, 14 da lui furono conquistate le vacche e vinti i kuru in battaglia, i miei orecchi furono assordati dal suono della sua conchiglia.” 15 udite le sue parole il potente re dei matsya, rispondeva ad Uttara sentendosi in colpa verso Yudhiṣṭhira: 16 “ io ritengo che sia giunto il momento di aver il favore del pāṇḍava io darò Uttarā al pṛthāde se tu lo ritieni opportuno.” 17 Uttara disse: “di venerarli adorarli e onorarli io credo sia giunto il momento, siano venerati dunque i gloriosi pāṇḍava meritevoli di adorazione.” 18 Virāṭa disse: “io pure in battaglia caduto preda dei nemici, fui liberato da Bhīmasena e furono riconquistate le vacche, 19 fu per il valore delle loro braccia che la vittoria fu nostra nella battaglia, noi tutti assieme ai ministri quindi il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira propiziamoci, fortuna sia a te e ai tuoi fratelli o toro dei pāṇḍava, 20 qualunque cosa da noi fu detto per ignoranza al sovrano, il pāṇḍava anima giusta, tutto lo deve perdonare.” 21 Vaiśaṁpāyana disse: allora Virāṭa tutto contento avvicinatosi fece un'alleanza col re, il grand'anima l'intero suo regno a lui garantiva, con le città, lo scettro e il tesoro, 22 e quindi a tutti i pāṇḍava il potente re di matsya, a cominciare dal conquista-ricchezze augurava ogni fortuna, 23 baciandoli sul viso e abbracciando ripetutamente, Yudhiṣṭhira e Bhīma e i due pāṇḍava figli di Mādrī, 24 e Virāṭa comandante dell'esercito non si saziava di guardarli, e con anima lieta quindi diceva al re Yudhiṣṭhira: 25 per fortuna siete giunti prosperi dalla foresta, e per fortuna avete completato il difficile stato all'insaputa dei malvagi, 26 questo nostro regno o pṛthādi e quant'altro noi possediamo, tutto prendetelo o kuntīdi, senza alcuna esitazione, 27 il conquista-ricchezze, l'ambidestro prenda in sposa Uttarā, lui il migliore degli uomini è il marito adatto per lei.” 28 così apostrofato il dharmarāja, guardava il pṛthāde, il conquista-ricchezze, e guardato dal fratello Arjuna diceva queste parole al matsya: 29 “io accetto o re tua figlia come nuora, stretta sarà dunque la nostra parentela tra i matsya e i bhārata.” LXVII 1 Virāṭa disse: “ per quale motivo o migliore dei pāṇḍava come moglie mia figlia che io ti concedo non vuoi prendere?” 2 Arjuna disse: “ nel gineceo sono vissuto sempre vedendo tua figlia, e sia da soli che in pubblico ella ha confidato in me come ad un padre, 3 e con grande affetto, io sono stato insegnante di ballo e di canto, e tua figlia sempre ha pensato a me come ad un maestro, 4 e essendo maturata o re, mentre io per un anno ho qui abitato, potrebbe sorgere qualche sospetto al mondo sulla tua casa o vittorioso, 5 perciò io invito tua figlia o signore sulla terra, io fui puro, e controllato vinti i sensi, ed ho rispettato la sua purezza, 6 io invito tua figlia ad essermi nuora, e di nuovo figlia mia, qui io non scorgo dubbio, con questo la sua purezza sarà attestata, 7 della calunnia dei malvagi io ho paura, o tormenta-nemici, io dunque accetto come nuora o re, tua figlia Uttarā, 8 il nipote di Vāsudeva in persona simile ad un figlio divino, quel giovane amato dall'armato del disco, è pure esperto di armi, 9 mio figlio Abhimanyu dalle grandi braccia, o signore di popoli, è degno sarà il marito di tua figlia e tuo genero.” 10 Virāṭa disse: “ questo sia, o migliore dei kuru, o figlio di Kuntī, conquista-ricchezze, il pāṇḍava che così è sempre sapiente del dharma e saggio, 11 quanto tu pensi debba farsi o pṛthāde sarà immediatamente fatto, ogni mio desiderio è compiuto dato che Arjuna diviene mio congiunto.” 