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90. Bhīṣmasya svargārohaṇika

( L'ascesa di Bhīṣma al paradiso. XIII, 153-154)

                              CLIII

   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	quindi il re figlio di Kuntī, avendo onorato cittadini e 
     	abitanti della regione secondo le regole, li licenziava verso le loro case,

   2 	e consolava le donne coi mariti e coi signori uccisi,
     	con ampie donazioni di ricchezza, allora il sovrano figlio di Pāṇḍu,

   3 	e consacrato, il grande saggio Yudhiṣṭhira ottenuto il regno,
     	quel migliore degli uomini allora ristabiliva tutti nelle proprie condizioni,

   4 	dai ri-nati, dai comandanti dell'esercito, e dai cittadini, da tutti
     	accettando le migliori benedizioni quel migliore dei sostenitori del dharma,

   5 	essendo rimasto cinque notti nella suprema città, quello splendido,
     	ricordando l'accordo col primo dei kaurava, quel toro fra gli uomini,

   6 	usciva dalla città degli elefanti, circondato da officianti,
     	dopo aver visto il sole tornare, a percorrere la via settentrionale,

   7 	e Yudhiṣṭhira presa una ghirlanda profumata e dei lini, 
     	e i migliori profumi di sandali e aloe, e gli aloe del momento,

   8 	il kuntīde faceva preparare per tempo la cerimonia funebre di Bhīṣma,
     	preziosissime ghirlande e gemme di vario tipo,

   9 	e messo avanti Dhṛtarāṣṭra e la virtuosa Gāndhārī,
     	e la madre Pṛthā, quel saggio toro fra gli uomini coi fratelli,

  10 	e seguìto da Janārdana, e dal saggio Vidura,
     	e da Yuyutsu, il kauravya assieme a Yuyudhāna o vittorioso,

  11 	circondato da un largo seguito adatto ad un re,
     	e celebrato o grande re, si recava alla pira di Bhīṣma,

  12 	usciva da quella città come fosse il signore degli dèi,
     	e raggiungeva a kurukṣetra il sovrano figlio di Śaṃtanu,

  13 	onorato da Vyāsa, il saggio figlio di Parāśara, 
     	e da Nārada, o ṛṣi regale, e da Devala Asita,

  14 	e dagli altri sovrani provenienti da molte regioni, rimasti sopravissuti, 
     	e da guardie era da ogni parte protetto quel grand'anima,

  15 	quindi il sovrano lo scorgeva giacere sull'eroico giaciglio,
     	e allora scendeva dal carro assieme ai fratelli il dharmarāja,

  16 	e il kuntīde, salutando onorevolmente il nonno uccisore di nemici,
     	e i savi col dvaipāyana in testa e da loro di contro salutato,

  17 	quell'incrollabile cogli officianti brahmani e coi fratelli,
     	avvicinatosi al giaciglio di frecce circondato dai ṛṣi,

  18 	il dharmarāja Yudhiṣṭhira assieme ai fratelli diceva al migliore dei bhārata,
     	al figlio della fiumana che là giaceva o kauravya:

  19 	“ io sono Yudhiṣṭhira o sovrano, e mi inchino a te o figlio della jāhnavī,
     	se mi senti o grandi-braccia dimmi cosa devo fare per te,

  20 	giunto sono secondo accordo o re, portando i fuochi o illustre,
     	maestri, brahmani, e officianti e i miei fratelli sono qui,

  21 	e tuo figlio, il signore di genti Dhṛtarāṣṭra dal grande splendore,
     	è qui giunto coi suoi consiglieri, e il valoroso Vāsudeva,

  22 	e tutti re, sopravissuti e i kurujāṅgala,
     	guardali o tigre dei kuru, apri i tuoi occhi,

  23 	qualunque cosa quaggiù si debba fare, sarà fatto compiere interamente da me,
     	nel tempo stabilito da te, tutto sarà dunque compiuto.”

  24 	così apostrofato dal saggio figlio di Kuntī il figlio di Gaṅgā,
     	scorgeva tutti i bhārata lì in piedi che lo circondavano,

  25 	quindi Bhīṣma afferrato il suo ampio braccio, 
     	gli diceva queste parole parlando con suono di mucchi di nubi:

  26 	“ per fortuna sei giunto o kuntīde, coi tuoi ministri o Yudhiṣṭhira,
     	si è girato il beato dio sole dai mille raggi,

  27 	ora sono passate cinquattotto notti per me su questo giaciglio, 
     	su queste appuntite frecce, e fu come fossero cento anni,

  28 	è giunto ora māgha, il mese puro o Yudhiṣṭhira,
     	è rimasta la terza parte e deve ormai giungere la luna piena.”

