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84. Cārvākanigraha
( La soppressione di Cārvāka. XII, 39)
XXXIX 1 Vaiśaṃpāyana disse: mentre entravano i pṛthādi, le genti che abitavano la città, in molte migliaia accorseso per vederli, 2 la strada reale splendeva adornata ad ogni incrocio, come al sorgere della luna o re, cresce l'oceano, 3 le case sulla via reale erano coperte di gemme, e piene di donne, quasi tremavano per il peso o bhārata, 4 e queste dolcemente quasi con vergogna elogiavano Yudhiṣṭhira, Bhīmasena e Arjuna, e i due pāṇḍava figli di Mādrī: 5 “fortunata tu sei o pāñcālī, che tu questi ottimi uomini servi o nobildonna, come Gautamī i grandi ṛṣi, 6 le tue azioni non sono fallaci, o splendida, intenta ai voti.” così o grande re, allora le donne elogiavano Kṛṣṇā, 7 da quelle loro grida di elogio, e da quelle voci reciproche o bhārata, e dalle attestazioni di affetto la città era piena, 8 Yudhiṣṭhira passando sulla via reale così piena, adornata e splendente, si avviava al palazzo reale, 9 quindi tutti i ministri, e le genti di città e del contado, dicevano discorsi piacevoli all'orecchio, giungendo ad ogni momento: 10 “ per fortuna o re dei re, hai vinto i nemici o distruttore di nemici, per fortuna ha riottenuto il regno col dharma e la forza, 11 sii dunque tu o grande re, il nostro re qui per cento anni, proteggi nel dharma le creature, come Indra fa nel terzo cielo o sovrano.” 12 così celebrato da quegli auspici sulla porta del palazzo reale, accettava da ogni parte le parole di benedizione dei ri-nati, 13 entrando nel palazzo simile alla dimora del re degli dèi, il re udite quelle parole di vittoria, scendeva poi dal carro, 14 ed entrato nelle parti interne il glorioso avvicinatosi alle immagini divine, le venerava in ogni modo con gemme e ghirlande profumate, 15 e usciva poi quello splendido dalla grande gloria, e vedeva gli eruditi brahmani che lo aspettavano, 16 egli allora attorniato dai savi che recitavano parole di benedizione, splendeva come la luna pura, attorniata dalle schiere delle stelle, 17 il kuntīde onorava quei ri-nati secondo le regole, posto avanti Dhaumya e il fratello maggiore del padre, 18 com graziosi dolcetti e gemme e con moltissimo oro, con vacche e vesti o re dei re, e con varie altre cose desiderabili, 19 quindi un suono di festa sorgeva che raggiungeva il cielo o bhārata, puro e piacevole ad udirsi, che portava gioia agli amici, 20 quelle parole dei ri-nati o re, che là rumoreggiavano come oche selvatiche, che egli udiva da quei sapienti dei veda erano magnifiche per senso e suono, 21 quindi un suono gradevole di conchiglie e tamburi, e un suono che annunciavano la vittoria là apparivano, 22 e mentre poi là, la gente comune di nuovo stava in silenzio, il rākṣasa Cārvāka sotto le spoglie di un brahmano parlava al re, 23 là egli era un amico di Duryodhana nascosto nell'aspetto di un mendico, come uno yogin col crocchio, e il bastone a tre denti, sicuro senza paura, 24 attorniato da tutti i savi che recitavano parole di benedizione, ed erano più di mille o re dei re, saldi nel tapas e nel controllo, 25 quel malvagio dediderando il male dei pāṇḍava grandi anime, senza essersi consultato coi savi diceva al sovrano della terra: 26 “ tutti questi ri-nati parlano assieme alle mie parole, vergogna sia a te falso sovrano, e assassino dei famigliari, 27 che vale per te questo regno avendo compiuto una tale distruzione di famigliari? avendo ucciso i guru, la morte sarebbe meglio non la vita.” 28 così avendo udito i ri-nati le parole del terribile rakṣas, tremarono e gridarono feriti dalle sue parole, 29 quindi tutti i brahmani e il re Yudhiṣṭhira, vergognosi e supremamente agitati erano in silenzio o signore di popoli. 30 Yudhiṣṭhira disse: “ siate benevoli con me che inchinato ve lo chiedo, non dovete gettare della vergogna su di me che sono ristorato da un dolore.” 31 Vaiśaṃpāyana disse: allora o re tutti i brahmani o signore di popoli, dissero: “ non sono queste le nostre parole, prosperità sia a te o sovrano.” 32 lo conoscevano quelle grandi anime coll'occhio della saggezza, quei brahmani sapienti dei veda e purificati dal tapas. 33 i brahmani dissero: “ costui è il rākṣasa Cārvāka, un amico di Duryodhana, sotto l'aspetto di un mendico, egli vuole fare il suo bene, 34 noi non parliamo così o anima giusta, scaccia una tale paura, a te assieme ai fratelli che possa essere prosperità.” 35 Vaiśaṃpāyana disse: quindi tutti i brahmani soverchiati dall'ira, con minacce quei puri rimproverandolo, uccidevano quel malo rākṣasa, 36 egli cadeva, completamente bruciato dallo splendore dei sapienti dei veda, come un albero pieno di gemme bruciato dalla folgore del grande Indra, 37 e onorati i savi, salutando il re se ne partivano, e il re pāṇḍava colle genti sue amiche ritrovava la gioia. 38 Vāsudeva disse: “ i brahmani in questo mondo o caro, sempre sono venerati da me, essi sono dèi che vivono in terra, dal veleno nelle parole e molto benigni, 39 un tempo nel kṛtayuga o caro il rākṣasa di nome Cārvāka, praticava il tapas o grandi-braccia, a badarī per molti anni, 40 e fu apprezzato con grazie ripetutamente da Brahmā, egli scelse di non aver timore da nessun essere o bhārata, 41 e gli dava quella suprema grazia, eccetto che per l'offesa fatta ai ri-nati, di non aver timore di nessun essere, così il Signore dell'universo, 42 quel malvagio rākṣasa ottenuta la grazia con incomparabile coraggio, tormentava gli dèi, con crudele azioni quel fortissimo, 43 allora gli dèi riunitisi parlavano di questo a Brahmā per la distruzione del rakṣas essendo offesi dalla sua forza, 44 e l'eterno dio diceva a loro: “ già fu da me stabilito come la morte sarà presto su di lui.” così o bhārata, 45 “un re di nome Duryodhana sarà suo amico o sovrano, e legato da affetto per lui, costui offenderà i brahmani, 46 e quindi infuriati i savi, colpiti da quella offesa, bruceranno quel malvagio colla forza delle parole, e quindi andrà distrutto.” 47 il rākṣasa giace quindi ucciso dal bastone di Brahmā, questo Cārvāka o migliore dei sovrani, non affliggerti o toro dei bhārata, 48 sono stati uccisi nel dharma kṣatriya i tuoi parenti o principe, e sono ora in paradiso quelle grandi anime, i valorosi tori degli kṣatriya, 49 goditi la prosperità, non aver tristezze o incrollabile, uccidi i nemici e governa le creature, e dai protezione ai ri-nati.”