Altare
della chiesa di S. Gaetano e urna contenente le spoglie di p. Luigi Scrosoppi
Questa pur piccola chiesa
(6,5 x 5,7 m) è un indubbio monumento parlante degli indirizzi spirituali dei fondatori.
Non è che un piccolo nido di raccoglimento, illuminato sufficientemente dai
riquadri vitrei della porta e dall'occhio al sommo della parete facciale.
Ciò che attira lo sguardo è l'altare.
Di sopra alla mensa sta il tabernacolo, sulla cui
porticella p. Luigi fece dipingere l'immagine del sacro Cuore di Gesù: la
raffigurazione attuale, però, è dovuta ad un recente ritocco di mano inesperta.
Il tabernacolo è sormontato dal tronetto gotico per l'esposizione
dell'ostensorio.
Più su, ecco una piccola tela
di s. Gaetano col Bambino Gesù - proveniente
dalla casetta del 1817 e dono del p. Gaetano Salomoni -; quando fu messa qui
la si allungò alla base con una fascia verdone. Ancora più in alto ecco una
Madonna col Bimbo, entrambi incoronati. Questi due quadri sono di buon autore
settecentesco.
Ai lati di s. Gaetano e della Madonna campeggiano
S. Giuseppe e S. Luigi dipinti su tela in tutta figura, mentre in basso - di
fianco al tronetto - ci sono eguali dipinti, ma a mezzo busto, di s. Veronica
Giuliani e di s. Giovanna Francesca Fremiot de Chantal.
Su due guglie dell'altare ligneo svettano due
statuine di S. Carlo Borromeo e di S. Vincenzo De' Paoli,
reggente un crocifisso.
A destra ed a sinistra dell'altare s'addossano alla
parete due stretti portali di stile gotico, alla cui sommità stanno eguali
statuine di S.
Filippo Neri e di S. Francesco d'Assisi.
In ambi i portali c'è uno sportello a cerniera, l'uno col monogramma mariano, l'altro
col monogramma del nome di Gesù. Da quest'ultimo veniva distribuita la s.
comunione.
Padre Luigi celebrò qui la s. messa per oltre
trent'anni; e la celebrò secondo il costume claustrale, cioè invisibile alla
folla delle convittrici e delle religiose. Ma c'era un altare a ridosso della
parete, nell'oratorio retrostante dove si celebrava nelle feste solenni e dove
si compivano le cerimonie - quali i fioretti del maggio - riservate alla
comunità.
In questa sacra iconografia ogni figura aveva un
significato preciso S. Carlo e S. Luigi richiamavano alla mente la devozione
dei fondatori per i loro patroni personali; S. Filippo Neri e S. Francesco
d'Assisi erano i padri e maestri della loro direttiva ascetica, S. Vincenzo De' Paoli il santo della carità, S. Gaetano
il modello della fiducia nella divina Provvidenza; e S. Giuseppe, la Madonna
col Bimbo ed il tabernacolo parlavano di Gesù, centro di tutti i cuori.
Alle suore venivano proposte in modo del tutto
speciale le due sante, S. Veronica e S. Giovanna Francesca. Perché mai queste
due e non altre? Se vi si può scorgere la traccia dell'influenza cappuccina e
salesiana o visitandina, care ai due fratelli, a nostro avviso il significato è
più profondo. Il nome di Gesù impresso a fuoco sul petto della Chantal e la
corona di spine sul capo di S. Veronica volevano richiamare le religiose alla
duplice nota della loro vocazione: tutto unicamente per Gesù e con Gesù
sofferente! Qui si avverte, con palmare evidenza, il dettato della dedizione
totale ed immolata, caratteristico del p. Luigi. Nel cielo della chiesina,
entro due tondi, sono affrescati S. Teresa d'Avila ed ancora S.
Vincenzo De' Paoli. La mano dell'artista assai diversa, ed altri particolari,
fanno ritenere che essi siano di data posteriore. Forse il fondatore volle
simboleggiarvi la contemplazione e l'operosità caritativa come le due ricchezze
o i due elementi costitutivi della suora della Provvidenza, secondo le regole
del 1862.
Questa cappella fu la culla
della congregazione, composta e voluta fino nei particolari da p. Luigi. In
essa sentiamo davvero aleggiare il suo spirito. C'è un modo di sentire e di
comprendere, ineffabile e misterioso, che trascende il dato sensibile e
penetra tra le righe e le pietre. Chi sa abbandonarsi ad un meraviglioso
silenzio, lo ha provato.