  29 	così avendo parlato il figlio di Gaṅgā a Yudhiṣṭhira figlio di Dharma,
     	rivolgendosi poi a Dhṛtarāṣṭra queste parole diceva:

  30 	“ o re, sapiente del dharma e di certo esperto di artha tu sei, 
     	e di molta erudizione sono i molti savi qui attorno,

  31 	tutte le scritture vediche e i dharma tu o signore di uomini,
     	e i quattro veda coi vedāṅga interamente padroneggi,

  32 	non devi dolerti o kaurava, così deve essere,
     	tu hai udito questo divino segreto pure da Kṛṣṇa dvaipāyana,

  33 	come questi sono figli di Pāṇḍu, così secondo il dharma sono pure tuoi,
     	proteggili saldo nel dharma essi sono felici di obbedire al guru, 

  34 	il dhramarāja dall'anima pura, starà ai tuoi comandi,
     	io lo conosco devoto alla compassione e affezionato al guru,

  35 	i tuoi figli dall'anima cattiva, posseduti da ira e brama,
     	erano soverchiati da invidie, e di mala condotta, per loro non devi dolerti.”

  36 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	coì avendo parlato al saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	il kaurava si rivolgeva al grandi-braccia Vāsudeva:

  37 	“ o Beato, Signore e dio degli dèi, venerato da dèi e asura,
     	o dio dai tre passi, omaggio sia a te o possessore di mazza, disco e conchiglia

  38 	dammi la tua licenza o Kṛṣṇa, o supremo puruṣa, o Vaikuṇṭha,
     	che i pāṇḍava siano da te protetti, tu sei il loro rifugio,

  39 	io un tempo dissi al folle e sciocco Duryodhana:
     	' dove vi è Kṛṣṇa là vi è il dharma, e dove il dharma là la vittoria, 

  40 	per consiglio di Vāsudeva o figlio, fai pace coi pāṇḍava,
     	questo è il supremo momento per la tua pace.' così io ripetutamente,

  41 	ma il folle col suo sciocchissimo pensiero non ascoltò le mie parole,
     	e avendo martoriato la terra, allora ha trovato la morte,

  42 	io ti conosco o valoroso, come l'antico supremo ṛṣi,
     	il divino che a lungo risiedeva a badarī assieme a Nara,

  43 	così mi dissero Nārada e Vyāsa dal grandissimo tapas:
     	' questi due sono Nara e Nārāyaṇa, rinati tra gli uomini.'”

  44 	Vāsudeva disse:
     	“ ti do il mio permesso o Bhīṣma, raggiungi i vasu o principe,
     	in te non vi è nessun vizio che io possa vedere o splendidissimo,

  45 	devoto al padre tu sei o ṛṣi regale, come un secondo Mārkaṇḍeya,
     	per questo la morte è salda ai tuoi ordini come un servo obbediente.”

  46 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così apostrofato il figlio di Gaṅgā, diceva ai pāṇḍava,
     	e a tutti gli altri cari amici con Dhṛtarāṣṭra in testa:

  47 	“ io desidero morire, voi mi dovete dare il permesso,
     	voi dovete praticare la verità, la verità è la suprema forza,

  48 	sempre dovete rimanere con brahmani dalle anime controllate,
     	devoti alla compassione, di giusta condotta, e sempre intenti al tapas o bhārata.”

  49 	così avendo parlato e consolati tutti gli amici,
     	ancora quel saggio diceva queste parole a Yudhiṣṭhira:

  50 	“ sempre i brahmani, e specialmente quelli saggi,
     	i maestri, e gli officianti devi venerare o signore di uomini.”
     


                              CLIV


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così avendo parlato a tutti i kuru, Bhīṣma il figlio di Śaṃtanu,
     	quel kauravya rimase silenzioso per un po', o uccisore di nemici,

   2 	tratteneva sé stesso nei respiri secondo il giusto ordine 
     	e quindi i soffi vitali di quel grand'anima, trattenuti andarono in alto, 

   3 	e vi fu questo portento in mezzo a quelle grandi anime,
     	che ciascuna delle sue membra che scioglieva il figlio di Śaṃtanu
     	diveniva priva di frecce, per la sua concentrazione yogica,

   4 	e in un istante davanti a loro egli divenne libero dalle frecce,
     	tutti loro con Vāsudeva per primo, vedendolo ne furono stupiti,
     	e pure tutti quei muni con Vyāsa in testa o sovrano,

   5 	e la sua anima trattenuta da lui, in tutti i suoi sensi,
     	procedeva lacerando la testa e si precipitava in cielo, 

   6 	come una grande meterora dal cranio di Bhīṣma o signore di genti,
     	uscendo, ed entrando nell'aria, in un istante scompariva,