12 Vaiśaṁpāyana disse: cosi avendo parlato il re dei re, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira, approvava egli l'accordo e la parentela del matsya col pṛthāde, 13 quindi a Vāsudeva e a tutti gli amici o bhārata, mandava inviti il kuntīde e anche il sovrano Virāṭa, 14 quindi trascorsi i tredici anni, i cinque pāṇḍava, partirono tutti per la città di Virāṭa, per upaplavya, 15 e in questa abitando Bībhatsu, fece venire Janārdana, e il pāṇḍava dalla regione degli ānarta pure i dāśārha e Abhimanyu, 16 il re dei kāśi e quello dei śibi, molto cari a Yudhiṣṭhira, entrambi con con due akṣauhiṇī vennero o signore sulla terra, 17 e con un akṣauhiṇī il valente e fortissimo Yajñasena, e i valorosi figli di Draupadī e l'invitto Śikhaṇḍin, 18 e l'inattaccabile Dhṛṣṭadyumna, il migliore di tutti gli armati, tutti comandanti di eserciti, attenti ai sacrifici, e fonti di doni, tutti dotati di armi e frecce, tutti guerrieri, pronti a dare la vita, 19 il matsya, il migliore dei sostenitore del dharma tutti questi giunti avendo visto, felice divenne di aver dato la figlia ad Abhimanyu, 20 quindi ancora arrivando dei principi, là giungeva Vāsudeva, con la ghirlanda silvestre e Balarāma col suo vomere, e il figlio di Hṛdika Kṛtavarman, e Yuyudhāna Sātyaki, 21 e Anādhṛṣṭi, Akrūra, Sāmba, e Niśaṭha, questi tormenta-nemici portando Abhimanyu assieme alla madre, 22 e tutti a cominciare da Indrasena, coi loro splendidi carri, giunsero insieme quelli che avevano abitato via un intero anno, 23 dieci mila elefanti, e cento miriadi di cavalieri, e una intera massa di carri, e milioni di fanti, 24 e molti vṛṣṇi e andhaka, e i bhoja dal grande vigore, seguirono la tigre dei vṛṣṇi, Vāsudeva dal grande splendore, 25 grandi corredi Kṛṣṇa diede ai pāṇḍava grandi anime, donne e carri e vesti, ciascuna cosa in gran numero, allora ebbe luogo il matrimonio secondo le regole tra la matsya e il pṛthāde, 26 quindi conchiglie e tamburi, e corni e timpani, dai pṛthādi furono suonati nel palazzo del matsya per il matrimonio, 27 presero antilopi in gran numero e centinaia di vigorosi animali sacrificali, e deliziosi cibi e bevande, in abbondanza furono servite, 28 e cantanti ed esperti nelle storie, e ballerini e poeti, e i bardi assieme ai menestrelli che cantavano le lodi dei presenti, 29 e con Sudeṣṇā in testa le principali donne dei matsya, belle in ogni aspetto, con splendidi orecchini e gioielli vennero, 30 e queste donne bellissime, di bel portamento e adornate, e tutte superava Kṛṣṇā per bellezza splendore e fama, 31 circondando esse Uttarā la figlia del re adornata, come fosse la figlia del grande Indra messala avanti la seguivano, 32 il conquista-ricchezze, il kuntīde la accettava per conto del figlio, nato da Subhadrā, quella figlia di Virāṭa dalle membra perfette, 33 e là stando il grande re apparendo con l'aspetto di Indra, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira, la accettava come nuora, 34 e presala, il pṛthāde messo avanti Janārdana, il matrimonio celebrava del figlio di Subhadrā grand'anima, 35 a lui sette mila cavalli veloci come il vento, e due cento grandi elefanti, diede e grandi ricchezze, 36 e compiuto il matrimonio Yudhiṣṭhira il figlio di Dharma, quell'incrollabile, ai brahmani dava la ricchezza che potevano portare, 37 migliaia di vacche, gioielli, e vesti variopinte, ed eccellenti ornamenti, veicoli e letti, 38 e felice e piena di gente ben nutrita, apparendo in quella grande festa, la città del re dei matsya, splendeva o toro dei bhārata.