   7 	così il sovrano figlio di Śaṃtanu allora o tigre fra i monarchi,
     	quell'eminente della stirpe dei bhārata si univa ai propri mondi,

   8 	quindi prendendo molti legni e vari profumi,
     	costruirono la pira del grand'anima, i pāṇḍava assieme a Vidura,
     	e anche il kauravya Yuyutsu e altri ne furono spettatori, 

   9 	Yudhiṣṭhira però e Vidura dal grande intelletto, coprivano
     	il kaurava figlio di Gaṅgā con sudari e ghirlande,

  10 	e Yuyutsu reggeva il suo supremo parasole,
     	e Bhīmasena e Arjuna gli splendidi piumaggi e i flabelli,
     	e due corone portavano quindi i due figli di Mādrī,

  11 	le donne del sovrano dei kaurava, presi dei flabelli,
     	tutt'intorno ventilavano Bhīṣma, il primo della stirpe dei kuru,

  12 	quindi celebrarono il rito funebre per quel grand'anima,
     	gli officianti sacrificarono al fuoco, e cantarono i sāman i cantori di questi,

  13 	quindi con legni di sandalo, e pure di kāleyaka,
     	e con altri profumi grandi e piccoli, a cominciare dall'aloe,

  14 	coprirono il figlio di Gaṅgā, accendendo il fuoco sacro, 
     	i movimenti augurali compirono i sovrani con Dhṛtarāṣṭra in testa,

  15 	quei primi dei kuru avendo purificato il figlio di Gaṅgā, il migliore dei kuru,
     	quegli eccellenti kuru procedevano verso le rive della Bhāgīrathī, piene di ṛṣi,

  16 	seguiti da Vyāsa, da Nārada e da Asita,
     	e da Kṛṣṇa e dalle donne bhārata, i cittadini che si erano raccolti

  17 	compirono il rito dell'acqua per il figlio di Gaṅgā grand'anima,
     	secondo le regole, i migliori kṣatriya e tutte le altre persone,

  18 	quindi la dea Bhāgīrathī, compiuto il rito dell'acqua per suo figlio,
     	usciva dall'acqua piangendo ardente di sofferenza,

  19 	e lamentevole, ella si rivolgeva ai kaurava,
     	“ ascoltate l'intera storia che io vi racconto o privi di macchia,

  20 	dotato di condotta regale, di saggezza e nascita,
     	questo saldo nei voti, devoto al padre ha onorato gli anziani dei kuru,

  21 	lui che non fu a suo tempo sconfitto neppure da Rāma figlio di Jamadagni,
     	con armi divine, questo grande eroe fu ucciso ora da Śikhaṇḍin,

  22 	certamente il mio cuore è fatto di ferro o sovrani,
     	che non vedendo più il mio amato figlio non va ora in pezzi,

  23 	allo svayaṃvara nella città di kāśi, scontrandosi coi principi kṣatriya,
     	li sconfisse da solo sul carro, e portava via le vergini,

  24 	sulla terra non vi è nessuno che sia pari a lui per forza,
     	e il mio animo non andò in pezzi quando ho udito che fu ucciso da Śikhaṇḍin, 

  25 	dal figlio di Jamadagni grand'anima, in battaglia a kurukṣetra, 
     	senza troppo sforzo non fu colpito, e fu abbattuto da Śikhaṇḍin.”

  26 	mentre in questo modo allora molto si lamentava la grande fiumana,
     	l'illustre Dāmodara con gentili parole allora la consolava:

  27 	“ coraggio o virtuosa, non dolerti o splendida di aspetto,
     	certamente tuo figlio ha raggiunto la suprema perfezione,

  28 	un vasu è lui dal grande splendore, per colpa della maledizione o splendida,
     	e nato tra gli uomini, tu non devi dolertene,

  29 	egli combattendo sul campo di battaglia secondo il dharma kṣatriya,
     	fu ucciso dal Conquista-ricchezze non fu abbattuto da Śikhaṇḍin,

  30 	Bhīṣma quella tigre dei kuru con le armi alzate in battaglia,
     	non poteva essere ucciso sul campo neppure dal Cento-riti in persona,

  31 	per sua scelta tuo figlio ha raggiunto il paradiso o splendida,
     	neppure tutti gli dèi potevano ucciderlo in battaglia,

  32 	perciò tu o migliore delle fiumane, non devi piangere quel rampollo dei kuru,
     	ha raggiunto i vasu o dea, tuo figlio, allontana il dolore.”

  33 	così apostrofata da Kṛṣṇa, e da Vyāsa, la suprema fiumana,
     	abbandonando il dolore o grande re, scendeva nelle sue acque,

  34 	e avendo onorato quella fiumana tutti i sovrani con Kṛṣṇa in testa,
     	col suo permesso tutti quei signori di genti se ne andarono.